È stato presentato oggi presso il Ministero dei Beni Culturali il rapporto “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche e di Sida Group.
La cultura rappresenta una delle principali risorse dell’Italia. E aldilà delle parole, che spesso sfociano nella retorica, questa volta sono i dati a dimostrarlo.
Secondo l’analisi della Fondazione Symbola e di Unioncamere, il sistema produttivo culturale e creativo fatto da imprese, PA e non profit genera 89,7 miliardi di euro e ‘attiva’ altri settori dell’economia arrivando a muovere nell’insieme 249,8 miliardi, equivalenti al 17% del valore aggiunto nazionale.
È particolarmente interessante analizzare l’effetto moltiplicatore svolto dalla cultura in Italia. Per ogni euro prodotto dall’industria culturale italiana, infatti, se ne attivano 1,8 in altri settori.
Il più grande beneficiario è ovviamente il turismo. La possibilità di ammirare il patrimonio artistico e culturale italiano attira ogni anno milioni di turisti.
Nello specifico, il 37,5% della spesa turistica nazionale è attivata dalla cultura e della creatività.
Capiamo bene, allora, come la cultura possa essere effettivamente un fattore di sviluppo per il nostro Paese anche e soprattutto per la sua capacità di sviluppare investimenti e creare posti di lavoro in settori che sono collegati ad essa solo trasversalmente.
A proposito di lavoro, anche i dati occupazionali del campo culturale e creativo sono di primissimo rilievo. Il solo sistema produttivo culturale e creativo – evidenzia l’indagine – dà lavoro a 1,5 milioni di persone (il 6,1% del totale degli occupati in Italia).
Nel periodo 2011-2015, il comparto fa registrare tendenze opposte rispetto al resto del Paese, soprattutto in termini di valore aggiunto e occupati, indicatori che hanno visto l’Italia perdere rispettivamente lo 0,1% e l’1,5%; al contrario nelle filiere culturali e creative la ricchezza è cresciuta dello 0,6% e gli occupati dello 0,2%.
Se spostiamo la nostra attenzione, invece, sulle aree territoriali, la provincia di Milano è al primo posto in Italia sia per valore aggiunto che per occupati legati alle industrie culturali e creative (rispettivamente 10,4% e 10,5% del totale dell’economia provinciale). Nella classifica provinciale, infine, per incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale e creativo sul totale dell’economia, dietro Milano ci sono Roma, attestata sulla soglia del 10%, Torino al 9,1%, Siena all’8,5% e Arezzo al 7,8%.