Categoria: Comunicati

  • A Catanzaro l’assemblea regionale di Confcooperative Calabria con un focus sulla ZES

    Venerdì 9 febbraio, in occasione dell’Assemblea regionale di Confcooperative Calabria, si terrà l’evento pubblico “ZES Unica per il Mezzogiorno: opportunità per la Calabria” promosso in sinergia con BCC Centro Calabria.

    Venerdì 9 febbraio, in occasione dell’Assemblea regionale di Confcooperative Calabria, dal titolo “Lavoro, Comunità, Futuro. La funzione sociale della Cooperazione”, si terrà l’evento pubblico “ZES Unica per il Mezzogiorno: opportunità per la Calabria” promosso in sinergia con BCC Centro Calabria; momento di approfondimento e dibattito che vuole fare il punto sullo sviluppo dell’area ZES in quanto asset strategico per l’economia regionale.

    Previsti i saluti istituzionali del padrone di casa, il Presidente della BCC Centro Calabria, Giuseppe Spagnuolo, e del presidente di Confcooperative Calabria, Camillo Nola; e sono stati, inoltre, invitati a portare un loro saluto il  presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto; il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita; il Vescovo dell’Arcidiocesi Metropolitana Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago. All’evento saranno presenti anche rappresentanti delle Istituzioni del territorio, Deputati e Senatori calabresi. 

    Il programma dell’evento

    La giornata si aprirà con un approfondimento scientifico a cura di Adriano Giannola, presidente di SVIMEZ, che mostrerà gli ultimi dati sull’economia calabrese e del Mezzogiorno, cercando di individuare la ricetta migliore per il rilancio delle imprese calabresi dopo la crisi post pandemica. 

    L’analisi di Svimez farà da cornice alla sessione successiva, moderata da Roberto Napoletano, direttore de Il Quotidiano del Sud, dal titolo ZES, vera opportunità per l’imprenditoria calabrese”.
    Parteciperanno al panel di discussione Alessandro Zanfino (presidente Fincalabra e responsabile della commissione nazionale ZES Unica), Aldo Ferrara (Presidente Unindustria Calabria), Andrea Agostinelli (Autorità Portuale Gioia Tauro), Giuseppe Romano (Commissario ZES Campania e Calabria), Ettore Incalza (già Direttore Generale MIMS) e Maurizio Gardini (Presidente nazionale di Confcooperative).

    L’evento, che si terrà presso la sede della BCC Centro Calabria, in località Germaneto (CZ), sarà un’ importante occasione di riflessione e confronto sul ruolo cruciale della cooperazione e del credito cooperativo nel rilancio della Calabria. Attraverso la condivisione di esperienze, progetti e buone pratiche, l’assemblea mira a stimolare sinergie tra imprese, istituzioni e comunità locali per favorire un rinnovato slancio dell’economia regionale. 

    Nel pomeriggio si svolgeranno i lavori dell’assemblea regionale di Confcooperative Calabria, nel corso della quale verranno eletti il Presidente e il relativo Consiglio di Presidenza, che dovranno guidare l’organizzazione di rappresentanza delle cooperative nei prossimi quattro anni. 

    Confcooperative Calabria e BCC Centro Calabria invitano tutti coloro che condividono l’interesse per uno sviluppo sostenibile e cooperativo della Calabria a partecipare a questo incontro, affinché insieme si possa tracciare un futuro di crescita e solidarietà per la nostra regione.

    Per ulteriori informazioni e dettagli sull’iniziativa e la partecipazione, è possibile contattare la segreteria organizzativa di Confcooperative Calabria all’indirizzo calabria@confcooperative.it o al numero 0984 846100.


  • birra messina cooperativa

    L’allarme di Coldiretti: a rischio il futuro della birra italiana artigianale

    Le alluvioni e i nubifragi degli ultimi mesi hanno portato ad un calo del 20% della produzione di luppolo in Italia.

    Crolla la produzione di luppolo in Italia con un calo del 20% nel 2023 a causa del maltempo che, fra eventi estremi come nubifragi e alluvioni e temperature impazzite hanno tagliato le rese sui circa 100 ettari coltivati in Italia mettendo a e rischio il futuro della birra artigianale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti con il Consorzio Birra Italiana in occasione della Giornata nazionale del luppolo italiano presso il centro congressi di Palazzo Rospigliosi, in via XXIV Maggio 43 a Roma con l’apertura del salone dei luppoli Made in Italy e il forum sul futuro del settore con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il segretario generale della Coldiretti Enzo Gesmundo e il presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso.

    Il luppolo – spiega Coldiretti – è un componente fondamentale della birra alla quale conferisce sapori e profumi legati proprio ai territori in cui viene coltivata la pianta. Le varietà più diffuse in Italia sono Cascade, Chinook e Comet. Nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano hanno tagliato le produzioni agricole in un 2023 che – sottolineano Coldiretti e il Consorzio – si classifica come l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro. Effetti della tropicalizzazione del clima che – evidenzia Coldiretti – hanno colpito le coltivazioni di luppolo nazionale concentrati in particolare in Piemonte, Emilia Romagna, Friuli, Veneto, Lombardia, Umbria e Abruzzo, ma con campi sperimentali anche in Sicilia e Sardegna con l’aumento +64% delle superfici coltivate negli ultimi cinque anni.

    Oltre al luppolo, per la produzione di birra serve anche l’orzo con 24mila ettari a livello nazionale, dal quale si ottiene il malto di cui l’Italia produce appena il 40% del proprio fabbisogno, peraltro con la resa in calo del 4% nel 2023 a causa del clima.

    Tutte materie prime necessarie per rispondere alle esigenze di una filiera della birra italiana artigianale che – spiegano Coldiretti e il Consorzio – conta su 1.182 microbirrifici e brew pub su tutto il territorio nazionale, che sono praticamente triplicati negli ultimi 10 anni. La più alta concentrazione è in Lombardia (184), Veneto (129), Piemonte (104), Toscana (89), Campania (81) e Lazio (70). Ma ci sono presenze importanti anche in Puglia (66), Sicilia (65), Emilia Romagna (63), Marche (54) e Sardegna (51).

    L’impatto del cambiamento climatico sui birrifici italiani

    Il cambiamento climatico – evidenziano Coldiretti e il Consorzio – minaccia la produzione di birra in tutta Europa perché a causa del cambiamento climatico entro il 2050 si prevede un significativo calo della quantità e della qualità del luppolo usato per aromatizzare la bevanda, secondo uno studio pubblicato su Nature Communications da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. I ricercatori hanno calcolato che entro il 2050 la produzione di luppolo calerà tra il 4 e il 18%, mentre il suo contenuto di alfa acidi, la componente aromatica che trasmette il sapore alla birra, si ridurrà del 20-31%

    La filiera della birra artigianale italiana, dal campo alla tavola, offre lavoro a circa 93.000 addetti: da chi coltiva i prodotti agricoli che servono alla bevanda alla produzione delle bottiglie, dalle etichette ai tappi, dalla logistica alla comunicazione, ma non mancano neppure quelli coinvolti nello sviluppo del turismo con il progetto del Consorzio di creare almeno una strada della birra in ogni regione d’Italia per esaltare la scoperta dei territori e delle produzioni locali.

    I consumi di birra in Italia

    I consumi di birra in Italia sfiorano i 38 litri pro capite – spiegano Coldiretti e il Consorzio – per un totale di 2,2 miliardi di litri e un valore di 9,5 miliardi di euro. A fare da traino sono le birre artigianali – continuano Coldiretti e il Consorzio – realizzate con l’utilizzo di ingredienti particolari o realizzate senza pastorizzazione e microfiltrazione per esaltare la naturalità di un prodotto apprezzato da tutte le fasce di età, con i giovani che sempre più cercano la degustazione di qualità più che di quantità. Quasi 2 boccali su 3 sono riempiti con produzioni nazionali, secondo il Consorzio della birra italiana nato con l’appoggio di Coldiretti per rappresentare il meglio delle produzioni artigianali.

    La scelta della birra come bevanda – continuano Coldiretti e il Consorzio – è diventata negli anni sempre più raffinata e consapevole con specialità e varietà particolari: dalla birra aromatizzata alla canapa a quella ligure affumicata con le castagne, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con il miele di erica alla birra e non manca neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno.

    Si tratta di produzioni molto spesso realizzate da giovani con particolare attenzione al tema della sostenibilità e profonde innovazioni come – proseguono Coldiretti e il Consorzio – la tracciabilità completa dal campo al bicchiere, la certificazione d’origine a chilometro zero, il legame diretto con le aziende agricole, la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o l’apertura di banchi presso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Si stanno creando anche nuove figure professionali – concludono Coldiretti e il Consorzio – come il “degustatore professionale di birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali a tavola.

    La crescita della birra artigianale dimostra la capacità innovativa dei nostri imprenditori di investire e conquistare nuovi settori valorizzando le qualità e la biodiversità del Made in Italy” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “il ruolo strategico nel settore di tanti giovani che stanno cambiando profondamente l’agricoltura italiana”.

    Grazie alle caratteristiche geofisiche del nostro paese, la biodiversità è estremamente variegata. Raccontare tutto questo attraverso la birra, è il modo per vincere sui mercati internazionali con il nostro Made in Italy” afferma il presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso nel sottolineare che “il Consorzio da sei anni si impegna perché tutto questo sia possibile ed avvenga. La giornata del luppolo italiano serve a raccontare come la filiera e la biodiversità possono entrare nelle nostre produzioni nazionali”.


  • granarolo

    Granarolo S.p.A., uno dei principali attori nel settore lattiero-caseario italiano, ha annunciato oggi l’approvazione di un audace piano strategico per il periodo 2024-2027. Il programma del gruppo cooperativo emiliano prevede investimenti significativi, superiori ai 300 milioni di euro, con una chiara enfasi su progetti che mirano a stimolare la crescita e conseguire un notevole aumento del fatturato nel corso del periodo previsto.

    Questo annuncio segue l’aumento di capitale di 160 milioni di euro finalizzato a fine marzo, che ha portato all’ingresso nell’azionariato di Granarolo di due entità di rilievo: il Patrimonio Rilancio – Fondo Nazionale Strategico (FNS) e l’Ente Nazionale di Previdenza per gli addetti e gli impiegati in Agricoltura (ENPAIA).

    Dettagli del Piano Strategico

    Il Gruppo Granarolo ha delineato chiaramente le sue aspirazioni per il prossimo quadriennio. Oltre a puntare su una crescita organica, il piano include anche operazioni straordinarie che mirano a rafforzare la posizione competitiva del gruppo sia a livello nazionale che internazionale.

    Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo S.p.A., ha sottolineato l’importanza dell’innovazione e della trasformazione digitale nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo: “Attraverso la realizzazione di questo nuovo Piano – ha dichiarato Calzolari – miriamo a consolidare e ampliare la nostra presenza sul mercato nazionale, rafforzando il nostro posizionamento a livello internazionale e anticipando nuove soluzioni di prodotto in un mercato in rapida evoluzione“.

    Focus sulle nuove entità azionarie

    Patrimonio Rilancio – Fondo Nazionale Strategico (FNS): l’obiettivo del fondo è, fin dalla sua nascita, di investire in aziende profittevoli con solide prospettive di crescita. L’investimento in Granarolo rappresenta il primo passo del FNS in questa direzione.

    ENPAIA: con una storia che risale al 1936, ENPAIA è l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e gli Impiegati in Agricoltura. Oggi, la fondazione vanta oltre 41.000 lavoratori assicurati e collabora con più di 9.000 aziende.

    Granarolo guarda al futuro

    L’annuncio di oggi segna un momento cruciale per Granarolo S.p.A. e sottolinea l’importanza della cooperazione e dell’innovazione nel panorama economico italiano. Con il sostegno di entità come FNS e ENPAIA, il futuro di Granarolo appare luminoso e promettente.


  • Vincenzo Linarello

    Confcooperative Calabria a sostegno di GOEL: “Non chiudano le comunità psichiatriche, servizi essenziali per la comunità.”

    L’appello di Confcooperative Calabria dopo la notizia sulla possibile chiusura delle comunità psichiatriche gestite dal gruppo Goel nel comune di Siderno.

    Confcooperative Calabria esprime profonda preoccupazione e pieno sostegno ai cooperatori di GOEL – Gruppo Cooperativo guidati da Vincenzo Linarello, alla luce della notizia sulla possibile chiusura delle comunità psichiatriche gestite dal gruppo nel comune di Siderno.

    È di fondamentale importanza riconoscere e sottolineare il ruolo cruciale che queste comunità rivestono nell’ambito socio-sanitario territoriale, offrendo servizi di primaria importanza per persone affette da problematiche psichiatriche e per le loro famiglie. L’interruzione di questi servizi rappresenterebbe un grave danno per l’intera comunità, privando i pazienti di un punto di riferimento essenziale per il loro percorso di cura e reintegrazione sociale. Tenendo anche conto della delicata, e per certi versi incomprensibile, situazione nella provincia di Reggio Calabria in cui strutture e servizi dedicati sono evidentemente sottodimensionati rispetto a quanto previsto dai fabbisogni di assistenza nel territorio provinciale.

    Il presidente di Confcooperative Calabria, Camillo Nola, dichiara: “Siamo al fianco di GOEL in questo momento difficile. Confidiamo nel ruolo di mediazione della Prefettura di Reggio Calabria per la soluzione di una vertenza che va valutata nell’ambito di un quadro emergenziale di contesto che produce forte preoccupazione.

    Il blocco delle attività dei centri psichiatrici determinerebbe una situazione drammatica, senza precedenti a causa del sostanziale azzeramento dell’offerta in provincia di Reggio Calabria. Confidiamo nella sensibilità e nella competenza di tutti gli soggetti attivi presenti al tavolo di martedì prossimo, compreso i vertici del Comune di Siderno che dovrebbero avere una profonda conoscenza del contesto socio-sanitario del territorio.

    Da parte nostra, ci impegniamo a lavorare fianco a fianco con GOEL e le istituzioni locali per trovare una soluzione che salvaguardi la continuità di questi servizi indispensabili e che, viceversa, ponga le basi per incrementarli.”

    Confcooperative Calabria invita tutte le parti coinvolte a considerare con attenzione e responsabilità l’importanza di questi servizi e le opzioni amministrative già disponibili, sperando in un dialogo costruttivo che ponga al primo posto le esigenze dei pazienti e delle loro famiglie.


  • camillo nola false cooperative

    Il coordinatore di Alleanza delle Cooperative Italiane Calabria, Camillo Nola, è intervenuto sulla polemica scoppiata negli ultimi giorni dopo l’intervento del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che in occasione dell’ultima seduta del Consiglio Regionale ha preso di mira le cooperative che offrono servizi di manodopera sanitaria a prezzi altissimi e totalmente fuori mercato.

    Le parole del Presidente Occhiuto – spiega Nola in una nota stampa – squarciano finalmente un velo opaco che attanaglia il mondo socio-sanitario in Calabria. Vogliamo ricordare a tutti che la Cooperazione, quella vera, è al servizio di migliaia di utenti in Calabria, offre risposte a bisogni essenziali e rimane estranea ai forti interessi che girano sul grande budget sanitario. Purtroppo ci sono soggetti societari, forse anche cooperativi, che fanno dell’interposizione di manodopera il proprio core business e sono di fatto delle agenzie interinali che speculano nel mondo socio sanitario, spinte da interessi di lucro, e dunque con principi ed obiettivi opposti rispetto a quelli che muovono quotidianamente le nostre iscritte sociali e sanitarie. 

    Bene che il Presidente della Regione finalmente scopra il vaso di pandora delle speculazioni originate dal libero mercato, che danneggiano il nostro sistema sanitario e sociale! – esordisce così Camillo Nola, coordinatore di Alleanza delle Cooperative Italiane Calabria – condividiamo pienamente l’azione di contrasto agli speculatori di sofferenze attraverso tutte le opportune iniziative, temporanee e/o strutturali, utili a risollevare la sanità regionale dal disastro permanente; è necessario, però, anche prendere posizione contro tutti coloro che, fortemente interessati, approfittano delle polemiche per infangare con una certa malizia il buon nome della Cooperazione in Calabria e nel Paese, rivendicando tra l’altro presunti primati in termini di morale ed etica.

    Per quanto ci riguarda, riteniamo che il Presidente, in qualità di commissario della Sanità, valuti la necessità di porre in campo una ricognizione permanente delle cooperative che lavorano con le ASP in tutti i settori, dalle pulizie ai servizi socio-sanitari, per comprendere quali di queste sono (come prevede la Legge) regolarmente revisionate dal Ministero, quali hanno i bilanci depositati e i regolamenti interni consegnati alle Direzioni Territoriali del Lavoro. 

    Nola: la buona cooperazione sanitaria è al servizio del territorio

    Le nostre associate offrono servizi e non lavoratori interinali, rispondono ai bisogni di tanti calabresi garantendo il diritto all’assistenza di malati, anziani, minori e famiglie, soggetti fragili che il sistema del Welfare regionale da solo non riuscirebbe mai a garantire. Inoltre, sono parte del tessuto sano dei territori nei quali contribuiscono alla crescita e allo sviluppo, portando avanti i principi di solidarietà, mutualità e sussidiarietà, ponendo al centro unicamente la persona.

    Mi rifiuto di pensare, conoscendolo, che il Presidente Occhiuto abbia voluto attaccare genericamente il mondo della Cooperazione, – continua Nola – quella che rappresenta l’ossatura dei sistemi di welfare e della educazione, di lavoro equo e di responsabilità sociale d’impresa in questo Paese. In tal senso, chiedo al Governatore in nome della trasparenza di pubblicare i nomi dei soggetti societari che hanno fatto queste proposte e per comprendere se effettivamente ci sono anche tipologie cooperative. 

    Un’operazione verità sulla falsa cooperazione

    Spero comunque che da questo intervento si inizi a fare luce anche sul sottobosco della falsa cooperazione che opera sul mercato in barba alla legge, ai controlli e ai calabresi. Si faccia luce anche sulla piaga illecita dell’intermediazione fittizia del lavoro e pure su quei medici ed infermieri, sottolineo non tutti, che arrotondano i compensi ricevuti dalla P.A. con prestazioni private pagate in nero approfittando della sofferenza quotidiana dei cittadini. 

    Se la battaglia è questa caro Presidente, sappia che noi siamo al suo fianco, perché la Cooperazione non ha paura di una “operazione verità”, da cui i calabresi trarranno solo benefici.

    Basta con questa filosofia di fare di tutta l’erba un fascio, ci sono mele marce ovunque, che siano singoli professionisti, società di persone, di capitali, cooperative, nella sanità come in altri settori della vita economica e nessuna categoria o settore può considerarsi immune. Basta con l’utilizzo strumentale di questi temi ad uso e consumo di tanti nelle campagne elettorali e sulla pelle dei cittadini sofferenti.

    Forse troppo nel silenzio lottiamo (da soli) su questi argomenti, con tanto di proposta di legge regionale mai approvata da anni, e sicuramente non accettiamo lezioni di etica da certi corpi intermedi che queste battaglie non le hanno mai volute affrontare.”


  • PNRR, Gardini: “Sia rivolto a ridurre le diseguaglianze e a valorizzare le sinergie tra pubblico e privato”

    Il presidente dell’Alleanza delle Cooperative, Maurizio Gardini, rilancia le comunità energetiche come possibile soluzione territoriale alla crisi energetica.

    «Il Pnrr sia rivolto a ridurre le diseguaglianze e valorizzare le sinergie pubblico privato». Lo ha detto Maurizio Gardini, presidente di Alleanza Cooperative Italiane, anche a nome dei copresidenti Mauro Lusetti e Giovanni Schiavone, incontrando al Ministero dello Sviluppo Economico il ministro Giancarlo Giorgetti, la sottosegretaria Anna Ascani, il direttore generale Fabio Vitale e il capo segreteria tecnica Pamela Morassi.

    «La crisi energetica e l’aumento dei costi materie prime costituisce un grande problema per la competitività del tessuto imprenditoriale e per l’erosione del potere d’acquisto. Resta da affrontare – si legge nella nota – il problema della revisione dei prezzi, capitolo affrontato per gli appalti relativi a opere pubbliche, ma non per i servizi». 

    Il possibile ruolo delle comunità energetiche e delle cooperative di comunità

    «Riguardo alla dipendenza energetica dalle fonti estere, l’Alleanza Cooperative ha evidenziato l’importanza di investire nelle comunità energetiche come possibile soluzione territoriale. Così come va incoraggiata di pari passo – ha aggiunto il presidente dell’Alleanza – la valorizzazione delle cooperative di comunità strumento vero per contrastare il declino territoriale ed economico delle aree interne e a rischio spopolamento».

    Durante l’incontro è stato sottolineato che le cooperative di comunità costituiscono il veicolo sociale e territoriale per lo sviluppo delle comunità energetiche per garantire la distribuzione equa e solidale del valore generato. E’ stata anche evidenziata la necessità di rafforzare le forme di contrasto alla presenza sui mercati di false imprese, che oltre a ledere la reputazione delle imprese sane alterano il corretto funzionamento del mercato.

    La promozione dell’impresa cooperativa

    «Abbiamo apprezzato – prosegue Gardini – le parole del ministro sulla necessità di assicurare, attraverso gli opportuni controlli, il rispetto del principio di mutualità nell’impresa cooperativa e di intensificare la promozione della forma cooperativa, in quanto particolarmente utile ad affrontare le emergenze di questa fase per la sua capacità di fare rete».

    A questo proposito, si è convenuto sull’opportunità di promuovere la nascita di una “cabina di regia” per la promozione e lo sviluppo dell’impresa cooperativa, modello in grado di dare risposte efficaci ai nuovi bisogni dei cittadini, nel segno della partecipazione, dell’equa ripartizione del valore generato e dell’inclusione sociale.


  • lavoro licenziamenti

    Contratti pubblici, da riforma nuovo rapporto di fiducia tra Stato e imprese

    L’Alleanza delle Cooperative auspica l’utilizzo del criterio del prezzo fisso negli appalti pubblici per garantire la qualità dei servizi e il rispetto dei diritti dei lavoratori.

    Certezze delle regole, condizioni che tengano conto del reale andamento del mercato, professionalizzazione di imprese e lavoratori e qualificazione delle stazioni appaltanti. Sono i temi che riassumono le proposte che l’Alleanza delle Cooperative ha presentato oggi alla Camera nel corso di un’audizione sul disegno di legge delega su contratti pubblici.

    La razionalizzazione del sistema produttivo generato dalla crisi e l’instabilità del quadro economico derivante dalla pandemia e dall’attuale crisi internazionale – hanno sottolineato i rappresentanti delle tre principali centrali cooperative  – devono imporre una nuova stagione di rapporti tra lo Stato e le imprese, funzionali al raggiungimento di quegli obiettivi comuni di modernizzazione sostenibile delle infrastrutture (tradizionali, innovative e sociali) che costituiscono il presupposto della crescita economica“.

    Appalti: no al criterio del prezzo più basso

    Per l’Alleanza il lavoro svolto dal Senato sul testo del disegno di legge delega presentato dal Governo rappresenta un significativo passo avanti in e tuttavia può essere ancora migliorato facendo alcune modifiche. In particolare l’Alleanza ritiene indispensabile garantire la prevalenza dell’aspetto tecnico rispetto a quello economico per i servizi sociali e quelli ad alta intensità di mano d’opera confermando un punteggio non inferiore al 70 per cento da attribuire alla qualità vietando esplicitamente che si valuti l’offerta di elementi aggiuntivi della prestazione con l’attribuzione di un punteggio.

    Si ritiene, inoltre, che si potrebbe valutare la possibilità di utilizzo del criterio del prezzo fisso quale sistema per aumentare la qualità degli appalti nel rispetto delle differenti realtà territoriali.  

    Per favorire la massima partecipazione, la parità di trattamento e la semplificazione della disciplina applicabile valorizzando gli strumenti di aggregazione delle imprese, compresi quelli tipici del movimento cooperativo (consorzi di cooperative), in linea con le direttive UE e con la recente legislazione italiana in materia di appalti.

    Il ricorso al criterio del prezzo più basso infatti potrebbe provocare per alcune tipologie di servizi, in settori particolarmente sensibili, il rischio che l’eccessivo abbattimento dei costi si traduca in affidamenti incapaci di garantire non soltanto un accettabile livello qualitativo delle prestazioni, ma anche il rispetto dei diritti dei lavoratori impiegati dall’appaltatore.


  • Def: il decalogo dell’Alleanza delle Cooperative per superare la crisi energetica

    Le proposte dell’Alleanza delle Cooperative italiane in audizione alla Commissione Bilancio della Camera dove è in corso l’esame del Def. 

    Un decalogo per affrontare la crisi energetica puntando su misure che permettano al nostro Paese di affrancarsi dalla dipendenza promuovendo forme di produzione improntate al mutualismo e alla collaborazione tra produttori e utenti. E ancora Pnrr, fisco, lavoro, contratti pubblici e semplificazione.

    Sono i temi su cui l’Alleanza delle Cooperative ha presentato oggi le sue proposte nel corso dell’audizione alla Commissione Bilancio della Camera in cui è in corso l’esame del Def. 

    Le proposte dell’Alleanza delle Cooperative alla Camera

    Tra le cooperative la fiducia generale rispetto alle prospettive dell’economia italiana per il primo semestre 2022 è in forte caduta. Maggiore incertezza e stazionarietà dei nuovi ordinativi, un aumento della dinamica inflattiva, previsioni di aumento di fatturato e occupazione notevolmente ridotte, ma pur sempre in territorio ancora positivo, sono il sentiment più diffuso tra i cooperatori. 

    Energia “Sul fronte energetico – ha chiesto l’Alleanza – occorre intervenire subito con risposte rapide e coordinate, oltre che a livello emergenziale e di breve periodo, anche con azioni di carattere strutturale di medio-lungo periodo. 

    Tra le 10 proposte del manifesto sull’energia c’è quella di rivedere il carico fiscale sulle bollette, dare urgente attuazione alla disciplina in materia di comunità di energia rinnovabile e di comunità energetiche e promuovere e sostenere forme mutualistiche senza scopo di lucro di acquisto collettivo di beni e servizi energetici in forma cooperativa in particolare a beneficio delle famiglie e delle Pmi maggiormente in difficoltà.  

    Pnrr Sul Pnrr l’Alleanza ha auspicato un “coinvolgimento maggiore e sussidiario del privato e del privato sociale”, come le stesse cooperative, nella convinzione che i partenariati ex ante spingano la domanda, aumentino la probabilità di raggiungere nel tempo giusto i risultati. 

    Fisco  La riforma fiscale è imprescindibile per accompagnare il Paese e le imprese alla ripresa e per rimuovere le sacche di irrazionalità accumulatesi nel sistema. Cominciando dall’eliminazione dello stato di confusione e incertezza generale in cui versa l’ordinamento tributario. “Proponiamo – ha aggiunto l’Alleanza – l’introduzione di un incentivo per le sole persone fisiche – nonché per gli investitori istituzionali dell’economia sociale, quali fondi mutualistici, fondi per la promozione di imprese sociali, ecc. – che investono nel capitale e/o patrimonio di società che hanno un divieto di lucro legale o statutario.

    Lavoro Sul lavoro in contesto economico fortemente segnato da indicatori inflattivi estremamente alti e preoccupanti, rilanciamo con forza l’urgente necessità per un intervento strutturale di riduzione del costo del lavoro. 

    Lavori pubblici Tra le proposte sui lavori pubblici vi è quella in particolare che punta a confermare le velocizzazioni a monte della gara e una qualificazione e razionalizzazione delle stazioni appaltanti. 

    Semplificazione “Apprezziamo – ha sottolineato l’Alleanza – le iniziative avviate dal Governo e all’esame del Parlamento che perseguono tentativi di sburocratizzazione dell’attività d’impresa e di razionalizzazione e coordinamento dei controlli amministrativi. Auspichiamo un maggior collegamento con le politiche di semplificazione, riassetto e codificazione già in atto. Le questioni del rapporto tra libertà d’impresa e burocrazia non possono essere ridotte alla mera soppressione di oneri, balzelli o procedure. 


  • periti agrari calabresi

    Fruit Logistica 2022, Minisci: formazione ed innovazione per rilanciare il settore ortofrutticolo calabrese

    Il presidente della Federazione Calabrese dei Periti Agronomi, Angelo Minisci, commenta i trend emersi nell’ultima edizione della Fruit Logistica di Berlino.

    Prima la Pandemia, ora la guerra in Ucraina con tutte le conseguenze che ben conosciamo, ma il settore ortofrutticolo e quello agroalimentare non si fermano, come dimostra il Fruit Logistica di Berlino terminato da qualche ora. 

    La tre giorni berlinese, tornata dopo lo stop per il COVID19, ci ha permesso, come sempre accade, un confronto con le realtà del Nord Europa, con i buyer e con gli operatori di settore per comprendere quali sono i trend del mercato e quali le opportunità di crescita e sviluppo anche per le aziende calabresi.

    I trend del mercato ortofrutticolo

    Le tendenze da cavalcare in questo momento delicato a livello globale per le nostre produzioni sono: l’innovazione di prodotto e nella logistica e la capacità di essere sostenibili e unici.

    La Regione Calabria era presente con uno spazio significativo all’interno del padiglione Piazza Italia, scelta che ha permesso alle organizzazioni di Produttori e Consorzi di tutela, tra i quali quello delle Clementine di Calabria IGP e quello della  Patata della Sila IGP, di essere visibili in un palcoscenico mondiale, dove è stato possibile incontrare e confrontarsi con tantissimi operatori di settore.

    Vogliamo ringraziare come Periti Agrari l’Assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, il Dirigente Generale Giacomo Giovinazzo e il dirigente del settore 6 OCM Domenico Ferrara per aver supportato le aziende presenti in fiera e per essere stati partecipi e attivi durante l’evento rappresentando al meglio il settore ortofrutticolo calabrese. Da sottolineare anche la scelta strategica di presentare la Calabria con tre chiare direttrici di sviluppo:

    • La prima ha riguardato l’attenzione per i prodotti Club presenti in regione (es. Kiwi Jingold  e la Clementina Tango), per dimostrare come le  aziende più strutturate in Calabria possano essere direttamente licenziatarie di marchi di prodotto e lavorare al pari di altre aziende italiane ed europee.
    • Il secondo tema proposto è stato incentrato su come tutelare e valorizzare le produzioni IGP calabresi, con un momento che ha portato un contatto diretto con la GDO e con tanti direttori e responsabili acquisti di supermercati e catene di settore.
    • La terza occasione di approfondimento ha avuto come focus principale l’innovazione di prodotto, in particolare il confezionamento per l’ortofrutta con la case history di un’azienda familiare operante in Alto Adige, ma con radici calabresi, che è tra i leader mondiali nella selezione di qualità del legno, oltre che nelle soluzioni per lo smistamento e il confezionamento dei prodotti ortofrutticoli. L’ennesima dimostrazione che spesso innovare il prodotto significa guardare alla sostenibilità, al territorio e a come lavorare con esso per migliorare le proprie performance e la propria percezione nel mercato.

    Tre temi da mettere al centro dell’agenda politica ed economica per sostenere la crescita del settore della nostra Regione, meglio se con una stretta sinergia tra imprese e pubblico, con il coinvolgimento di enti, associazioni ed università che possano supportare l’innovazione con idee, prodotti e ricerca.

    Le parole del presidente della FCPA Angelo Minisci

    “Passeggiando tra i padiglioni del Fruit Logistica sono stato colpito da due elementi che mi sono apparsi molto chiari – sottolinea Angelo Minisci, Presidente della FCPA Calabria -. Per prima cosa ho constatato come i paesi del Nord Europa si stiano organizzando in tema produzione ortive ad alto reddito attraverso l’implementazione di serre con colture fuori suolo, puntando soprattutto su soluzioni altamente innovative a basso impatto energetico e altamente sostenibili sia per il consumo di acqua che di materie organiche. Lo fanno grazie anche a nuove soluzioni sulla nutrizione delle piante, l’uso di droni per rilevare lo stato di salute delle coltivazioni e sulla difesa naturale tramite i lanci di insetti predatori, il tutto guardando anche al tema dei costi.

    Oltre a questo, praticamente ovunque ho visto robot e macchine con bracci antropomorfi capaci di ottimizzare la preparazione delle merci per la spedizione e il mercato; robot precisi e veloci nel confezionamento, bracci potenti per la movimentazione. Insomma, l’automazione e la digitalizzazione della filiera è un salto di qualità da fare e affrontare con un confronto aperto tra parte politica, imprese e università, perché sarà sempre più determinante per la nostra competitività e per tutelare la qualità delle nostre produzioni, non solo ortofrutticole. Idee su cui concorda anche il dott. Agronomo Michele Santaniello, presidente dell’ODAF di Cosenza, con cui si è creata una bella sinergia e attivata una costruttiva collaborazione.

    Da queste innovazioni di processo e di prodotto si evince in maniera chiara quanto sia necessario investire in formazione da spendere poi nell’intero comparto agricolo calabrese. Sono sempre più sicuro e certo che ogni azienda agricola che abbia intenzione di affrontare il mercato e competere oggi ha bisogno di un perito agrario e di un agronomo altamente formato. Questa è la sfida che la nostra regione deve porsi e che non può permettersi di perdere.


  • istat lavoro

    Ddl Concorrenza, Alleanza delle Cooperative: “A rischio le regole del mercato portuale”.

    L’organizzazione di rappresentanza delle cooperative esprime preoccupazione per gli emendamenti al Ddl Concorrenza.

    Proposte decontestualizzate che rischiano di compromettere l’impostazione e l’attuale assetto normativo che regola le attività nei porti italiani”.  Il commento dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Servizi (Agci Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi) a seguito delle proposte emendative al Ddl Concorrenza presentate da alcune forze politiche in 10ª Commissione (Industria, commercio, Turismo) del Senato che vanno a modificare le normative relative al lavoro e le concessioni nei porti.

    In primo luogo, preoccupa la soppressione del divieto di interscambio di manodopera tra aree demaniali assentite in concessione, divieto che è presente nella proposta di legge avanzata dal governo. “Non siamo assolutamente d’accordo che venga abolito il divieto di interscambio di manodopera tra concessioni in capo ad uno stesso soggetto concessionario, all’interno dello stesso sistema portuale, perché in questo modo si scardinano i principi di concorrenza e flessibilità su cui si fonda il mercato regolato del lavoro portuale”.

    Forte preoccupazione anche per la cancellazione – seppur parziale – del divieto di autoproduzione delle operazioni portuali blindato del Dl rilancio. “Siamo fortemente contrari all’emendamento finalizzato a cancellare, sebbene solo in parte, il divieto di autoproduzione delle operazioni portuali perché verrebbe minato l’equilibrio occupazionale dei porti”.

    Contrarietà anche alla assegnazione delle competenze sul governo della portualità ad Art, Anac e Agcom in quanto “sottraendole al Ministero dei Trasporti e della Mobilità Sostenibili, si andrebbe a complicare e burocratizzare di fatto la gestione del sistema portuale.

    Queste le proposte che sollevano forte preoccupazione e sulle quali le Associazioni dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Servizi esprimono totale contrarietà, chiedendone l’immediato ritiro.

    “Le proposte vanno ad impattare negativamente il sistema portuale, facendo venir meno i principi di concorrenza e minando l’assetto regolatorio e l’occupazione del mercato portuale. Chiediamo fermamente che questi emendamenti non vengano approvati, a tutela e nell’interesse dell’intero sistema della portualità italiana”.


  • innovazione cooperative

    Alleanza delle Cooperative: “Sviluppiamo una cultura digitale cooperativa”

    L’Alleanza delle Cooperative, in audizione alla commissione Lavoro della Camera, chiede lo sviluppo di una cultura digitale all’insegna dei valori del mutualismo e della trasparenza.

    Sviluppare una cultura digitale cooperativa, valorizzare la contrattazione collettiva tra le organizzazioni più rappresentative anche per i platform workers, no ad automatismi per qualificare i rapporti di lavoro, trasferire i principi mutualistici nelle professioni e nelle piattaforme digitali.

    La questione dell’inquadramento dei riders

    Questi, in sintesi, i temi principali dell’audizione dell’Alleanza delle Cooperative in audizione in commissione Lavoro della Camera che sta esaminando la proposta di direttiva Ue sul miglioramento nelle condizioni di lavoro attraverso le piattaforme digitali. 

    Come Alleanza delle Cooperative abbiamo sempre sostenuto il nostro convincimento e impegno per l’affermazione del lavoro dignitoso, ritenendo tuttavia in via prioritaria che tale obiettivo possa essere perseguito in modo più efficace attraverso un corretto esercizio della contrattazione collettiva tra le organizzazioni più rappresentative. Anche sulle professioni qualificabili tra i platform workers, in questi ultimi anni abbiamo dato dimostrazione di disciplinarne e regolamentarne alcuni aspetti nell’ambito di CCNL da noi sottoscritti: il caso più noto è quello dei rider, inclusi all’interno del contratto collettivo nazionale del comparto merci e logistica già dal 2017”. 

    A tal proposito l’Alleanza chiede che venga garantita agli operatori economici la possibilità di utilizzare, purché correttamente e senza abusi, la tipologia contrattuale che meglio si adatta alla situazione e alla prestazione senza meccanismi automatici di presunzione al ricorrere dei quali un rapporto sarebbe definito subordinato a tempo indeterminato. L’assenza di una presunzione dovrebbe essere valutata come un elemento di libertà e vantaggio per gli stessi lavoratori in piattaforma ad operare, senza schemi precostituiti, in qualità di autonomi. 

    Una cultura digitale all’insegna dei valori cooperativi

    Sempre riguardo il rapporto di lavoro la vera centralità della questione affrontata nella direttiva risiede in due differenti aspetti: la gestione dei dati e la equa redistribuzione della ricchezza da essi prodotta. 

    Ed è proprio in questo contesto economico e sociale – aggiunge l’Alleanza – che sosteniamo la necessità di sviluppare una cultura digitale cooperativa, valorizzando la specificità cooperativa nell’universo e nella nuova economia digitale, strutturando percorsi e servizi non come una mera traslazione e applicazione dei criteri e delle dinamiche dell’economia e della società digitale al mondo cooperativo, ma come processo autonomo e differenziante del mondo cooperativo al digitale fondato sui valori di mutualismo, democrazia economica, trasparenza, collaborazione e condivisione“.  


  • scuola cooperative

    Cerrone e Mezzatesta: “La Calabria non investe su bambini e famiglie”.

    Confcooperative Calabria denuncia la mancanza di investimenti e programmazione della Regione Calabria in materia di servizi per l’infanzia.

    Il settore dell’istruzione per i bambini da 0 a 6 anni in Calabria soffre di una storica carenza di offerta, che arriva appena a coprire il 10,9% dei bambini della nostra regione, tra strutture pubbliche (solo il 2,5%) e private. Per comprendere quanto siamo indietro rispetto alle altre regioni e persino alle linee guida europee, basti pensare che l’Unione Europea ha sancito come obiettivo minimo di raggiungere almeno il 33% dell’utenza 0-6, dunque ben tre volte la percentuale attualmente coperta dai servizi di istruzione nella nostra regione.

    Le opportunità mancate del settore dell’istruzione per bambini

    Eppure, le opportunità per chiudere questo gap, che influisce in maniera pesante sui diritti e sul futuro di tanti bambini calabresi, ci sarebbero: basti pensare ai fondi del PNRR che potevano essere destinati a questo settore o a politiche regionali lungimiranti che avessero investito realmente nella creazione e nel rafforzamento di asili e nidi pubblici e privati. La scelta ormai arcaica di emanare bandi cui far partecipare le strutture di istruzione primaria non può portare beneficio alcuno, se non ampliare la forbice delle diseguaglianze tra territori.

    Basti pensare che su 403 comuni calabresi solo il 22,8% offre servizi per la prima infanzia, un campanello d’allarme da avere ben a mente per comprendere quanto siano ampie le disparità e le diseguaglianze tra i bambini in base alla mera fortuna di nascere in un comune anziché in un altro. Ricorrere a bandi lascia troppa discrezionalità, poiché c’è bisogno di fondi che spesso i comuni non hanno, di risorse per la progettazione e anche di coraggio per investire in maniera sostanziosa in strutture (spesso da rifare o da mettere a norma) che non si sa poi se saranno effettivamente finanziate e sfruttate per la crescita dei nostri bambini.

    Le proposte di Confcooperative Calabria

    È evidente la necessità di una cabina di regia regionale che metta a sistema il settore, facendo sedere attorno al tavolo i rappresentanti dei servizi 0-6, gli assessori e il presidente della giunta regionale, i dirigenti regionali, rappresentanti del Terzo Settore e i rappresentanti dell’ANCI poiché sono proprio i comuni alla fine della fiera ad avere tra le mani la patata bollente da gestire verso le famiglie. Un tavolo programmatico e pragmatico che parta subito dalla messa in campo delle misure per avviare il processo già previsto nel piano ministeriale “pluriennale per il sistema integrato di educazione e istruzione per bambini di età compresa fra gli 0 e i 6 anni” contenuto all’interno del Fondo Nazionale per il Sistema integrato. 

    Rendere i servizi per la prima infanzia universali, più diffusi e accessibili, è una sfida nella lotta alla povertà educativa poiché gli asili nido sono il primo luogo di socialità che offre ad ogni bambino un’occasione per ridurre le disuguaglianze, un’opportunità formativa unica ancor più per quelle famiglie con maggiori difficoltà economiche e meno integrate nella società. Inoltre, servizi più diffusi e accessibili faciliterebbero non poco la quotidianità di tante mamme che potrebbero così lavorare in maniera più serena e non dover rinunciare alla propria realizzazione professionale per dedicarsi interamente ai propri figli.

    Alla luce di quanto evidenziato riteniamo che sia necessario ed ormai improcrastinabile un confronto tra rappresentanti del mondo 0-6, Terzo Settore, Regione e ANCI per l’attivazione di tavoli di co-programmazione che nel rispetto delle linee guida nazionali e delle specificità territoriali diano risposte reali e concrete ai bambini, dando la possibilità a questo settore di crescere e con esso di far crescere l’intera regione sia oggi, sia domani con bambini più formati.