L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea porterà inevitabilmente a dei profondi cambiamenti dello scenario economico internazionale.
Non ci sono, però, pareri concordi sugli effetti della Brexit sull’export italiano e sulla cooperazione, specie nel campo dell’agroalimentare.
La certezza, come riportato da Italia Cooperativa, agenzia di stampa di Confcooperative, è che con l’addio del Regno Unito l’Ue perde oltre 7.000 cooperative con 17,5 milioni di soci ed un valore complessivo di 34 miliardi di sterline.
Proprio in Gran Bretagna, a Rochdale per la precisione, nel 1844, veniva formata la prima cooperativa di consumo; in seguito i principi di Rochdale (mutualità, indivisibilità delle risorse, rapporto con il territorio) sono diventati la base identitaria dell’intero movimento cooperativo. Oggi, ad oltre 150 anni di distanza, il Regno Unito agisce di nuovo da pioniere, ma gli esiti, questa volta, rischiano di essere tutt’altro che cooperativi.
Secondo Confcooperative la Brexit potrebbe portare ad una perdita di export per le piccole e medie imprese italiane stimabile attorno ai 727 milioni di euro. Il calo più significativo dovrebbe riguardare l’agroalimentare. La Gran Bretagna rappresenta per le coop il secondo mercato europeo dietro alla Germania grazie a prodotti come l’ortofrutta, il vino ed il latte. Le stime dell’organizzazione di rappresentanza parlano di una perdita di export per le coop di 600 milioni di euro.
È dello stesso avviso il presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, che già nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme circa un possibile cambiamento della normativa sulle denominazioni di qualità. Secondo Mercuri, inoltre, la Brexit farà diminuire in misura notevole il potere d’acquisto dei consumatori inglesi per effetto soprattutto del crollo della sterlina. La crisi della domanda estera, che riguarda un paese centrale per le cooperative come il Regno Unito, rischia di penalizzare pesantemente migliaia di imprese sociali.
Meno pessimista, invece, Giampiero Calzolari, presidente di Granarolo e coordinatore del comparto latte dell’Alleanza delle Cooperative italiane. Di recente Granarolo ha aperto una sede in Gran Bretagna e, a detta di Calzolari, la coop emiliana non è intenzionata a ridimensionare gli investimenti in terra britannica.
Pur valutando in maniera negativa la Brexit, il presidente di Granarolo ritiene che la svalutazione della sterlina potrebbe offrire nel medio periodo delle opportunità alle aziende italiane.