Il World Economic Forum ha pubblicato il Global Information Technology Report 2016, il rapporto sull’economia digitale e sulle capacità degli Stati mondiali di sfruttare le nuove tecnologie per far crescere la propria economia.
L’Italia si trova abbastanza indietro nella graduatoria stilata dal WEF, ma ha scalato diverse posizioni negli ultimi dodici mesi. Il nostro paese, infatti, si attesta al 45° posto su 139 nazioni, recuperando ben 10 posizioni rispetto ad un anno fa.
Il merito di questo balzo in classifica è dovuto alla maggiore disponibilità di beni e servizi online e ad un corpo normativo migliore per le startup e le piccole e medie imprese.
In generale, però, il contesto normativo e burocratico è ancora troppo poco favorevole all’economia digitale.
Il rapporto prende in considerazione quattro macro aree: l’ecosistema normativo ed economico, la disponibilità della rete in termini di infrastrutture, costi e competenze, l’utilizzo effettuato dai cittadini, dalle imprese e dalla PA e l’impatto del digitale sull’economia e la società.
Se quest’ultima variabile presenta dei grandi miglioramenti dal 2014 al 2015, non si può dire lo stesso per gli altri indicatori. Nonostante, infatti, il Governo si sia impegnato per rendere più attraente il contesto italiano, soprattutto nei confronti delle startup e degli investitori esteri, l’Italia si trova ancora in fondo alla graduatoria per quanto riguardo variabili come la disponibilità di venture capitalist (124°), l’efficienza degli organi legislativi e giudiziari (128° e 138°), il tempo per risolvere piccole controversie contrattuali (129) ed il peso fiscale sulle aziende (129°).
È evidente, dunque, ed è un problema noto da tempo, che un sistema estremamente gessato ed inefficiente dal punto di vista della gestione dei problemi, che siano essi di natura giudiziaria o prettamente burocratica, sia poco adatto allo sviluppo di un’economia digitale, che fa della flessibilità e della velocità le sue prerogative. Non mancano, invece, nel nostro Paese le risorse umane in materia di digitale, dal momento che siamo al 37° posto per competenze digitali.
Al primo posto della classifica stilata dal Word Economic Forum troviamo Singapore, davanti a Finlandia, Svezia, Norvegia e Stati Uniti. La buona notizia per l’Europa è che nei primi dieci posti della classifica ci sono ben sette paesi europei.
Il Global Information Technology Report mostra, in generale, una crescita generalizzata in tutto il mondo dell’uso e dell’impatto della tecnologia, con una variazione più rilevante che interessa l’Europa.