• libertà-di-stampa

    L’edizione 2016 della classifica sulla libertà di stampa di Reporters sans Frontieres non porta notizie positive per l’Italia. 

    Il nostro paese, infatti, perde quattro posizioni rispetto al 2015, classificandosi al 77° posto, esattamente tra Moldavia e Benin. L’Italia è tra i peggiori paesi dell’Unione libertà-di-stampaEuropea, davanti solo a Cipro, Grecia e Bulgaria.
    Pesa soprattutto il livello elevato di corruzione e la diffusione della criminalità organizzata. Quei giornalisti che intraprendono inchieste sulla mafia finiscono spesso per finire sotto scorta, vedendo minacciata la propria sicurezza personale e la propria indipendenza in quanto giornalisti.
    Non mancano, inoltre, professionisti del settore che hanno scritto del caso Vatileaks e per questo hanno ricevuto intimidazioni.

    Se analizziamo la classifica nel suo complesso, ai primi posti troviamo per lo più paesi europei. Nella top sono ben sette i paesi del Vecchio Continente, le uniche eccezioni sono rappresentate da Nuova Zelanda (5°), Costa Rica (6°), Giamaica (10°).
    Al primo posto c’è la Finlandia, seconda l’Olanda, terza la Norvegia e quarta la Danimarca.
    In generale, rivela Rsf, c’è un peggioramento della libertà di stampa rispetto al 2015 che interessa anche l’Europa. I controlli anti-terrorismo hanno finito inevitabilmente per restringere il campo dei diritti, penalizzando anche i giornalisti. Rsf segnala, inoltre, una serie di misure governative restrittive della libertà di stampa in Polonia ed in Ungheria; in Francia, invece, la maggior parte dei media è controllata da imprenditori che hanno interessi in altri settori economici e che rischiano, dunque, di far venire uno dei principi cardine del giornalismo, ovvero quello dell’autonomia da poteri politici ed economici.