• Innovazione e sostenibilità: il progetto La.Top.Cal. rivoluziona la zootecnia in Calabria

    L’innovazione tecnologica applicata al settore zootecnico sta trasformando il modo di allevare, migliorando la produttività e il benessere animale. Il progetto La.Top.Cal. (“Produzione di latte di qualità con metodi integrati di precisione e attenzione all’ambiente”), finanziato tramite la misura 16.2 del PSR della Regione Calabria, rappresenta un esempio concreto di come la digitalizzazione possa essere la chiave per un’agricoltura sostenibile e competitiva. Questa attività di ricerca e innovazione è stata svolta dai professori Tassinari A., Romano S., Coppola A. del DAFE – Università degli Studi della Basilicata.

    L’Internet of Things al servizio della zootecnia

    L’adozione delle tecnologie IoT (Internet of Things) nelle aziende zootecniche ha permesso di implementare sistemi di monitoraggio avanzati basati su sensori biometrici e software di gestione intelligente. In particolare, il progetto La.Top.Cal. ha previsto l’introduzione di collari intelligenti Alta Cow Watch e del sistema gestionale DairyComp, strumenti in grado di rilevare parametri biometrici degli animali e di ottimizzare la gestione aziendale.

    Grazie a questi dispositivi, gli allevatori possono monitorare in tempo reale lo stato di salute e il comportamento del bestiame, intervenendo tempestivamente per prevenire problemi di salute e migliorare le performance produttive. Questi strumenti hanno contribuito a ridurre i costi operativi e ad aumentare l’efficienza degli allevamenti, garantendo un impatto positivo sia in termini economici che ambientali.

    I benefici per gli allevatori e l’ambiente

    L’analisi costi-benefici condotta nell’ambito del progetto ha evidenziato un significativo ritorno economico per le aziende che hanno adottato le nuove tecnologie. Tra i principali vantaggi:

    • Miglioramento della produttività: il monitoraggio costante ha permesso di rilevare precocemente gli estri e le patologie, aumentando il numero di lattazioni per vacca e ottimizzando la produzione di latte.
    • Riduzione dei costi sanitari: la diagnosi precoce delle malattie ha consentito di ridurre l’uso di antibiotici e i costi veterinari.
    • Maggiore sostenibilità ambientale: la gestione ottimizzata degli allevamenti ha portato a una riduzione dell’impatto ambientale, migliorando il benessere animale e la qualità delle produzioni.
    • Adozione di strumenti innovativi: oltre il 58% delle aziende ha implementato i collari Alta Cow Watch, mentre una parte ha scelto di integrare il software DairyComp per una gestione ancora più efficiente.

    L’introduzione dei sistemi di tracciabilità digitale e di blockchain ha inoltre incrementato la trasparenza e la sicurezza alimentare, garantendo un valore aggiunto ai prodotti derivati dall’allevamento.

    Le sfide e le prospettive future

    Nonostante i numerosi benefici, l’adozione delle tecnologie IoT nel settore zootecnico incontra ancora alcune barriere. La dimensione aziendale, la disponibilità di finanziamenti e la necessità di personale qualificato rappresentano fattori chiave per il successo dell’innovazione. Tuttavia, il progetto La.Top.Cal. ha dimostrato che, attraverso strategie di supporto e formazione, anche le aziende di piccole e medie dimensioni possono trarre vantaggio dalla digitalizzazione.

    Per il futuro, il settore zootecnico dovrà puntare su un maggiore accesso alle innovazioni e su politiche di incentivazione che favoriscano la transizione digitale e sostenibile. I risultati del progetto evidenziano che le aziende con almeno 110 capi possono trarre il massimo vantaggio economico dall’adozione di questi strumenti, ma la ricerca suggerisce che il miglioramento delle condizioni di benessere animale può generare benefici trasversali per l’intero comparto.

    Progetti come La.Top.Cal. rappresentano un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni, aziende e ricercatori, indicando la strada per un’agricoltura più efficiente, rispettosa dell’ambiente e orientata alla qualità. L’innovazione è la chiave per il futuro della zootecnia: grazie alle nuove tecnologie, gli allevamenti possono diventare più sostenibili e competitivi, offrendo prodotti di alta qualità nel rispetto dell’ambiente e del benessere animale.

    L’assessore della Regione Calabria Gianluca Gallo (al centro), con il presidente di Assolac Camillo Nola (sulla destra) e i docenti che hanno curato il progetto.
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  • Bruxelles, 26 febbraio 2025 – La Commissione Europea ha presentato un ambizioso piano per promuovere l’industria verde nell’Unione Europea, con l’obiettivo di mobilitare fino a 100 miliardi di euro in investimenti. Il progetto, denominato “Green Industrial Deal”, intende favorire la transizione verso un’economia sostenibile e contribuire al raggiungimento della riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990.

    Le iniziative chiave del Green Industrial Deal

    Il piano prevede diverse misure strategiche:

    • Banca per la Decarbonizzazione Industriale: un nuovo istituto finanziario dedicato al sostegno di progetti legati alle energie rinnovabili e alla riduzione delle emissioni nel settore industriale.
    • Nuovo quadro regolamentare per gli aiuti di Stato: semplificazione e accelerazione dell’approvazione di progetti green, per favorire l’innovazione e l’adozione di soluzioni ecologiche.
    • Meccanismo europeo per l’acquisto congiunto di materie prime critiche: un’iniziativa per garantire una fornitura stabile e sostenibile di risorse essenziali per la transizione energetica.

    Un’Europa più sostenibile e resiliente

    La vicepresidente della Commissione Europea, Teresa Ribera, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa dichiarando: “Oggi l’Europa si sta impegnando a favore della decarbonizzazione come motore di prosperità, crescita e resilienza. Impegnandoci a realizzare gli obiettivi climatici del Patto Verde, stiamo gettando le basi per un futuro sostenibile”.

    Questo piano rappresenta un importante passo avanti per il settore industriale europeo, offrendo nuove opportunità di sviluppo sostenibile e contribuendo a garantire stabilità e fiducia agli investitori. La sua attuazione, tuttavia, dovrà passare attraverso l’approvazione del Parlamento Europeo e degli Stati membri.

    Con questo piano, l’UE punta a rafforzare il proprio ruolo di leader globale nella lotta al cambiamento climatico, incentivando al contempo la crescita economica e l’innovazione nel settore green.



  • Il prezzo del gas continua a scendere, portandosi sotto la soglia dei 43 euro al megawattora. A determinare questa tendenza sono diversi fattori, tra cui le temperature più miti e l’atteso accordo tra Stati Uniti e Ucraina sulle terre rare, la cui firma è prevista per venerdì.

    Possibili sviluppi geopolitici

    L’intesa potrebbe favorire un cessate il fuoco tra Mosca e Kiev, con la Russia che sembra aperta a nuove trattative. In parallelo, il presidente Vladimir Putin avrebbe offerto a Donald Trump un accordo sui minerali strategici, segnalando potenziali cambiamenti nello scenario delle materie prime globali.

    Fattori climatici e impatto sugli stoccaggi

    Le temperature più calde hanno inoltre contribuito a un rallentamento dei prelievi di gas dagli impianti di stoccaggio negli ultimi giorni, riducendo la domanda di mercato.

    I contratti TTF ad Amsterdam registrano un ribasso del 3,5%, attestandosi a 42,75 euro al megawattora.

    Prospettive future

    Se questa tendenza dovesse proseguire, potrebbe avere implicazioni significative sui mercati energetici europei, sulla stabilità delle forniture e sulle politiche energetiche globali.



  • Le cooperative italiane esprimono la loro vicinanza a Papa Francesco in questo momento delicato. Il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha inviato un messaggio a nome di tutte le cooperative, dei dirigenti e dei collaboratori della Confederazione, manifestando affetto e sostegno al Santo Padre.

    “Seguiamo con apprensione il momento delicato che sta vivendo il Santo Padre. Ci auguriamo che possa superarlo, grazie alla competenza e alla dedizione dei medici. Lo accompagniamo con la nostra preghiera e la nostra amicizia, ricordando con gioia la grande paternità e l’affetto che ha sempre dimostrato nei confronti dei cooperatori e delle cooperatrici di tutta Italia”, ha dichiarato Gardini.

    Il legame tra Confcooperative e la dottrina sociale della Chiesa è profondo e radicato, come testimoniato dall’articolo 1 dello statuto dell’organizzazione, che richiama i principi della dottrina sociale cristiana come riferimento culturale e valoriale per il movimento cooperativo.

    Anche don Mario Diana, incaricato della Conferenza Episcopale Italiana presso l’organizzazione, ha voluto esprimere il suo sostegno: “A Papa Francesco il nostro abbraccio e il nostro augurio”, ha affermato.

    Le cooperative italiane continuano a guardare con riconoscenza al Papa, che ha più volte riconosciuto e valorizzato il ruolo del movimento cooperativo nel promuovere la solidarietà, la giustizia sociale e il bene comune. In questo momento, l’intera comunità cooperativa si unisce nella preghiera e nella speranza per la sua pronta guarigione.



  • Il settore vitivinicolo biologico cooperativo sta vivendo un momento di forte crescita, come evidenziato da un’indagine condotta da Ismea nell’ambito della Rete Rurale Nazionale, presentata da Fedagripesca Confcooperative al Sana.

    Lo studio ha coinvolto cooperative attive nella grande distribuzione organizzata (GDO) e nella distribuzione specializzata, registrando un fatturato complessivo di 2,7 miliardi di euro nel 2023, con un incremento del 3,8%. Il comparto vitivinicolo risulta essere il più rappresentato tra le cooperative, seguito da ortofrutta, seminativi e lattiero-caseario.

    Export e certificazioni: un settore che punta alla qualità

    Dall’analisi emerge che una cooperativa su due vende anche all’estero, confermando la crescente domanda internazionale di prodotti biologici italiani. Inoltre, più dell’86% delle cooperative possiede almeno una certificazione aggiuntiva, con una particolare attenzione ai regimi di qualità UE (DOP, IGP, STG) e alle certificazioni di processo, fondamentali per garantire trasparenza e competitività sui mercati nazionali ed esteri.

    Sostenibilità e innovazione al centro

    Un aspetto cruciale emerso dallo studio è l’impegno delle cooperative biologiche verso la sostenibilità. Più del 75% utilizza energie rinnovabili, e tra queste il 92% è anche produttore di energia, segno di un settore sempre più orientato all’autosufficienza energetica e alla riduzione dell’impatto ambientale.

    Le ragioni del successo della cooperazione nel biologico

    Le cooperative agricole biologiche offrono vantaggi significativi ai produttori, incentivando il conferimento delle produzioni grazie a logiche di filiera ben strutturate. Secondo l’indagine, le principali motivazioni che spingono le aziende agricole a collaborare con le cooperative sono:

    • Equa e tempestiva remunerazione ai soci (25%).
    • Accordi lungo la filiera che garantiscono stabilità dei prezzi (24%).
    • Facilità di conferimento grazie all’organizzazione della domanda e dell’offerta (28%).
    • Servizi di assistenza tecnica continua (15%).

    L’importanza dell’aggregazione per il futuro del biologico

    Secondo Francesco Torriani, presidente del Settore biologico di Confcooperative, la frammentazione del settore agricolo italiano rappresenta una criticità che può essere superata attraverso l’aggregazione tra produttori. “Mettendo insieme l’intera filiera, dalla produzione alla commercializzazione del prodotto finito, si migliora l’efficienza e la distribuzione del valore lungo la filiera, a vantaggio sia dei produttori che dei consumatori”, afferma Torriani.

    L’aggregazione, inoltre, consente di investire in innovazione e offrire servizi di valore come certificazione e digitalizzazione, due elementi chiave per garantire produttività e distintività nel mercato del biologico.

    Con una crescente attenzione alla qualità, alla sostenibilità e all’organizzazione della filiera, il settore del vino biologico cooperativo si conferma come un modello di successo per il futuro dell’agricoltura italiana.



  • Milano, 18 febbraio 2025 – Le associazioni del TIPS – Team Interassociativo Pulizie e Servizi – hanno dato il via a uno studio per definire standard operativi chiari nel settore alberghiero, valorizzando il ruolo delle imprese di pulizia e sanificazione. L’obiettivo è migliorare la qualità del servizio, bilanciando le tempistiche necessarie con la sostenibilità economica delle prestazioni.

    Il documento che ne deriverà sarà una guida trasversale rivolta sia ai piccoli hotel che alle grandi catene, ridefinendo metodologie e tempi di lavoro, alla luce delle innovazioni tecnologiche e delle moderne attrezzature.

    Tra gli elementi cardine del progetto spicca la valorizzazione del personale, grazie a programmi di formazione e alla garanzia di condizioni di sicurezza adeguate. Lo studio prevede anche l’introduzione di capitolati tipo per superare l’attuale approccio generico che spesso non definisce con precisione modalità operative e obiettivi qualitativi. Questo strumento sarà fondamentale per migliorare la contrattazione tra imprese di pulizia e committenti, stabilendo richieste realistiche e tempistiche adeguate.

    L’iniziativa intende favorire un dialogo con le istituzioni, sottolineando l’importanza strategica dei servizi di pulizia e sanificazione per l’economia turistica e il benessere collettivo. La pulizia è un pilastro essenziale per il valore di ogni struttura alberghiera, in un contesto in cui l’esternalizzazione di tali servizi è sempre più diffusa.

    A conclusione del progetto, il settore alberghiero e le imprese di pulizia e sanificazione potranno beneficiare di un riferimento strategico che contribuirà a elevare gli standard qualitativi, garantendo al contempo sostenibilità economica e operativa per tutti gli attori coinvolti.



  • Un viaggio culinario tra tradizione, solidarietà e sviluppo sostenibile

    L’Italia è un Paese ricco di sapori, tradizioni e territori da scoprire. Ma ciò che rende davvero unico ogni piatto non è solo la sua ricetta, bensì la storia, le persone e i progetti che ne stanno alla base. È proprio questo il filo conduttore de “Il Gusto della Cooperazione”, la prima guida ai ristoranti gestiti da cooperative, promossa da Confcooperative FondoSviluppo e realizzata dall’editore Pecora Nera. Una mappa gastronomica dell’anima del nostro Paese, tra piatti tipici, storie di riscatto e comunità in fermento.

    Un viaggio a tappe, da Nord a Sud
    La guida percorre l’Italia regione per regione, dal Settentrione alle isole maggiori, raccontando 109 ristoranti cooperativi. Ognuno di questi luoghi non è solo un indirizzo dove fermarsi a mangiare, ma un racconto di resilienza e creatività, il frutto di una cooperativa che ha saputo trasformare la ristorazione in un laboratorio sociale e culturale. Tra le pagine si trova tutto ciò che serve per organizzare un pasto consapevole: dalla descrizione del ristorante al suo menù, dalle informazioni pratiche alle particolarità del territorio circostante.

    Piatti che parlano di persone, territori e valori
    Dietro ogni piatto presentato nella guida non ci sono soltanto ingredienti, ma persone che hanno trovato nel lavoro condiviso la strada per valorizzare il proprio potenziale. Molte di queste realtà cooperative nascono per favorire l’inclusione lavorativa di giovani e adulti in situazioni di fragilità, per dare una nuova prospettiva a chi rischierebbe di restare ai margini. Ne sono un esempio i ristoranti che impiegano persone con disabilità o quelli dedicati al reinserimento sociale di soggetti vulnerabili.

    Come spiega Fabiola Di Loreto, direttore generale di Confcooperative, questa guida non è solo un elenco, ma un invito a comprendere il valore di un consumo etico e responsabile: “I 109 ristoranti cooperativi raccontano storie di piatti, cucina, persone e comunità. Ma anche di riscatto, speranza e sviluppo, in cui il lavoro diventa opportunità di crescita personale ed economica.”

    Un’esperienza di gusto consapevole
    Quando si decide di mangiare in un ristorante gestito da una cooperativa si accetta la sfida di andare oltre il semplice pasto. Ci si immerge in un racconto fatto di tradizioni locali, di ingredienti a km zero, di storie di vita vera. Un viaggio sensoriale che unisce il piacere del palato al rispetto del territorio e delle persone, rendendo la gastronomia un potente strumento di inclusione e sviluppo sostenibile.

    L’invito di Confcooperative: assaporare con tutti i sensi
    Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, sottolinea come la guida possa essere un prezioso strumento per scoprire un’Italia diversa e autentica: “È un’occasione unica per chi vuole conoscere progetti nati dal desiderio di valorizzare persone, luoghi, prodotti e ricette. Chi seguirà questa guida, chi deciderà di conoscere questi ristoranti, scoprirà quanto cooperare significhi generare valore e opportunità. Consigliamo di immergersi totalmente in questa esperienza, assaporando ogni piatto con la mente aperta e con tutti i sensi, per cogliere la bellezza di ogni singola storia.”

    In conclusione, “Il Gusto della Cooperazione” non è soltanto una raccolta di indirizzi, ma un manifesto del saper fare cooperativo applicato alla ristorazione. Un modo per far incontrare gusto e sostenibilità, tradizione e innovazione, creando un circuito virtuoso che arricchisce l’intero territorio. È l’invito a un viaggio lento, a misura d’uomo, dove la cucina diventa strumento di inclusione e riscatto, e il piatto non è mai “solo” cibo, ma espressione di un modo nuovo di stare insieme.



  • In Europa, solo una persona con disabilità su due riesce a trovare un impiego. Un dato che, nella Giornata dei diritti delle persone con disabilità, evidenzia la necessità urgente di un cambiamento radicale. Ed è proprio l’Italia a poter offrire un modello virtuoso, grazie al lavoro svolto dalle cooperative sociali di inserimento lavorativo, capaci di integrare decine di migliaia di persone con disabilità nel tessuto produttivo e comunitario.

    Un modello italiano da replicare in tutta Europa
    “Oggi, in Europa, abbiamo 42,8 milioni di persone con disabilità in età lavorativa, ma solo la metà di queste è effettivamente impiegata,” sottolinea Stefano Granata, presidente di Confcooperative – Federsolidarietà. “Il modello italiano può rappresentare un esempio replicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Nel nostro Paese, più di 20.000 persone con disabilità lavorano nelle cooperative sociali d’inserimento lavorativo, dimostrando che produttività e inclusione possono andare di pari passo.”

    Le cooperative sociali italiane non si limitano a offrire un impiego, ma costruiscono percorsi personalizzati che valorizzano le capacità di ogni individuo. Questo approccio innovativo ha consentito, nel tempo, di abbattere barriere strutturali, culturali e sociali, restituendo dignità e autonomia a chi rischiava di rimanere ai margini della società.

    Un impegno riconosciuto dalle istituzioni europee
    Il ruolo pionieristico svolto dall’Italia in questo ambito è stato già riconosciuto dall’Unione Europea, in particolare attraverso le direttive del 2014 su appalti e concessioni, che incentivano la partecipazione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro. In questa direzione va anche la presenza di Confcooperative Federsolidarietà all’annuale “Giornata europea delle persone con disabilità” (EDPD) organizzata dalla Commissione europea, a cui ha partecipato Giorgia Sordoni, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Marche.

    Numeri e servizi: la forza della cooperazione sociale
    Le cifre testimoniano l’impatto di questo modello inclusivo: oltre 2.800 cooperative sociali aderenti a Confcooperative Federsolidarietà forniscono servizi di welfare a persone con disabilità e alle loro famiglie, gestendo centri diurni, comunità residenziali, servizi di assistenza domiciliare e scolastica. Negli ultimi anni, un’attenzione particolare è stata rivolta ai progetti “Dopo di noi” e alla promozione della “Vita indipendente”, che consentono alle persone con disabilità di costruire percorsi autonomi e integrati nel tessuto sociale.

    Dalle parole ai fatti: gli impegni del G7 e dell’UE
    “È tempo di rendere concreti gli impegni presi con la Carta di Solfagnano durante il G7 Inclusione e Disabilità del 14 ottobre ad Assisi,” afferma Granata. “Gli Stati partecipanti si sono impegnati ad adottare tutte le misure necessarie per garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita civile, sociale, economica, culturale e politica.”

    A fornire una bussola in questa direzione sono le linee guida adottate dalla Commissione europea il 20 novembre, per promuovere il diritto delle persone con disabilità a una vita indipendente e pienamente inclusa nella comunità. Questi principi, uniti alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e alla Strategia europea 2021-2030, fissano obiettivi chiari da tradurre in politiche concrete.

    In conclusione, la cooperazione sociale italiana rappresenta una via maestra: un esempio tangibile di come si possano creare condizioni di lavoro dignitose e inclusive per le persone con disabilità, rispondendo così a un’esigenza cruciale sia per i singoli individui, sia per l’intera società europea. L’auspicio è che l’Unione Europea, gli Stati membri e gli attori della società civile adottino questo modello come punto di riferimento, trasformando le parole in azioni efficaci e durature.



  • Il settore dei trasporti e della logistica, vero motore nevralgico della nostra economia, segna un importante risultato: il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) arriva a soli nove mesi dalla scadenza precedente, garantendo stabilità e condizioni contrattuali più vantaggiose a oltre un milione di addetti. Un comparto, questo, che non solo sostiene la circolazione delle merci e la distribuzione di beni essenziali su tutto il territorio nazionale, ma che incarna anche la capacità dell’Italia di rimanere competitiva sui mercati internazionali.

    Aumenti salariali e valore per i lavoratori
    Sul piano economico, il rinnovo contrattuale introduce significativi incrementi retributivi: 230 euro in più per il personale non viaggiante (livello 3S) e 260 euro in più per il personale viaggiante (livello B3). Un riconoscimento concreto del ruolo strategico svolto da tutti gli operatori della filiera, dalle aziende di trasporto merci fino ai servizi logistici, una componente essenziale del “sistema Paese”.

    Novità normative e cooperazione
    L’accordo porta con sé anche rilevanti aggiornamenti di carattere normativo, sia sulla parte generale del contratto sia nella sezione dedicata alla cooperazione. Per effetto di questa intesa, le due giornate di sciopero del 9 e 10 dicembre sono state revocate, segnale di un risultato negoziale equilibrato e condiviso, che pone l’accento sul ruolo fondamentale dei soci lavoratori all’interno delle cooperative.

    Il commento di Confcooperative Lavoro e Servizi
    “È un contratto impegnativo e di grande importanza per il nostro Paese,” dichiara Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi. “Parliamo di un comparto strategico con oltre un milione di addetti, pilastro portante della crescita economica nazionale. Il rinnovo del CCNL permette di riconoscere il giusto valore al lavoro, tutelando nel contempo la peculiarità del socio lavoratore, figura chiave nel modello cooperativo.”

    Per Stronati, il rinnovo “conferma e rafforza la centralità della contrattazione collettiva, fondamento del dialogo tra imprese e lavoratori, e dà ulteriore dignità salariale all’intero settore.”

    La voce della Delegazione trattante
    Anche Alessandro Maffi, Capo della Delegazione trattante, esprime soddisfazione per il contributo decisivo offerto dalle centrali cooperative. “Come una delle principali realtà rappresentative della cooperazione italiana, questo risultato ci motiva a proseguire con responsabilità. Puntiamo a uno sviluppo costante del comparto, nel pieno rispetto delle norme, con un’attenzione particolare alla sicurezza sul lavoro e alla tutela del lavoratore.”

    Conclusioni
    Questo rinnovo del CCNL Trasporti e Logistica dimostra come la cooperazione possa incidere positivamente su un settore chiave della nostra economia. Il riconoscimento di salari più equi, l’aggiornamento delle normative e l’attenzione alla figura del socio lavoratore proiettano il comparto verso una crescita sostenibile, ponendo le basi per uno sviluppo futuro bilanciato tra esigenze delle imprese e diritti dei lavoratori. Un ulteriore passo avanti verso un modello economico inclusivo, solido e competitivo, in grado di affrontare le sfide globali mantenendo al centro il valore del lavoro.



  • Cambiamenti importanti nel mondo della cooperazione agroalimentare italiana: Raffaele Drei, imprenditore faentino nel settore ortofrutticolo e vitivinicolo, è il nuovo presidente di Fedagripesca Confcooperative. La nomina è arrivata a conclusione del Consiglio Nazionale della federazione, chiamato ad eleggere il successore di Carlo Piccinini, dimissionario dal 30 ottobre. Fino a questo momento la reggenza era stata assicurata dal Vicepresidente Davide Vernocchi.

    Chi è Raffaele Drei: radici nella cooperazione agroalimentare
    Drei, 59 anni, vanta un solido percorso professionale all’interno del sistema cooperativo. È stato presidente della cooperativa Agrintesa di Faenza, attualmente guida Valfrutta Fresco (società commerciale di Apo Conerpo) ed è Vicepresidente del Gruppo cooperativo Conserve Italia. Nel 2022 ha assunto la presidenza di Fedagripesca Confcooperative Emilia Romagna, consolidando così un profondo legame con il tessuto imprenditoriale dell’agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura.

    La mission di Drei: rimettere le filiere al centro del dibattito
    Nel suo discorso di insediamento, Drei ha evidenziato la necessità di riportare le filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura al centro del dibattito politico ed economico italiano. L’obiettivo, ha sottolineato, è aprire un confronto franco con le altre organizzazioni, al fine di affrontare i nodi strategici e contribuire a costruire politiche di sviluppo sostenibile per l’intero settore agroalimentare del nostro Paese.

    Obiettivi strategici: aggregazione, valore aggiunto e nuove opportunità
    Uno dei punti chiave del programma del nuovo presidente riguarda la difesa e la promozione del modello cooperativo. Aggregazione e concentrazione dell’offerta, attraverso cooperative e organizzazioni di produttori, rappresentano infatti la strada maestra per valorizzare le produzioni nazionali, sia agricole che ittiche, sui mercati globali. Drei intende continuare a sostenere con forza l’impresa cooperativa nel comparto ortofrutticolo e vitivinicolo, spingendo per un’estensione del modello anche nel settore lattiero-caseario. Tra le iniziative attese, l’introduzione di interventi settoriali a livello UE e nazionale, già sperimentati con successo nell’ortofrutta, per agevolare transizione ecologica, innovazione tecnologica e competitività internazionale.

    Focus su foreste, zootecnia, cereali e pesca sostenibile
    La nuova presidenza punta i riflettori su cooperative forestali e zootecniche, presìdi essenziali delle aree rurali e marginali, da sostenere e potenziare. Le filiere cerealicole, pietra angolare del Made in Italy, dovranno essere valorizzate in chiave identitaria e culturale. Infine, massima attenzione sarà dedicata al settore della pesca e dell’acquacoltura, dove occorre un approccio strutturato e sostenibile: modelli di gestione responsabile, remunerazione equa e sviluppo solidale delle comunità costiere rappresentano gli obiettivi da raggiungere, in stretta sinergia con istituzioni e operatori.

    I numeri di Fedagripesca Confcooperative
    Fedagripesca Confcooperative è un attore di primo piano del sistema agroalimentare italiano. Associa oltre 3.000 imprese cooperative, riunendo più di 410.000 soci e 75.900 addetti, per un fatturato vicino ai 35 miliardi di euro. In altre parole, gestisce oltre il 20% del valore del Made in Italy agroalimentare, rappresentando una colonna portante dell’economia nazionale.


    In conclusione, l’avvento di Raffaele Drei alla guida di Fedagripesca Confcooperative segna un passaggio chiave per l’intero comparto agroalimentare e ittico italiano. Consolidamento delle filiere, sostegno al modello cooperativo, attenzione all’ambiente, innovazione e dialogo tra i vari soggetti della filiera saranno i cardini di una strategia che punta a rendere il settore sempre più forte, coeso e competitivo a livello internazionale.



  • Oltre 3.000 pescatori, da ogni angolo della nostra Penisola, si danno appuntamento domani – sabato 23 novembre – in Vaticano per partecipare all’udienza privata con Papa Francesco. Ad accompagnarli ci saranno Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, e Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca. Una presenza corale, che rappresenta l’intera filiera ittica italiana, dalle piccole marinerie artigianali ai più importanti porti pescherecci del Paese.

    La pesca italiana, colonna portante delle comunità costiere
    La forte partecipazione testimonia l’identità della pesca made in Italy come settore profondamente radicato nel territorio, legato a doppio filo con la dimensione sociale e familiare delle comunità costiere. Non si tratta solo di un’attività economica: la pesca è custode di tradizioni secolari, di saperi e competenze tramandate di generazione in generazione. Ma soprattutto, come sottolinea il vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, Paolo Tiozzo, è un baluardo nella difesa dell’ambiente marino.

    I pescatori, primi guardiani del mare
    I nostri pescatori non si limitano a catturare pesce: ogni giorno si confrontano con reti riempite non solo di prodotti del mare, ma anche di una quantità sempre più preoccupante di rifiuti. Secondo i dati, ogni anno finiscono nelle reti circa 3.000 tonnellate di spazzatura: un numero che può raddoppiare fino a 6.000 tonnellate dopo eventi meteo estremi. Dalla plastica alla microplastica, dai rottami metallici alle reti fantasma, l’inquinamento marino è una minaccia tangibile che agisce sui delicati equilibri dell’ecosistema e, in ultima istanza, mette a rischio il futuro stesso delle comunità ittiche.

    Un impegno concreto per la sostenibilità
    L’incontro con Papa Francesco non è solo un momento di grande valore spirituale, ma anche l’occasione per rinnovare un impegno concreto a favore della tutela dell’ambiente. Se la flotta peschereccia italiana potesse portare a terra tutti i rifiuti pescati accidentalmente, nel giro di dieci anni si rimuoverebbero oltre 30.000 tonnellate di materiali inquinanti dal mare. Un risultato straordinario, simbolo di una nuova sinergia tra il settore della pesca, le istituzioni e la società civile, che potrebbe trasformarsi in una vera e propria catena virtuosa di recupero e riciclo.

    Dare nuova vita a ciò che inquina
    Per rendere questo processo davvero efficace, però, bisogna creare un sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti raccolti dalle reti. Come osserva Tiozzo, evitare che l’enorme sforzo compiuto dai pescatori si perda nel nulla è essenziale: occorre strutturare una filiera virtuosa che permetta di convertire la spazzatura marina in nuovi materiali o di gestirla nel modo più adeguato possibile. In altre parole, serve un percorso chiaro, dalla nave al porto, dal porto al centro di raccolta, dal centro di raccolta al riciclo, affinché l’impegno di chi vive ogni giorno sul mare si traduca in un beneficio concreto per l’intero pianeta.

    Il messaggio dall’udienza: il futuro delle nostre acque è nelle nostre mani
    L’udienza con il Santo Padre assume così un valore simbolico. Il settore ittico italiano, composto da migliaia di donne e uomini impegnati al largo delle nostre coste, rivolge un appello alle istituzioni e alla comunità: non lasciamo soli i pescatori in questa battaglia. Un mare più sano, pulito e produttivo è la base per una crescita sostenibile di tutto il comparto e per garantire la continuità di mestieri e culture che da sempre fanno parte della nostra identità. L’incontro con Papa Francesco è allora un segnale di speranza, un momento che sprona tutti ad agire, unendo tradizione, economia e rispetto dell’ambiente in un’unica rete solidale.


  • Nasce la A.O.P.E.P.A. (European Producers Association) soc. consortile a r.l.

    Nasce la A.O.P.E.P.A questa nuova associazione consortile punta a promuovere e valorizzare le eccellenze ortofrutticole e agricole della Calabria

    Filardo (Presidente Confcooperative Fedagripesca Calabria): “Sono convinto che con la nuova A.O.P.E.P.A. abbiamo tutte le carte in regola per fare bene e scalare i mercati sia a livello nazionale che internazionale.”

    Polistena (RC), 05 Giugno 2024 – Il mondo e il modello cooperativo sono risorse fondamentali per la Calabria, come dimostra la nascita della A.O.P. E.P.A. (European Producers Association) soc. consortile a r.l., una nuova realtà consortile che vede la partecipazione di due importanti cooperative agricole: O.P. Natura Soc. Coop. Agricola, cooperativa leader nell’ortofrutta sul mercato italiano ed europeo e O.P. Pianagri Soc. Coop. Agricola, che fa dell’innovazione e del legame con il territorio, per creare prodotti unici e di valore, i propri punti di forza.

    La nuova associazione ha sede legale a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, e si propone come un punto di riferimento per il settore ortofrutticolo, con un fatturato complessivo di circa 40 milioni di euro, 3.000 ettari di produzioni ortofrutticole e 2.500 soci produttori e conferitori.

    “Sono estremamente entusiasta per la nascita della A.O.P.E.P.A. – dichiara Vincenzo Filardo, Presidente di OP Natura e di Fedagripesca Calabria – In un momento e in un territorio delicato come quello della Piana di Gioia Tauro e della Calabria più in generale, questa nuova realtà rappresenta una straordinaria opportunità. Sono convinto che abbiamo tutte le carte in regola per fare bene e scalare i mercati sia a
    livello nazionale che internazionale. L’unione delle forze e delle competenze di O.P. Natura e O.P. Pianagri ci permetterà di affrontare le sfide del settore con rinnovata energia e determinazione.”

    Il Consiglio di Amministrazione della A.O.P. E.P.A. è composto da:
    Presidente: Vincenzo Giuseppe Filardo
    Vicepresidente: Leandro Caccamo
    Consigliere: Domenico Napoli

    Questa nuova associazione consortile punta a promuovere e valorizzare le eccellenze ortofrutticole e agricole della Calabria, attraverso una gestione integrata delle risorse e una strategia di crescita sostenibile e innovativa. La A.O.P. E.P.A. si impegna a sostenere i produttori associati, migliorando la competitività e la qualità delle produzioni, per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più esigente e globalizzato.