Start up ed innovazione: due tematiche accomunate da tanti elementi.
Il primo è il loro carattere moderno, il secondo è la difficoltà che entrambi trovano nell’affermarsi in Italia.
Un dato, a tal proposito, è emblematico e ce lo fornisce Il Sole 24 Ore: nel 2014 gli investimenti globali dedicati al solo settore del fintech ammontano a 2,8 miliardi di dollari.
L’Italia investe nel medesimo ambito 7 milioni di euro, circa lo 0,1% del totale mondiale, il che è un paradosso se consideriamo l’enorme creatività che gli italiani hanno dimostrato e continuano a dimostrare ogni giorno.
Le idee non mancano di certo, ciò che manca è un piano di investimento ed un quadro normativo adeguato: questo è fuori di dubbio. Certo, sarebbe troppo facile auspicare, anzi invocare una rivoluzione dall’alto.
Ma le condizioni operative devono e possono essere migliori.
Se lo augura anche Roberto Ferrari, direttore generale di Chebanca! nel corso della presentazione di Smartmoney Fintech Community, la prima community dedicata alla fintech: “La trasformazione è già in atto. Il prossimo mese sperimenteremo i pagamenti smart per i parcheggi con una fintech italiana. Ma non c’è tempo da perdere. Se non sapremo cogliere le opportunità, una grande ricchezza se ne andrà all’estero”.
Alcuni termini sono certamente sconosciuti per molti cittadini italiani. Colpa di una cattiva informazione e di un certo scetticismo nell’affrontare determinati argomenti.
Il settore del fintech, ad esempio, è molto diffuso all’estero, soprattutto nell’ambito delle start up, mentre rappresenta una vera e propria new entry nel nostro paese. Le imprese che si occupano di fintech sperimentano idee innovative nell’ambito dei pagamenti finanziari, implementando software all’avanguardia che renderebbero più facile la vita di milioni di cittadini.
La sperimentazione dei pagamenti smart per i parcheggi è solo una delle tante idee che sono venute fuori in questi anni, senza però avere una cassa di risonanza adeguata.
La contaminazione e la condivisione dei progetti innovativi è alla base di qualsiasi tessuto economico e culturale all’avanguardia. Lo dimostrano la Silicon Valley o i paesi scandinavi, ecco perchè è necessaria una migliore comunicazione su questi argomenti: le start up hanno bisogno di un terreno fertile dove poter operare, senza rischiare di scomparire nel nulla dopo la fase iniziale di sperimentazione.