• latte granarolo

    Le grandi industrie di trasformazione del latte sono pronte ad inviare ai produttori i nuovi contratti. 
    Ma i prezzi di conferimento non sono quelli che speravano gli allevatori. 

    Il prezzo stabilito dall’Osservatorio europeo è di 29 centesimi al quale vanno aggiunti 4 centesimi di premio per i prodotti italiani.
    Si arriva, dunque, a 33 centesimi, ovvero un prezzo addirittura inferiore rispetto a quello che ha scatenato la protesta dei produttori lo scorso mese di latte_fresco_novembre.
    Dopo una dura battaglia, con manifestazioni in tutta Italia ed il blocco dello stabilimento di Lactalis, si era arrivati ad un compromesso che ha portato il prezzo a 37 centesimi, 36 pagati da Lactalis ed 1 dall’Unione attraverso i 25 milioni stanziati per sostenere il comparto.
    In questi mesi la situazione non è migliorata. Gli osservatori hanno rilevato un eccesso di produzione in tutta Europa, stimabile attorno al +7%, a fronte di un evidente riduzione dei consumi.
    Il crollo dei prezzi, dunque, è stato ancora più cospicuo e trovare un accordo che soddisfi i produttori sarà più complicato.

    Nel frattempo Granarolo, per bocca del proprio presidente, nonché coordinatore latte dell’Alleanza delle Cooperative, Giampiero Calzolari, ha dichiarato di essere disposta a pagare un prezzo maggiore, utilizzando i profitti ottenuti per effetto della diversificazione produttiva.
    La situazione resta comunque preoccupante, tant’è che, come abbiamo riportato nei giorni scorsi, molti paesi, tra cui Francia ed Italia, stanno ponderando di ridurre volontariamente la produzione per provare ad incidere sul livello dei prezzi.
    L’Italia attraverso le organizzazioni dei produttori ed il Mipaaf, chiede degli interventi decisi all’Unione Europea. Le misure proposte nel Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura, svoltosi un paio di settimane fa, non basteranno per lenire la crisi del settore.