• Il mese di gennaio 2015 rischia di passare alla storia come il mese della svolta, in un senso o in un altro, per l’Unione Europea.
    In fondo c’era da aspettarselo, con l’Eurozona in piena recessione, l’Euro ai minimi storici ed un processo di deflazione sempre più forte.
    Il tutto accompagnato dalle elezioni greche, vero e proprio spartiacque del futuro ellenico nell’Unione.
    I segnali sono chiari ed inequivocabili. L’Europa del mese di gennaio è un’istituzione diversa nei contenuti e nelle dinamiche politiche.
    Lo dicono le manovre economiche e lo dice anche un quadro geo-politico parzialmente ribaltato. La Germania di Angela Merkel, per fare un esempio, fatica a trovare alleati, passando da una posizione egemone ad un arretramento palese e palpabile.

    tsiprasSyriza, il partito di estrema sinistra guidato dal Alexis Tsipras, ha vinto le elezioni politiche greche. Risultato previsto e prevedibile, visti i sondaggi. L’entità del successo è stata, però, ancora più ampia di quanto raccontavano le aspettative della vigilia.
    Un 36% di consensi che assicurerà a Tsipras 149 seggi, due in meno rispetto alla maggioranza necessaria per governare in maniera autosufficiente. E allora si dovrà ricorrere alle alleanze scomode, che potrebbero ostacolare gli intenti riformatori di Syriza.

    Al di là del dato legato alla situazione contingente greca, bisogna analizzare il quadro politico in maniera più ampia.
    Tsipras porterà in sede europea istanze diverse rispetto al governo precedente. Le sue rassicurazioni sulla permanenza ellenica all’interno dell’Eurozona, non cambiano la realtà emergente.
    La Grecia chiederà subito una revisione del proprio debito con le istituzioni europee, rifiutando in maniera netta le politiche di austerity imposte dall’Ue in questi anni.
    Probabile inizi un vero e proprio braccio di ferro sull’asse Atene-Bruxelles, che rischia di condizionare la ripresa dell’Eurozona. L’eventualità di un’uscita greca dall’Euro spaventa i mercati, ma in fondo crea problemi allo stesso Tsipras, il quale difficilmente intraprenderà una via così impervia.

    Il contesto economico nel quale dovrà muoversi il leader di Syriza è parzialmente cambiato.
    Le istituzione europee si stanno muovendo nel senso della flessibilità e della ricerca della crescita. Il Quantitative easing lanciato dalla Bce agisce in questo senso.
    Più denaro liquido sul mercato e maggiori possibilità di ricevere prestiti per le imprese e le famiglia. Un aiuto eccezionale all’economia che va contro le politiche di austerity promosse negli ultimi anni.
    Non è un caso che il Qe abbia visto l’opposizione della Germania.
    Le stesse linee guida della Commissione sul Patto di Stabilità e Crescita consentono ai Paesi membri di discostarsi parzialmente dagli obiettivi di bilancio, permettendo loro, dunque, di investire senza dover tener conto in maniera imperante del giudizio di Bruxelles
    Il quadro europeo, dunque, è cambiato. Vedremo nei prossimi mesi quale sarà l’entità e la realtà di questo mutamento.