L’Italia è prima in Europa per numero di disoccupati che non cercano lavoro. È questo il triste responso dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea.
Nel nostro Paese sono addirittura 3,5 milioni gli inattivi, ovvero i disoccupati scoraggiati che non cercano neppure lavoro. Di questi il 60% è rappresentato da donne.
Le difficoltà ad entrare in maniera stabile nelle realtà aziendali ed un sistema di politiche attive inefficiente ha portato i cittadini a perdere qualsiasi speranza.
Ecco perché il 14% della forza lavoro nazionale non lavora e non cerca lavoro contro una media europea del 4,7%.
L’Italia è nettamente il paese europeo con il maggior numero di inattivi.
Alle sue spalle c’è la Turchia con 1.824.000 inattivi, poco più della metà dei “disillusi” made in Italy. Tra le altre grandi democrazie europee la Spagna sfiora il milione di inattivi, mentre in Germania ed in Francia sono rispettivamente 533 mila e 674 mila le persone che non cercano lavoro.
L’Italia è prima anche in quanto a percentuale di inattivi in rapporto alla forza lavoro nazionale. Il 14% di inattivi la colloca davanti a Croazia (9,2%), Lussemburgo (7,8%), Finlandia (7,7%) e Bulgaria (7,1%).
Di recente l’Istat, nel suo rapporto annuale sulla situazione del Paese, ha evidenziato come in Italia siano più di 2 milioni i Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano, un altro numero che vale alla nazione italiana il primo posto a livello europeo.
Si tratta di dati che devono invitare le istituzioni ad effettuare una riflessione profonda per avviare un intervento di natura strutturale che abbracci allo stesso tempo il cuneo fiscale alle imprese, le regole contrattuali e soprattutto il sistema di politiche attive.