• Sono 5.044 le startup innovative in Italia, di queste circa 3.000 sono state fondate negli ultimi due anni.
    Sono questi i dati riportati dal Ministero dello Sviluppo Economico al Parlamento nel corso della relazione sui risultati del decreto “Crescita 2.0”.

    Il provvedimento, varato dal governo Monti tre anni fa, oltre ad avere istituito la figura giuridica delle startup innovative, ha previsto una serie di agevolazioni fiscali per le imprese nascenti ad alto grado innovativo.
    Logo_MISEPiù di 1500 startup italiane si occupano di produzione di software e consulenza informatica, 775 di ricerca scientifica e sviluppo, 411 di servizi di informazione ed altri servizi informatici, 2353 sono attive in altri settori economici.
    La regione maggiormente rappresentata è la Lombardia con addirittura 1.090 startup, ovvero un quinto del totale, seguono Emilia Romagna (575) e Lazio (495); la prima regione meridionale è la Campania con 302.
    Per quanto riguarda, invece,il fatturato ed il numero dei dipendenti i numeri non sono eccezionali. Il 68% delle startup possiede un fatturato inferiore ai 100.000 euro e molte non sono neppure entrate sul mercato. Gli addetti, invece, sono 4.891 ed i soci 19.677.
    Secondo le stime del Mise, si dovrebbe arrivare nel 2017, anno della fine del regime fiscale agevolato stabilito con il decreto “crescita 2.0”, a quota 7.500 startup.

    Uno dei problemi principali dell’universo innovativo, secondo quanto emerso dal lavoro del Mise, è la debolezza del capitale di rischio. La principale fonte di finanziamento delle startup deriva dal Fondo di Garanzia (626 hanno usufruito di un finanziamento bancario supportato dal suddetto Fondo), il resto delle risorse deriva da parenti, amici e conoscenti.
    Il venture capital nel nostro Paese è estremamente debole: insieme alla Grecia, l’Italia è all’ultimo posto tra i paesi europei, con un mercato dell’equity fermo a soli 40 milioni di euro. È evidente che per fare un ulteriore salto di qualità sarà necessario promuovere questo tipo di investimenti ed evitare che le startup possano sostenersi solo attraverso bandi pubblici.