Matteo Ragnacci di Generazioni Legacoop è stato nominato come primo coordinatore dell’Alleanza delle cooperative giovani.
Il coordinamento nasce per portare a termine il cammino di fusione intrapreso dalle tre maggiori centrali di rappresentanza del mondo della cooperazione: Agci, Confcooperative e Legacoop.
Un percorso condiviso anche dai giovani cooperatori e dalle loro associazioni. Saranno proprio loro, infatti, i protagonisti futuri della nascente Alleanza, coloro in grado di portare nella nuova organizzazione quello spirito innovativo necessario per leggere i cambiamenti della realtà sociale.
I tre gruppi giovani dell’Alleanza, ovvero Oop Confcooperative, Generazioni Legacoop e Agci giovani, sono stati, tra le altre cose, i promotori della Rete europea dei Giovani cooperatori (European Young Cooperators Network), nata a Bologna lo scorso settembre.
Il passo successivo è stato quello di iniziare un cammino a livello nazionale attraverso l’organizzazione di una Winter School per formare i giovani cooperatori.
Soci e lavoratori provenienti da tutta Italia hanno vissuto tre giorni al’insegna dell’identità cooperativa, cercando di individuare le peculiarità e le modalità di diffusione della cooperazione. Alla fine della Winter School, sabato 12 dicembre, è stato formato il coordinamento dell’Alleanza delle cooperative giovani che sancisce l’avvio ufficiale dell’unione delle sigle anche a livello giovanile.
La costituzione di una cittadinanza europea, la formazione dei manager cooperativi, l’innovazione, il patto inter-generazionale, il dialogo con le istituzioni, il protagonismo sul territorio sono alcune linee guida del nascente movimento, espresse dal coordinamento nel manifesto fondativo.
La sfida è certamente affascinante, ma non sarà priva di difficoltà. L’esigenza di mettere assieme tre identità differenti, come quelle di Agci, Confcooperative e Legacoop, sarà la prima questione da affrontare, ma non è certo l’unica.
Il mondo della cooperazione si trova davanti ad un bivio vitale. L’emersione dell’economia collaborativa offre alle centrali di rappresentanza e alle sue diramazioni giovanili l’opportunità di implementare la cooperazione come strumento giuridico ideale per applicare i principi collaborativi.
Il tutto, però, a patto che vengano abbandonate vecchie logiche legate alla compensazione politica e all’immobilismo decisionale.
È questo il momento dell’innovazione e dell’azione: se si perde questo treno c’è il rischio che non ne passi un altro.
I recenti scandali giudiziari hanno gettato discredito verso l’intero mondo della cooperazione, anche quella onesta che ogni giorno opera al servizio della collettività.
Ecco perché la cooperazione ha bisogno di una nuova e più moderna organizzazione e che a crearla siano soprattutto i giovani.