Categoria: Cultura

  • Un teatro vuoto a causa degli scarsi finanziamenti alla cultura.

    Cosa è successo al 2 per mille per le associazioni culturali?

    Introdotto nel 2016, riproposto nel 2021, il 2 per mille alla cultura rappresenta l’ennesimo fallimento della politica italiana.

    Sono giorni intensi per commercialisti, CAF e sostituti d’imposta: sono i giorni della dichiarazione dei redditi. Tra le decine di detrazioni, deduzioni e imposte presenti nel modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate ce ne sono alcune ormai conosciute da tutti i contribuenti: il 5 per mille e l‘8 per mille.

    La destinazione del 5 per mille e dell’8 per mille

    L’8 per mille ha una genesi più antica. Risale infatti addirittura al 1985 e dà la possibilità ai cittadini di scegliere di donare una quota dell’Irpef allo Stato o ad una Confessione religiosa (Chiesa Cattolica, Unione buddista, induista, ecc.).

    Il 5 per mille, invece, introdotto nel 2006, riguarda esclusivamente gli Enti Non Profit o la Ricerca scientifica. Ogni anno, grazie al 5 per mille, organizzazioni come Emergency, AIRC e tante piccole realtà del terzo settore possono avere un piccolo sostegno fondamentale per portare avanti le proprie attività di natura sociale.

    C’è però un altro strumento di sussidarietà fiscale meno conosciuto dai contribuenti, sia perché è stato inserito di recente sia perché non è stato oggetto di una grande campagna informativa: il 2 per mille.

    A chi è destinato il 2 per mille?

    Il 2 per mille è una forma di finanziamento pubblico dei partiti politici, effettuata direttamente dai contribuenti, che di fatto sostituisce i vecchi rimborsi elettorali.

    Per partecipare alla ripartizione dei fondi del 2 per mille ciascun partito deve richiedere l’iscrizione al Registro dei partiti politici e, una volta inserito nell’elenco, riceve un vero e proprio codice identificativo che deve essere esplicitato dal cittadino in fase di compilazione della dichiarazione dei redditi. Ogni partito potrà beneficiare solo del gettito delle scelte a suo favore, mentre il gettito non esplicitato, ovvero quando il contribuente non esprime alcuna “preferenza”, andrà allo Stato.

    Ma lo sapevate che per un breve lasso di tempo è stato possibile destinare il 2 per mille anche alle associazioni culturali?

    La breve storia (triste) del 2 per mille alla cultura

    Il 2 per mille alla cultura era stata una novità introdotta in via sperimentale nel 2016 dall’allora governo Renzi, poi sparita negli anni successivi e ripescata nel 2021. Da qui in poi non si è mai più rivisto nella dichiarazione dei redditi, nonostante diverse forze politiche abbiano sottolineato la necessità di reintrodurlo per dare un sostegno concreto alle migliaia di associazioni culturali presenti sul territorio italiano. Parliamo di realtà che lavorano ogni giorno per valorizzare il patrimonio culturale nostrano come musei, chiese e opere d’arte, e arricchiscono le città italiane con concerti, spettacoli teatrali, balletti e tantissimo altro.

    Le edizioni del 2016 e del 2021 erano state sicuramente positive: il 2 per mille per la cultura necessitava sicuramente di alcuni accorgimenti, vedi ad esempio i tempi ristretti per effettuare la richiesta di iscrizione nella lista dei beneficiari o la scarsissima comunicazione sull’esistenza stessa dello strumento, ma, al netto di tutto, aveva grandissime potenzialità.

    https://www.cooperativeitalia.it/2-per-mille-associazioni-culturali-ammesse-2021/

    Un Paese florido e dinamico dal punto di vista culturale come l’Italia ha bisogno di investire nella cultura, a maggior ragione se questo sostegno viene dal basso. Chiunque di noi, del resto, sarebbe disposto a destinare parte delle proprie imposte ad un’associazione culturale che valorizza l’identità del proprio territorio tramite, ad esempio, l’arte e la musica.

    Il nostro auspicio è che il Governo possa mantenere fede alle promesse effettuate in campagna elettorale mandando un messaggio forte a tutti gli operatori culturali presenti in Italia.


  • Agrigento proclamata Capitale della Cultura 2025

    Agrigento è stata proclamata Capitale della Cultura 2025. Proclamazione che rappresenta una grande opportunità per il mondo della cooperazione in Sicilia.

    Agrigento supera le nove città concorrenti e diventa Capitale della Cultura 2025. A proclamarlo è stato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso della cerimonia che si è svolta a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura.

    Al centro del dossier: Accoglienza, mobilità e offerta culturale

    “Agrigento assume come centro del proprio dossier di candidatura la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia e ponendo come fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità. Il progetto risponde in modo organico all’obiettivo di presentare a un pubblico vasto un programma di grande interesse a livello territoriale, ma anche nazionale e internazionale. Il ricco patrimonio culturale del territorio è il volano con cui si valorizza la variegata offerta culturale proposta in un’ottica di innovazione, promozione e, di conseguenza, di un successivo sviluppo socio-economico, che trova ispirazione nei concept tecnologici più moderni. Il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni potrà promuovere la cultura come caposaldo della crescita individuale e comunitaria”. Questa la motivazione che ha spinto la giuria a proclamare Agrigento la Capitale della Cultura 2025.

    L’importanza della cultura cooperativa

    Antonio Martina, presidente di Confcooperative Sicilia, ha sottolineato come questa proclamazione rappresenti una grande opportunità anche per il mondo della cooperazione in Sicilia, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo locale.

    Agrigento è uno scrigno che negli anni ha messo a frutto tutte le sue virtù e il movimento cooperativo ha giocato sicuramente un ruolo primario, puntando negli anni scorsi sui servizi alla persona e sulla tessitura della società civile, facendo della cultura e della partecipazione democratica strumenti di sviluppo autentico e duraturo. Il ruolo che hanno le cooperative è importante, soprattutto, nell’attivazione di tutti quegli strumenti di partecipazione sul tema del rapporto pubblico-privato, in quanto le cooperative hanno legami molto forti con i territori dove operano e sono portatrici di importanti elementi di innovazione.

    Ci sono dei progetti in corso d’opera e uno degli esempi di partecipazione democratica dei cittadini all’economia del territorio, è rappresentato sicuramente dalle cooperative di comunità che vedono questa partecipazione sinergica tra persone e imprese, ma anche tra gli enti locali stessi.

    Lavorare insieme per il bene comune è l’obiettivo che si intende portare avanti con i progetti presentati per il 2024. Inoltre, si ha in itinere la costruzione di una nuova cooperativa di comunità nell’entroterra di Agrigento a Santo Stefano, che vede la partecipazione della comunità locale, dell’amministrazione pubblica, per il rilancio e la valorizzazione del territorio, in un’idea di governance cooperativa che deriva proprio da un partenariato pubblico-privato. 


  • Giovanna Barni presidente di Culturmedia Legacoop.

    Il 22 febbraio 2023 si è svolto il secondo Congresso nazionale di CulTurMedia – Legacoop, ospitato da La Sapienza Università di Roma, presso l’edificio Marco Polo. Nel corso dell’assemblea i delegati dell’organizzazione di rappresentanza delle cooperative culturali hanno riconfermato Giovanna Barni per un altro mandato della durata di quattro anni.

    Secondo congresso nazionale di CulTurMedia: cultura opportunità di crescita del Paese

    Dall’incontro è emerso che il modello cooperativo è particolarmente adatto alla valorizzazione della cultura come importante opportunità di crescita economica e sociale del Paese.  L’Italia può essere un’avanguardia europea nel settore se associa alla ricchezza diffusa del proprio patrimonio e dei propri saperi l’idea cooperativa.

    Giovanna Barni dichiara: “Il modello cooperativo, radicato nei territori e nelle persone che li abitano, è quello che può interpretare al meglio l’idea di una relazione più avanzata tra pubblico e privato e cittadini per la cura e l’attivazione delle risorse culturali con la partecipazione delle comunità locali, in linea con le Raccomandazioni del Consiglio Europeo sulla governance partecipativa del patrimonio culturale. I nostri presidi diffusi, che interessano anche le regioni del sud così come le aree interne del nostro Paese, attraverso l’attivazione di pratiche di innovazione sociale, migliorano l’accessibilità e trasformano i luoghi della cultura (biblioteche, musei, teatri, borghi e edifici abbandonati) in spazi di ri-connessione per le comunità, di stimolo di creatività e innovazione, generando processi di cambiamento verso politiche più eque, sostenibili e inclusive”.

    Cultura: le opportunità offerte dal PNRR

    La cooperazione culturale, creativa e turistica guarda alle opportunità rappresentate, in primo luogo, dalle risorse definite nel PNRR, in particolare il piano attrattività dei Borghi, che prevede due linee di finanziamento destinate a progetti nei piccoli Comuni (fino a 5.000 abitanti). È poi in dirittura d’arrivo un bando Borghi, per un valore complessivo di 200 milioni di euro, per la selezione di circa 2.500 imprese con progetti nei borghi finanziati e coerenti al piano di registrazione, rispetto al quale sono potenzialmente interessate circa 100 cooperative dei settori cultura, turismo, sociale, agricolo e servizi.

    Di rilievo anche le opportunità legate ai partenariati speciali pubblico-privati, esperienza iniziata nel 2017 proprio con una cooperativa, il Teatro Tascabile di Bergamo, che ha prodotto la rigenerazione dell’ex Monastero del Carmine nel centro della città. Partenariati previsti anche nel bando Turismo e Cultura del Fondo complementare al PNRR per l’area del cratere (quella colpita dai sismi del 2016), dove le cooperative di CulTurMedia hanno presentato oltre – più di dieci progetti di rianimazione culturale e sociale e di sviluppo turistico sostenibile come Next Appennino, in particolare per i parchi dei Monti Sibillini e del GranSasso e per una rete di comuni laziali tra Amatrice e Accumoli.


  • i beni culturali che saranno restaurati dal ministero della cultura

    Cantieri della Cultura: l’elenco dei beni finanziati dal Governo

    Il Colosseo, la Basilica di San Marco, Palazzo Reale e tanti altri beni culturali saranno oggetto di operazioni di restauro e valorizzazione.

    Sono 38 i beni culturali protagonisti del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”, promosso dal Ministero della Cultura e approvato dalla Conferenza Unificata Stato Regioni. A questi si aggiungono 3 nuove acquisizioni al Patrimonio dello Stato di beni immobili (Villa Massenzia a Roma, Villa Buonaccorsi a Potenza Picena e diversi terreni in provincia di Venezia sui quali era edificata la città romana di Altino) per un investimento complessivo che sfiora i 200 milioni di euro

    Cos’è il piano Grandi Progetti Beni Culturali

    L’obiettivo del progetto è valorizzare il patrimonio artistico e culturale italiano attraverso interventi  di tutela e riqualificazione di decine di opere presenti sul territorio nostrano. 
    «Trentotto interventi strategici, diffusi in tutta Italia, e tre nuove acquisizioni che confermano la centralità della cultura nell’azione di politica economica del governo», ha commenta il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che evidenzia come «il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale è uno degli assi fondamentali su cui si fonda la crescita economica e sociale del Paese».

    I beni culturali scelti per questo progetto saranno oggetto di operazioni di restauro, messa in sicurezza (anche in chiave anti-sismica), adeguamento degli spazi per migliorare l’accesso al pubblico, ripavimentazione e altri lavori strutturali. Grazie a questa iniziativa si renderà maggiormente fruibili le opere in questione, sia per il turisti che per i cittadini che potranno viverle maggiormente nella quotidianità, e soprattutto si proverà a migliorare la conservazione del bene nel lungo periodo.

    L’elenco dei beni culturali che saranno restaurati

    Tra i protagonisti del progetto ci sono diversi beni che rappresentano a pieno l’identità artistica, storica e cultura dell’Italia come il Colosseo, la Basilica di San Marco e Palazzo Reale. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le 38 strutture scelte dal Ministero, con l’importo del finanziamento erogato per le operazioni di riqualificazione: 

      Oggetto dell’intervento Città Euro
    1 Certosa San Giacomo – Capri Capri 5.000.000
    2 Complesso monumentale del Santuario della Santa Casa di Loreto Loreto 7.100.000
    3 Complesso del San Michele –  ICCROM Roma 2.500.000
    4 Castello di Belforte Belforte 5.000.000
    5 Basilica di San Marco Venezia 3.300.000
    6 Palazzo Poli e Calcografia Roma 4.300.000
    7 Complesso dell’Antico Ospedale Grande Degli infermi (Borgo della Cultura) Viterbo 13.983.010
    8 Villa Diana –  Isola di Gallinara Isola della Gallinara 3.000.000
    9 Cortili Procuratie Nuove  Venezia 4.000.000
    10 Archivio Centrale dello Stato Roma 4.400.000
    11 Palazzo D’Avalos Vasto 2.800.000
    12 Basilica Concattedrale di S. Andrea Mantova 1.601.500
    13 Colosseo- Interventi di restauro Porta Libitinaria, Porta Triunphalis Roma 4.500.000
    14 Villa Medicea dell’Ambrogiana Montelupo Fiorentino 12.000.000
    15 Vittoriano – adeguamento antincendio Roma 14.000.000
    16 Cattedrale S. Maria Assunta Cosenza 2.000.000
    17 Latteria Cooperativa di Canale d’Agordo – Percorso Papa Luciani Canale d’Agordo 1.800.000
    18 Palazzo Reale Napoli Napoli 23.000.000
    19 Il Nuovo MAXXI Roma 15.000.000
    20 Museo della Fondazione Dario Fo e Franca Rame Pesaro 2.350.000
    21 Palazzo Baronale Colonna Colonna 2.400.000
    22 Antico Episcopio di Assisi e Santuario della Spogliazione ( mura romane con la Domus di Properzio, Museo della Memoria e Giardino dei Giusti) Assisi 1.800.000
    23 Anfiteatro di Milano -Parco Archeologico dell’Anfiteatro PAN Milano 3.500.000
    24 Ex Convento Santo Spirito Vibo Valentia 3.000.000
    25 Completamento Museo Mitoraj (2° lotto) Pietrasanta 3.500.000
    26 Anfiteatro Volterra Volterra 3.000.000
    27 Musei Reali, Palazzo Madama,Archivio di Stato e Teatro Regio-Implementazione del Distretto Centrale dei Musei Torino 6.150.000
    28 Campo Fossoli – Restauro del magazzino ferroviario nord Fossoli 500.000
    29 Archivio di Stato Firenze Firenze 4.600.000
    30 EX carcere giudiziario- Museo Modernità interattiva immateriale industriale artigianale agricola artistica – MIA Melfi 4.561.000
    31 Città romana di Iulium Carnicum- valorizzazione delle aree archeologiche Zuglio 1.250.000
    32 Museo della Resistenza Milano 8.000.000
    33 Interventi per la fruizione del Castello Aragonese Taranto 2.750.000
    34 Nuraghe Costa o “Sa Regia” Burgos 1.000.000
    35 Il circuito dei Nuraghi Ussaramanna, Pompu, Quartu Sant’Elena  890.000
    36 Anniversario 900 anni Cattedrale di Santa Maria Assunta in Piacenza e Collegiata di Castell’Arquato Piacenza – Bobbio 750.000
    37 Basilica e Convento di Santa Maria in Vado Vado 2.000.000
    38 Museo Egizio – Lavori per il Bicentenario Torino 5.000.000

     


  • il discorso del presidente mattarella

    Giovedì 3 febbraio è iniziato il Sergio Mattarella bis. L’appena rieletto Capo dello Stato ha effettuato il classico giuramento istituzionale e ha rivolto alle Camere riunite in seduta comune un discorso pieno di contenuti, valori da condividere e spunti per il futuro dell’Italia. 

    Uno dei passaggi più incisi del Presidente della Repubblica ha riguardato il mondo della cultura. Su Cooperative Italia abbiamo dato molto spazio agli operatori del settore culturale, raccontando spesso le loro storie, individuando opportunità per lo sviluppo di cooperative e associazioni culturali e soprattutto sottolineando la rilevanza strategica che l’intero comparto può avere per la crescita economica e sociale del Paese. 

    Mattarella: la cultura non è il superfluo, ma elemento distintivo dell’Italia

    Cultura e scuola sono stati due temi centrali del discorso di insediamento di Mattarella. Un messaggio chiaro e netto che arriva in un momento storico di grande crisi per questi due mondi a seguito dello scoppio della pandemia. 

     

    L’Italia È, Per Antonomasia, Il Paese Della Bellezza, Delle Arti, Della Cultura. Così Nel Resto Del Mondo Guardano, Fondatamente, Verso Di Noi. La Cultura Non È Il Superfluo: È Un Elemento Costitutivo Dell’identità Italiana.

    La cultura, dunque, come segno riconoscibile della nostra nazione. Per questo motivo, quindi, secondo il capo dello Stato proprio la cultura dovrà essere uno dei pilastri del futuro del nostro Paese; un futuro immaginato e progettato in questi mesi anche attraverso i fondi del PNRR. “Facciamo in modo che questo patrimonio di ingegno e di realizzazioni, da preservare e sostenere, – ha aggiunto Mattarella – divenga ancor più una risorsa capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico. Risorsa importante particolarmente per quei giovani che vedono nelle università, nell’editoria, nelle arti, nel teatro, nella musica, nel cinema un approdo professionale in linea con le proprie aspirazioni“.

    Una scuola inclusiva e giusta

    Un altro passaggio importante del discorso del Presidente della Repubblica ha riguardato, come accennato in precedenza, la scuola. Proprio in questi giorni il mondo scolastico è scosso per la morte del giovane Lorenzo Parelli, scomparso in fabbrica nell’ambito di un progetto scuola-lavoro, e per le conseguenti proteste degli studenti represse in maniera violenta dalle forze dell’ordine.

    Sosteniamo una scuola che sappia accogliere e trasmettere preparazione e cultura, come complesso dei valori e dei principi che fondano le ragioni del nostro stare insieme; volta ad assicurare parità di condizioni e di opportunità. È doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni.

    Parole, dunque, che svelano un intento programmatico chiaro che speriamo possa essere abbracciato anche dalle forze politiche di governo e dal Parlamento.


  • Fondazione Cariplo: 14 milioni per aiutare il settore della cultura

    Fondazione Cariplo ha stanziato 14 milioni di euro per aiutare i giovani che operano nel settore della cultura e valorizzare i beni culturali.

    Il mondo della cultura e dello spettacolo ha sofferto più di chiunque altro le chiusure imposte dall’emergenza Coronavirus. Per questo motivo non solo le istituzioni, ma anche i privati si stanno muovendo per aiutare i lavoratori e le imprese del comparto. 

    In questa direzione vanno le risorse stanziate da Fondazione Cariplo che attraverso il suo Consiglio d’Amministrazione ha destinato complessivamente 14,5 milioni per sostenere il settore della cultura.  Dal 1991, anno in cui è nata la Fondazione, sono stati investiti 1 miliardo e 200 milioni di euro per realizzare 14mila progetti in ambito Arte e Cultura. Investimenti importanti che hanno contribuito alla crescita di un settore strategico e centrale nel nostro Paese. 

    Le iniziative di Fondazione Cariplo

    Nei giorni scorsi Fondazione Cariplo ha approvato tre provvedimenti per la ripartenza del mondo della cultura, con un focus sui giovani, sulla promozione della lettura e sulla valorizzazione dei beni culturali
    Nello specifico sono stati previsti: 

    • 9,5 milioni di euro a sostegno di 94 progetti che puntano alla ripresa delle attività culturali, alla promozione del benessere delle persone e allo sviluppo delle comunità, con un’attenzione particolare ai giovani e alle fasce della popolazione più colpite dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria.
    • 3 milioni di euro per 75 progetti per promuovere la lettura come pratica quotidiana per fasce sempre più ampie della popolazione, in modo da favorirne l’inclusione sociale, economica, culturale.
    • 2 milioni di euro per il nuovo bando “SOS Patrimonio”. L’iniziativa sostiene interventi sul patrimonio storico-architettonico di pregio, anche in considerazione della significativa contrazione delle risorse dedicate alla conservazione dei beni culturali, avvenuta nel 2020, a causa delle nuove priorità legate all’emergenza sanitaria da Covid-19.

    Soprattutto nei momenti di crisi – sottolinea Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo – non possiamo permetterci di perdere ciò che rende il nostro territorio attrattivo e ricco di significato: l’azione di soggetti che creano e diffondono cultura rende le nostre comunità più unite e la presenza di beni storico-architettonici genera un valore simbolico, culturale e anche economico. Abbiamo un grande bisogno di bellezza, per questo Fondazione ritiene cruciale continuare a investire in Arte e Cultura, proteggendo il patrimonio esistente, fatto di competenze e di luoghi, e sostenendo percorsi che ne moltiplichino gli effetti in termini di coesione e di sviluppo sul territorio.

    Una ripartenza complicata

    Le ultime settimane sono state sicuramente una boccata d’ossigeno per gli eventi culturali e musicali, per gli spettacoli e le rappresentazioni teatrali. La ripresa delle attività con una parziale presenza del pubblico è un bel segnale per il Paese e l’intero comparto culturale, ma chiaramente non può bastare dopo più di un anno di chiusure e restrizioni. 

    Emblematici in tal senso i dati segnalati da Fondazione Cariplo che riporta come, per i loro bandi, siano arrivate ben 639 richieste per un fabbisogno complessivo di 66 milioni di euro. Richieste, dunque, ben più alte rispetto alle risorse stanziate dalla Fondazione.

    Questi numeri dovrebbero far riflettere le istituzioni. Non bastano i fondi e gli aiuti previsti fin qui e non può bastare neppure la pur lodevole re-introduzione del 2 per mille per la cultura. Il settore sta vivendo un momento di crisi drammatica: urgono allora interventi sistemici es strutturali per rilanciare un comparto che storicamente rappresenta il cuore pulsante del nostro Paese. 


  • elenco associazioni ammesse due per mille 2021

    2 per mille: tutte le associazioni culturali ammesse (2021)

    È uscito finalmente l’elenco delle associazioni culturali ammesse alla ripartizione dei fondi del 2 per mille.

    È uscito l’elenco delle associazioni culturali ammesse alla ripartizione dei fondi del 2 per mille. C’era grande attesa da parte degli operatori del settore per una misura, il 2 per mille, che è stata re-introdotta nell’ultima legge di Bilancio e che si spera adesso possa diventare strutturale. Vediamo insieme quali saranno gli enti che quest’anno beneficeranno dello strumento fiscale. 

    L’elenco delle associazioni culturali ammesse

    Finalmente il Ministero della Cultura ha pubblicato la lista dei soggetti ammessi e di quelli esclusi. Come specificato dallo stesso Ministero possono partecipare alla corresponsione della quota del due per mille tutte le associazioni senza scopo di lucro di cui al libro I del codice civile che:
    a) abbiano, secondo il rispettivo atto costitutivo o statuto, la finalità di svolgere e/o promuovere attività culturali;
    b) risultino esistenti da almeno 5 anni al momento della presentazione della domanda.

    Di seguito trovate il PDF con tutte le associazioni culturali che potranno ricevere il 2 per mille. 

    https://www.cooperativeitalia.it/2-per-mille-associazioni-culturali-eliminato/

    Come destinare il 2 per mille alla cultura

    Vi ricordiamo che il 2 per mille non riguarda solo il mondo della cultura. In fase di compilazione della dichiarazione dei redditi, infatti, potete scegliere se destinare una quota pari al 2 per mille della vostra imposta sul reddito a favore di un’associazione culturale oppure di un partito politico. 

    Questa la sezione del modello 730 dedicata al 2 per mille.

    Per esprimere la scelta a favore di una delle associazioni culturali ammesse al beneficio, il contribuente deve apporre la propria firma nell’apposito riquadro presente nella scheda indicando il codice fiscale dell’associazione cui vuole destinare la quota del due per mille. La scelta deve essere fatta per una sola delle associazioni culturali beneficiarie.

    Se invece volete optare per un partito politico dovrete indicare il codice identificativo dello stesso. Oltre al 2 per mille, inoltre, potete anche decidere di destinare l’8 per mille allo Stato o alla Chiesa e il 5 per mille ad un ente non profit o alla ricerca scientifica. 


  • Cultura: un Osservatorio per promuovere i Partenariati Speciali Pubblico/Privato

    L’Anci, Alleanza delle Cooperative (Agci, Confcooperative, Legacoop) e Forum del Terzo Settore propongono la creazione di un Osservatorio per la promozione dei Partenariati Speciali Pubblico/Privato in ambito culturale.

    L’Anci, Alleanza delle Cooperative (Agci, Confcooperative, Legacoop) e Forum del Terzo Settore propongono la creazione di un Osservatorio per la promozione dei Partenariati Speciali Pubblico/Privato in ambito culturale. L’Italia è ricchissima di beni pubblici, molti dei quali purtroppo inutilizzati e non conosciuti da chi lavora nel mondo della cultura. I Partenariati Speciali Pubblico/Privato rappresentano uno strumento molto importante per valorizzare al meglio il patrimonio culturale italiano attraverso sinergie tra le istituzioni e il terzo settore. Da qui l’idea di creare un vero e proprio Osservatorio per far conoscere alla società civile questa forma di partnership pubblico/privato. 

    Il commento dell’Alleanza delle Cooperative Italiane e del Forum del Terzo Settore

    I PSPP sono in grado di unire in modo virtuoso privato e pubblico nella logica di una nuova e diversa valorizzazione del patrimonio culturale in Italia – dichiarano Mauro Lusetti, Maurizio Gardini e Giovanni Schiavone, Presidenti Legacoop Confcooperative e Agci per Alleanza delle Cooperative Italiane-. Se già prima della pandemia il 60 per cento del patrimonio culturale diffuso nel nostro Paese era sottoutilizzato o non utilizzato, possiamo immaginare che questa fotografia non potrà che peggiorare nel prossimo futuro. E a questo scopo non bastano solo i restauri e le riqualificazioni materiali dei siti culturali e degli edifici pubblici. 

    Con i PSPP è possibile invece creare percorsi virtuosi che offrono nuovo valore per comunità e territori. La cooperazione per prima, anche forte della propria intersettorialità, ha promosso e sostenuto la sperimentazione di questi modelli. L’Osservatorio è la naturale prosecuzione di un percorso che ci auguriamo porti i PSPP ad affermarsi sempre di più come modello di lavoro tra pubblico e privato. La call VIVIAMO CULTURA sostenuta dai Fondi Mutualistici della cooperazione per accompagnare progetti di valorizzazione basati sul PSPP è l’esempio di come si possa concretamente promuovere una modalità di lavoro condivisa tra imprese e pubblica amministrazione che, insieme, si adoperano nell’interesse della valorizzazione sostenibile dei patrimoni culturali italiani”.

    Anche Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore promuove questa iniziativa che sarà capace di rinsaldare il rapporto tra il pubblico e il privato sociale e soprattutto potrà velocizzare il processo di rigenerazione di tante aree del Paese abbandonate: “I PSPP – sottolinea Fiaschi – hanno la capacità di unire realtà diverse e di valorizzare la ricchezza di espressioni che sono presenti nelle comunità del nostro Paese. Il terzo settore, nelle sue varie componenti – dal volontariato all’associazionismo alla cooperazione sociale -, crede fortemente nella costruzione di percorsi virtuosi, insieme alle pubbliche amministrazioni, per generare sviluppo sostenibile, sociale, ambientale ed economica a partire dal patrimonio culturale. Un bene culturale non valorizzato è sinonimo di impoverimento sociale, di abbandono dei territori e delle comunità. È questo dunque il momento storico in cui abbiamo la responsabilità di promuovere reti, progettazione diffusa e ampia. Solo così potremo veder crescere modelli in grado di dare nuova linfa alle comunità”.


  • cammini italiani cooperative

    Le cooperative sul sentiero dei Cammini Italiani

    Cooperazione in cammino è il nuovo progetto di Confcooperative per valorizzare le cooperative poste lungo il percorso dei Cammini italiani

    Cooperazione in cammino è il nuovo progetto di Confcooperative che si pone come obiettivo la valorizzazione delle cooperative poste lungo il percorso dei Cammini italiani. L’iniziativa, presentata oggi nel corso di un evento online, vedrà inizialmente come protagoniste le coop delle regioni Trentino Alto-Adige, Toscana e Sicilia.

    Un turismo lento, responsabile e cooperativo

    Il mercato turistico mondiale aveva manifestato dei cambiamenti profondi prima della pandemia. Lo stesso Piano Strategico del Turismo italiano aveva individuato, tra le altre cose, una possibile crisi della villeggiatura balneare tradizionale e dello sci alpino e una contemporanea ascesa dei percorsi tematici sulla cultura e sull’ambiente

    Nel post pandemia queste tendenze saranno ancora più evidenti, con una crescita marcata del turismo cosiddetto lento, responsabile e sostenibile. Secondo le prime stime quest’anno le località italiane avranno un +110% di domanda interna di turisti. Vuol dire che più italiani avranno la possibilità di conoscere la storia, la cultura, l’ambiente e l’enogastronomia nostrana.

    Qui si inserisce l’idea di Cooperazione in cammino, un progetto che fa entrare le cooperative turistiche, culturali, agricole e sociali all’interno dei Cammini italiani. Il turista potrà così conoscere la storia e la cultura dei luoghi che attraversa, ma anche assaporare le produzioni agricole e le tradizioni enogastronomiche dei territori tramite il supporto delle coop. 

    Cooperazione in cammino – dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – è una proposta di rilancio e valorizzazione di un’esperienza di vita ancora prima che esperienza di turismo. Abbiamo riflettuto su come avremmo potuto coniugare l’esigenza di un turismo lento con la valorizzazione dei nostri territori e delle nostre aree interne che sono sempre più abbandonate. C’è una forte modernità in questo”.

    Le esperienza di Trentino, Toscana e Sicilia nei cammini italiani

    Il 3 giugno partiranno ufficialmente i cammini cooperativi. E lo faranno con tre progetti pilota in Trentino Alto Adige, Toscana e Sicilia. 

    Il Trentino Alto Adige propone un percorso di tre giorni lungo La Via Romea Germanica in Valsugana. L’obiettivo, come ha sottolineato Stefano Ravelli della coop APT Valsugana e Lagorai, è valorizzare il territorio della Valsugana anche attraverso accordi con le altre cooperative che operano in Trentino. Ci saranno ad esempio accordi con le cooperative sociali per la manutenzione del cammino e per i momenti di ristoro, ma anche intese con le casse rurali per avere dei punti di prelievo bancomat lungo il tragitto. E non mancheranno poi ovviamente le cooperative agricole che faranno assaggiare al turista le specialità locali. 

    La Toscana propone invece un cammino di 65 km della durata di 5 giorni nei luoghi posseduti da Matilde di Canossa (La Via Matidildica del Volto Santo). Si parta da San Pellegrino in Alpe e la meta finale è Lucca. Il percorso è pensato soprattutto per le donne in quanto Matilde di Canossa è nota per essere un vero e proprio simbolo di coraggio e femminilità. Così come accade nell’esperienza trentina anche in Toscana saranno attivate una serie di collaborazioni con cooperative associate che si occupano di turismo, agricoltura e pesca. 

    La Sicilia, infine, presenta l’itinerario denominato La Magna Via Francigena che ripercorre i luoghi posseduti dai Normanni. Da Agrigento a Palermo, 183 km in nove tappe con due percorsi che possono essere effettuati in bici. 
    Il territorio è generalmente poco turistico, questo garantirà un’esperienza assolutamente autentica e unica attraverso borghi, antichi casali, cooperative agricole e paesaggi ricchi di biodiversità. 
    Una delle peculiarità più interessanti di questo progetto è il coinvolgimento di cooperative socio-sanitarie che daranno la possibilità di fare il cammino anche ad anziani e soggetti in difficoltà.

    Lentezza, benessere e festa – dice Don Gionatan De Marco, Direttore Ufficio per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport della Conferenza Episcopale Italiana – sono queste le tre parole chiave del nostro cammino. Lentezza non significa andare piano, ma far fermare spesso le persone e farle incontrare; la parola benessere invece ruota attorno a ciò che è bello e buono e noi abbiamo un territorio straricco di bellezza e bontà; festa, invece, significa far scoprire che le nostre sono delle comunità aperte ed inclusive”.


  • 2 per mille associazioni culturali 2021

    2 per mille: l’elenco delle associazioni culturali iscritte nel 2021

    Dopo la parentesi del 2016 il Governo ha deciso di re-introdurre, sempre in forma sperimentale, il 2 per mille per le associazioni culturali.

    Il 2 per mille può essere uno strumento molto importante per sostenere le associazioni culturali italiane. Come sappiamo il mondo della cultura è stato uno dei più colpiti dalla pandemia: migliaia di lavoratori dello spettacolo sono rimasti senza lavoro e tantissime imprese del settore culturale hanno dovuto ridimensionarsi dovendo fare i conti con le restrizioni imposte dal Covid e con un sistema di sostegni governativi insufficienti per la gravità del momento. 

    Per questo motivo dopo la parentesi del 2016 il Governo ha deciso di re-introdurre, sempre in forma sperimentale, il 2 per mille per le associazioni culturali.

    Che cos’è il 2 per mille per la cultura

    Quest’anno, dunque, non solo i partiti politici ma anche le associazioni culturali possono usufruire del 2 per mille. Ma di cosa si tratta nello specifico? I contribuenti possono decidere, in sede di dichiarazione dei redditi, di destinare una quota pari al 2 per mille della propria imposta sul reddito a favore di un’associazione culturale. 

    Se siete dei lavoratori dipendenti, ad esempio, tra le varie voci da compilare nel modello 730 ci saranno quelle riguardanti l’8 per mille dedicato allo Stato o alle confessioni religiose, il 5 per mille rivolto al non profit o alla ricerca scientifica e infine per l’appunto il 2 per mille, nato per finanziare attraverso contributi dei cittadini il mondo dei partiti politici e (adesso) della cultura.

    Per quanto riguarda quest’ultimo ambito, come riporta sul proprio sito l’Agenzia delle Entrate, per esprimere la scelta a favore di una delle associazioni culturali ammesse al beneficio, il contribuente deve apporre la propria firma nell’apposito riquadro presente nella scheda indicando il codice fiscale dell’associazione cui vuole destinare la quota del due per mille. La scelta deve essere fatta per una sola delle associazioni culturali beneficiarie.

    La dicitura che trovate nella sezione del modello 730 dedicata al 2 per mille.

    L’elenco delle associazioni culturali iscritte al 2 per mille

    Non tutte le associazioni, però, possono ricevere questo contributo. Lo scorso 16 aprile il Ministero dei Beni Culturali ha pubblicato i requisiti di ammissione. Possono partecipare le associazioni senza scopo di lucro di cui al libro I del codice civile che:
    a) abbiano, secondo il rispettivo atto costitutivo o statuto, la finalità di svolgere e/o promuovere
    attività culturali;
    b) risultino esistenti da almeno 5 anni al momento della presentazione della domanda di cui al
    comma 2 del presente articolo.

    Le associazioni hanno avuto circa dieci giorni di tempo per poter presentare la domanda (la scadenza era fissata per il 26 aprile). Lo scorso 10 maggio il Ministero ha pubblicato l’elenco delle
    associazioni culturali che hanno presentato istanza di iscrizione o dichiarazione di conferma dei
    requisiti. 

    Il legale rappresentante dell’ente richiedente avrà tempo fino al 21 maggio 2021 per chiedere la rettifica di eventuali errori di iscrizione inviando una comunicazione alla casella di posta elettronica duepermille@beniculturali.it mediante la propria e-mail di registrazione al Portale Procedimenti.

    Entro il 10 giugno 2021 il Ministero dei Beni Culturali trasmetterà poi gli elenchi definitivi relativi ai soggetti ammessi al riparto e a quelli esclusi, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la pubblicazione sul proprio sito web e all’Agenzia delle Entrate per la determinazione degli importi spettanti a ciascuna associazione in base alle scelte effettuate dai contribuenti.

    Qui di seguito trovate l’elenco pubblicato dal Ministero di tutte le associazioni culturali che hanno presentato domande di iscrizione. Qualora dovesse mancare la vostra associazione culturale avete tempo fino al 21 maggio 2021 per segnalare l’eventuale errore al Ministero. 


  • banca del latte

    Sabato 25 alle ore 20.00, all’interno della suggestiva cornice del Castello Svevo di Cosenza, avrà luogo la Festa dell’Associazione Gocce di Mamma per la raccolta fondi a sostegno dell’attività principale delle mamme che formano l’associazione: il sostegno alla Banca del Latte Umano Donato Galatea, impegnata quotidianamente nella raccolta del latte donato da madri diverse e poi distribuito, dopo opportuno trattamento, ai piccoli pazienti che ne hanno assoluto bisogno. Il latte materno è il primo alimento per il neonato, una garanzia per poter crescere in salute. Contiene tutti i nutrienti necessari per la crescita ottimale del bambino. La qualità  del prodotto offerto dalla banca del latte è garantita dall’accurata esecuzione delle procedure, eseguite sul modello delle “Linee Guida” nazionali.

    La serata di beneficenza per sostenere la raccolta del latte umano, avrà inizio alle 20.00 con i saluti della Dott.ssa Maria Pia Galasso, che con tenacia e passione è il cuore pulsante che anima e motiva le mamme alla raccolta del proprio latte. Dopo un breve resoconto sulle attività svolte nel 2015 e nei primi mesi del 2016, spazio alle mamme, vere protagoniste dell’associazione e di conseguenza di questa serata, con le testimonianze sia delle donatrici, che delle mamme che grazie al latte materno hanno visto crescere sano il proprio bambino.

    L’animazione della serata sarà garantita dalla presenza dell’associazione Viviamo in positivo VIP Cosenza. Bravissimi e divertentisismi Clown di corsia che intratterranno i bambini presenti. Mentre la musica sarà offerta da Work in Progress Live Set e DominikJ.

    La serata sarà arricchita da un buffet a base di eccellenze agroalimentari calabresi, con formaggi, salumi e vini offerti dai nostri partner: Asso.La.C. Associazioni Latte Calabresi, San Vincenzo – Vero Salume di Calabria, Cantine Ferrocinto e Acqua Fontenoce. E il tutto sarà concluso da una splendida torta realizzata e donata dal Bar Due Palme, una delle eccellenze cittadine.

    Sarà poi messo all’asta un quadro offerto dal Rotaract Cosenza per sostenere la raccolta del latte e gli impegni istituzionali dell’associazione.

    Infine, vogliamo ringraziare tutti i partner, che sostengono l’associazione e la realizzazione di questo evento, che vede coinvolte in larga parte aziende cosentine e calabresi, che rappresentano eccellenze nei rispettivi settori:

    Mediolanum – Medela – Disposan srl – Farmacia Caruso – Farmacia A. Jorio – Walter Cozza srl Serramenti  – Il Grillo Parlante – San Vincenzo Vero salume di Calabria – Acqua Fontenoce – Autocarrozzeria Carlo Brunicella – Cantine Ferrocinto – Asso.La.C. – Minds Soc. Coop Comunicazione e Marketing – Bar Due Palme

    Ringraziamo poi tutte le aziende che hanno omaggiato l’associazione con i premi che verranno sorteggiati tra gli ospiti della serata:

    Optical Center  – Dino Oro – Parafarmacia Brunicella  – Casa Anversa Home Fashion  – Allegrini Gioielleria  – Unica Bottega Creativa  – L’artigianeria di Rosa Bonanno


  • roma cultura

    È stato presentato oggi presso il Ministero dei Beni Culturali il rapporto “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche e di Sida Group. 

    La cultura rappresenta una delle principali risorse dell’Italia. E aldilà delle parole, che spesso sfociano nella retorica, questa volta sono i dati a dimostrarlo.
    Secondo l’analisi della Fondazione Symbola e di Unioncamere, il sistema produttivo culturale e creativo fatto da imprese, PA e non profit genera 89,7 miliardi di roma culturaeuro e ‘attiva’ altri settori dell’economia arrivando a muovere nell’insieme 249,8 miliardi, equivalenti al 17% del valore aggiunto nazionale.
    È particolarmente interessante analizzare l’effetto moltiplicatore svolto dalla cultura in Italia. Per ogni euro prodotto dall’industria culturale italiana, infatti, se ne attivano 1,8 in altri settori.
    Il più grande beneficiario è ovviamente il turismo. La possibilità di ammirare il patrimonio artistico e culturale italiano attira ogni anno milioni di turisti.
    Nello specifico, il 37,5% della spesa turistica nazionale è attivata dalla cultura e della creatività.
    Capiamo bene, allora, come la cultura possa essere effettivamente un fattore di sviluppo per il nostro Paese anche e soprattutto per la sua capacità di sviluppare investimenti e creare posti di lavoro in settori che sono collegati ad essa solo trasversalmente.

    A proposito di lavoro, anche i dati occupazionali del campo culturale e creativo sono di primissimo rilievo. Il solo sistema produttivo culturale e creativo – evidenzia l’indagine – dà lavoro a 1,5 milioni di persone (il 6,1% del totale degli occupati in Italia).
    Nel periodo 2011-2015, il comparto fa registrare tendenze opposte rispetto al resto del Paese, soprattutto in termini di valore aggiunto e occupati, indicatori che hanno visto l’Italia perdere rispettivamente lo 0,1% e l’1,5%; al contrario nelle filiere culturali e creative la ricchezza è cresciuta dello 0,6% e gli occupati dello 0,2%.
    Se spostiamo la nostra attenzione, invece, sulle aree territoriali, la provincia di Milano è al primo posto in Italia sia per valore aggiunto che per occupati legati alle industrie culturali e creative (rispettivamente 10,4% e 10,5% del totale dell’economia provinciale). Nella classifica provinciale, infine, per incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale e creativo sul totale dell’economia, dietro Milano ci sono Roma, attestata sulla soglia del 10%, Torino al 9,1%, Siena all’8,5% e Arezzo al 7,8%.