L’innovazione tecnologica ha rivoluzionato i metodi di produzione, introducendo nuove professioni e ridimensionando altri profili.
Secondo gli esperti, di qui ai prossimi anni, ci saranno ulteriori cambiamenti che porteranno le grandi aziende ad investire sempre più in robotica, causando la perdita di 5 milioni posti di lavoro. L’invasione delle macchine è una tematica che ha attraverso la società contemporanea, ispirando anche diverse produzioni cinematografiche e televisive. Il fenomeno del luddismo, ovvero il sabotaggio delle macchine da parte dei lavoratori industriali, nasceva proprio dalla paura che le nuove macchine potessero sostituire il lavoro umano.
L’innovazione tecnologica ha rappresentato di converso un enorme motore di sviluppo e ha contribuito ad un miglioramento della qualità della vita.
Diverse ricerche hanno cercato di fare luce su quali potranno essere i settori economici del futuro, quelli in grado di sfruttare le innovazioni tecnologiche per assicurare nuovi posti di lavoro.
Il comparto leader sarà, come prevedibile, quello del Web e del digitale. Tra i profili più ricercati ci sono i programmatori, data scientist, makers ed esperti di big data.
Meno scontata, invece, l’alta richiesta di professioni nel campo della Green economy, con particolarmente riferimento al settore delle energie rinnovabili e del biologico.
Ci sarà ampio spazio anche per le cooperative che agiscono nel campo dell’agroalimentare, della moda e del design, ovvero settori chiave del Made in Italy. Del resto i dati recenti sulle esportazioni confermano come ci siano enormi crescita per chi lavora nei settori tradizionali dell’economia italiana.
Il mondo della cooperazione potrà beneficare, infine, del nuovo welfare, soprattutto dei lavori di cura e per la salute, e del settore dell’edilizia, dato in ripresa dopo il collasso degli anni della crisi.