“Tutelare la reputazione delle imprese e la leale concorrenza sul mercato” con questa motivazione Antonello Montante, delegato di Confindustria per la legalità, annuncia che l’associazione di rappresentanza degli imprenditori si costituirà parte civile al processo penale relativo all’indagine Mafia Capitale. Una decisione abbastanza sorprendente considerando che nella fase dibattimentale non dovrebbe essere coinvolta alcuna associata di Confindustria. Sappiamo, invece, che l’inchiesta della Procura di Roma coinvolge direttamente il mondo dele cooperative romane. Anche Legacoop, come ha annunciato il suo presidente nazionale, Mauro Lusetti, si costituirà parte civile e sarà pronta a dare battaglia contro quelle cooperative che infangano il nome della cooperazione italiana.
Risulta saggia ed appropriata la scelta dei vertici di Confindustria di tutelare la legalità e la concorrenza in un procedimento penale così rilevante di fronte all’opinione pubblica. Viene dato un segnale forte a tutto il mondo dell’imprenditoria italiana. La speranza, però, è che l’associazione di rappresentanza degli industriali si comporti allo stesso modo se, in futuro (speriamo non ci siano altre occasioni), saranno coinvolte in prima persone le proprie associate. In passato, infatti, Confindustria non ha adottato lo stesso comportamento quando altre imprese, non cooperative, hanno visto i loro nomi collegati a scandali di corruzione e malaffare.
La via del futuro, però, è stata segnata. Le scelte e le parole di Confindustria e dell’Alleanza delle cooperative sono state chiare ed inequivocabili. Gli imprenditori italiani devono voltare pagina e per farlo hanno bisogno del sostegno delle proprie associazioni di rappresentanza. Questo è il primo passo. Vedremo se cambierà anche il quadro normativo, in modo da prevenire ulteriori danni d’immagine al mondo cooperativo, come a quello imprenditoriale nella sua interezza.