• Di questi tempi le cattive notizie per gli italiani non finiscono mai.

    Fisco e tasseCi informa la Confcommercio che il prelievo fiscale per gli italiani che pagano le tasse è arrivato a sfiorare il 55%. A questa stima si perviene considerando il PIL al netto dell’economia sommersa, che non produce alcun gettito fiscale. Un vero record. Per avere qualche termine di paragone si pensi che lo stesso dato per un contribuente francese o svedese è pari al 48%, per un inglese supera di poco il 41%, mentre per un cittadino Usa è solo il 28%, che significa la metà di quanto paghiamo noi.

    Si tratta di un peso fiscale che grava sulle spalle solo dei contribuenti onesti, che sono così costretti a pagare anche per gli altri.

    L’economia sommersa ammonta a oltre 150 miliardi, che corrisponde a circa il 18% del Pil. È una vera montagna, che falsa la concorrenza e distorce la democrazia economica.

    Quel che è più grave è che ad una tassazione tanto elevata non corrisponde una adeguata qualità dei servizi che lo Stato eroga ai cittadini. Non si può certo affermare che la qualità dei trasporti o delle università italiane sia paragonabile a quella dei paesi su menzionati. Come ormai molti dicono, con efficace sintesi, abbiamo TASSE SVEDESI E SERVIZI I TALIANI!

    Per pagare le tasse gli italiani devono lavorare fino al 19 luglio. Praticamente i primi 7 mesi dell’anno lavorativo servono per le tasse. Un’enormità, che fa del nostro Paese un caso unico e preoccupante nel panorama dei Paesi avanzati.

    Il governo tecnico deve trovare la forza per porre rimedio e riequilibrare il carico fiscale tra tutti i cittadini. Fino ad ora ha prelevato ingenti somme dai contribuenti che già pagavano le tasse, ma non ha inciso con decisione sul taglio alle spese inutili ed alle inefficienze. Ancor meno il Governo ha inciso sulle rendite parassitarie di parlamentari e burocrati statali superpagati.

    L’80% dei provvedimenti sono stati tasse e non tagli di spesa. Per ridimensionare il debito pubblico questo secondo aspetto costituisce un passaggio cruciale per liberare risorse da dedicare allo sviluppo.

    Non sarà impresa facile, essendo il Governo sempre ostaggio del Parlamento, che, vista la legge elettorale, è costituito per lo più non da eletti, ma di nominati i quali non facilmente rinunceranno a rendite e potere.

    In bocca al lupo, governo Monti, e avanti tutta con le riforme che servono al Paese.