Diminuisce ancora il tasso di disoccupazione nel mese di settembre 2015.
A comunicarlo è l’Istat attraverso le sue rilevazione mensili. Secondo l’istituto di statistica, dopo il calo di 0,5 punti a luglio e di 0,1 punti ad agosto, anche a settembre c’è una riduzione dello 0,1% che porta il tasso di disoccupazione all’11,8%, che risulta essere il livello più basso dal gennaio 2013.
C’è, dunque, un progressivo miglioramento del mercato del lavoro italiano, come dimostrano i dati su base annua, secondo i quali il numero dei disoccupati è diminuito dell’8,1% (-264 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,0 punti.
Buone notizie anche per il tasso di disoccupazione giovanile. La quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), infatti, è pari al 40,5%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente.
Ad una riduzione della disoccupazione, corrisponde, però, una preoccupante diminuzione del numero degli occupati. “Dopo la crescita registrata negli ultimi tre mesi (+0,7%, pari a +166 mila occupati tra giugno e agosto) – riporta l’Istat – a settembre 2015 la stima degli occupati diminuisce dello 0,2% (-36 mila). Il calo riguarda sia i dipendenti (-26 mila) sia gli indipendenti (-10 mila). Il tasso di occupazione diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,5%” .
Siamo difronte, dunque, a dati ancora controversi che racconto di un mercato del lavoro che fatica ancora a trovare la sua stabilità. Gli sgravi fiscali presenti nella scorsa Legge di Stabilità e l’introduzione della flessibilità in uscita hanno avuto degli effetti rilevanti sul tasso di disoccupazione, non riuscendo, però, a dare a l’Italia quel dinamismo auspicato dal Governo.
Tra i dati forniti dall’Istat va sottolineato anche quello sul numero di inattivi, ovvero quelle persone di età compresa tra i 15 ed i 64 anni che non lavorano e non cercano lavoro. Nel mese di settembre il numero di inattivi è in aumento di 53mila unità (+0,4%), mentre il tasso di inattività si attesta sul 35,8%, in aumento dello 0,2%.
La diminuzione del tasso di disoccupazione si spiega, dunque, anche con un contemporaneo aumento degli inattivi; un dato quest’ultimo che deve essere valutato con criticità ed attenzione da parte dell’esecutivo.