• Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi indica la via da seguire: investire in ricerca ed innovazione.
    Una strada all’apparenza ovvia, specie in una società sempre più digital, ma non sempre percorsa dalle istituzioni.
    Squinzi è un imprenditore di successo e sa cosa può portare all’economia italiana un’azienda dal personale e dai mezzi di produzione altamente qualificati.
    Investire in tecnologia, vuol dire abbattere i costi e crescere in competitività sul mercato internazionale.

    Jobs act via i Co.co.pro e modifiche alle Partite IvaPer questo motivo il presidente di Confindustria invita il Governo a fare di più. Le misure prese all’interno della Legge di Stabilità e dell’Investment compact non sono sufficienti per rilanciare l’economia italiana.
    Proprio nel settore dell’innovazione, il mondo del libero professionismo e delle imprese si sarebbe aspettato un cambio di marcia da parte del Governo Renzi, dopo le proposte presentate in questi anni alla Leopolda.
    Invece così non è stato, almeno per il momento: giovani professionisti, start-upper e piccoli e medi imprenditori sono rimasti delusi. Il leader di Confindustria si fa portavoce di questo malcontento:

    La soluzione adottata – ha dichiarato Squinzi- anche per ragioni che comprendiamo non ci soddisfa e torneremo presto a sollevare il tema. La nostra richiesta era di ripristinare e rendere strutturale un credito di imposta per gli investimenti in ricerca e innovazione realizzati dalle imprese”.
    Squindi invoca un piano coordinato che coinvolga pubblico e privato, perchè l’innovazione può partire dal basso, ma ha bisogno del contributo regolativo delle istituzioni.
    Lo Stato deve fornire alle imprese gli strumenti giuridici, amministrativi e fiscali adeguati per poter operare nel contesto nazionale e in quello mondiale. Non sono più sufficienti provvedimenti ad hoc per risolvere singole problematiche.
    La previsione di un credito d’imposta per gli investimenti in ricerca ed innovazione è una misura urgente, che guarda al futuro ancora più che al presente. Perchè innovare significa avere speranza e visione, una visione che spesso manca a livello istituzionale.