Il Decreto lavoro è stato approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati con 154 voti favorevoli e 82 contrari. Si tratta della conversione del decreto legge 4 maggio 2023, n. 48, con misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.
Una delle principali novità contenute nel testo riguarda il taglio del cuneo fiscale del 4%, attraverso l’esonero parziale dai contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, in particolare: reddito fino a 35.000 € si arriva al 6%; reddito fino a 25.000 € si arriva al 7%. Questa misura prevede una riduzione delle imposte sulle buste paga per i lavoratori che rientrano in determinati scaglioni di reddito. Un modo per alleggerire il carico fiscale per chi guadagna meno e offrire un incentivo per la creazione di nuovi posti di lavoro.
Oltre al taglio del cuneo fiscale, il Decreto lavoro comprende anche disposizioni sul lavoro agile e lo smart working per alcune categorie di lavoratori soggetti a maggiori tutele, offrendo loro la possibilità di lavorare in modo flessibile da remoto.
Altra novità riguarda il reddito di cittadinanza che, a partire da gennaio 2024, verrà sostituito dall’assegno unico di inclusione, di cui potranno beneficiare i nuclei con disabili, minori, over 60, e dopo le modifiche del Senato, anche i componenti svantaggiati inseriti in programmi di cura e assistenza certificati dalla Pa. In particolare, l’assegno è volto al sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, fino a un massimo di 7.650 €.
Confcooperative: “Un buon punto di partenza per alcuni temi fondamentali in tema di lavoro e contrasto alla povertà”.
“Riteniamo positivo – sottolinea il presidente Gardini – aver puntato gran parte delle risorse a disposizione su riduzione contributiva a beneficio dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi particolarmente colpiti dall’inflazione, ma serve dare un carattere strutturale alla misura estendendola il più possibile come platea di beneficiari e soprattutto promuovere con decisione un analogo di intervento anche in favore delle imprese”.
Soddisfazione va espressa sul rinvio della disciplina delle causali del contratto a tempo alla contrattazione collettiva. Misura che va nella direzione di valorizzazione della buona flessibilità, comunque necessaria alle imprese soprattutto in determinati comparti.
“Infine – conclude Gardini – si muove nella giusta direzione il superamento del Reddito di Cittadinanza che favorisce la separazione di due obiettivi, erroneamente accomunati dal precedente strumento, vale a dire quello di sostenere i soggetti in povertà assoluta con il nuovo Assegno di inclusione e quello di agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro di persone occupabili con il Supporto per la formazione e il lavoro, recuperando meritoriamente il ruolo dei servizi sociali e delle realtà del privato sociale nell’opera di valutazione e presa in carico dei differenti bisogni”.