• Sono 68 mila i laureati over 25 che dal 2002 al 2011 si sono trasferiti all’estero. La fuga dei cervelli è un problema reale per l’Italia.
    Le nostre università si rilevano adeguate per accogliere i nostri studenti, mentre il mondo del lavoro non rispetta le aspettative dei laureati più qualificati.

    umanitàEcco perchè molti neo “dottori” decidono di recarsi all’estero e di iniziare lì la loro vita lavorativa, cercando di apprendere una lingua straniera e di costruirsi un solido background culturale e professionale.
    Il Governo ha deciso di porre un freno a questo fenomeno, incentivando il ritorno dei cervelli evasi.
    All’interno del decreto fiscale sull’internazionalizzazione delle imprese, è stata inserita una norma che disciplina una riduzione del reddito imponibile del 30% per chi decide di tornare in Italia.
    L’incentivo avrà una durata di cinque anni e riguarda nello specifico quei lavoratori che rivestono un ruolo per il quale è richiesta un’elevata specializzazione e una laurea e che negli ultimi 5 anni hanno avuto la residenza fuori dell’Italia.
    Si tratta di un provvedimento doveroso, che deve essere però accompagnato da un tessuto normativo e fiscale che consenta a professionisti ed imprenditori di investire nel nostro paese.
    Il ritorno dei cervelli non esisterebbe senza la loro fuga: è su questo punto che le istituzioni dovranno concentrarsi maggiormente.