• olio giovani in vita

    Le bottiglie d’olio extra vergine non avranno più la data di imbottigliamento e quella di scadenza. 

    La Camera dei Deputati ha recepito, ieri, la legge europea sulla commercializzazione dell’olio. Viene modificata di fatto la legge n.9 del 2013 che prevedeva “un olio giovani in vitatermine minimo di conservazione degli oli d’oliva”. Adesso viene eliminato questo obbligo: spetterà al produttore scegliere se inserire o meno in etichetta la data di imbottigliamento e quella di scadenza.
    La normativa consentirà così la vendita dell’extra vergine vecchio, ovvero quello con una conservazione superiore ai 18 mesi previsti dalla precedente legislazione italiana.
    Viene eliminata anche la differente cromatura delle etichette degli oli comunitari, che consentiva ai consumatori di distinguere l’olio italiano da quello proveniente da altri paesi. Verrà sostituita da un’indicazione stampata con inchiostro indelebile.

    Come è facile immaginare, il provvedimento ha scatenato una serie di polemiche trasversali. A contestare il recepimento della legge europea, infatti, non è stata solo l’opposizione, ma anche una parte del Partito Democratico, con la deputata Colomba Mongiello, prima firmataria della legge “Salva olio”, che ha criticato aspramente il Governo. La stessa Coldiretti ha espresso il proprio parere negativo per un provvedimento che sembra andare contro i produttori italiani e che ha come obiettivo implicito la commercializzazione dell’olio vecchio.
    Come dimostrano ricerche recenti, l’invecchiamento dell’olio causa la perdita di molte delle sue qualità organolettiche, azzerando di fatto alcuni benefici per il nostro organismo. Appare, inoltre, contraddittorio che questo tipo di legge venga emanato in un periodo estremamente difficile per il comparto per via del proliferare delle frodi a danno dei consumatori.
    Se da una parte il Governo ha rafforzato i controlli ed aumentato le sanzioni per le frodi alimentari, dall’altro approva una norma che toglie la data di scadenza di 18 mesi, promuovendo così indirettamente un olio di qualità inferiore.
    Il Ministro Martina ha difeso, però, il provvedimento: “L’olio d’oliva non ha mai avuto data di scadenza, bensì ha un termine minimo di conservazione che resta e rimane obbligatorio sotto responsabilità del produttore, così come l’indicazione chiara ed evidente dell’origine in etichetta“.