Categoria: Economia

  • Inflazione, Legacoop-Ipsos: 6 italiani su 10 sono costretti a ridurre le spese

    L’inflazione ha costretto 6 italiani su 10 a ridurre le spese. A pagarne le conseguenze sono i ceti più deboli.

    L’aumento dei tassi continua a protrarre i suoi effetti negativi sulle famiglie, inducendo gli italiani a ridurre lo shopping, i consumi energetici e le attività di svago. Sei italiani su dieci (57%) sono costretti a ridurre drasticamente i consumi. Sono questi i dati emersi dal report FragilItalia elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos sul tema “Inflazione e consumi”, condotto su un campione rappresentativo della popolazione (800 casi di 18 anni e oltre).

    I risultati del sondaggio

    Per far fronte ai rincari, il 53% della popolazione riduce i consumi di energia elettrica, il 51% le spese per attività culturali e di svago, il44% i consumi del gas.

    Una tendenza che non si esaurirà nell’immediato futuro, ma pare sia destinata a proseguire. Il 57% che si vedrà costretto a ridurre o evitare le spese in divertimenti, il 52% le cene in ristorante e i viaggi, il 48% i prodotti in delivery, il 47% i piatti pronti.

    Tali voci sono seguite dalla riduzione o dalla rinuncia all’acquisto per prodotti di elettronica (46%), della cultura (45%), di abbigliamento (41%), di bellezza (40%), di scarpe (39%). 

    Relativamente alla spesa alimentare, il pesce guida la classifica delle percentuali di chi dovrà rinunciarvi o ridurne il consumo (31%), seguito dai consumi di gas ed energia elettrica (28%), da salumi, carni, alimenti

    Aumento delle diseguaglianze

    A pagarne le conseguenze è soprattutto il ceto popolare: in questa fascia di popolazione, infatti, la riduzione dello shopping interessa il 74% degli italiani (contro il dato medio del 57%), quella del consumo di energia elettrica il 71% (contro il 53%), quella delle spese per attività di svago il 66% (contro il 51%) e quella del consumo di gas il 56% (contro il 44%). È comunque da evidenziare come, rispetto alla precedente rilevazione (del settembre 2022), a livello medio complessivo calino, rispettivamente di 10 e di 12 punti percentuali, le quote di chi ha dovuto ridurre i consumi di energia elettrica e di gas.

    L’impatto dell’incremento dei costi e dei prezzi nell’ultimo anno è stato forte e ha aumentato le diseguaglianze nel nostro Paese”, – commenta Simone Gamberini, presidente di Legacoop – e per quanto il Paese abbia resistito, sia dal lato della produzione sia dei consumi, gli aumenti hanno colpito i bilanci delle famiglie in modo asimmetrico, penalizzando i ceti più fragili per i quali incidono maggiormente i consumi essenziali quali energia, mutui, alimentari”.

    Il presidente Gamberini sottolinea la necessità di politiche pubbliche coraggiose per sostenere la domanda e per evitare ulteriori cali nei consumi, che potrebbero portare a una recessione economica e disagio sociale.

    Focus sulla spesa alimentare

    Il report contiene anche un focus sugli effetti dei rincari sulla spesa alimentare, concentrandosi sulle strategie di acquisto messe in atto dalle famiglie per fare fronte all’aumento dei prezzi dei prodotti, sui canali di vendita utilizzati per gli acquisti alimentari e sulla shrinkflation.

    Per quanto riguarda le strategie di acquisto, il 51% degli intervistati dichiara di aver ridotto l’acquisto di prodotti superflui (-7 punti percentuali rispetto a settembre 2022), il 49% di limitare gli sprechi di cibo (-4 punti), il 46% di acquistare soprattutto i prodotti in promozione (-9 punti), il 42% di fare maggiori scorte di prodotti in promozione, il 32% (-6 punti) di cercare i prodotti più convenienti, anche se non abitualmente consumati.

    Riguardo ai canali di vendita dei prodotti alimentari, i risultati del sondaggio evidenziano un aumento medio della frequenza di acquisto del 29% nei discount (53% nel ceto popolare). In diminuzione, invece, la frequenza degli altri canali: del 27% nei negozi al dettaglio (41% nel ceto popolare), del 23% nei piccoli supermercati (ceto popolare 39%), del 14% negli ipermercati (45% nel ceto popolare), del 13% nei supermercati (41% ceto popolare).

    Infine, netto il giudizio negativo (espresso da più di 7 italiani su 10), sulla shrinkflation, ovvero la pratica, messa in atto da alcune aziende, di ridurre la quantità di prodotto contenuto in una confezione per mantenerne fermo il prezzo. Quattro italiani su dieci (il 41%) la considerano una truffa ai danni dei consumatori, 3 su dieci (il 32%) la considerano sbagliata, una presa in giro dei consumatori ai quali non viene comunicata in modo trasparente la riduzione di peso della confezione.


  • europa bce

    La politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) volta a contrastare l’inflazione e difendere l’euro dalla svalutazione rispetto al dollaro ha creato un significativo impatto sulle famiglie e le imprese. L’aumento dei tassi di interesse, sebbene finalizzato ad affrontare l’inflazione, ha comportato una “tassa sul macinato” per le famiglie e le imprese.

    Secondo il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, l’impennata dei tassi di interesse e l’inflazione hanno causato una perdita di ricchezza finanziaria delle famiglie pari a 693 miliardi di euro, ovvero circa 3.800 euro a famiglia su base annua.

    «La BCE sta provando a contrastare l’inflazione e a difendere l’euro dalla svalutazione rispetto al dollaro attraverso l’aumento dei tassi di interesse. Questa politica monetaria, però, rappresenta una tassa sul macinato per famiglie e imprese. L’impennata dei tassi di interesse e l’inflazione hanno bruciato, infatti, 693 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie. E lo scorso anno il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto di 100 miliardi di euro: almeno 3.800 euro a famiglia su base annua» ha dichiarato Maurizio Gardini commentando il focus Censis – Confcooperative “L’Italia fa i conti con i tassi d’interesse”.

    L’impatto sarebbe stato decisamente più pesante se non ci fosse stato un intervento governativo per 119 miliardi, a vario titolo, che hanno contribuito a mitigare gli effetti negativi.

    Il cambiamento nei comportamenti di spesa delle famiglie

    L’impatto combinato dell’inflazione e dei tassi di interesse si aggiunge alla riduzione della ricchezza netta delle famiglie. Secondo le analisi condotte, il saldo tra le consistenze attive e quelle passive è diminuito di quasi 700 miliardi di euro nel 2022 rispetto all’anno precedente, rappresentando una riduzione del -14,4%. Tali cambiamenti hanno comportato un significativo cambiamento nei comportamenti di spesa delle famiglie.

    Gli aumenti dei tassi di interesse sono stati in particolar modo evidenti nel settore immobiliare, con un aumento superiore ai 200 punti base nel caso di nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni e oltre 300 punti nel caso di nuove operazioni di finanziamento per le imprese.

    In sostanza, il tasso medio sul totale dei prestiti è passato dal 2,21% di giugno 2022 al 4,25% di giugno di quest’anno, sempre a seguito dei continui rialzi dei tassi di interesse decisi dalla Bce negli ultimi 12 mesi.

    In termini reali fra il 2021 e il 2022 la diminuzione del potere d’acquisto, corretta con l’inflazione passata, è superiore ai sette punti percentuali. In termini assoluti, il reddito lordo disponibile delle famiglie si riduce di ben 100 miliardi di euro, in media almeno 3.800 euro a famiglia.

    La corsa degli interessi sul debito

    Altro fattore da prendere in considerazione è la bolletta salata sugli interessi da corrispondere sul debito balzato a 2.817 miliardi di euro (dato a maggio 2023). L’ultimo documento di Economia e Finanza (DEF 2023), prefigura nel quadro tendenziale, per il 2026, una quota di interessi passivi pari al 4,5% del Pil. Ne discende che la spesa per interessi potrebbe collocarsi intorno ai 100 miliardi di euro (40 miliardi in più rispetto al 2020)-

    «Premesse queste – dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – che rappresentano un fardello pesante per le prospettive di crescita dei prossimi anni con una bolletta che salirebbe fino 100 miliardi di interessi da corrispondere sul debito entro il 2026».

    Gli effetti sul mercato immobiliare

    L’effetto negativo sulle decisioni di acquisto e investimento delle famiglie si riflette anche nel mercato immobiliare italiano. Secondo i dati diffusi dal Consiglio Nazionale del Notariato, rispetto allo scorso anno si registrerà una riduzione del 17,1% delle compravendite di case fra privati e del 2,5% delle compravendite delle seconde case fra privati.

    Nel complesso, le decisioni di acquisto sono diminuite dell’11% per i fabbricati abitativi. Tutto ciò comporterebbe un crollo del 10,1% delle richieste di mutui per l’acquisto di abitazioni e del 9,6% nel caso in cui i mutui richiesti siano compresi fra i 50.000 e i 150.000 euro.

    Difficoltà di accesso al credito per le imprese

    Le imprese stanno affrontando nuove difficoltà nell’accesso al credito, anche se in misura contenuta. A marzo di quest’anno, i prestiti alle imprese del settore manifatturiero e delle costruzioni si sono ridotti rispettivamente dell’1,5% e dell’1,3% rispetto a marzo dello scorso anno. In particolare, le piccole imprese hanno riscontrato una significativa differenza nell’accesso al credito rispetto alle imprese medio-grandi, con una riduzione del 4,4% per le prime e dello 0,6% per le seconde.


  • Ue: produzione manifatturiera in ripresa, +5% nel 2022

    La produzione manifatturiera dell’Unione Europea ha segnato una significativa ripresa

    La produzione manifatturiera dell’Unione Europea ha segnato una significativa ripresa dopo due anni di flessione causati dalla pandemia di Covid-19. Dopo un calo del 7% nel 2020, il settore manifatturiero ha registrato un incremento del 5% nel 2022. A renderlo noto è Eurostat, l’istituto di statistica europeo.

    “Il Covid e le relative misure di contenimento ampiamente introdotte dai Paesi membri hanno avuto un impatto significativo sulla produzione industriale nel 2020, ma il 2021 e il 2022 hanno mostrato aumenti della produzione in tutti i gruppi di attività industriali”, evidenzia l’istituto di statistica europeo. 

    In termini nominali, il valore della produzione manifatturiera venduta dell’Ue è balzato da 5.209 miliardi di euro nel 2021 a 6.179 miliardi di euro nel 2022, indicando un aumento del 19%.

    Secondo Eurostat, tutti i gruppi di attività industriali hanno mostrato un aumento della produzione, evidenziando una ripresa generalizzata del settore manifatturiero. Osservando i primi sette gruppi di attività manifatturiere, a registrare la performance più elevata della produzione venduta è stata quella di metalli di base e prodotti in metallo, passata da 788 miliardi di euro nel 2021 a 1.118 miliardi nel 2022, con un aumento percentuale a prezzi correnti del 42%. Seguono la produzione di alimenti, bevande e tabacco (da 872 miliardi di euro nel 2021 a 1.021 miliardi nel 2022, +17%) e di prodotti chimici (da 460 miliardi di euro a 547 miliardi di euro, +19%). La produzione di prodotti in gomma e plastica (da 437 miliardi di euro a 508 miliardi) è aumenta del 16% e i macchinari e le attrezzature (da 512 miliardi di euro a 562 miliardi) del 10%.

    Il settore manifatturiero rappresenta una parte significativa dell’economia europea e la sua ripresa, oltre a contribuire alla crescita economica complessiva, può stimolare investimenti e dimostrarsi un buon trampolino di lancio nella creazione di nuovi posti di lavoro.


  • Festival Economia 2023: Workers Buyout, grazie a FondoSviluppo salvati 430 posti di lavoro

    Il lavoro che rinasce, da dipendenti a imprenditori, in cooperativa si può: i workers buyout

    Ventitrè workers buyout finanziati per un impegno complessivo di 2,5 milioni che hanno permesso di salvare 430 posti di lavoro, di cui 325 di soci delle neo costituita imprese cooperative.

    Sono i numeri dell’impegno di FondoSviluppo il fondo mutualistico di Confcooperative, presentati dal direttore Silvia Rossi, al Festival dell’Economia di Trento, nel corso del panel “Il lavoro che rinasce, da dipendenti a imprenditori, in cooperativa si può: i workers buyout”. Dove hanno portato la loro esperienza Pierfrancesco Palù, presidente Cooperativa Spotlight (Como), Roberto Paci, Forli Tank Factory con la partecipazione di Pierpaolo Baroni referente nazionale per Confcooperative.

    Tre i livelli di intervento per le cooperative che nascono dalle ceneri di imprese condannate alla chiusura.

    Il primo intervento si concretizza in un sostegno finanziario con capitale paziente, anche in sinergia con CFI e coinvolgendo le BCC nelle singole operazioni. A questo si aggiunge un‘azione di sistema per l’accompagnamento finalizzata ad assistere e sostenere le nuove cooperative non solo nella fase di costituzione ma anche per la gestione delle crisi aziendali, la messa a punto di un piano di impresa e la sua attuazione nella delicata fase avvio dello start-up cooperativo. Infine, un affiancamento gestionale e manageriale tramite il supporto di un temporary manager non solo per la gestione delle crisi aziendali, ma soprattutto per la gestione della delicata fase avvio dello start-up cooperativo.

    L’iter di successione aziendale è un processo complesso che necessita di un percorso di accompagnamento professionale e gestionale per chi, da dipendente con poca o nessuna formazione in ambito manageriale, si trova a ricoprire il ruolo di imprenditore cooperativo.



  • Dal 25 al 28 maggio torna il Festival dell’Economia di Trento a cura del Gruppo 24 ORE e Trentino Marketing. Una XVIII Edizione che rinnova l’attenzione di tutte le istituzioni trentine verso l’economia e i grandi temi dell’attualità nazionale e internazionale. Un grande lavoro nel campo della divulgazione che si declina in un evento diffuso, pensato per attivare l’intera città di Trento, grazie a una rete che intercetta bisogni e crea opportunità per tutti gli stakeholder e gli appassionati dalle imprese alle istituzioni , dai giovani alle famiglie.

    Confcooperative per questa XVIII edizione punta su Export e Italian sounding, sostenibilità ed energia, lavoro, giovani e donne.

    Programma Festival di Trento

    – 25 Maggio ore 09.30 PANEL FESTIVAL:

    Un nuovo modello di capitalismo tra sostenibilità e diseguaglianze, presso la FACOLTÀ DI SOCIOLOGIA, Aula Kessler, dalle 9.30 alle 10.30. Tipo di palinsesto: festival Format: Panel Tema: Sostenibilità I protagonisti: Aldo Bonomi, fondatore e coordinatore di ricerca Consorzio AASTER, Luigino Bruni, ordinario Lumsa e caposcuola dell’economia civile, Rita D’Ecclesia, Università La Sapienza di Roma, Maurizio Gardini, presidente Confcooperative, Marcello Signorelli, Università di Perugia. Modera Alberto Orioli, vicedirettore Il Sole 24 Ore

    – 25 maggio ore 12.00 (Economia dei territori – Sede CR Trento Palazzo Benvenuti

    La cooperazione agroalimentare tra tutela e valorizzazione del cibo italiano. L’export alla prova dei mercati e dell’Italian sounding

    Introduzione di Carlo Piccinini, presidente Confcooperative Fedagripesca; Intervengono Marco Grazioli, The European House Ambrosetti illustra il rapporto Italia Sounding e Pina Costa, direttore relazioni esterne Assocamerestero: quali strumenti di sistema a sostegno delle imprese. Cooperative alla prova dei mercati l’esperienza di Latteria Soresina con Michele Falzetta, general manager. Conclusioni: proposte e scenariMaurizio Gardini, presidente Confcooperative e Marco Grazioli, presidente The European House Ambrosetti. Modera Fabiola Di Loreto, direttore generale Confcooperative

    – 25 Maggio: ore 15.00 – PANEL (Economia dei territori – Luogo: stand Confcooperative piazza Duomo)

    L’economia della bellezza: le cooperative di comunità Massimiliano Monetti: la cooperazione di comunità per Confcooperative; Giovanni Teneggi la promozione sui territori; Giuseppe Daconto Fondosviluppo l’impegno e i risultati del Fondo mutualistico; Laura Cantarella, vicepresidente Cooperativa di comunità Viso a Viso (Ostana – CN), Barbara Rampelotto, Cooperativa di comunità Green Land (Lavarone – TN). Interviene e modera Emilio Casalini

    – 25 Maggio: ore 16.30 – Economia dei territori (Luogo: stand Confcooperative piazza Duomo)

    Il lavoro che rinasce, da dipendenti a imprenditori, in cooperativa si può: i workers buy out  Silvia Rossi, direttore Fondosviluppo, Confcooperative e gli strumenti di sistema; Pierfrancesco Palù, presidente Cooperativa Spotlight (Como), Raffaella Lorenzato, presidente della Cooperativa Italian Fashion Design e Pierpaolo Baroni, referente nazionale per i WBO.

    – 26 Maggio: ore 10.00 – Economia dei territori (Luogo: stand Confcooperative piazza Duomo)

    Cooperative e innovazione tra genere e generazioni. Intervengono Dennis Maseri, presidente Giovani Imprenditori Confcooperative; Anna Manca, presidente dirigenti Donne Confcooperative e vicepresidente nazionale; Ilaria Miniutti, Cooperativa Futura (PN), Giuliana Baldini, presidente Cooperativa BetaniaModera Luca De Biase (Il Sole 24 Ore)

    – 26 maggio PANEL FESTIVAL ore 16.00

    Pnrr: ostacoli, protagonisti e opportunità, presso la FACOLTÀ DI ECONOMIA, Sala Conferenze dalle 16.00 alle 17.00. Tipo di palinsesto: festival Format: Panel Tema: Osservatorio Pnrr I protagonisti: Federica Brancaccio, presidente ANCE, Marco Leonardi, Università di Milano “La Statale”, Dario Scannapieco, amministratore delegato CDP, Marco Venturelli, segretario generale, Confcooperative. Modera Manuela Perrone, giornalista Il Sole 24 Ore

    – 26 maggio ore 18.00 – Economia dei territori (Luogo: stand Confcooperative piazza Duomo)

    L’energia dei territori: il modello delle comunità energetiche. Introduzione di Roberto Savini, presidente Confcooperative Consumo e Utenza. Intervengono Laura Borsieri (Cedis – Consorzio Elettrico di Storo), Maria Adele Prosperoni, capo servizio ambiente ed energia Confcooperative e Stefano Pizzuti, direttore Smart Energy ENEA. Sergio Gatti, direttore generale Federcasse Modera Filippo Solibello 

    – 26 maggio ore 19.00 – Economia dei territori (Luogo stand Confcooperative piazza Duomo) Filippo Solibello presenta il libro SPAM

    – 27 maggio ore 10.00 – Economia dei territori (Luogo stand Confcooperative piazza Duomo) 

    Il ruolo anticiclico delle imprese cooperative elettriche e di utenza. Esperienze mutualistiche a difesa dei soci per il contrasto al caro energia Intervengono: Elisa Brunner, referente per le cooperative energetiche e acqua della Federazione Cooperative Raiffeisen; Alberto Cazzulani, presidente di Power Energia; Daniele Domanin,  consigliere di presidenza di Confcooperative Consumo e Utenza e coordinatore delle cooperative elettriche storiche italiane dell’arco alpino. Conclude: Roberto Savini, presidente Confcooperative Consumo e Utenza con Janina Landau

    – 27 maggio PANEL FESTIVALore 11.45

    Economia sociale e politiche dell’Unione europea. Evento in collaborazione con Euricse LUOGO: ITAS FORUM , dalle 11.45 alle 12.45. Tipo di palinsesto: festival Format: Panel Tema: Terzo settore I protagonisti: Giuseppe Consoli, presidente Itas Mutua, Sarah de Heusch, direttrice social economy Europe, Antonella Noya, OECD LEED Programme, Maurizio Gardini, presidente Confcooperative, Antonio Parenti, Direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, Gianluca Salvatori, segretario generale, EURICSE e Fondazione Italia Sociale

    – 27 maggio PANEL FESTIVALore 14.00

    La nuova era della medicina, dalla prevenzione alla terapia. Introduce Alberto Mantovani, presidente Fondazione Humanitas per la Ricerca in dialogo con Nicoletta Carbone, giornalista e conduttrice Radio 24. Segue tavola rotonda con Jacopo Andreose, CEO Angelini Pharma, Maria Grazia Mediati, vicepresidente Confcooperative sanità, Maria Rescigno, capo del laboratorio di immunologia delle mucose e microbiota Humanitas, pro-rettore alla ricerca di Humanitas University, Paola Rossi, Università di Pavia, Nicoletta Carbone, giornalista e conduttrice Radio 24, presso la Facoltà di sociologia, Aula Kessler dalle ore 14.00 alle 15.30. Tipo di palinsesto: festival Format: Panel Tema: Medicina e ricerca. I protagonisti: Jacopo Andreose, CEO Angelini Pharma, Maria Grazia Mediati, vicepresidente Confcooperative Sanità, Maria Rescigno, capo del laboratorio di immunologia delle mucose e microbiota Humanitas, pro-rettore alla ricerca di Humanitas University, Paola Rossi, Università di Pavia. Modera Nicoletta Carbone, giornalista e conduttrice Radio 24

    – 27 maggio ore 14.30 – Economia dei territori (Luogo stand Confcooperative piazza Duomo) 

    Economia Collaborativa e Neomutualismo: Il futuro è già qui Flaviano Zandonai, Open Innovation Manager CGM; Daniela Rader, manager di Rete Italian Building System; Franco Contu, Co-founder SardexPay; Francesco Stocco, co-founder Myrestartup. Modera Alessandro Pontara, presidente Dal Barba Cooperativa Sociale

    – 27 maggio PANEL FESTIVAL ore 17.30

    Economia civile e sostenibilità sociale. presso la SALA FALCONETTO dalle 17.30 alle 18.30. Tipo di palinsesto: festival Format: Panel Tema: Sostenibilità. I protagonisti: Carla Barbanti, presidente Confcooperative Habitat Sicilia, Stefano Zamagni, Università di Bologna, Elena Beccalli, Università Cattolica del S. Cuore, Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata, Nunzio Galantino, presidente Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, Alessia Maccaferri, giornalista Il Sole 24 Ore.


  • impresa-sociale

    Salario minimo, Alleanza delle cooperative: garanzie sulla rappresentanza e maggiori controlli

    Alleanza delle cooperative ha espresso la sua posizione sulla questione sempre più accesa del salario minimo.

    Il dibattito sul salario minimo è sempre più acceso, soprattutto alla luce della recente direttiva europea. l’Alleanza delle cooperative ha espresso la sua posizione sulla questione, sostenendo che l’obiettivo di garantire livelli minimi di retribuzione dignitosi per i lavoratori debba essere raggiunto mettendo al centro i contratti collettivi nazionali “leader”.

    Secondo Sabina Valentini, Capo servizio sindacale e giuslavoristico di Confcooperative, è importante sostenere e praticare il principio della centralità del ccnl leader, che definisce il trattamento economico minimo. Valentini ricorda che nel 2008, insieme al governo e ai sindacati CGIL, CISL e UIL, l’Alleanza delle cooperative ha imposto l’applicazione solo per i suoi soci lavoratori dei trattamenti minimi contrattuali previsti dalla contrattazione leader. Questo fu un embrione di una misura su un minimo di una misura salariale previsto da contratto che potrebbe essere applicata erga omnes. Valentini auspica che l’obbligo di imporre minimi salariali tramite la contrattazione collettiva venga esteso anche ai lavoratori dipendenti, e esteso il più possibile.

    La contrattazione collettiva è l’autorità salariale, lo è stata fino ad oggi, per tale ragione Valentini auspica che continui ad esserlo.

    Tuttavia, aggiunge Valentini: “Bisogna incentivare i controlli e la vigilanza, altrimenti nessun minimo ha senso: non è affatto detto che se introducessimo una soglia per legge otterremmo dei risultati, perché gli stessi soggetti che oggi sfruttano il lavoro non applicando la contrattazione collettiva leader, non applicherebbero il salario minimo per legge. Abbiamo l’impressione che un salario minimo per legge potrebbe diventare illusorio”.

    Secondo Valentini, il tema di fondo è la misurazione della rappresentanza sindacale. Se non si mette concretamente mano al concetto di misurare la rappresentanza che determina gli attori negoziali, che stipulano contrattazione leader, non si potrà uscire dalla situazione attuale. Inoltre, Valentini esprime la preoccupazione che un salario minimo per legge potrebbe determinare anche qualche fuga dai collettivi nazionali applicati, che garantiscono un trattamento economico minimo costituito da varie voci.

    Ci preoccupa infine che un salario minimo per legge potrebbe determinare anche qualche fuga dai contratti collettivi nazionali applicati, i quali garantiscono un trattamento economico minimo che è formato da tante voci, non solo dal minimo orario, e che lo rendono non solo più sostanziale ma anche più equo: permessi retribuiti, ferie, mensilità aggiuntive, tutto questo fa parte del trattamento economico minimo. Tutte garanzie per i lavoratori da cui un salario minimo per legge potrebbe indurre alcune imprese a scappare. È chiaro dunque che il tema è far applicare il contratto collettivo, e su questo invochiamo una maggiore vigilanza, nel nostro preciso interesse”


  • Contrasto alla Contraffazione in Italia: Pubblicato il Rapporto Iperico 2022

    Pubblicato il Rapporto Iperico 2022, che analizza l’attività di contrasto alla contraffazione in Italia nel corso del 2021.

    Il fenomeno della contraffazione rappresenta una minaccia costante per l’economia e per la tutela dei consumatori.

    Per tale ragione l’Ufficio italiano brevetti e marchi del ministero delle imprese, in collaborazione con Invitalia, ha pubblicato il Rapporto Iperico 2022, che analizza l’attività di contrasto alla contraffazione in Italia nel corso del 2021. L’obiettivo principale del Rapporto è quello di migliorare la collaborazione tra le autorità competenti e valorizzare il patrimonio informativo

    I dati elaborati dall’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli e dalla Guardia di Finanza indicano che nel periodo tra il 2008 e il 2021 sono stati effettuati 208mila sequestri per contraffazione, con un quantitativo di 617 milioni di articoli e un valore economico di 5,9 miliardi di euro. Nel 2021, i sequestri sono stati pari a 22.984, con un aumento del 63% rispetto all’anno precedente.

    Tra gli articoli maggiormente sequestrati nel 2021 risultano: la categoria altre merci (78,9%); l’abbigliamento (10,5%) e gli accessori (3,6%); i giocattoli (3,2%); le calzature (1,4%); le apparecchiature elettriche (1,5%) e profumi e cosmetici (0,4%).

    Nello specifico, i principali sequestri riguardano le etichette destinate al confezionamento del materiale falso (22,8%), il materiale per imballaggio e i dispositivi di protezione individuale (14,3%). Nel settore dell’abbigliamento, invece, sono stati sequestrati tessuti e filati (48,3%), abbigliamento in tessuto (30,4%) e maglieria (20,7%).

    Il Rapporto evidenzia anche una diminuzione della tendenza alla contraffazione nel settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per quanto riguarda la categoria profumi e cosmetica, la percentuale ammonta rispettivamente al 69,6% e al 26,3%, per un valore di 690mila euro per i primi e 560mila per i secondi. Sono 120mila i pezzi intercettati dalle autorità, di cui 40mila cosmetici solo nella provincia Lodi. L’azione di contrasto alla contraffazione si concentra principalmente in Lombardia e in Toscana, dove sono state sequestrate circa 8 milioni di articoli.

    La lotta alla contraffazione deve diventare sempre di più un obiettivo prioritario per salvaguardare il mercato italiano e tutelare i consumatori dalle possibili conseguenze negative dei prodotti contraffatti.


  • Festival Nazionale dell’Economia Civile 2023 a Firenze dal 28 settembre al 1 ottobre

    “Oltre i limiti. L’impegno che (ci) trasforma” è il titolo della quinta edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile che si terrà presso la sede di Palazzo Vecchio a Firenze, dal 29 settembre al 1 ottobre 2023.

    L’economia civile sta guadagnando sempre più spazio nel dibattito pubblico, spingendo le aziende e le organizzazioni a considerare non solo gli aspetti economici, ma anche quelli sociali e ambientali. In questo contesto, il Festival Nazionale dell’Economia Civile rappresenta un evento unico per promuovere un approccio sostenibile e solidale all’economia.

    “Oltre i limiti. L’impegno che (ci) trasforma” è il titolo della quinta edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile che si terrà presso la sede di Palazzo Vecchio a Firenze, dal 28 settembre al 1 ottobre 2023.

    Promosso da Federcasse e da Confcooperative, organizzato e progettato con Next con la collaborazione di Sec e il contributo di Fondosviluppo, il Festival ha l’obiettivo di cercare una risposta di “economia civile” agli shock e dalle sfide globali nell’era dell’intelligenza artificiale e delle grandi trasformazioni sociali.

    Dall’inizio della storia la ricchezza e la sopravvivenza delle civiltà si misura sulla sua intelligenza relazionale e sulle virtù civiche dei propri cittadini. Qualità della vita di relazioni, la “quinta operazione” della cooperazione dove uno con uno fa sempre più di due, e l’impegno civico sono non solo la chiave della soddisfazione e ricchezza di senso di vita ma anche del benessere sociale ed economico.

    Il fattore chiave di ogni organizzazione economica non sono il capitale e il lavoro ma la partecipazione delle persone e la qualità delle loro relazioni.

    I temi dell’edizione 2023

    Il tema pensato per quest’anno riguarda un modo nuovo di concepire le relazioni e la nostra capacità di intervenire come Comunità, per aumentare il ben-vivere, la generatività e la sostenibilità dei nostri territori, superando i nostri limiti individuali oltre a evitare anomia, disperazione e povertà di senso.

    “Oltre i limiti. L’impegno che (ci) trasforma” vuole porre le basi per ragionare insieme al pubblico e al privato, al profit e al non profit, sulle grandi sfide dei nostri tempi: la transizione ecologica come risposta al riscaldamento globale, la formazione permanente e la comunità educante, la cura di prossimità, il fisco buono e le soluzioni possibili ai temi di diseguaglianze, povertà e collaborazione tra stati e banche centrali.

    Ripartiremo dai punto di vista di oggi delle giovani generazioni e dalle buone pratiche che stanno già creando valore sociale condiviso nei nostri territori e rispondo dalle grandi sfide macroeconomiche dei nostri tempi.

    Il Confronto per costruire un presente etico e responsabile

    L’evento rappresenta un’occasione per tutti i professionisti, gli esperti, gli imprenditori, gli accademici e i funzionari pubblici di approfondire questioni legate all’economia sostenibile. Il Festival, durante le sue tre giornate, offrirà l’opportunità di partecipare a discussioni e dibattiti su come rafforzare l’economia civile e promuovere l’innovazione sociale. Come sottolineato dagli organizzatori: “sarà un’occasione di confronto per cittadini, lavoratori, imprenditori, professionisti, studenti, insegnanti, giovani e associazioni che si incontreranno e dialogheranno con istituzioni, esperti e accademici per costruire il presente in modo sempre più etico e responsabile


  • Decreto Aiuti: i ritardi nell’erogazione dei ristori stanno mettendo in ginocchio le imprese

    I ritardi nell’adeguamento dei costi degli appalti previsto dal Decreto Aiuti stanno mettendo in difficoltà il comparto dell’edilizia e dei trasporti.

    Il comparto dell’edilizia e dei trasporti è in gran difficoltà a causa dei ritardi nell’adeguamento dei costi degli appalti previsto dal Decreto Aiuti.

    Cosa Prevede il Decreto Aiuti?

    Il Decreto Aiuti ( D.L. 50/2022 ) è stato elaborato con l’obiettivo di dare un sostegno alle imprese durante la fase post pandemica e lo scoppio della guerra in Ucraina, quando i prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici erano aumentati in modo esorbitante. Ciò aveva messo a rischio la sopravvivenza delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione. L’obbligo di rispettare i contratti stipulati prima della guerra, ha portato a costi insostenibili per le aziende e con pesanti squilibri nei conti. La situazione, già precaria di per sé, si è aggravata maggiormente a causa dei ritardi nel riconoscimento dei ristori previsti dal Decreto Aiuti, che hanno oltrepassato i 10 mesi.

    L’appello delle cooperative

    L’appello delle Cooperative associate a Legacoop, arriva dopo che la maggioranza degli enti che appaltano i lavori non hanno ancora ricevuto le risorse necessarie dallo Stato centrale per erogare i ristori. Questa situazione di crisi colpisce tutte le zone del Paese, dal Nord al Sud, rischiando di mettere a repentaglio la prosecuzione delle gare attualmente in corso e la continuità delle ditte esecutrici.

    Le conseguenze di ulteriori ritardi sarebbero disastrose per i territori e le comunità interessate. Per tale ragione, le Cooperative associate a Legacoop hanno richiesto l’immediato intervento del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e il Viceministro Galeazzo Bignami, per risolvere la problematica e garantire il sostegno alle imprese del settore edile e dei trasporti.


  • 5-per-mille

    Confcooperative: a Pasqua affari a gonfie vele per agriturismi, hotel e ristoranti

    Tutti i dati del Centro studi di Confcooperative sulla spesa e i consumi degli italiani per la Pasqua 2023.

    Sarà la Pasqua delle differenze. Dal tutto esaurito di chi compra la colomba extralusso da 50 euro a Milano, a chi in tavola non porterà alcun menù speciale, in alcuni casi, neanche l’uovo. Dopo la pandemia la guerra. E ora il cappio dell’inflazione che stritola il portafoglio. Nonostante le difficoltà gli italiani sono alla ricerca della normalità: 3 su 10 festeggeranno la Pasqua a casa in famiglia; altri 4 su 10 al ristorante e in agriturismo.

    In viaggio, quasi tutti in Italia, 2 italiani su 10, vale a dire circa 12 milioni di persone. Affari a gonfie vele per agriturismi, ristoranti e hotel, ma 4 strutture su 5 lamentano fortemente una mancanza di personale che ne vincola o limita le attività. Stride, sempre più, la forbice delle diseguaglianze che si allarga per poco circa 10 milioni di italiani che vivranno una Pasqua di passione.

    I dati sulla spesa per la tavola di Pasqua

    Una spesa complessiva per la tavola che sfiora 1,2 miliardi, 100 milioni meno del pre-covid e 150 milioni in più rispetto allo scorso anno. Un maggior costo, ma non una maggiore spesa dal momento che l’esborso è spinto dall’inflazione. È quanto emerge dall’indagine del Centro studi di Confcooperative sulla propensione alla spesa e al consumo degli italiani per la Pasqua.

    Le scelte alimentari degli italiani

    In famiglia o al ristorante trionferanno le eccellenze dell’agroalimentare made in Italy. A casa in 2 tavole su 3, trionferanno agnello e capretto. Bene i consumi di pesce che con la quaresima e i venerdì di magro sono aumentati del 30%. Tra le eccellenze enogastronomiche primeggeranno: il ricco tagliere di formaggi e salumi, vini, prosecchi e spumanti dei nostri vigneti.

    Così come il ricco assortimento dell’ortofrutta italiana anche se colpita da siccità e gelate delle ultime settimane. Con la “Pasqua bassa” e l’ondata di freddo, in aumento le grigliate e i consumi di uova di cioccolato (28 milioni rispetto ai 25 dello scorso anno) per i più piccoli e di colombe (23 milioni rispetto ai 21 dello scorso anno). Vince poi la tradizione dei dolci regionali, pastiera in testa nel carrello dei dolci.


  • Legacoop-Prometea: Gamberini, preoccupazione per il Pnrr

    Il 4° Rapporto AreaStudi Legacoop Nazionale- Prometea ha evidenziato maggiore solidità finanziaria del sistema Legacoop rispetto alle pari imprese del sistema produttivo italiano e un modello di business caratterizzato da performance positive in linea con i valori tendenziali mostrati dai settori italiani di riferimento.

    Il 4° Rapporto AreaStudi Legacoop Nazionale- Prometea ha evidenziato maggiore solidità finanziaria del sistema Legacoop rispetto alle pari imprese del sistema produttivo italiano e un modello di business caratterizzato da performance positive in linea con i valori tendenziali mostrati dai settori italiani di riferimento.

    Il Rapporto indica una crescita moderata, con un PIL 2023 al +0,7%, accompagnata da un’inflazione che, a condizione che il prezzo dell’energia rimanga su livelli inferiori di quelli raggiunti nell’estate 2022, scenderà velocemente nel 2023 fino ad un livello di circa il 5,1%. Il rapporto contiene anche proiezioni per gli anni successivi, tra cui una crescita del Pil del +0,6% nel 2024 e del +0,9% nel 2025. L’inflazione è prevista al 2,2% nel 2024 e al 2% nel 2025. Si prevede che il sistema bancario continui a sostenere lo sviluppo delle imprese, seppure a un ritmo più lento rispetto al 2022 a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Inoltre, l’assenza di shock internazionali permetterà al ciclo industriale di ripartire, mentre gli investimenti finanziati dal PNRR contribuiranno a colmare il vuoto creati dal venire meno del Superbonus 110. È cruciale che l’attuazione del PNRR sia pienamente impegnata perché, con un impegno completo, gli investimenti totali sono previsti in aumento del 2,3% nel 2023 e dello 0,7% nel 2024.

    Il presedente Legacoop, Simone Gamberini, ha commentato che tutti devono fare la loro parte per liberare la forza creativa del Paese e che l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale è irrinunciabile per sostenere la crescita economica.

    “Il boom post pandemico”, commenta Simone Gamberini, presidente di Legacoop, “ha mostrato che questo paese è pieno di energie, ha un dinamismo che cova sotto la cenere ma è bloccato da strutture arcaiche, regole e scelte sbagliate non solamente a livello nazionale. In questo rallentamento tutti devono fare la loro parte per liberare la forza creativa del Paese. La cooperazione l’ha fatta e questo rapporto lo conferma: nel decennio passato si è rinnovata, riequilibrando dove necessario, consolidandosi quando possibile. Ma, come il resto del sistema produttivo, non può fare tutto da sola. Se i costi aumentano, l’incremento dei tassi rischia di soffocare l’economia. Al contrario servono misure di spinta coraggiose, e per questo ci preoccupa la crisi del PNRR. Un problema essenziale che va affrontato e risolto è quello dei costi del finanziamento in capo alle amministrazioni locali per la gestione delle opere che, con l’aumento dei tassi di interesse, sono insostenibili per gran parte di quei comuni, in maggioranza sotto i 5.000 abitanti, per i quali passano due terzi dei progetti e che spesso si vedono costretti a rinunciare alle risorse del Piano. Inoltre, dopo che la Cabina di regia, come annunciato, avrà effettuato una ricognizione per individuare i progetti realisticamente realizzabili con il PNRR e quelli da finanziare con Fondi di coesione e Repower EU, è urgente una revisione del modello, con un coinvolgimento dal basso del tessuto sociale e produttivo italiano. E occorre la spinta delle riforme, prima fra tutte quella fiscale. Una decisa riduzione della tassazione sul lavoro e del cuneo fiscale è ormai irrinunciabile. La ripresa post covid non era un fuoco di paglia, farla spegnere sarebbe un delitto”.

    In fine, Il rapporto evidenzia che sebbene l’economia italiana sembri essere in ripresa per tornare ai livelli pre-pandemici, esistono ancora preoccupazioni riguardo all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.


  • modello unico 730 per la dichiarazione dei redditi

    Modello unico dichiarazione dei redditi (2021): scadenze e istruzioni per la compilazione

    L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il modello unico 730 e tutti gli allegati necessari per la compilazione della Dichiarazione dei Redditi 2021.

    L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il modello unico 730 e tutti gli allegati necessari per la compilazione della Dichiarazione dei Redditi 2021. Come sappiamo giugno è un mese di fuoco per Caf e professionisti alle prese con i 730 di milioni di persone. Da qualche anno, però, è stato introdotto il modello precompilato che consente al cittadino di consultare i propri dati direttamente sul sito dell’Agenzia e, una volta verificata la loro conformità, di inviarlo in maniera autonoma. 

    Chi può compilare il modello 730 per la Dichiarazione dei Redditi

    Il 730 è rivolto ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. L’Agenzia delle Entrate specifica che possono utilizzare il modello 730 i contribuenti che nel 2020 hanno percepito:

    • redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (per esempio contratti di lavoro a progetto)
    • redditi dei terreni e dei fabbricati
    • redditi di capitale
    • redditi di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita Iva (per esempio prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente)
    • redditi diversi (per esempio, redditi di terreni e fabbricati situati all’estero)
    • alcuni dei redditi assoggettabili a tassazione separata (per esempio, i redditi percepiti dagli eredi – a esclusione dei redditi fondiari, d’impresa e derivanti dall’esercizio di arti e professioni).

    Perché effettuare la dichiarazione dei redditi

    La dichiarazione dei redditi non è obbligatoria per tutti. Sono esonerati, infatti, tutti quei contribuenti che non hanno imposte da versare o le cui tasse sono già state trattenute dal sostituto d’imposta in busta paga. 
    Nello specifico la legge prevede che i contribuenti esonerati siano quelli che hanno esclusivamente redditi da abitazione principale o altri fabbricati non locati (quelli esenti Imu), da lavoro dipendente e da pensione corrisposti da un unico sostituto d’imposta e i redditi soggetti ad imposta sostituiva. C’è però un distinguo. La dichiarazione dei redditi è obbligatoria se l’addizionale Irpef non viene trattenuta in busta paga o risulta trattenuta in misura inferiore a quanto dovuto. 

    Per i lavoratori dipendenti e i pensionati la compilazione del modello 730 non è quindi un obbligo, ma può rappresentare un’opportunità. Possono usufruire, infatti, di una serie di detrazioni come quelle per le spese mediche e veterinarie o per il canone d’affitto da rimborsare direttamente in busta paga. 

    Come chiarisce l’Agenzia delle Entrate con il modello 730 precompilato “il contribuente non deve eseguire calcoli e ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione, a partire dal mese di luglio (per i pensionati a partire dal mese di agosto o di settembre); se, invece, deve versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione (a partire dal mese di luglio) o dalla pensione (a partire dal mese di agosto o settembre) direttamente nella busta paga“.

    Le scadenze del 730

    Anche quest’anno i contribuenti possono presentare la propria dichiarazione dei redditi entro il 30 settembre. Hanno la possibilità di inoltrare il 730 in maniera autonoma, sfruttando il modello precompilato (IMPORTANTE: verificate che tutti i dati siano corretti ed eventualmente effettuate le integrazioni necessarie), oppure possono presentarlo ad un professionista, ad un CAF o al proprio sostituto d’imposta che poi procederà all’invio all’Agenzia delle Entrate. In quest’ultimo caso il contribuente deve consegnare la delega per l’accesso al modello 730 precompilato e il modello 730-1 che contiene la destinazione dell’2 per mille, del 5 per mille e dell’8 per mille.