• La notizia era nell’aria. L’Istat ha comunicato attraverso una nota ufficiale di aver rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia per l’anno 2015.
    Secondo l’Istituto di Statistica, il Prodotto Interno Lordo del nostro paese dovrebbe crescere dello 0,7%, abbassando dello 0,2% le precedenti stime.

    Viene così messo in discussione l’obiettivo sottoscritto dal Governo nel Documento di economia e finanza allegato alla Legge di Stabilità. Secondo l’esecutivo l’Italia crescerà nel 2015 dello 0,9%.
    pil italiaRecentemente, però, il calo delle esportazioni dei prodotti del Made in Italy, dovuto alla crisi dei mercati emergenti, ha portato lo stesso Matteo Renzi a parlare di un possibile rallentamento della crescita del Pil.
    C’è, inoltre, il timore che gli attentati terroristici di Parigi possano causare una riduzione dei consumi, che solo recentemente sono ripresi a crescere per effetto del rinnovato clima di fiducia delle famiglie.
    Secondo l’Istat nel quarto trimestre del 2015 il Prodotto Interno Lordo è cresciuto dello 0,2%; il dato, però, è condizionato dalla presenza nel periodo preso in considerazione di 4 giornate lavorative in più rispetto ai tre mesi precedenti e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre 2014.
    Di qui la scelta dell’Istituto di rivedere al ribasso le previsioni di crescita del nostro paese.
    A questi dati vanno aggiunti quelli comunicati questa settimana, sempre da parte dell’Istat, sul tasso di disoccupazione del nostro Paese, che rimane stabile all’11,5%, ma deve fare i conti con un preoccupante incremento del numero di inattivi.
    L’incremento delle persone che non lavorano e non cercano lavorano, così come il rallentamento della crescita del Pil, possono essere l’espressione di un Paese sfiduciato, che ha bisogno di una rapida inversione di tendenza purtroppo non ancora pervenuta.