• Il Manifesto

    La cooperativa dello storico quotidiano Il Manifesto torna proprietaria al cento per cento del giornale. 

    “E’ l’inizio di un quotidiano nuovo: il manifesto. È la fine di un incubo. Di una spada di Damocle. Della paura di essere comprati. O venduti. È la fine della liquidazione coatta amministrativa“. Con queste parole il Manifesto annuncia in prima pagina la fine della liquidazione coatta e l’inizio di un nuovo/vecchio corso, con il collettivo di giornalisti ed intellettuali come protagonisti.
    Il ManifestoIl Manifesto nasce nel 1969 come rivista politica mensile, salvo poi diventare un quotidiano nel 1971. A differenza delle maggior parte delle testate italiane non ha un editore, è gestita al contrario dagli stessi giornalisti che scrivono riuniti sotto forma di cooperativa.

    La crisi dell’editoria, però, ha colpito duramente Il Manifesto, costringendo i soci a metterlo più volte in vendita e ad avviare, nel febbraio 20111, la procedura di liquidazione. Crollo delle vendite e dei ricavi da pubblicità, riforma dell’editoria con il conseguente ridimensionamento dei finanziamenti pubblici hanno messo a serio rischio l’esistenza del giornale.
    Le procedure di vendita non sono mai andate a buon fine a causa di offerte ritenute poco congrue al valore del quotidiano. A salvarlo sono stati i lavoratori, che hanno versato volontariamente ogni mese 300 euro nelle casse del giornale, ed i lettori, grazie ad una lunga campagna di finanziamenti che ha portato a raccogliere complessivamente 760 mila euro.
    In questi giorni è stato trovato l’accordo per una cifra di 900 mila euro (più IVA) da pagare in due tranche: la prima di 600 mila euro pagata subito, la seconda di 300 mila euro da pagare nel 2017.
    Il Manifesto torna così a vedere la luce e riparte dai suoi connotati originali, quelli che dal 1969 ad oggi lo hanno reso un giornale unico per modalità di gestione e contenuti proposti.