• coop occupati

    Il mondo della cooperazione va in controtendenza rispetto al resto del sistema imprenditoriale.
    Durante il periodo di crisi, le cooperative hanno aumentato il numero di posti di lavoro, resistendo agli effetti negativi della crisi e all’aumento delle tasse.

    Confcooperative ha fornito i numeri delle proprie associate relativi al periodo 2008-2014. Secondo la centrale di rappresentanza il numero di occupati è passato da 506.500 nel 2008 a 536.800 nel 2014.
    coop occupatiQuesto vuol dire che durante la crisi il mondo della cooperazione è stato addirittura in grado di far crescere il numero degli occupati del 5,9%; per avere un’idea più chiara della rilevanza di questo dato basta sottolineare che nello stesso periodo il tasso di disoccupazione dell’Italia è cresciuto di circa 7 punti percentuali.
    Le cooperative, dunque, sembra abbiano svolto al meglio la propria funzione sociale, salvaguardando prima di tutto i propri soci e poi le esigenze dei territori nei quali operano.
    Mentre le imprese multinazionali erano impegnate in operazioni di delocalizzazione e di ridimensionamento dei propri organici, le coop tentavano la strada dell’internazionalizzazione per remunerare al meglio i propri soci e salvare numerosi posti di lavoro.

    “Abbiamo utilizzato ogni risorse, ogni nichelino, per continuare a comportarci da cooperatori e a svolgere il ruolo che ci assegna la Costituzione: promuovere lo sviluppo, dare servizi alle persone, rispondere ai bisogni della collettività, mantenere viva l’occupazione senza delocalizzare“.
    Sono queste le parole di Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, che ha parlato al  Corriere Economia. “Le cooperative, le agroalimentari in particolare – aggiunge Gardini – intensificano la via dell’export per remunerare al meglio i soci produttori, per incrociare domanda e offerta su mercati meno maturi“.
    Il tutto nonostante un significativo aggravio fiscale. Come riporta il Corriere Economia, infatti, le cooperative hanno versato 5 miliardi e 476 milioni in più al fisco di quelli che avrebbero versato se avessero mantenuti gli stessi livelli di produzione del 2007. Nello stesso periodo le spa hanno versato all’erario 15 miliardi e 736 milioni in meno.
    Il mondo della cooperazione si è dimostrato, dunque, un baluardo dell’occupazione, specie nel settore dell’agroalimentare, dove rappresenta un modello di eccellenza, sia dal punto di vista della qualità dei prodotti che dal punto di vista organizzativo.