Il gruppo Pd ha presentato alla Commissione Bilancio alla Camera un emendamento alla Legge di Stabilità sui pagamenti elettronici.
Nell’intento di incentivare l’utilizzo dei Pos anche per i micro-pagamenti, il Partito Democratico ha proposto l’abolizione della soglia dei 30 euro, una cifra sotto la quale gli esercenti allo stato attuale possono rifiutare di accettare pagamenti elettronici.
L’innalzamento del limite di utilizzo del contante a tremila euro ha scatenato un acceso dibattito politico circa la ratio della suddetta norma. Secondo l’opposizione un simile provvedimento incentiva l’evasione fiscale limitando la tracciabilità dei movimenti di denaro.
Il Governo, invece, ritiene che l’inserimento di soglie massime per l’utilizzo del contante non rappresenti uno strumento efficace di lotta all’evasione, ma si limita casomai a frenare i consumi.
Per incentivare i pagamenti elettronici il partito di maggioranza ha presentato, dunque, una serie di emendamenti sull’E-payment che si pongono come obiettivo quello di rendere maggiormente tracciabili le operazioni pagamento, anche quelle di piccola entità.
Oltre all’eliminazione della soglia di 30 euro, è stata proposta anche la riduzione delle commissioni per i pagamenti elettronici con un importo inferiore ai 5 euro.
Un ultimo emendamento riguarda, infine, la previsione di sanzioni per quegli esercenti che non accettano i pagamenti elettronici non adeguandosi alla nuova normativa.
Sono ancora molti, infatti, gli esercizi commerciali che non dispongono di Pos e che non sono disposti ad affrontare le spese di installazione di questo sistema, corrispondenti, secondo Sos tariffe, a duemila euro l’anno. E pensare che il 15% degli italiani dichiara di rinunciare all’acquisto se non può pagare con la carta di credito o di debito; una cifra cospicua che evidentemente, però, non riesce a persuadere i commercianti ed i professionisti circa la necessità assoluta di possedere un Pos.