Dopo oltre trent’anni di storia oggi è l’ultimo giorno di quote latte. I produttori italiani sono letteralmente in fermento, preoccupati per gli effetti di un simile processo di liberalizzazione.
Il mercato del latte vive un periodo di profonda incertezza dovuto principalmente all’instabilità dei prezzi. La fine dell’era della quote latte non farà altro che acuire questa tendenza, mettendo in seria difficoltà i produttori meno competitivi sul mercato.
Potrebbe essere questo il caso dell’Italia. Il latte italiano presenta dei prezzi comparativamente più alti rispetto a quello tedesco, polacco o francese. Per questo motivo i produttori italiani potrebbero patire nel confronto con gli omonimi europei.
Ma l’Unione Europea ha previsto delle misure per affrontare questa fase di transizione? È in fase di studio, ad esempio, uno strumento di natura finanziaria che coinvolgerà la Banca europea degli investimenti, con l’intento di tutelare i produttori di latte dall’estrema volatilità dei prezzi del settore.
Allo stato attuale, però, sono pochi i salvagenti a disposizione degli allevatori in difficoltà: ci sono i contratti collettivi obbligatori, le associazioni interprofessionali tra allevatori ed industrie e alcune forme di finanziamento per le aree svantaggiate e per favorire lo sviluppo rurale.
L’Italia intende espandere questo tipo di garanzie per aiutare i propri produttori a restare competitivi sul mercato internazionale. A sposare questa linea c’è anche l’Alleanza delle cooperative agroalimentari.
Il presidente Giorgio Mercuri rassicura le proprie associate, dichiarando che sono allo studio una serie di misure per mantenere inalterata la competitività delle aziende nostrane.
“Consapevoli del profondo cambiamento che investirà il settore lattiero-caseario con l’abolizione del regime delle quote latte – spiega Mercuri – abbiamo avviato una task force con esperti del settore, con l’obiettivo di individuare le strategie da mettere in campo per tutelare e rafforzare la competitività delle aziende. In particolare sono stati prospettati alcuni strumenti assicurativi che attenuino gli effetti della volatilità dei prezzi nell’ambito di un mercato che sarà inevitabilmente più globalizzato”.
Una delle iniziative più importanti in tal senso è quella lanciato dal Mipaag e da Unioncamere e condivisa dall’Alleanza delle cooperative agroalimentari, che prevede l’utilizzo di un unico logo “100% Latte italiano”.
Si tratta di una campagna di promozione del latte italiano, ovvero di un prodotto dai costi più elevati ma dalla qualità eccelsa. Proprio sulla qualità dovranno puntare i produttori nostrani, colmando così il vantaggio competitivo posseduto dagli allevatori europei per via dei prezzi inferiori.
La cooperazione italiana, infine, vuole formare la prima Aop (Associazione di organizzazione di produttori) lattiero-casearia nazionale che intende aggregare in un primo momento il 10% del latte italiano per poi arrivare in poco tempo al 30%.