Dietrofront del Governo sull’Iit, l’Istituto italiano di tecnologia che ha sede a Genova.
L’esecutivo, con un provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso fine settimana, ha trasformato il centro di ricerca in una vera e propria agenzia di gestione di tutti i brevetti italiani.
Da modello di riferimento dell’hi-tech a semplice ufficio brevettario.
Una trasformazione che evidentemente non poteva essere accettata dalle decine di ricercatori operanti all’Iit, già pronti a dare le proprie dimissioni.
Il processo di centralizzazione dei brevetti è stato, però, arrestato in seguito alle proteste arrivate in questi giorni. L’Iit è una della realtà italiane più all’avanguardia in materia di innovazione e tecnologia, un vero e proprio gioiello per tutta la Liguria e per il mondo accademico.
Del resto il provvedimento del Governo va anche contro lo status d’indipendenza del quale beneficiano università e centri pubblici di ricerca.
Di qui la scelta dell’esecutivo di fare un passo indietro. Il Ministro Padoan ha assicurato che il decreto verrà modificato in Parlamento durante il processo di conversione in legge, ripristinando così le vecchie peculiarità del centro di ricerca.
Ma c’è di più. Verranno, infatti, ampliate le prerogative dell’Iit: potrà, infatti, finanziare le attività di start up e partecipare agli spin off creati attraverso i propri progetti.
Una centro di ricerca, quindi, che diventa anche impresa. Risulta paradossale che si sia arrivati ad una simile conclusione dopo giorni di polemiche e fraintendimenti.
L’Italia deve salvaguardare le proprie eccellenze ed incentivare a 360 gradi lo sviluppo tecnologico e le imprese innovative. Ora più che mai ha bisogno di un vero e proprio produttore d’innovazione come l’Iit.