La crisi del latte è ancora lontana da una soluzione, ma negli ultimi mesi sono stati fatti diversi passi in avanti.
A dichiararlo è il ministro delle Politiche Agricole, Ambientali e Forestali, Maurizio Martina, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. Secondo Martina è necessario portare avanti un patto di filiera con un accordo sui prezzi di conferimento e sull’etichettatura dei prodotti che avvantaggi sia i produttori che le industrie di trasformazione: “In queste settimane non solo i produttori ma anche una parte importante dell’industria lattiera e della cooperazione hanno ragionato sull’importanza di questo tema e sulla necessità di unire le forze”.
Una battaglia fondamentale si giocherà a livello europeo nella prossima riunione del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura Ue prevista per giugno, quando l’Italia spingerà per un cambiamento delle norme sull’etichetta d’origine dei prodotti.
“C‘è una battaglia europea da condurre – dichiara Martina – perché si sblocchi questa partita a livello comunitario. Ci sono alcune analisi economiche che mostrano come il valore aggiunto del Made in Italy 100% può essere strategico per il rilancio dei consumi. E ci sono passi che possiamo provare a determinare in ambito nazionale. Da un’indagine demoscopica commissionata da Ismea, infatti, il 67% degli italiani intervistati si dichiara disposto a pagare dal 5 al 20% in più per un prodotto lattiero caseario che abbia chiara in etichetta la sua origine italiana. In un periodo di calo delle vendite questo può diventare uno strumento in più“.
Tra le proposte messe in campo dal ministero delle Politiche Agricole c’è l’acquisto delle quote latte in eccesso da destinare agli indigenti. Un’iniziativa che Martina rilancerà in sede europea, come parziale soluzione alla sovraproduzione. Tra i possibili interventi c’è anche la costituzione di un’Ocm per il latte sul modello di quella esistente per il vino, ovvero una misura europea che concederebbe finanziamenti e contributi ai produttori lattiero-caseari.