• agroalimentare mezzogiorno

    L’agroalimentare è al momento la principale fonte di sviluppo dell’economia meridionale. 
    Lo dimostrano anche le analisi recenti. L’ultima è stata realizzata da Banca Intesa San Paolo, che ha esaminato il rendimento dei distretti alimentari del Mezzogiorno in termini di esportazioni. 

    Secondo l’Ufficio studi di Intesa San Paolo, nel 2015 tutte le regioni meridionali hanno fatto registrare un trend positivo. L’intera area meridionale mostra una crescita agroalimentare mezzogiornodell’8,3% rispetto al 2014, raggiungendo un valore delle esportazioni superiore ai 7 miliardi di euro.
    Si tratta di un traguardo di assoluto rilievo che conferma i trend evidenziati dal 2010 in avanti, anno a partire dal quale l’export meridionale ha mostrato una costante risalita, che gli ha permesso di raggiungere nel 2015 il massimo storico.
    Particolarmente positivo il rendimento di Puglia e Campania. Il valore delle vendite della regione Puglia si attesta a 3,2 miliardi, con una crescita del 10,5% su base annua sotto la spinta dell’ortofrutta barese.
    Il distretto alimentare campano cresce, invece, del 6,9% per effetto dell’ottimo rendimento dei distretti dell’alimentare napoletano, delle Conserve di Nocera, delle mozzarelle di buffa, dell’alimentare avellinese e dell’agricoltura della piana del Sele.
    Bene anche Abruzzo, Sicilia e Sardegna.

    L’export meridionale cresce sia sui mercati maturi che sui nuovi mercati. Le vendite sui mercati maturi sono aumentate del 7,2% raggiungendo quota 4,8 miliardi di euro per effetto dell’ottimo rendimento in Stati Uniti, Spagna, Francia e Gran Bretagna.
    Per quanto riguarda, invece, i nuovi mercati, la variazione positiva è del 10,6% per un valore complessivo di 2,3 miliardi. Da questo punto di vista si sono rivelati particolarmente proficui i rapporti commerciali con la Tunisia, in attesa di aggredire mercati dalle grandi potenzialità come quelli asiatici.