Il Freedom of Information Act (Foia) è la legge che riconosce il diritto dei cittadini di accesso agli atti della Pubblica Amministrazione a prescindere dagli interessi concreti del richiedente.
Sono addirittura 95 i paesi che possiedono un Foia; l’Italia, fino a pochi giorni fa non era tra questi.
In materia di trasparenza il nostro Paese era fermo alla legge n.241/1990 che prevedeva il diritto di accesso agli atti solo in caso di esistenza di un interesse specifico di chi effettua la richiesta.
Il Consiglio dei Ministri del 16 maggio ha finalmente approvato la legge sulla trasparenza, recependo le richieste di modifica apportate dalle commissioni parlamentari e dalla società civile, in particolare quelle di Foia4Italy, la rete di associazioni mobilitatasi per dotare l’Italia di un provvedimento sulla trasparenza degli atti pubblici.
Il testo precedente presentava diverse lacune, tanto da far credere gli esperti che l’Italia avesse addirittura compiuto un passo indietro nella lotta alla corruzione ed in materia di controllo democratico della PA.
Tra i punti più critici c’era il cosiddetto silenzio-diniego, ovvero la possibilità delle amministrazioni di rifiutare l’accesso senza fornire alcuna motivazione.
La nuova versione del Foia elimina il silenzio-diniego e anzi viene garantito l’accesso a tutti “allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico“.
L’eventuale diniego dovrà essere adeguatamente motivato e sarà possibile contestarlo ricorrendo al responsabile per la trasparenza oppure in un secondo momento al difensore civico ed eventualmente ai giudici amministrativi.
Esistono, però, delle fattispecie che impediscono ai cittadini di accedere agli atti.
Questo avviene quando il diniego serve ad evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici che riguardano:
- la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico;
- la sicurezza nazionale;
- la difesa e le questioni militari;
- le relazioni internazionali;
- la politica e la stabilità finanziaria ed economica dello Stato;
- la conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento;
- il regolare svolgimento di attività ispettive.
Sarà fondamentale, ovviamente, verificare come verranno interpretati questi criteri e se la PA li sfrutterà per estendere le eccezioni ad una grande quantità di provvedimenti amministrativi. Un altro punto critico, secondo gli addetti ai lavori, è rappresentato inoltre dall’assenza di sanzioni di rilievo per i dirigenti pubblici inadempienti.
Ad ogni modo, il Foia potrà rappresentare un effettivo strumento di controllo dell’operato delle istituzioni, esercitabile sia dei cittadini che dai giornalisti.
La società civile potrà, ad esempio, controllare come vengono dirottare le risorse della collettività, monitorare lo stato di avanzamento dei progetti e verificare se effettivamente la burocrazia rappresenta un ostacolo allo sviluppo del Paese.
Negli Stati Uniti, come in molti altri paesi, il Foia è uno strumento essenziale per portare avanti inchieste giornalistiche e per migliorare la qualità della democrazia.
In attesa di valutare il processo di attuazione, l’approvazione di una legge sulla trasparenza è già un enorme passo in avanti.