• Cestino con pere.

    L’allarme dell’Alleanza delle Cooperative: produzione di pere crollata del 75%

    Il mercato delle pere italiane è in grave crisi. Lo denunciano l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane e Nomisma nel corso di un evento organizzato al Masaf.

    Il mercato delle pere italiane è in grave crisi. Lo denunciano l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane e Nomisma nel corso di un evento organizzato al Masaf che ha visto la partecipazione del sottosegretario Patrizio La Pietra.

    Secondo le stime dell’organizzazione di rappresentanza delle cooperative agricole italiane, negli ultimi cinque anni c’è stato un crollo del 75% della produzione di pere e un contestuale calo delle superfici (-35% negli ultimi dodici anni). Le cause della crisi del settore sono da ricercare negli eventi atmosferici che hanno danneggiato le produzioni e costretto diversi agricoltori ad abbondonare i terreni.

    Crisi mercato delle pere: le regioni colpite

    Sono soprattutto le regioni del nord, principale bacino produttivo del pero in Italia, quelle che hanno patito maggiormente la crisi produttiva. Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, che detengono il 74% delle superfici hanno registrato tutte un netto calo di ettari coltivati, con la sola eccezione del Piemonte.

    L’impatto delle calamità naturali e dei parassiti

    Le rese produttive – spiega Ersilia Di Tullio di Nomisma – sono passate da una media di 20,6 tonnellate per ettaro del 2022 alle 7,5 di quest’anno”. Situazione negativa anche in Europa dove il calo produttivo è del 12,2% dal 2020 al 2022, a fronte di una crescita esponenziale di paesi extra-Ue, come l’Argentina (+13,8% negli ultimi due anni)”.

    Non ci sono solo le alluvioni, le gelate tardive e in generale gli agenti atmosferici tra i responsabili della crisi produttiva del mercato delle pere. Davide Vernocchi, Coordinatore Ortofrutta di Alleanza cooperative, individua anche un’altra problematica che ha condizionato la resa produttiva.

    Se negli anni addietro i nostri problemi erano il mercato e l’apertura di nuovi sbocchi commerciali, quest’anno purtroppo non siamo proprio riusciti a produrre“, spiega Vernocchi “Troppo numerose le calamità che hanno causato questo drastico calo produttivo, connesse al cambiamento climatico e all’impatto di insetti e parassiti: nel 2019 la cimice asiatica, nel 2021 le gelate tardive, nel 2022 la siccità, per finire nel 2023 con nuove gelate e i danni dell’alluvione“.



  • “Un grande giorno per gli agricoltori e per tutti i cittadini europei. Il voto in plenaria del Parlamento Ue ha rigettato una proposta irrazionale e ideologica, che pur muovendo da obiettivi di sostenibilità ambientale pienamente condivisibili, era stata scritta senza un’adeguata valutazione di impatto. Se fosse stata approvata nella sua formulazione originaria, con gli obiettivi fissati di riduzione dei fitofarmaci per le varie colture, la riforma avrebbe comportato tra le altre cose un aumento delle importazioni di prodotti alimentari di paesi extra Ue, che non vengono sottoposti ai controlli rigidi già oggi obbligatori in Europa. Un vero e proprio salto nel buio che avrebbe messo a rischio intere produzioni strategiche del nostro made in Italy agroalimentare, con un conseguente impatto occupazionale ed economico devastante per il nostro paese”.

    Così il Presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini commenta il voto odierno del Parlamento europeo che ha respinto in votazione plenaria a Strasburgo la proposta di riforma dei fitofarmaci presentata dalla Commissione.

    Con la bocciatura da parte dell’europarlamento, si attende ora il pronunciamento del Consiglio.

    “Presto sarà possibile pertanto – prosegue Piccinini – riaprire un confronto sulla questione con la nuova Commissione e il nuovo Parlamento che usciranno dalle prossime elezioni. Il nostro auspicio è che si possa riformulare una proposta che non sia influenzata dall’ideologia e dal populismo”.

    “Gli agricoltori non possono continuare ad essere considerati nemici dell’ambiente”, ha concluso il presidente di Confcooperative Fedagripesca. “È infatti sotto gli occhi di tutti il grande impegno profuso negli ultimi anni dalle aziende agricole e dalle imprese agroalimentari, che hanno fatto grandi sforzi per ridurre il loro impatto sull’ambiente, sia nelle fasi di coltivazione che in quelle di trasformazione industriale”.

    Il Presidente di Confcooperative Fedagripesca commenta anche il risultato del voto in plenaria sulla normativa imballaggi esprimendo “apprezzamento per le modifiche introdotte dal Parlamento Ue, senz’altro migliorative del testo proposto dalla Commissione, ben sapendo che la parola definitiva ci sarà solo dopo il passaggio al Consiglio UE”.

    Tra gli emendamenti approvati, da segnalare quello che elimina il divieto di utilizzo di confezioni monouso per l’ortofrutta al di sotto di un chilo e mezzo”.


  • Donne, Manca vicepresidente Confcooperative: «Rafforzare la rete dei centri antiviolenza, siano inseriti tra i Lea»

    «Rafforzare la rete dei centri antiviolenza, siano inseriti tra i Lea», Anna Manca, in occasione della giornata di contrasto alla violenza contro le donne.

    «Riconoscere tra i Lea (Livelli essenziali di assistenza) i servizi di accoglienza, protezione e tutela garantiti dai centri antiviolenza così che ogni donna vittima di abusi possa trovare risposte concrete e immediate in ogni parte d’Italia».

    È la richiesta che Anna Manca, vicepresidente di Confcooperative e presidente della Commissione dirigenti cooperatrici, lancia in occasione della giornata di contrasto alla violenza contro le donne.

    «La convenzione di Istanbul prevede 1 centro antiviolenza ogni 10.000 abitanti. Con una popolazione di 60 milioni, nel nostro Paese dovrebbero esserne attivi almeno 6.000. Tra centri violenza e case rifugio sono circa 1000».

    «Lo sdegno e il dolore persistono e siamo stanche di parole, siamo stanche di banalizzazione e di discorsi, molti fuori luogo, inutili passerelle per il 25 novembre. Sappiamo che serve un lavoro profondo e costante. Per questo continuiamo con determinazione la campagna #Fattisentirecontrolaviolenza lanciata da oltre due anni estendendo sempre più la rete delle collaborazioni con tutti i soggetti, le associazioni impegnate in azioni di contrasto o di promozione della cultura del rispetto e della non violenza. Ma soprattutto cerchiamo di far conoscere e valorizzare l’azione e le professionalità delle nostre cooperative impegnate in prima linea su tutto il territorio nazionale in servizi di accoglienza tutela e protezione, nonché di inclusione lavorativa delle donne vittime».

    «Ora però tocca agli uomini, tocca a loro assumersi la responsabilità dei loro comportamenti individuali e condannare sempre pubblicamente le situazioni in cui le donne non vengono rispettate. Solo così – aggiunge Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – si potrà essere protagonisti del vero cambiamento culturale e aiutare le nuove generazioni a costruire relazioni sane».


  • I finalisti del premio BITAC 2023

    Il vincitore del premio Bitac 2023 è Stream scarl con il progetto “Casematte/32 aprile” a Taranto

    L’edizione 2023 della Bitac – Borsa italiana del turismo cooperativo e associativo si è conclusa a Ravenna, lasciando un’impronta significativa nel settore del turismo sostenibile. Con un focus su comunità, sviluppo sostenibile, e nuovi modelli di gestione, la BITAC ha evidenziato l’importanza delle aree interne e dei borghi, promuovendo l’occupazione e l’innovazione.

    Quest’anno, la Bitac ha ospitato numerose cooperative, offrendo formazione su temi specifici e facilitando tavoli di progettazione incentrati su argomenti come il turismo scolastico, enoturismo, ospitalità, turismo delle radici e accessibilità. Questi incontri hanno stimolato dialoghi costruttivi e idee innovative, dimostrando l’impegno della cooperazione nel rinnovamento del turismo.

    Il culmine dell’evento è stato il Premio BITAC 2023, che ha messo in luce progetti di elevata qualità da tutta Italia. Tra i finalisti:

    B Life società cooperativa sociale onlus con “Corte Lusenzo – Inclusive Hotel” a Chioggia, un progetto che combina riqualificazione urbana e inserimento lavorativo di giovani.
    Handicrea Handicap Ricerche e Attività scarl con “Trentino da esplorare per tutti”, rendendo il Trentino accessibile a tutti e omaggiando Graziella, anima del progetto.
    Incastello società cooperativa di comunità con “Vivi da vicino” in Abruzzo, che valorizza l’animazione e il coinvolgimento comunitario nei borghi più belli d’Italia.
    SimulArte Società Cooperativa con “Music System Italy” da Udine, che fonde formazione musicale e scoperta turistica.
    Il vincitore del premio Bitac 2023 è Stream scarl con il progetto “Casematte/32 aprile” a Taranto, che si distingue per la valorizzazione delle persone, delle comunità e dei giovani, rendendo tutti protagonisti.

    Questo evento ha dimostrato ancora una volta come la cooperazione sia un attore sempre più influente nel settore del turismo, portando idee nuove e progetti rivoluzionari. Un ringraziamento va a tutti i partecipanti che hanno reso questa edizione della BITAC vivace, dinamica e ricca di ispirazione.


  • Premio BITAC 2023

    Prenderà il via il 23 novembre a Ravenna l’edizione 2023 della BITAC, Borsa Italiana del Turismo Cooperativo e Associativo.

    Prenderà il via il 23 novembre a Ravenna l’edizione 2023 della BITAC, Borsa Italiana del Turismo Cooperativo e Associativo, la manifestazione è promossa dalle articolazioni settoriali dedicate al turismo delle tre principali centrali cooperative italiane riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo.

    Il Premio BITAC è stato ideato per far conoscere i tanti progetti di turismo che ogni anno le imprese cooperative realizzano, portandoci così alla scoperta di luoghi meno noti del nostro Paese, di differenti modalità di fruizione di mete già visitate, di proposte che valorizzano tradizioni antiche e nuove tendenze, sempre in un’ottica di turismo sostenibile e responsabile. Il Premio BITAC vuole dare testimonianza di questa ricchezza di idee e della capacità di tradurle in progetti concreti.

    Programma dell’evento

    La manifestazione si svolgerà in due luoghi simbolo di cultura e turismo per la città di Ravenna: la residenza nobiliare Palazzo Rasponi dalle Teste, dove si terranno i convegni del 23 novembre aperti al pubblico e i tavoli di co-progettazione del 24 novembre (dedicati agli iscritti), e il Mercato Coperto, dove si svolgerà la cerimonia di proclamazione del Premio Bitac 2023. 

    Il programma della giornata del 23 novembre, aperta al pubblico, si apre alle 10.30 a Palazzo Rasponi (piazza Kennedy, 12) e prevede una serie di convegni: ore 10.45 “Il PNRR per lo sviluppo turistico: nuovi sistemi di relazione tra pubblico e privato per la valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico”; ore 12.30 “Terra, Storia, Cultura, Identità, Autenticità e organizzazione del viaggio Enoturistico”; ore 14.30 “Intelligenza artificiale e turismo: nuove opportunità nella gestione dell’offerta turistica” e contemporaneamente “Piattaforme integrate multicanale di visitor journey, dalla vendita alla promozione”; ore 15.30 “Progettare prodotti, servizi e itinerari turistici accessibili, multiculturali interreligiosi” e contemporaneamente “Le PMI turistiche adottano tattiche di sostenibilità. Il progetto COSME First Mille crea una rete europea”; ore 16.30 “Turismo scolastico e città d’arte” e contemporaneamente “Manuale breve di gestione di una struttura ricettiva: valore, opportunità e difficoltà per le cooperative”. Alle 18 ci si sposterà poi al Mercato Coperto in piazza Andrea Costa per il Premio BITAC 2023. 

    Il 24 novembre sono invece previsti i tavoli tematici di co-progettazione, luogo i cui ci si confronta e nascono opportunità di collaborazione e business tra cooperative


  • birra messina cooperativa

    L’allarme di Coldiretti: a rischio il futuro della birra italiana artigianale

    Le alluvioni e i nubifragi degli ultimi mesi hanno portato ad un calo del 20% della produzione di luppolo in Italia.

    Crolla la produzione di luppolo in Italia con un calo del 20% nel 2023 a causa del maltempo che, fra eventi estremi come nubifragi e alluvioni e temperature impazzite hanno tagliato le rese sui circa 100 ettari coltivati in Italia mettendo a e rischio il futuro della birra artigianale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti con il Consorzio Birra Italiana in occasione della Giornata nazionale del luppolo italiano presso il centro congressi di Palazzo Rospigliosi, in via XXIV Maggio 43 a Roma con l’apertura del salone dei luppoli Made in Italy e il forum sul futuro del settore con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il segretario generale della Coldiretti Enzo Gesmundo e il presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso.

    Il luppolo – spiega Coldiretti – è un componente fondamentale della birra alla quale conferisce sapori e profumi legati proprio ai territori in cui viene coltivata la pianta. Le varietà più diffuse in Italia sono Cascade, Chinook e Comet. Nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano hanno tagliato le produzioni agricole in un 2023 che – sottolineano Coldiretti e il Consorzio – si classifica come l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro. Effetti della tropicalizzazione del clima che – evidenzia Coldiretti – hanno colpito le coltivazioni di luppolo nazionale concentrati in particolare in Piemonte, Emilia Romagna, Friuli, Veneto, Lombardia, Umbria e Abruzzo, ma con campi sperimentali anche in Sicilia e Sardegna con l’aumento +64% delle superfici coltivate negli ultimi cinque anni.

    Oltre al luppolo, per la produzione di birra serve anche l’orzo con 24mila ettari a livello nazionale, dal quale si ottiene il malto di cui l’Italia produce appena il 40% del proprio fabbisogno, peraltro con la resa in calo del 4% nel 2023 a causa del clima.

    Tutte materie prime necessarie per rispondere alle esigenze di una filiera della birra italiana artigianale che – spiegano Coldiretti e il Consorzio – conta su 1.182 microbirrifici e brew pub su tutto il territorio nazionale, che sono praticamente triplicati negli ultimi 10 anni. La più alta concentrazione è in Lombardia (184), Veneto (129), Piemonte (104), Toscana (89), Campania (81) e Lazio (70). Ma ci sono presenze importanti anche in Puglia (66), Sicilia (65), Emilia Romagna (63), Marche (54) e Sardegna (51).

    L’impatto del cambiamento climatico sui birrifici italiani

    Il cambiamento climatico – evidenziano Coldiretti e il Consorzio – minaccia la produzione di birra in tutta Europa perché a causa del cambiamento climatico entro il 2050 si prevede un significativo calo della quantità e della qualità del luppolo usato per aromatizzare la bevanda, secondo uno studio pubblicato su Nature Communications da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. I ricercatori hanno calcolato che entro il 2050 la produzione di luppolo calerà tra il 4 e il 18%, mentre il suo contenuto di alfa acidi, la componente aromatica che trasmette il sapore alla birra, si ridurrà del 20-31%

    La filiera della birra artigianale italiana, dal campo alla tavola, offre lavoro a circa 93.000 addetti: da chi coltiva i prodotti agricoli che servono alla bevanda alla produzione delle bottiglie, dalle etichette ai tappi, dalla logistica alla comunicazione, ma non mancano neppure quelli coinvolti nello sviluppo del turismo con il progetto del Consorzio di creare almeno una strada della birra in ogni regione d’Italia per esaltare la scoperta dei territori e delle produzioni locali.

    I consumi di birra in Italia

    I consumi di birra in Italia sfiorano i 38 litri pro capite – spiegano Coldiretti e il Consorzio – per un totale di 2,2 miliardi di litri e un valore di 9,5 miliardi di euro. A fare da traino sono le birre artigianali – continuano Coldiretti e il Consorzio – realizzate con l’utilizzo di ingredienti particolari o realizzate senza pastorizzazione e microfiltrazione per esaltare la naturalità di un prodotto apprezzato da tutte le fasce di età, con i giovani che sempre più cercano la degustazione di qualità più che di quantità. Quasi 2 boccali su 3 sono riempiti con produzioni nazionali, secondo il Consorzio della birra italiana nato con l’appoggio di Coldiretti per rappresentare il meglio delle produzioni artigianali.

    La scelta della birra come bevanda – continuano Coldiretti e il Consorzio – è diventata negli anni sempre più raffinata e consapevole con specialità e varietà particolari: dalla birra aromatizzata alla canapa a quella ligure affumicata con le castagne, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con il miele di erica alla birra e non manca neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno.

    Si tratta di produzioni molto spesso realizzate da giovani con particolare attenzione al tema della sostenibilità e profonde innovazioni come – proseguono Coldiretti e il Consorzio – la tracciabilità completa dal campo al bicchiere, la certificazione d’origine a chilometro zero, il legame diretto con le aziende agricole, la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o l’apertura di banchi presso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Si stanno creando anche nuove figure professionali – concludono Coldiretti e il Consorzio – come il “degustatore professionale di birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali a tavola.

    La crescita della birra artigianale dimostra la capacità innovativa dei nostri imprenditori di investire e conquistare nuovi settori valorizzando le qualità e la biodiversità del Made in Italy” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “il ruolo strategico nel settore di tanti giovani che stanno cambiando profondamente l’agricoltura italiana”.

    Grazie alle caratteristiche geofisiche del nostro paese, la biodiversità è estremamente variegata. Raccontare tutto questo attraverso la birra, è il modo per vincere sui mercati internazionali con il nostro Made in Italy” afferma il presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso nel sottolineare che “il Consorzio da sei anni si impegna perché tutto questo sia possibile ed avvenga. La giornata del luppolo italiano serve a raccontare come la filiera e la biodiversità possono entrare nelle nostre produzioni nazionali”.


  • Lavoro, Focus Censis-Confcooperative su mismatch, demografia e grandi dimissioni

    Nuovo Focus Censis-Confcooperative: Lavoro, il mercato contorto: l’Italia alle prese con mismatch, demografia e grandi dimissioni”.

    È stato pubblicato il Focus Censis-Confcooperative intitolato: “Lavoro, il mercato contorto: l’Italia alle prese con mismatch, demografia e grandi dimissioni”.

    Il dato più evidente emerso dal focus è quanto sia ancora difficile far coincidere offerta e domanda di lavoro. Un focus di grande ampiezza che stima le ricadute economiche della mancanza di lavoratori e anche fenomeni nuovi come le dimissioni volontarie.

    Il Presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha dichiarato: «Il lavoro c’è, ma continuano a mancare i lavoratori. Il mismatch frena le imprese e presenta un conto salato per il Paese, un costo stimato che equivale a 28 miliardi di euro, l’1,5% del Pil. Servizi, industrie, costruzioni, trasporti ed energia sono i settori più colpiti. Anche le nostre 17.000 cooperative– ha continuato il Presidente- che occupano circa 540.000 persone, potrebbero assumerne almeno altre 30.000, ma non trovano personale qualificato, soprattutto nel welfare, nei servizi alla persona, nell’agroalimentare e nel turismo

    Preoccupa l’invecchiamento dei lavoratori

    Tra il 2012 e il 2022 gli occupati anziani sono aumentati di quasi 3 milioni, passando dai 6,3 milioni del 2012 ai 9 milioni del 2022. L’incremento è stato del 42,4%, tanto che oggi 1 lavoratore su 4 ha più di 50 anni. Sempre nel 2022, risultavano ancora occupati 687 mila individui con un’età uguale o superiore ai 65 anni. Considerando gli over 65 fra il 2012 e il 2022 la componente più anziana è, di fatto, cresciuta del 72,2%.

    Mentre, fra il 2012 e il 2022, i 15-34enni occupati si riducono, in termini assoluti, di 361 mila unità; in termini relativi la variazione negativa è di 6,5%. La quota dei giovani fra gli occupati passa dal 25,1% del 2012 al 22,6%.

    Un nuovo fenomeno: Le dimissioni volontarie

    A spaventare è anche il fenomeno dell’abbandono volontario del posto di lavoro. Secondo il Presidente Gardini sarebbe più opportuno parlare di “mobilità interna” del mercato del lavoro.

    «Nel 2022- ha evidenziato Gardiniil numero di lavoratori dipendenti che si sono dimessi è stato di 1.047.000. Di questi circa 700.000 si sono ricollocati nel giro di tre mesi

    Un trend decisamente in rialzo rispetto all’era pre-Covid, quando nel 2019 le dimissioni volontarie interessavano poco più di 810.000 lavoratori, ma entro tre mesi se ne ricollocava il 63,2%, quasi -4% rispetto al 2022. Il tasso di ricollocazione tende a crescere, in linea tenendo il passo dell’aumento dell’occupazione che si è registrata negli ultimi due anni.

    «In passato- ha sottolineato il Presidente Gardini– ci si dimetteva per guadagnare di più, oggi per svolgere un lavoro più qualificante per le proprie capacità e le proprie competenze.»

    Nel 2012 gli insoddisfatti del proprio lavoro rispetto alle competenze possedute era il 13,1%. Dieci anni più tardi la percentuale ha raggiunto il 36,1%.


  • Lo scioglimento delle cooperative inattive: un passo importante per la trasparenza e la lotta alla falsa cooperazione

    Confcooperative Calabria plaude all’iniziativa del MIMIT in merito allo scioglimento di 4.250 cooperative inattive.

    Nel comunicato stampa rilasciato di recente dal MIMIT e nelle dichiarazioni del Presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini, si è appreso con favore il provvedimento di scioglimento di 4.250 cooperative inattive. Questa misura è stata accolta positivamente anche da Confcooperative Calabria, che la considera fondamentale per promuovere la trasparenza e contrastare la falsa cooperazione.

    Il presidente di Confcooperative Calabria, Camillo Nola, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa per il sistema cooperativo italiano:

    “Questa misura, fortemente attesa dal sistema cooperativo, rappresenta un segnale chiaro e concreto di volontà di purificare il panorama cooperativo italiano. Da anni, Confcooperative Calabria ha chiesto maggiore vigilanza sulle false cooperative nella nostra regione, partecipando attivamente ai tavoli di lavoro degli Ispettorati Territoriali del Lavoro (ITL). È fondamentale che venga garantita trasparenza soprattutto per quelle cooperative che operano con il settore pubblico, spesso sottoposte a critiche generiche o ingenerose.  La lotta alla cattiva impresa, come ha ricordato anche il presidente Gardini, è essenziale per garantire lavoro di qualità e una sana economia. Con questo primo provvedimento, si fa un passo avanti significativo in questa direzione, anche nella nostra regione.”

    Confcooperative Calabria ribadisce la necessità di continuare su questa strada, con l’obiettivo di garantire sempre maggiore trasparenza e salvaguardia in un settore così rilevante e radicato nel tessuto socio-economico del Paese.

    La cooperazione, quando correttamente gestita, può contribuire in modo significativo al benessere e alla crescita delle comunità locali, pertanto è fondamentale contrastare le pratiche che ne alterano il principio fondante. La lotta alla falsa cooperazione e lo scioglimento delle cooperative inattive rappresentano un passo importante per ristabilire fiducia e credibilità nel settore cooperativo italiano.


  • latte prezzo

    Granlatte Granarolo e xFarm Technologies: una nuova piattaforma per una filiera del latte più avanzata e sostenibile

    Il Gruppo Granlatte Granarolo, in collaborazione con xFarm Technologies, ha annunciato un progetto rivoluzionario che mira a digitalizzare e ottimizzare la filiera del latte in Italia.

    Il Gruppo Granlatte Granarolo, in collaborazione con xFarm Technologies, ha annunciato un progetto rivoluzionario che mira a digitalizzare e ottimizzare la filiera del latte in Italia. Questa iniziativa coinvolge circa 600 produttori di latte distribuiti in dodici regioni italiane e si estenderà per un periodo di cinque anni.

    Digitalizzazione e Sostenibilità al centro

    La crescente necessità di monitorare e ridurre l’impronta ambientale, insieme al desiderio di migliorare il benessere animale e di valorizzare questi sforzi agli occhi del consumatore finale, ha spinto Granlatte Granarolo a intraprendere il percorso della digitalizzazione. xFarm Technologies, con il suo know-how, ha sviluppato una piattaforma personalizzata per la filiera di Granlatte Granarolo. Realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, questa piattaforma integra dati e metriche di tutta la filiera, facilitando l’archiviazione e l’elaborazione delle reportistiche.

    Benefici tangibili per gli allevatori

    Grazie al sistema implementato da Granlatte e xFarm Technologies gli allevatori potranno avere una visione chiara e dettagliata delle loro attività, dalla gestione dei quaderni di campagna alle quantità di latte prodotto e alla sua qualità. Questo non solo semplifica la gestione dei dati, ma rende anche le attività di audit interno più efficienti. Gli allevatori potranno inoltre contare sul supporto costante dei consulenti di Granlatte Granarolo e sulla piattaforma sviluppata in collaborazione con xFarm Technologies.

    Verso un futuro sostenibile

    L’Università degli Studi di Brescia, partner di ricerca del progetto, avrà il compito di analizzare i dati raccolti e sviluppare nuovi algoritmi. L’obiettivo è identificare ulteriori indicatori (KPI) che possano guidare il miglioramento della sostenibilità ambientale e del benessere animale lungo la filiera, in un processo ispirato al miglioramento continuo.

    L’annuncio di questa collaborazione tra Granlatte Granarolo e xFarm Technologies segna un passo avanti significativo nella modernizzazione e sostenibilità della filiera del latte in Italia. Con l’adozione di tecnologie avanzate e l’attenzione alla sostenibilità, il futuro del settore lattiero-caseario italiano appare più luminoso e promettente che mai.


  • granarolo

    Granarolo S.p.A., uno dei principali attori nel settore lattiero-caseario italiano, ha annunciato oggi l’approvazione di un audace piano strategico per il periodo 2024-2027. Il programma del gruppo cooperativo emiliano prevede investimenti significativi, superiori ai 300 milioni di euro, con una chiara enfasi su progetti che mirano a stimolare la crescita e conseguire un notevole aumento del fatturato nel corso del periodo previsto.

    Questo annuncio segue l’aumento di capitale di 160 milioni di euro finalizzato a fine marzo, che ha portato all’ingresso nell’azionariato di Granarolo di due entità di rilievo: il Patrimonio Rilancio – Fondo Nazionale Strategico (FNS) e l’Ente Nazionale di Previdenza per gli addetti e gli impiegati in Agricoltura (ENPAIA).

    Dettagli del Piano Strategico

    Il Gruppo Granarolo ha delineato chiaramente le sue aspirazioni per il prossimo quadriennio. Oltre a puntare su una crescita organica, il piano include anche operazioni straordinarie che mirano a rafforzare la posizione competitiva del gruppo sia a livello nazionale che internazionale.

    Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo S.p.A., ha sottolineato l’importanza dell’innovazione e della trasformazione digitale nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo: “Attraverso la realizzazione di questo nuovo Piano – ha dichiarato Calzolari – miriamo a consolidare e ampliare la nostra presenza sul mercato nazionale, rafforzando il nostro posizionamento a livello internazionale e anticipando nuove soluzioni di prodotto in un mercato in rapida evoluzione“.

    Focus sulle nuove entità azionarie

    Patrimonio Rilancio – Fondo Nazionale Strategico (FNS): l’obiettivo del fondo è, fin dalla sua nascita, di investire in aziende profittevoli con solide prospettive di crescita. L’investimento in Granarolo rappresenta il primo passo del FNS in questa direzione.

    ENPAIA: con una storia che risale al 1936, ENPAIA è l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e gli Impiegati in Agricoltura. Oggi, la fondazione vanta oltre 41.000 lavoratori assicurati e collabora con più di 9.000 aziende.

    Granarolo guarda al futuro

    L’annuncio di oggi segna un momento cruciale per Granarolo S.p.A. e sottolinea l’importanza della cooperazione e dell’innovazione nel panorama economico italiano. Con il sostegno di entità come FNS e ENPAIA, il futuro di Granarolo appare luminoso e promettente.


  • Vincenzo Linarello

    Confcooperative Calabria a sostegno di GOEL: “Non chiudano le comunità psichiatriche, servizi essenziali per la comunità.”

    L’appello di Confcooperative Calabria dopo la notizia sulla possibile chiusura delle comunità psichiatriche gestite dal gruppo Goel nel comune di Siderno.

    Confcooperative Calabria esprime profonda preoccupazione e pieno sostegno ai cooperatori di GOEL – Gruppo Cooperativo guidati da Vincenzo Linarello, alla luce della notizia sulla possibile chiusura delle comunità psichiatriche gestite dal gruppo nel comune di Siderno.

    È di fondamentale importanza riconoscere e sottolineare il ruolo cruciale che queste comunità rivestono nell’ambito socio-sanitario territoriale, offrendo servizi di primaria importanza per persone affette da problematiche psichiatriche e per le loro famiglie. L’interruzione di questi servizi rappresenterebbe un grave danno per l’intera comunità, privando i pazienti di un punto di riferimento essenziale per il loro percorso di cura e reintegrazione sociale. Tenendo anche conto della delicata, e per certi versi incomprensibile, situazione nella provincia di Reggio Calabria in cui strutture e servizi dedicati sono evidentemente sottodimensionati rispetto a quanto previsto dai fabbisogni di assistenza nel territorio provinciale.

    Il presidente di Confcooperative Calabria, Camillo Nola, dichiara: “Siamo al fianco di GOEL in questo momento difficile. Confidiamo nel ruolo di mediazione della Prefettura di Reggio Calabria per la soluzione di una vertenza che va valutata nell’ambito di un quadro emergenziale di contesto che produce forte preoccupazione.

    Il blocco delle attività dei centri psichiatrici determinerebbe una situazione drammatica, senza precedenti a causa del sostanziale azzeramento dell’offerta in provincia di Reggio Calabria. Confidiamo nella sensibilità e nella competenza di tutti gli soggetti attivi presenti al tavolo di martedì prossimo, compreso i vertici del Comune di Siderno che dovrebbero avere una profonda conoscenza del contesto socio-sanitario del territorio.

    Da parte nostra, ci impegniamo a lavorare fianco a fianco con GOEL e le istituzioni locali per trovare una soluzione che salvaguardi la continuità di questi servizi indispensabili e che, viceversa, ponga le basi per incrementarli.”

    Confcooperative Calabria invita tutte le parti coinvolte a considerare con attenzione e responsabilità l’importanza di questi servizi e le opzioni amministrative già disponibili, sperando in un dialogo costruttivo che ponga al primo posto le esigenze dei pazienti e delle loro famiglie.


  • Giornate di Bertinoro 2023: presentato l’Atlante dell’Economia Sociale

    In occasione della 23esima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile è stato lanciato l’Atlante dell’Economia Sociale, un progetto di ricerca promosso da Unioncamere Emilia-Romagna ed AICCON.

    In occasione della 23esima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, tenutasi venerdì e sabato, è stato lanciato l’Atlante dell’Economia Sociale, un progetto di ricerca promosso da Unioncamere Emilia-Romagna ed AICCON.

    Che cos’è l’Atlante dell’Economia Sociale

    L’Atlante dell’Economia Sociale vuole essere un punto di informazione e conoscenza quali-quantitativo per osservare nel tempo il valore di un’economia indispensabile per le transizioni che stiamo attraversando.  Il progetto di ricerca, rilancia la collaborazione fra AICCON e uno dei suoi storici soci, Unioncamere Emilia-Romagna.

    Sabato è stata presentata una fotografia aggiornata del perimetro e dell’impatto economico-sociale dell’Economia Sociale con l’intento di offrire a ricercatori, imprese cooperative, Terzo Settore e pubblica amministrazione uno strumento utile per rafforzare le proprie strategie nella direzione del Social Economy Action Plan della Commissione Europea.

    Quanto vale l’Economia Sociale in Italia?

    Le Organizzazioni dell’Economia Sociale rappresentano l’8,8% su totale imprese ed il 9,5% degli addetti. Come evidenzia Guido Caselli, Direttore Centro Studi di Unioncamere Emilia Romagna:“450mila organizzazioni, più dell’industria manifatturiera, 1 milione e 900mila addetti, lo stesso numero di occupati dell’intera filiera metalmeccanica italiana. Sono sufficienti questi due numeri per raccontare la valenza economica dell’Economia Sociale, ne occorrono altri per misurarne la valenza sociale. Il progetto dell’Atlante ambisce a dare la giusta visibilità sia alla sfera economica che a quella sociale, consapevoli che l’esistenza dell’una è inscindibilmente legata alla presenza dell’altra”.

    Paolo Venturi, Direttore AICCON: “Sentivamo l’urgenza di perimetrare e dare evidenza degli aspetti economici e trasformativi dell’Economia Sociale. È’ un progetto strategico aperto ad altri partner nato per aumentare la consapevolezza ed il valore dell’Economia Sociale “dentro” le strategie per lo sviluppo sostenibile.”

    L’Atlante dell’Economia Sociale rappresenta un passo significativo verso una comprensione più approfondita e un riconoscimento adeguato dell’importanza di questo settore nella nostra società in rapida evoluzione.