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    Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale, avverte l’Europa. Non basta il crollo del prezzo del petrolio per rilanciare l’economia dell’Eurozona.
    I paesi importatori di greggio avranno certamente un vantaggio in termini competitivi, ma non sarà sufficiente.
    Le materie prime a basso costo portano con sè, infatti, anche una pericolosa spirale deflattiva. I recenti dati di Eurostat, uniti a quelli dell’Istat e della Banca d’Italia, raccontano alla perfezione il quadro appena descritto.
    Il crollo del prezzo del greggio ha provocato il lento arrestarsi dell’inflazione, fino ad arrivare a livelli negativi.

    eurogruppoL’Europa non può basarsi, dunque, sulla ripresa americana e sullo shock petrolifero per iniziare il percorso di crescita. Lagarde, intervenuta ieri al Council of Foreign Relations, indica la via da seguire: saranno necessarie politiche monetarie attive di rilancio dell’economia da parte della Bce, ma anche un piano di riforme continentale e corposi investimenti sulle infrastrutture.
    Si dichiara, dunque, favorevole all’intervento promosso da Mario Draghi sul quantitative easing, ma deve essere accompagnato da un’armonizzazione delle politiche monetarie e fiscali su base europea.

    Il punto più importante della riflessione di Lagarde riguarda il concetto di crescita. Per troppo tempo Bruxelles ha perseguito scelte legate all’austerity. In un momento di recessione e deflazione vanno attuate riforme strutturali ed investimenti per rilanciare le economia dei singoli paesi.
    L’Unione Europea deve, dunque, promuovere agevolazione fiscali per consentire agli imprenditori di investire sul territorio. La fiducia degli operatori economici è ai minimi storici. I disagi di natura geopolitica, su tutti quelli legati al terrorismo e alla xenofobia, aumentano questo sentimento.
    Tocca alle istituzioni ridare credibilità alle attività produttive e dare avvio ad un piano di riforme coordinato a livello europeo.