• L’Osservatorio JobPricing rivela alcune caratteristiche e tendenze di breve periodo degli stipendi degli italiani.
    Sono moltissimi gli aspetti interessanti desumibili dall’indagine svolta.
    Si possono, innanzitutto, verificare le differenze reddituali in base alle mansioni svolte, al territorio, all’età e al genere.
    Ne viene fuori una realtà dove il divario economico tra chi guadagna di più e chi guadagna di meno diventa sempre più ampio.

    spese condominialiIl primo dato che balza agli occhi è lo stipendio medio percepito da un dirigente e da un operaio. Mentre quest’ultimo si attesta sui 23.913 euro, i dirigenti percepiscono in media 107.021 euro, praticamente quattro volte tanto. La categoria dirigenziale va considerata come una vera e propria realtà privilegiata, se pensiamo inoltre che solamente l’1,2% degli italiani guadagna più di 100.000.
    La maggior parte dei lavoratori, invece, (75%) percepisce uno stipendio compreso tra i 18 ed i 35mila euro; in generala la media degli stipendi italiani è di 28.977 euro.
    C’è, dunque, una sproporzione crescente che è destinata con ogni probabilità ad aumentare col passare degli anni.

    Impressionano in egual modo le disparità generazionali. La maggior parte dei paesi europei contempla una crescita dei salari nei primi dieci anni di attività, salvo poi presentare una contrazione dopo che il dipendente ha compiuto 50 anni e si avvicina dunque alla fine del proprio rapporto di lavoro.
    In Italia la situazione è inversa. I cosiddetti scatti di anzianità consentono ai lavoratori di guadagnare in misura maggiore col passare degli anni; i giovani, di converso, guadagnano una cifra esigua: 22mila euro di media contro il 26-27 mila euro dei pari età francesi e tedeschi.
    C’è, dunque, una scarsa indipendenza economica per chi si è appena affacciato al mondo del lavoro.

    Lo stesso sguardo negativo interessa i lavoratori del Sud Italia, i quali percepiscono degli stipendi nettamente inferiori rispetto a quelli dei propri connazionali settentrionali (19,8% la differenza tra Nord e Sud).
    Da questo punto di vista influisce certamente il tessuto economico del Nord Italia, con molte aziende che offrono posti maggiormente remunerativi. Il divario, però, tra la regione con gli stipendi medi più alti (la Valle d’Aosta) e quella con le retribuzioni più basse (la Calabria) è impressionante.
    I lavoratori valdostani guadagnano in media 31.559 mila euro, mentre in Calabria lo stipendio medio si aggira attorno ai 22.555 euro.

    Il confronto con gli altri paesi europei è invece più incoraggiante se guardiamo alla situazione di genere. L’Italia si trova al quarto nella Gender Salary Cup, ovvero la classifica che misura le differenze retributive di genere; tuttavia continuano ad essere troppo poche le donne che occupano posti di livello dirigenziale (29%) ed il divario tra lo stipendio medio di un uomo e quello di una donna è di circa duemila euro.
    Per quanto riguarda, infine, i settori più pagati sono quelli dei servizi bancari e finanziari (41.104 euro), mentre nelle ultime posizioni troviamo agricoltura, allevamento e pesca (22.315 euro), dove, però, è maggiore la presenza di operai e dunque si può spiegare anche in questo modo il notevole divario tra i settori appena elencati.