La Camera dei Deputati ha approvato ieri all’unanimità il cosiddetto Testo unico del vino che raccoglie in una sola norma tutte le disposizioni riguardanti il settore vitivinicolo.
La legge è formata da otto titoli e 90 articoli. L’obiettivo è razionalizzazione e semplificare un comparto che vale 14 miliardi di euro e che rappresenta la principale voce dell’export agroalimentare italiano. Il testo adesso andrà al Senato per l’approvazione definitiva.
Il ministro Martina ha commentato questo risultato con grande soddisfazione: “Con questo provvedimento rendiamo il vino italiano sempre più forte e all’avanguardia in Europa. Il Testo unico è frutto di un lavoro parlamentare approfondito e condiviso, che dà alla filiera nuovi strumenti operativi. Avere in una sola norma di 90 articoli tutte le disposizioni, unificando, aggiornando e razionalizzando le leggi esistenti, rappresenta un risultato storico“.
Sono diverse le novità presenti nella nuova legge. È prevista, ad esempio, una disposizione per la tutela dei vigneti storici con l’obiettivo di promuovere interventi di ripristino, recupero e salvaguardia dei vigneti situati in aree a rischio idrogeologico o di particolare pregio paesaggistico.
Un aspetto fondamentale del provvedimento è la promozione della qualità dei vigneti italiani. I vini DOP e IGP potranno apporre la denominazione di qualità in etichetta se autorizzata dal Mipaaf e dalle regioni di appartenenza; le sottozone potranno essere indicate, invece, solo dai vini a denominazione d’origine.
È stato poi ridotto da dieci a sette anni l’arco temporale entro il quale un vino DOC può richiedere il riconoscimento DOCG.
Nel processo di razionalizzazione innescato dal nuovo Testo unico rientra anche l’istituzione di uno schedario viticolo con tutte le informazioni aggiornate sul potenziale produttivo nel quale dovrà essere iscritta ogni unità vitata idonea alla produzione di uva da vino.
Saranno, infine, perdonate le irregolarità formali da parte dei produttori: vengono, infatti, ridotte le sanzioni amministrative pecuniarie nel caso di violazioni riguardanti comunicazioni formali e qualora non sia già iniziato un procedimento da parte dell’organismo di controllo.