• L’Anagrafe unica per la popolazione residente è sicuramente un’innovazione positiva per il nostro paese. Rappresenta un passo necessario verso la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la semplificazione del rapporto tra il cittadino e la P.A.
    Non sono da sottovalutare, però, i rischi di un simile progetto, soprattutto dal punto di vista della privacy e della sicurezza dei dati forniti dalle persone.
    Un collasso dell’unico database nazionale comporterebbe danni inestimabili per lo Stato e per la vita privata di ogni cittadino italiano.

    downloadBisogna porsi allora una semplice domanda: affidarsi ad un sistema centralizzato, comporta dei vantaggi o dei rischi a livello di sicurezza e trattamento dei dati personali?
    Ha risposto a questa domanda Cosimo Comella, direttore del Dipartimento tecnologie digitali e sicurezza informatica del Garante Privacy, in un’intervista rilasciata a Key4biz.
    «Tutte le aggregazioni di dati sono sede di possibili vulnerabilità e quindi di lesione dei diritti dei cittadini» dice Comella. «Non deve però spaventarci il fatto che si costituiscano raccolte centralizzate perché, se le misure di sicurezza sono particolarmente curate, la difesa risulta più efficace»

    Un sistema di raccolta dati centralizzato, quindi, non porta con sé necessariamente maggiori rischi. L’importante è effettuare un corposo investimento sui metodi di controllo e di protezione contro attacchi esterni. In questo senso lo Stato dovrà effettuare una scelta dirimente.
    Qualora il sistema di difesa dovesse essere all’avanguardia, i rischi potrebbero essere addirittura minori.
    Meno dispersione di dati a livello periferico vuol dire anche minori sistemi di controllo. Centralizzare i database, infatti, significa ridurre gli 8ooo mila archivi anagrafici, con relativi strumenti di protezione, ad una quantità enormemente inferiore.

    L’implementazione dell’Anagrafe nazionale viene seguita passo dopo passo dal Garante Pricacy insieme all’Agenzia per l’Italia Digitale, secondo uno stretto rapporto di collaborazione istituzionale.
    Comella sottolinea i pericoli che il web può portare in materia di furti delle identità digitali. Una questione che va risolta attraverso metodi di sicurezza adeguati e un’informazione puntuale soprattutto verso le giovani generazioni.
    Proprio i ragazzi, secondo Comella, possono rappresentare la svolta verso un’Italia digitale perchè «hanno tutte le capacità tecniche e la predisposizione per capire certi messaggi».
    Progetti come l’Anagrafe unica ed il domicilio digitale segnano l’inizio di un cammino che deve portare necessariamente alla digitalizzazione completa della pubblica amministrazione e all’innovazione di tutti i settori della società italiana.