• Un viaggio culinario tra tradizione, solidarietà e sviluppo sostenibile

    L’Italia è un Paese ricco di sapori, tradizioni e territori da scoprire. Ma ciò che rende davvero unico ogni piatto non è solo la sua ricetta, bensì la storia, le persone e i progetti che ne stanno alla base. È proprio questo il filo conduttore de “Il Gusto della Cooperazione”, la prima guida ai ristoranti gestiti da cooperative, promossa da Confcooperative FondoSviluppo e realizzata dall’editore Pecora Nera. Una mappa gastronomica dell’anima del nostro Paese, tra piatti tipici, storie di riscatto e comunità in fermento.

    Un viaggio a tappe, da Nord a Sud
    La guida percorre l’Italia regione per regione, dal Settentrione alle isole maggiori, raccontando 109 ristoranti cooperativi. Ognuno di questi luoghi non è solo un indirizzo dove fermarsi a mangiare, ma un racconto di resilienza e creatività, il frutto di una cooperativa che ha saputo trasformare la ristorazione in un laboratorio sociale e culturale. Tra le pagine si trova tutto ciò che serve per organizzare un pasto consapevole: dalla descrizione del ristorante al suo menù, dalle informazioni pratiche alle particolarità del territorio circostante.

    Piatti che parlano di persone, territori e valori
    Dietro ogni piatto presentato nella guida non ci sono soltanto ingredienti, ma persone che hanno trovato nel lavoro condiviso la strada per valorizzare il proprio potenziale. Molte di queste realtà cooperative nascono per favorire l’inclusione lavorativa di giovani e adulti in situazioni di fragilità, per dare una nuova prospettiva a chi rischierebbe di restare ai margini. Ne sono un esempio i ristoranti che impiegano persone con disabilità o quelli dedicati al reinserimento sociale di soggetti vulnerabili.

    Come spiega Fabiola Di Loreto, direttore generale di Confcooperative, questa guida non è solo un elenco, ma un invito a comprendere il valore di un consumo etico e responsabile: “I 109 ristoranti cooperativi raccontano storie di piatti, cucina, persone e comunità. Ma anche di riscatto, speranza e sviluppo, in cui il lavoro diventa opportunità di crescita personale ed economica.”

    Un’esperienza di gusto consapevole
    Quando si decide di mangiare in un ristorante gestito da una cooperativa si accetta la sfida di andare oltre il semplice pasto. Ci si immerge in un racconto fatto di tradizioni locali, di ingredienti a km zero, di storie di vita vera. Un viaggio sensoriale che unisce il piacere del palato al rispetto del territorio e delle persone, rendendo la gastronomia un potente strumento di inclusione e sviluppo sostenibile.

    L’invito di Confcooperative: assaporare con tutti i sensi
    Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, sottolinea come la guida possa essere un prezioso strumento per scoprire un’Italia diversa e autentica: “È un’occasione unica per chi vuole conoscere progetti nati dal desiderio di valorizzare persone, luoghi, prodotti e ricette. Chi seguirà questa guida, chi deciderà di conoscere questi ristoranti, scoprirà quanto cooperare significhi generare valore e opportunità. Consigliamo di immergersi totalmente in questa esperienza, assaporando ogni piatto con la mente aperta e con tutti i sensi, per cogliere la bellezza di ogni singola storia.”

    In conclusione, “Il Gusto della Cooperazione” non è soltanto una raccolta di indirizzi, ma un manifesto del saper fare cooperativo applicato alla ristorazione. Un modo per far incontrare gusto e sostenibilità, tradizione e innovazione, creando un circuito virtuoso che arricchisce l’intero territorio. È l’invito a un viaggio lento, a misura d’uomo, dove la cucina diventa strumento di inclusione e riscatto, e il piatto non è mai “solo” cibo, ma espressione di un modo nuovo di stare insieme.



  • In Europa, solo una persona con disabilità su due riesce a trovare un impiego. Un dato che, nella Giornata dei diritti delle persone con disabilità, evidenzia la necessità urgente di un cambiamento radicale. Ed è proprio l’Italia a poter offrire un modello virtuoso, grazie al lavoro svolto dalle cooperative sociali di inserimento lavorativo, capaci di integrare decine di migliaia di persone con disabilità nel tessuto produttivo e comunitario.

    Un modello italiano da replicare in tutta Europa
    “Oggi, in Europa, abbiamo 42,8 milioni di persone con disabilità in età lavorativa, ma solo la metà di queste è effettivamente impiegata,” sottolinea Stefano Granata, presidente di Confcooperative – Federsolidarietà. “Il modello italiano può rappresentare un esempio replicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. Nel nostro Paese, più di 20.000 persone con disabilità lavorano nelle cooperative sociali d’inserimento lavorativo, dimostrando che produttività e inclusione possono andare di pari passo.”

    Le cooperative sociali italiane non si limitano a offrire un impiego, ma costruiscono percorsi personalizzati che valorizzano le capacità di ogni individuo. Questo approccio innovativo ha consentito, nel tempo, di abbattere barriere strutturali, culturali e sociali, restituendo dignità e autonomia a chi rischiava di rimanere ai margini della società.

    Un impegno riconosciuto dalle istituzioni europee
    Il ruolo pionieristico svolto dall’Italia in questo ambito è stato già riconosciuto dall’Unione Europea, in particolare attraverso le direttive del 2014 su appalti e concessioni, che incentivano la partecipazione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro. In questa direzione va anche la presenza di Confcooperative Federsolidarietà all’annuale “Giornata europea delle persone con disabilità” (EDPD) organizzata dalla Commissione europea, a cui ha partecipato Giorgia Sordoni, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Marche.

    Numeri e servizi: la forza della cooperazione sociale
    Le cifre testimoniano l’impatto di questo modello inclusivo: oltre 2.800 cooperative sociali aderenti a Confcooperative Federsolidarietà forniscono servizi di welfare a persone con disabilità e alle loro famiglie, gestendo centri diurni, comunità residenziali, servizi di assistenza domiciliare e scolastica. Negli ultimi anni, un’attenzione particolare è stata rivolta ai progetti “Dopo di noi” e alla promozione della “Vita indipendente”, che consentono alle persone con disabilità di costruire percorsi autonomi e integrati nel tessuto sociale.

    Dalle parole ai fatti: gli impegni del G7 e dell’UE
    “È tempo di rendere concreti gli impegni presi con la Carta di Solfagnano durante il G7 Inclusione e Disabilità del 14 ottobre ad Assisi,” afferma Granata. “Gli Stati partecipanti si sono impegnati ad adottare tutte le misure necessarie per garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita civile, sociale, economica, culturale e politica.”

    A fornire una bussola in questa direzione sono le linee guida adottate dalla Commissione europea il 20 novembre, per promuovere il diritto delle persone con disabilità a una vita indipendente e pienamente inclusa nella comunità. Questi principi, uniti alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e alla Strategia europea 2021-2030, fissano obiettivi chiari da tradurre in politiche concrete.

    In conclusione, la cooperazione sociale italiana rappresenta una via maestra: un esempio tangibile di come si possano creare condizioni di lavoro dignitose e inclusive per le persone con disabilità, rispondendo così a un’esigenza cruciale sia per i singoli individui, sia per l’intera società europea. L’auspicio è che l’Unione Europea, gli Stati membri e gli attori della società civile adottino questo modello come punto di riferimento, trasformando le parole in azioni efficaci e durature.



  • Il settore dei trasporti e della logistica, vero motore nevralgico della nostra economia, segna un importante risultato: il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) arriva a soli nove mesi dalla scadenza precedente, garantendo stabilità e condizioni contrattuali più vantaggiose a oltre un milione di addetti. Un comparto, questo, che non solo sostiene la circolazione delle merci e la distribuzione di beni essenziali su tutto il territorio nazionale, ma che incarna anche la capacità dell’Italia di rimanere competitiva sui mercati internazionali.

    Aumenti salariali e valore per i lavoratori
    Sul piano economico, il rinnovo contrattuale introduce significativi incrementi retributivi: 230 euro in più per il personale non viaggiante (livello 3S) e 260 euro in più per il personale viaggiante (livello B3). Un riconoscimento concreto del ruolo strategico svolto da tutti gli operatori della filiera, dalle aziende di trasporto merci fino ai servizi logistici, una componente essenziale del “sistema Paese”.

    Novità normative e cooperazione
    L’accordo porta con sé anche rilevanti aggiornamenti di carattere normativo, sia sulla parte generale del contratto sia nella sezione dedicata alla cooperazione. Per effetto di questa intesa, le due giornate di sciopero del 9 e 10 dicembre sono state revocate, segnale di un risultato negoziale equilibrato e condiviso, che pone l’accento sul ruolo fondamentale dei soci lavoratori all’interno delle cooperative.

    Il commento di Confcooperative Lavoro e Servizi
    “È un contratto impegnativo e di grande importanza per il nostro Paese,” dichiara Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi. “Parliamo di un comparto strategico con oltre un milione di addetti, pilastro portante della crescita economica nazionale. Il rinnovo del CCNL permette di riconoscere il giusto valore al lavoro, tutelando nel contempo la peculiarità del socio lavoratore, figura chiave nel modello cooperativo.”

    Per Stronati, il rinnovo “conferma e rafforza la centralità della contrattazione collettiva, fondamento del dialogo tra imprese e lavoratori, e dà ulteriore dignità salariale all’intero settore.”

    La voce della Delegazione trattante
    Anche Alessandro Maffi, Capo della Delegazione trattante, esprime soddisfazione per il contributo decisivo offerto dalle centrali cooperative. “Come una delle principali realtà rappresentative della cooperazione italiana, questo risultato ci motiva a proseguire con responsabilità. Puntiamo a uno sviluppo costante del comparto, nel pieno rispetto delle norme, con un’attenzione particolare alla sicurezza sul lavoro e alla tutela del lavoratore.”

    Conclusioni
    Questo rinnovo del CCNL Trasporti e Logistica dimostra come la cooperazione possa incidere positivamente su un settore chiave della nostra economia. Il riconoscimento di salari più equi, l’aggiornamento delle normative e l’attenzione alla figura del socio lavoratore proiettano il comparto verso una crescita sostenibile, ponendo le basi per uno sviluppo futuro bilanciato tra esigenze delle imprese e diritti dei lavoratori. Un ulteriore passo avanti verso un modello economico inclusivo, solido e competitivo, in grado di affrontare le sfide globali mantenendo al centro il valore del lavoro.



  • Cambiamenti importanti nel mondo della cooperazione agroalimentare italiana: Raffaele Drei, imprenditore faentino nel settore ortofrutticolo e vitivinicolo, è il nuovo presidente di Fedagripesca Confcooperative. La nomina è arrivata a conclusione del Consiglio Nazionale della federazione, chiamato ad eleggere il successore di Carlo Piccinini, dimissionario dal 30 ottobre. Fino a questo momento la reggenza era stata assicurata dal Vicepresidente Davide Vernocchi.

    Chi è Raffaele Drei: radici nella cooperazione agroalimentare
    Drei, 59 anni, vanta un solido percorso professionale all’interno del sistema cooperativo. È stato presidente della cooperativa Agrintesa di Faenza, attualmente guida Valfrutta Fresco (società commerciale di Apo Conerpo) ed è Vicepresidente del Gruppo cooperativo Conserve Italia. Nel 2022 ha assunto la presidenza di Fedagripesca Confcooperative Emilia Romagna, consolidando così un profondo legame con il tessuto imprenditoriale dell’agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura.

    La mission di Drei: rimettere le filiere al centro del dibattito
    Nel suo discorso di insediamento, Drei ha evidenziato la necessità di riportare le filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura al centro del dibattito politico ed economico italiano. L’obiettivo, ha sottolineato, è aprire un confronto franco con le altre organizzazioni, al fine di affrontare i nodi strategici e contribuire a costruire politiche di sviluppo sostenibile per l’intero settore agroalimentare del nostro Paese.

    Obiettivi strategici: aggregazione, valore aggiunto e nuove opportunità
    Uno dei punti chiave del programma del nuovo presidente riguarda la difesa e la promozione del modello cooperativo. Aggregazione e concentrazione dell’offerta, attraverso cooperative e organizzazioni di produttori, rappresentano infatti la strada maestra per valorizzare le produzioni nazionali, sia agricole che ittiche, sui mercati globali. Drei intende continuare a sostenere con forza l’impresa cooperativa nel comparto ortofrutticolo e vitivinicolo, spingendo per un’estensione del modello anche nel settore lattiero-caseario. Tra le iniziative attese, l’introduzione di interventi settoriali a livello UE e nazionale, già sperimentati con successo nell’ortofrutta, per agevolare transizione ecologica, innovazione tecnologica e competitività internazionale.

    Focus su foreste, zootecnia, cereali e pesca sostenibile
    La nuova presidenza punta i riflettori su cooperative forestali e zootecniche, presìdi essenziali delle aree rurali e marginali, da sostenere e potenziare. Le filiere cerealicole, pietra angolare del Made in Italy, dovranno essere valorizzate in chiave identitaria e culturale. Infine, massima attenzione sarà dedicata al settore della pesca e dell’acquacoltura, dove occorre un approccio strutturato e sostenibile: modelli di gestione responsabile, remunerazione equa e sviluppo solidale delle comunità costiere rappresentano gli obiettivi da raggiungere, in stretta sinergia con istituzioni e operatori.

    I numeri di Fedagripesca Confcooperative
    Fedagripesca Confcooperative è un attore di primo piano del sistema agroalimentare italiano. Associa oltre 3.000 imprese cooperative, riunendo più di 410.000 soci e 75.900 addetti, per un fatturato vicino ai 35 miliardi di euro. In altre parole, gestisce oltre il 20% del valore del Made in Italy agroalimentare, rappresentando una colonna portante dell’economia nazionale.


    In conclusione, l’avvento di Raffaele Drei alla guida di Fedagripesca Confcooperative segna un passaggio chiave per l’intero comparto agroalimentare e ittico italiano. Consolidamento delle filiere, sostegno al modello cooperativo, attenzione all’ambiente, innovazione e dialogo tra i vari soggetti della filiera saranno i cardini di una strategia che punta a rendere il settore sempre più forte, coeso e competitivo a livello internazionale.



  • Oltre 3.000 pescatori, da ogni angolo della nostra Penisola, si danno appuntamento domani – sabato 23 novembre – in Vaticano per partecipare all’udienza privata con Papa Francesco. Ad accompagnarli ci saranno Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, e Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca. Una presenza corale, che rappresenta l’intera filiera ittica italiana, dalle piccole marinerie artigianali ai più importanti porti pescherecci del Paese.

    La pesca italiana, colonna portante delle comunità costiere
    La forte partecipazione testimonia l’identità della pesca made in Italy come settore profondamente radicato nel territorio, legato a doppio filo con la dimensione sociale e familiare delle comunità costiere. Non si tratta solo di un’attività economica: la pesca è custode di tradizioni secolari, di saperi e competenze tramandate di generazione in generazione. Ma soprattutto, come sottolinea il vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, Paolo Tiozzo, è un baluardo nella difesa dell’ambiente marino.

    I pescatori, primi guardiani del mare
    I nostri pescatori non si limitano a catturare pesce: ogni giorno si confrontano con reti riempite non solo di prodotti del mare, ma anche di una quantità sempre più preoccupante di rifiuti. Secondo i dati, ogni anno finiscono nelle reti circa 3.000 tonnellate di spazzatura: un numero che può raddoppiare fino a 6.000 tonnellate dopo eventi meteo estremi. Dalla plastica alla microplastica, dai rottami metallici alle reti fantasma, l’inquinamento marino è una minaccia tangibile che agisce sui delicati equilibri dell’ecosistema e, in ultima istanza, mette a rischio il futuro stesso delle comunità ittiche.

    Un impegno concreto per la sostenibilità
    L’incontro con Papa Francesco non è solo un momento di grande valore spirituale, ma anche l’occasione per rinnovare un impegno concreto a favore della tutela dell’ambiente. Se la flotta peschereccia italiana potesse portare a terra tutti i rifiuti pescati accidentalmente, nel giro di dieci anni si rimuoverebbero oltre 30.000 tonnellate di materiali inquinanti dal mare. Un risultato straordinario, simbolo di una nuova sinergia tra il settore della pesca, le istituzioni e la società civile, che potrebbe trasformarsi in una vera e propria catena virtuosa di recupero e riciclo.

    Dare nuova vita a ciò che inquina
    Per rendere questo processo davvero efficace, però, bisogna creare un sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti raccolti dalle reti. Come osserva Tiozzo, evitare che l’enorme sforzo compiuto dai pescatori si perda nel nulla è essenziale: occorre strutturare una filiera virtuosa che permetta di convertire la spazzatura marina in nuovi materiali o di gestirla nel modo più adeguato possibile. In altre parole, serve un percorso chiaro, dalla nave al porto, dal porto al centro di raccolta, dal centro di raccolta al riciclo, affinché l’impegno di chi vive ogni giorno sul mare si traduca in un beneficio concreto per l’intero pianeta.

    Il messaggio dall’udienza: il futuro delle nostre acque è nelle nostre mani
    L’udienza con il Santo Padre assume così un valore simbolico. Il settore ittico italiano, composto da migliaia di donne e uomini impegnati al largo delle nostre coste, rivolge un appello alle istituzioni e alla comunità: non lasciamo soli i pescatori in questa battaglia. Un mare più sano, pulito e produttivo è la base per una crescita sostenibile di tutto il comparto e per garantire la continuità di mestieri e culture che da sempre fanno parte della nostra identità. L’incontro con Papa Francesco è allora un segnale di speranza, un momento che sprona tutti ad agire, unendo tradizione, economia e rispetto dell’ambiente in un’unica rete solidale.


  • Nasce la A.O.P.E.P.A. (European Producers Association) soc. consortile a r.l.

    Nasce la A.O.P.E.P.A questa nuova associazione consortile punta a promuovere e valorizzare le eccellenze ortofrutticole e agricole della Calabria

    Filardo (Presidente Confcooperative Fedagripesca Calabria): “Sono convinto che con la nuova A.O.P.E.P.A. abbiamo tutte le carte in regola per fare bene e scalare i mercati sia a livello nazionale che internazionale.”

    Polistena (RC), 05 Giugno 2024 – Il mondo e il modello cooperativo sono risorse fondamentali per la Calabria, come dimostra la nascita della A.O.P. E.P.A. (European Producers Association) soc. consortile a r.l., una nuova realtà consortile che vede la partecipazione di due importanti cooperative agricole: O.P. Natura Soc. Coop. Agricola, cooperativa leader nell’ortofrutta sul mercato italiano ed europeo e O.P. Pianagri Soc. Coop. Agricola, che fa dell’innovazione e del legame con il territorio, per creare prodotti unici e di valore, i propri punti di forza.

    La nuova associazione ha sede legale a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, e si propone come un punto di riferimento per il settore ortofrutticolo, con un fatturato complessivo di circa 40 milioni di euro, 3.000 ettari di produzioni ortofrutticole e 2.500 soci produttori e conferitori.

    “Sono estremamente entusiasta per la nascita della A.O.P.E.P.A. – dichiara Vincenzo Filardo, Presidente di OP Natura e di Fedagripesca Calabria – In un momento e in un territorio delicato come quello della Piana di Gioia Tauro e della Calabria più in generale, questa nuova realtà rappresenta una straordinaria opportunità. Sono convinto che abbiamo tutte le carte in regola per fare bene e scalare i mercati sia a
    livello nazionale che internazionale. L’unione delle forze e delle competenze di O.P. Natura e O.P. Pianagri ci permetterà di affrontare le sfide del settore con rinnovata energia e determinazione.”

    Il Consiglio di Amministrazione della A.O.P. E.P.A. è composto da:
    Presidente: Vincenzo Giuseppe Filardo
    Vicepresidente: Leandro Caccamo
    Consigliere: Domenico Napoli

    Questa nuova associazione consortile punta a promuovere e valorizzare le eccellenze ortofrutticole e agricole della Calabria, attraverso una gestione integrata delle risorse e una strategia di crescita sostenibile e innovativa. La A.O.P. E.P.A. si impegna a sostenere i produttori associati, migliorando la competitività e la qualità delle produzioni, per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più esigente e globalizzato.



  • La Cooperativa Agroalimentare Assolac – Associazioni latte calabresi ha rinnovato il contratto aziendale integrativo per i suoi dipendenti, con vigenza triennale (2024-26), consolidando un impegno che coniuga la sostenibilità economica a quella sociale.

    L’accordo è stato firmato il 24 aprile dal presidente, Camillo Nola, dai rappresentanti delle tre principali organizzazioni sindacali italiane di categoria, FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL, oltre una delegazione di lavoratori.

    Questo nuovo contratto incentiva la produttività e l’efficienza e rafforza alcuni istituti contrattuali come la copertura delle malattie nei periodi di carenza che si integrano a specifiche coperture assicurative per gli infortuni, già adottate dalla Cooperativa. 

    Gli incrementi previsti portano i premi mediamente sui 900 euro annui a dipendente. 

    Tale risultato rappresenta un esempio virtuoso di dialogo costruttivo e collaborazione tra la governance aziendale, i lavoratori ed i sindacati. Un impegno che tutto il consiglio di amministrazione di Assolac ha sempre sostenuto, in una politica di ascolto delle esigenze dei lavoratori, al fine di costruire un clima più sereno nell’ambiente di lavoro, obiettivo che va oltre l’argomento della condizionalità sociale. 

    Sul rinnovo di questo contratto di secondo livello sono intervenuti anche il vice presidente di Assolac, Franco Aceto, che ha commentato: “Con questo accordo, Assolac si impegna a mantenere un contratto sartoriale per i suoi lavoratori, che non solo risponde alle loro esigenze, ma contribuisce anche a promuovere un ambiente di lavoro equo, efficiente e produttivo. È un passo avanti verso la realizzazione di una politica di gestione delle risorse umane che valorizza il capitale più importante di ogni azienda: il lavoro.”

    Mentre il consigliere Alberto Statti ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa in un contesto regionale: “La pratica di negoziare contratti di secondo livello è ancora poco diffusa in Calabria, ma per Assolac rappresenta una consolidata abitudine. Questo nuovo accordo è il rinnovo di un impegno che abbiamo preso in passato e che continua a distinguerci nel panorama agricolo regionale.

    L’accordo firmato non solo rafforza la posizione di Assolac come leader responsabile nel settore agricolo, ma offre anche un modello di riferimento per altre aziende nella regione, mostrando come il dialogo responsabile tra le parti sociali possa effettivamente tradursi in benefici concreti per i lavoratori ed efficienza per le aziende anche in contesti sociali fragili.



  • Il MIMIT con il decreto DD SSN dell’8/3/2024 scioglie altre 23.411 cooperative, di queste sono 1.192 quelle cancellate in Calabria

    Camillo Nola: “Questo secondo atto del Ministero è un ulteriore segnale che la cooperazione in Italia è un cardine del sistema produttivo, che va liberato dalle distorsioni infiltrate nel nostro modello di sviluppo.”

    Con grande soddisfazione, Confcooperative Calabria accoglie l’iniziativa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) diretto dal Ministro Adolfo Urso, relativa alla rimozione di 23.411 cooperative inattive dal Registro delle Imprese, di cui 1.192 calabresi. Questa misura si aggiunge alla precedente azione di ottobre, che aveva già visto la cancellazione di oltre 4.000 entità di cui 290 in Calabria.

    Camillo Nola, Presidente di Confcooperative Calabria sottolinea: «Questo intervento del MIMIT rappresenta un passaggio cruciale nel contrasto alla falsa cooperazione, un fenomeno che danneggia l’intero tessuto economico e sociale del nostro paese. La pulizia del Registro delle Imprese è un’azione concreta che va ben oltre il simbolico, e testimonia l’impegno del Ministero nel promuovere un ecosistema del lavoro sano e un’economia trasparente. Le 1.192 realtà cooperative sciolte in Calabria dimostrano che, come sempre segnalato, il nostro modello viene spesso usato in maniera impropria. Ci stiamo battendo da anni in tutte le sedi per contrastare queste distorsioni dello strumento cooperativo e continueremo a vigilare e segnalare tutte le anomalie.»

    Confcooperative Calabria si impegna a continuare il lavoro al fianco del MIMIT, partecipando attivamente ai tavoli di lavoro degli Ispettorati Territoriali del Lavoro (ITL) e promuovendo sul territorio azioni mirate a salvaguardare la vera cooperazione.

    «La lotta contro la cattiva impresa, che genera cattivo lavoro e cattiva economia, è una priorità assoluta. È fondamentale estirpare queste realtà nocive per garantire lo sviluppo di un sistema cooperativo sano, etico e produttivo, fondamentale per il rilancio dell’economia della regione e del paese», conclude il Presidente Nola.


  • Cooperative, Gardini: Il mismatch ne frena la crescita

    mancanza di personale è il principale ostacolo alla crescita delle cooperative.

    La mancanza di personale è il principale ostacolo alla crescita delle cooperative, per 4 su 10 è un problema oramai strutturale a cui non sembra esserci rimedio, almeno nel breve medio periodo. 

    È ciò che emerge dall’analisi congiunturale completata dal Centro Studi Confcooperative a febbraio su un campione rappresentativo delle 17.000 imprese associate che danno lavoro a 540.000 persone. 

    «L’incertezza – spiega il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini – continua a essere il sentiment più diffuso tra le cooperative che ripongono più fiducia sulle proprie prospettive di crescita che su quelle dell’economia in generale: tant’è che due su dieci temono ancora un trascinamento negativo delle crisi geopolitiche, un aumento delle tensioni e una riduzione ulteriore del potere d’acquisto dei consumatori finali. Una mancanza dal conto salato per il paese, il Censis stima in 28 miliardi il costo per il solo 2023, vale a dire l’1,5% del Pil. Rispetto allo scorso autunno i pessimisti si riducono di poco e gli ottimisti, ancora una sparuta minoranza, che confidano in un andamento migliore del ciclo dell’economia italiana, salgono solo dal 5,9% al 6,4. Le nostre cooperative occupano 540.000 persone, ne potrebbero assumere altre 30.000, ma non trovano personale formato e disponibile: nel socio sanitario, nell’agroalimentare, nel trasporto, nei servizi turisti e culturali».

    Previsioni primavera 2024

    Gli indicatori anticipatori sul livello degli ordini delineano uno scenario di prevalente stazionarietà anche per i prossimi mesi. Il saldo atteso dovrebbe, comunque, mantenere il segno positivo. In particolare sebbene la maggioranza assoluta dei cooperatori, il 73,2% del totale, non preveda variazioni significative della domanda e degli ordini a breve termine, il 17,5% attende una ripresa della domanda, a fronte del 9,3% che, invece, prevede una diminuzione degli ordini per i prossimi mesi.

    Inflazione

    Si attende un moderato riallineamento verso l’alto della dinamica inflativa. In particolare il 26,1% dei cooperatori dovrebbe rivedere verso l’alto i listini nei prossimi mesi, a fronte di un incremento atteso dei costi all’origine. Solo il 2,5% ridurrà i prezzi finali di vendita ricorrendo, di fatto, alla leva del prezzo per fronteggiare la concorrenza. Per il 69,6% degli intervistati la dinamica dei prezzi finali di vendita delle cooperative nel breve periodo è prevista prevalentemente stazionaria. Ancora surriscaldati i costi di fornitura e più in generale i prezzi all’origine.

    Lavoro

    La “madre di tutte le criticità” da oltre diciannove mesi, e non era mai successo in 20 anni di indagini congiunturali, rimane il «mismatch tra domanda e offerta di lavoro». Più di quattro cooperatori su dieci, tra quelli che ha hanno lamentato ostacoli alle attività, hanno segnalato, la difficoltà di trovare personale (sia qualificato sia generico).

    Accesso al credito

    Spread e tassi ancora in salita a fine 2023. Le condizioni generali di offerta nel secondo semestre 2023 sono rimaste poco accomodanti. Il 66% delle cooperative ha evidenziato una crescita del tasso lordo applicato dalle banche. Il 30% ha rilevato tassi invariati rispetto alle precedenti condizioni di erogazione. Solo il 4% è riuscito a spuntare tassi migliori e più bassi rispetto ai livelli precedenti.

    Futuro

    Nonostante tutto sono positive sia le attese di rafforzamento della spesa per investimenti per i prossimi mesi sia, più in generale, le prospettive per il futuro a breve termine delle cooperative. Di fatto, l’86,8% delle cooperative prevede un consolidamento e anche, sebbene in misura inferiore, un rafforzamento e un’espansione delle attività. Per il restante 13,2% delle aderenti, invece, la prospettiva è il ridimensionamento delle attività, in alcuni casi con ricadute sui livelli occupazionali o con il rischio di continuità aziendale.



  • Il Consiglio UE e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un’accordo provvisorio sul provvedimento che mira a ridurre i rifiuti da imballaggi e renderli più sostenibili. Il negoziato si è concluso con un accordo provvisorio in parte soddisfa l’Italia.

    L’accordo prevede il divieto dal 1 gennaio 2030 di alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come imballaggi per frutta e verdura fresca sotto 1,5 chilogrammi (ma solo quella non trasformata) o per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, ma anche per porzioni individuali (ad esempio condimenti, salse, panna, zucchero). 

    “Accogliamo con soddisfazione l’appello rivolto dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida al Consiglio Ue per invitarlo a mantenere nel testo finale del Regolamento imballaggi una maggiore flessibilità, scongiurando il divieto di confezioni monouso per prodotti ortofrutticoli di peso inferiore a 1,5 kg. Se il divieto dovesse infatti essere confermato nel testo finale, si tratterebbe di una sconfitta per l’intera filiera ortofrutticola europea”.

    Così il Presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini in merito agli esiti del trilogo che ieri sera hanno portato all’approvazione di un primo testo di compromesso sul Regolamento degli imballaggi.

    In attesa di conoscere i contenuti del documento, il presidente Piccinini esprime inoltre perplessità rispetto alla “situazione di confusione ed incertezza che potrebbe venire a prospettarsi con il nuovo Regolamento in merito alle condizioni, alle varie deroghe e alla stessa tempistica di applicazione. Ciò potrebbe anche dar luogo molto probabilmente a difficoltà e oggettive limitazioni anche nel commercio tra i vari Stati della Ue”.



  • Dopo la consultazione dei lavoratori, via libera all’accordo del 26 gennaio scorso. È, pertanto, ufficiale il rinnovo del contratto della Cooperazione sociale che interessa 400.000 lavoratori. Come primo atto, il lancio, nei prossimi giorni, dell’Osservatorio Nazionale su appalti ed accreditamenti voluto sia dalla cooperazione sociale che dalle parti sindacali.

    Abbiamo fatto un grande sforzo – hanno affermato Stefano Granata, Eleonora Vanni e Giuseppina Colosimo, rispettivamente di Federsolidarietà Confcooperative, Legacoop sociali e Agci imprese sociali – per la valorizzazione della cooperazione sociale, a partire da un giusto riconoscimento economico dei lavoratori. In questi anni si è reso evidente, anche nella recente pandemia, l’essenzialità delle professioni socio sanitarie e dell’inserimento lavorativo dei soggetti più fragili. Questa essenzialità adesso, deve essere realmente riconosciuta – hanno proseguito i presidenti delle centrali cooperative – dalle istituzioni, a partire dalle Regioni, con il riconoscimento di tariffe adeguate e di appalti economicamente appropriati, altrimenti non sarà possibile sostenere né questo contratto, né le cooperative e, di conseguenza, il reddito di soci e lavoratori”.

    Il nuovo contratto prevede un aumento di 120 Euro mensili al livello C1, da riparametrare per gli altri livelli contrattuali, dal gennaio 2025 l’introduzione della quattordicesima mensilità al 50% e l’innalzamento dell’importo per la sanità integrativa che raggiunge i 120 € annui.

    Sempre nell’ottica della valorizzazione delle socie e delle lavoratrici, viene estesa al 100% l’integrazione economica della maternità. Un ulteriore elemento che qualifica, anche sul piano valoriale, l’intesa.

    L’impegno comune tra sindacati e cooperative per appalti e tariffe adeguati, la lotta alle false imprese e al dumping salariale trova una sua risposta anche nel contratto attraverso un nuovo osservatorio sugli appalti e sulla definizione di una possibile gradualità più aderente alle realtà aziendali e al mancato riconoscimento degli aumenti contrattuali

    Per quanto riguarda la cooperazione sociale di inserimento lavorativo, oltre a una più cogente definizione dei suoi campi di applicazione vengono inseriti nuovi profili professionali in modo da rendere sempre più aderente alle reali attività svolte dai soci il dettato contrattuale.

    Trovano infine soluzione il tema del tempo di vestizione e quello delle cosiddette notti passive, attraverso un adeguamento degli importi del servizio.



  • «Esprimiamo grande dolore per la scomparsa di Claudia Fiaschi. Una malattia tanto feroce, quanto fulminea l’ha sottratta prematuramente all’affetto dei suoi cari, alla rete del mondo di Confcooperative di cui era una dirigente di punta, ai tanti amici tra le cooperative della Toscana, la rete di CGM il più grande network di cooperative sociali e imprese sociali d’Italia e il Terzo settore. Ricorderemo sempre Claudia per le sue capacità innovatrici, per la brillantezza del pensiero, per il suo modo di guardare in avanti con lungimiranza e intelligenza. Lascia un grande vuoto. Ci stringiamo intorno alla sua famiglia alla quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà nel tentativo di alleviarne il dolore». 

    Così Maurizio Gardini, a nome dei dirigenti e dei collaboratori di Confcooperative, esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Claudia Fiaschi, vicepresidente di Confcooperative, presidente di Confcooperative Toscana e di Co&So Consorzio di Cooperative Sociali, membro del comitato scientifico del Corriere Buone Notizie, già presidente del Gruppo CGM e portavoce del Forum del Terzo Settore.