L’indagine dell’Istat sulle spese delle famiglie italiane ci aiuta a fare chiarezza sul livello di povertà presente nel nostro paese.
Secondo l’istituto di statistica nel 2014, 1 milione e 470 mila famiglie (5,7% di quelle residenti) sono in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone (6,8% della popolazione residente).
I numeri rispetto al 2013 sono piuttosto stabili dopo che il 2012 ed il 2013 aveva visto un costante aumento del numero dei poveri per effetto della crisi.
Ovviamente la povertà assoluta varia a seconda della zona territoriale. Come è facile prevedere al Mezzogiorno l’incidenza della povertà risulta essere più del doppio rispetto al Nord (8,6% contro 4,2%), mentre al Centro si attesta attorno al 4,8%.
C’è, inoltre, una diversa tendenza tra Nord e Sud per quanto riguarda il grado di povertà povertà nelle grandi città e nei piccoli centri urbani. Mentre nel Meridione la percentuale maggiore di poveri la troviamo nei piccoli centri abitati (9,2% contro 5,8% delle grandi città), nell’Italia Settentrionale sono i centri più popolati ad avere una maggiore percentuale di poveri (7,4%).
Tra le regioni più povere troviamo la Calabria con un’incidenza della povertà del 26,9%, in aumento dello 0,3% rispetto al 2013, la Basilicata (25,5%) e la Sicilia (25,2%); quelle, invece, con una minor quota di indigenti sono il Trentino Alto Adige (3,8%), la Lombardia (4,0%) e l’Emilia Romagna (4,2%).
La differenza tra le regioni più ricche e quelle più povere è davvero evidente, a dimostrazione del fatto che la “questione meridionale”, intesa come divario economico tra Nord e Sud, è tutt’altro che vicina ad una soluzione.