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    La riforma delle Banche di credito cooperativo pare destinata ad una sostanziale modifica in Parlamento. 

    Come riportato nella serata del 14 marzo dall’Ansa, infatti, un vertice di maggioranza avrebbe portato ad un accordo sul cambiamento del decreto, che dovrebbe portare all’accoglimento dell’emendamento presentato dal deputato Pd Michele Pelillo.
    gardini confcooperativeLa nuova normativaridimensiona notevolmente il way-out e definisce in maniere rigida la data di verifica dei requisiti patrimoniali.
    Il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha espresso la propria soddisfazione e quella dell’organizzazione di rappresentanza sulla discussione in atto in Parlamento e sui possibili cambiamenti del decreto: “Quella che si sta delineando – dichiara Gardini – è una riforma migliorata rispetto al DL di presentazione dello scorso 10 febbraio”.

    Il vertice della centrale di rappresentanza delle coop individua anche i cinque punti migliorativi: “Tra gli elementi a cui sta lavorando il Parlamento, che mi portano a dare una prima valutazione positiva, ce ne sono almeno cinque: il riconoscimento del principio dell’indivisibilità delle riserve che è uno dei capisaldi imprescindibili del movimento cooperativo, così come la definizione di una way-out che, con più stringenti parametri temporali ed economici, permette di salvaguardare il modello cooperativo.”
    Altri tre elementi principali – conclude il presidente di Confcooperative – sono la conferma del gruppo bancario unico, l’autorizzazione al fondo provvisorio indispensabile nel periodo di attuazione della riforma e il fondamentale riconoscimento delle autonomie di Trento e Raiffeisen”.