La Commissione europea, nell’ambito della strategia del Digital Single Market, sta pensando di ridurre le tasse per le startup e di creare un regime Iva quanto più possibile uniforme per i paesi membri.
Allo stato attuale l’imposta per il valore aggiunto varia di paese in paese, passando, ad esempio, dal 15% del Lussemburgo al 25% della Croazia.
Un regime fiscale così diverso non agevola certamente lo scambio di beni e servizi, soprattutto per quelle startup che operano nel campo dell’e-commerce ed effettuano sovente delle operazioni transnazionali.
Sarà impossibile inserire un regime di tassazione Iva completamente uniforme per tutti gli stati membri dell’Unione, ma la Commissione europea intende introdurre delle misure di semplificazione dei pagamenti che contemplino, tra le altre cose, l’inserimento di una sogli Iva minima, valida per tutti gli stati dell’Unione Europea.
L’obiettivo è migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa, sia per i consumatori che per le imprese. L’introduzione di una soglia minima per le piccole startup del commercio elettronico, come si legge nella comunicazione della Commissione europea sulla strategia per il mercato unico digitale, rappresenterebbe un’innovazione enorme per un mercato che sta crescendo a ritmi sempre più sostenuti.
L’e-commerce, in Italia come nel resto d’Europa, è una delle risorse principali dell’economia digitale. Prevedere un sistema fiscale maggiormente uniforme e semplificato è un primo passo indispensabile verso la creazione del Digital Single Market.
La sensibilità di Bruxelles su questo tema appare evidente, se è vero che l’anno scorso ha lanciato una consultazione pubblica per conoscere le esigenze e le posizioni delle aziende e dei privati cittadini e verificare che tipo di interventi potrà e dovrà fare l’Ue per creare un sistema fiscale favorevole all’ecosistema innovativo.