• corruzione cantone

    È un Raffaele Cantone a 360 gradi sul fenomeno della corruzione, quello che ha parlato oggi nel corso di un’intervista per Il Sole 24 Ore.
    In questi giorni si è tornato a discutere del tema della corruzione e dei possibili rimedi dopo l’uscita del rapporto di Transparency International che ha collocato l’Italia al 61esimo posto (penultima tra i paesi europei) per corruzione percepita.

    Eppure ci sono stati dei piccoli miglioramenti che hanno consentito al nostro Paese di scalare una posizione rispetto all’anno precedente.
    Per avere dei risultati concreti, però, secondo Cantone ci vorrà ancora del tempo. Negli ultimi anni sono stati realizzati alcuni provvedimenti per contrastare la corruzione sia dal punto della prevenzione che della punizione.
    corruzione cantoneMa l’inasprimento delle pene, secondo il presidente dell’Anac, non è sufficiente per combattere in maniera efficace il fenomeno.
    «Anche io ho perplessità sulla logica dell’aumento delle pene – dice Cantone – che finisce per squilibrare un sistema di valori che sta dietro le sanzioni».
    La corruzione è un problema innanzitutto culturale, alimentato dalla mancata fiducia nella pubblica amministrazione e nelle istituzioni.
    «C’è sicuramente, nel calcolo costi/benefici, – commenta il presidente dell’Anac – qualcosa che spinge comunque le persone a continuare a prendere le mazzette. Non so se sia senso di impunità, ma certamente c’è anche il senso di una non grave percezione sociale del fatto».
    La persistenza di fenomeni corruttivi testimonia come questo reato non sia ancora percepito come un danno alla collettività e all’economia intera, quando invece secondo Confindustria la corruzione è costata all’Italia più di 300 miliardi negli ultimi vent’anni.
    Un mutamento nella percezione del fenomeno risulta, dunque, fondamentale per aiutare gli enti preposti a contrastare la corruzione.
    All’auspicato cambiamento culturale devono fare, però, da contraltare alcune regole base. Sono necessari «interventi mirati sull’efficienza del sistema, soprattutto processuale – conclude Cantone – e mi concentrerei su un grande lavoro di semplificazione e di sempre maggiore chiarezza delle regole della Pa»