Categoria: Cooperative

  • Camillo Nola rieletto presidente di Confcooperative Calabria

    L’assemblea regionale di Confcooperative Calabria, riunitasi a Catanzaro, ha rieletto come presidente regionale Camillo Nola.

    L’assemblea regionale di Confcooperative Calabria riunitasi a Catanzaro, nell’auditorium Alexis della Banca Centro Calabria, in un grande momento di partecipazione e democrazia ha rieletto come presidente regionale Camillo Nola, presidente di una cooperativa del settore agricolo.

    La nomina è arrivata al termine di un’assemblea partecipata e ricca di spunti di riflessione, con interventi di grande valore portati da tante cooperatrici e cooperatori in rappresentanza della complessa e variegata base sociale dell’associazione, che rappresenta settori che vanno dall’agricoltura al socio-sanitario ed è presente in tutti i territori regionali, da Crotone a Reggio Calabria, passando per le province di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia.

    Camillo Nola: le cooperative simbolo di resilienza durante pandemia e inflazione

    Nola, eletto all’unanimità con voto elettronico così da garantire la massima partecipazione e democrazia, con questo incarico è giunto al terzo mandato; dovrà guidare il mondo della cooperazione calabrese in una fase di enormi cambiamenti, sia a livello regionale che internazionale, con la sfida globale della transizione ecologica, la crisi del settore agricolo, la messa a terra dei fondi del PNRR, e l’autonomia differenziata che saranno al centro dell’agenda pubblica. Nel suo discorso Camillo Nola ha toccato punti significativi dell’azione di Confcooperative Calabria e dell’intero mondo cooperativo Calabrese. 

    Il presidente ha sottolineato che: “Ancora una volta il modello cooperativo si è dimostrato il più resiliente durante la crisi pandemica e la spirale inflattiva. Abbiamo tenuto in vita interi settori, come quello della cura, dell’assistenza e dell’inclusione dei soggetti svantaggiati, e combattuto duramente il fenomeno del dumping che danneggia l’immagine e il valore della buona cooperazione. Adesso – ha aggiunto Nola – dobbiamo puntare sull’allargamento della base produttiva. Abbiamo bisogno però di maggiore semplificazione burocratica e velocità nell’erogazione delle risorse da parte delle istituzioni. La Zes Unica può essere, da questo punto di vista, grazie anche allo strumento del credito d’imposta, una prima risposta alle esigenze pressanti di sburocratizzazione”. 

    Gardini sulle proteste degli agricoltori: sì alla transizione ecologica, ma non possiamo rinunciare alla chimica

    Significativa l’attenzione verso la Calabria da parte di Confcooperative Nazionale, non è mancata infatti la presenza e il grande contributo di visione e motivazionale del Presidente Maurizio Gardini. Nel corso della sua relazione che ha aperto i lavori assembleari Gardini ha evidenziato il ruolo fondamentale svolto da Confcooperative nel rinnovo del contratto della cooperazione sociale e nella rimodulazione dei fondi del PNRR. Gardini ha poi gettato le basi dell’azione futura che bisognerà mettere in campo: 

    “Mai un passo indietro – ha dichiarato Gardini – ma sempre e solo al fianco delle nostre cooperative. Dobbiamo alzare l’asticella per migliorare ancora il livello delle nostre prestazioni e costruire una nuova visione di welfare, svolgendo a pieno titolo il ruolo di co-progettazione previsto dalla Riforma del Terzo settore. Dobbiamo essere dei veri e propri architetti sociali”.

    Il presidente Gardini si è complimentato inoltre con la struttura di Confcooperative Calabria per l’attività di revisione e vigilanza delle associate, che permette di contrastare la falsa cooperazione affermando i principi di legalità, trasparenza e democrazia interna. Un passaggio, infine, anche sulle proteste degli agricoltori che stanno imperversando in tutta Europa: “Non possiamo abolire completamente la chimica che è sempre stata uno strumento importante per combattere le malattie. Dobbiamo andare avanti nel processo di transizione ecologica – conclude Gardini – ma dobbiamo farlo in maniera sostenibile per le categorie produttive più colpite come quelle degli agricoltori e degli allevatori”.

    I delegati di Confcooperative Calabria all’assemblea nazionale

    Presenti all’assemblea regionale anche la direttrice nazionale Fabiola Di Loreto e la delegata Elide Casilli, che hanno seguito i lavori dell’assemblea presieduta da Rocco Sicoli, già vice presidente regionale che ha condotto i lavori durante il dibattito e la parte elettiva. Sono stati, inoltre, eletti come delegati per la prossima assemblea nazionale, il presidente Nola, Vincenzo Filardo, Rocco Sicoli, Rossana Panarello e Vincenzo Dattolo. 

    L’assemblea elettiva di Confcooperative Calabria è stata preceduta da una parte pubblica, promossa da Confcooperative insieme alla Banca Centro Calabria, dedicata allo sviluppo della nuova Zes del Mezzogiorno

    L’evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Calabria, Rosario Varì, il presidente della Banca Centro Calabria, Giuseppe Spagnuolo, il presidente di SVIMEZ, Adriano Giannola, l’ex Direttore Generale MIMS, Ercole Incalza, il Presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, il Presidente Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, il Presidente Fincalabra, Alessandro Zanfino e l’assessore alle Attività Economiche del comune di Catanzaro, Antonio Borelli


  • Pnrr: Alleanza Cooperative, fiducia nel governo ma occorre chiarezza su rimodulazione risorse

    Le dichiarazioni del presidente di Alleanza delle Cooperative, Maurizio Gardini, al termine dell’incontro con il ministro Fitto sul PNRR.

    «Abbiamo fiducia nelle intenzioni del Governo di mantenere nel complesso investimenti e risorse in attuazione del PNRR, senza disperdere le progettualità, e, al contempo, impegnarsi per il raggiungimento di obiettivi effettivamente realizzabili, senza creare problemi di finanza pubblica o di mancato incasso delle rate di rimborso del Piano nei prossimi anni».

    Così oggi Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative, anche a nome dei copresidenti Simone GamberiniGiovanni Schiavone durante l’incontro con il ministro Fitto sul Pnrr, ha ribadito la sua posizione sulla proposta di rimodulazione finanziaria che riguarda 9 Misure del PNRR per un totale di 15,9 Mld.

    «Per Alleanza delle Cooperative – aggiunge Gardini – occorre definire chiaramente quali fondi e per quali importi, con quali autorità competenti e con quali tempistiche, anche nel rispetto della clausola del 40% di risorse al Mezzogiorno, ogni spostamento di risorse e/o riduzione del target di riferimento dovrebbe rispettare questa clausola, definendo maggiormente nel dettaglio tempistiche, amministrazioni competenti, ammontare di risorse assegnate e da quale fondo (con modalità gestionali diverse) Pur comprendendone le ragioni per finanziare il repowerEU».

    Le proposte dell’Alleanza delle Cooperative sul PNRR

    L’Alleanza delle Cooperative ha avanzato inoltre proposte sulle singole misure di stretto interesse per le cooperative.

    Ecco quali nel dettaglio:

    Transizione 4.0”, misura di rilevante interesse per le imprese cooperative che andrebbe potenziata nel tempo.

    «Sui beni confiscati – nella nota l’Alleanza ha precisato che – i progetti non hanno particolari problematiche tecniche nell’attuazione in ragione di ciò si richiede un supplemento di attenzione, oltre che la possibilità che si possa maggiormente coinvolgere nell’attuazione il terzo settore e il mondo cooperativo, più di quanto fatto e indicato nella prima fase. Perciò, si ritiene importante mantenere comunque la dotazione finanziaria iniziale di 300 milioni sul Pnrr per non provocare slittamenti nell’attuazione».

    Sulla “Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo” l’Alleanza chiede di non ridurre e depotenziare lo strumento che anzi va rafforzato nell’ottica di assicurare la realizzazione di un modello energetico sostenibile, distribuito, democratico, partecipato, cooperativo. Risulta strategico ampliare le risorse e la platea dei soggetti beneficiari delle misure PNRR dedicate alla costituzione delle comunità energetiche, aumentando la dotazione attuale, superando il limite dei 5000 abitanti anche in linea con quanto indicato nella Comunicazione Repower EU, prevedendo l’applicazione della misura a tutti i comuni delle aree interne.

    Per quanto riguarda le misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico si richiede un supplemento di valutazione: le criticità del territorio italiano, i rischi ai quali sono esposti cittadini ed imprese, le fragilità che ci riconsegnano continui stati di emergenza ci impongono di “non rinunciare” a queste risorse aggiuntive e straordinarie. Proprio la recente Alluvione, che ha colpito la regione Emilia Romagna, ci ricorda dell’importanza di questi investimenti.

    Del “Piano per asili nido e scuole infanzia” l’Alleanza apprezza il rifinanziamento della misura di 900 milioni, lo spostamento dell’obiettivo intermedio e la pubblicazione del nuovo bando per gli interventi non ancora aggiudicati, tuttavia ricorda l’importanza delle tempistiche e della necessità di cogliere il target della misura, ossia la copertura del 33% degli utenti potenziali, 264 mila (in ottemperanza anche alla clausola del 40%). A quest’ultimo proposito, l’invito è a coinvolgere la cooperazione sociale che è la più grande rete sussidiaria del Paese ed è disponibile a investire in project financing. 

    In riferimento alla proposta di rimodulazione finanziaria riguardante le 9 Misure del PNRR, si ritiene opportuno rendere evidente le modalità di rifinanziamento con altre fonti e le relative tempistiche. Si evidenzia, in particolare, una preoccupazione per i progetti riguardanti: interventi per la resilienza, valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni; la proposta di rimodulazione dei finanziamenti agli interventi di competenza dei Comuni, spesso già avviati, genera una forte incertezza sia per i Comuni stessi sia per le imprese incaricate di realizzare le opere (definanziamento 6 Mld €); investimenti in progetti di rigenerazione urbana (definanziamento di 3,3 Mld €); Piani urbani integrati (-2,5 Mld €); Aree interne, potenziamento servizi e infrastrutture sociali; Valorizzazione beni confiscati alle mafie.

    La questione sanità

    Infine la rimodulazione dei target relativi a Ospedali e Case della Comunità ridotte dal Piano (da 400 a 304, -24% i primi; da 1350 a 936, -30%, le seconde), oltre a imporre una riflessione sulla distribuzione territoriale di tale riduzione, in generale incrementa i dubbi sulla reale capillarità di tali presidi e sull’accessibilità da parte degli utenti, soprattutto per i soggetti in condizioni di fragilità sociosanitaria (anziani soli, disabili privi di sostegno familiare, etc.) e i residenti in aree svantaggiate oppure lontane dai principali centri urbani.

    In questo senso si ribadisce che i numerosi presidi del SSN già esistenti, ai quali si affiancano la medicina generale, la farmacia dei servizi, le strutture ed i servizi offerti dal privato e, in particolare, dal Terzo Settore, costituiscono un patrimonio da valorizzare. Per questa ragione si ritiene necessario allargare l’orizzonte oltre il perimetro del pubblico interconnettendo le case di Comunità con i modelli realizzati dal privato in un’ottica di complementarità e sussidiarietà con il SSN, avvalendosi di forme avanzate di collaborazione pubblico-privata.


  • linarello goel

    Innescare percorsi di cambiamento e riscatto in aree della Calabria dove è forte la presenza di criminalità organizzata. Questo l’obiettivo del gruppo cooperativo Goel (RC), che compie venti anni. 

    Goel- ha dichiarato, Il presidente, Vincenzo Linarello– nasce venti anni fa in Calabria con un obiettivo molto ambizioso, quello di innescare percorsi di cambiamento e di riscatto. Chiaramente produrre il cambiamento e il riscatto in Calabria vuol dire fare i conti con chi rema esattamente nella direzione opposta, cioè la ndrangheta, ma anche le massonerie deviate, ormai da più di 40 anni, alleate con la ndrangheta”.

    Tanti i progetti, dal sociale al turismo passando per la moda, per creare sul territorio imprese etiche efficaci.

    Negli anni- ha continuato il presidente Linarello– siamo riusciti a portare avanti non solo attività di tipo sociale, noi lavoriamo con i minori, nell’accoglienza dei migranti, nell’ambito della salute mentale e della psichiatria, ma soprattutto siamo riusciti ad aggregare quelle donne e quegli uomini che in Calabria hanno deciso di opporsi alla Ndrangheta. Lo abbiamo fatto nel turismo, mettendo su un tour operator di turismo responsabile “I viaggi del Goel”. Lo abbiamo fatto nell’agricoltura, accogliendo e raccogliendo le aziende agricole che si oppongono alla Ndrangheta, molte delle quali sono state anche colpite. Ma lo abbiamo fatto anche con le donne calabresi che stanno recuperando l’antica tradizione della tessitura a mano, dando vita al primo marchio di moda etica di fascia alta in Italia che è Cangari“.

    L’attività imprenditoriale stessa- ha sottolineato Linarello– diventa strumento per affermare dei messaggi di cambiamento. Il messaggio più forte di cambiamento di questi anni è l’idea sulla quale abbiamo anche scritto e appena pubblicato un libro “Manuale dell’etica efficace”. L’etica non può più accontentarsi di essere solo giusta ma deve diventare efficace“.


  • Cooperative a confronto con l’Europa a Bruxelles

    Il movimento cooperativo italiano esprime soddisfazione per l’impegno delle istituzioni comunitarie per valorizzare la specificità del modello imprenditoriale cooperativo all’interno del più ampio ecosistema dell’economia sociale.

    Si avvia a conclusione con un bilancio positivo la legislatura europea per il movimento cooperativo italiano. A ribadirlo i vertici dell’Alleanza delle Cooperative che hanno incontrato nei giorni scorsi a Bruxelles una delegazione di europarlamentari italiani.

    A poco meno di un anno dalla fine della legislatura – ha sottolineato il presidente dell’Alleanza Maurizio Gardini, intervenendo anche a nome dei copresidenti Simone Gamberini e Giovanni Schiavone – il movimento cooperativo italiano esprime soddisfazione per l’impegno delle istituzioni comunitarie per valorizzare la specificità del modello imprenditoriale cooperativo all’interno del più ampio ecosistema dell’economia sociale. Siamo passati da segnali di attenzione pur significativi ma episodici a un approccio sistemico volto a attribuire pieno riconoscimento a un modello imprenditoriale alternativo e complementare a quello dell’impresa di capitali”.

    Dal punto di vista politico gli atti più emblematici sono stati l’adozione del Piano di azione per l’economia sociale e la recentissima Raccomandazione sulle condizioni quadro per lo sviluppo dell’economia sociale a cui si affiancano numerose politiche settoriali europee che hanno visto mettere al centro le imprese cooperative e quelle dell’economia sociale.

    Nell’aggiornamento della politica industriale dell’Unione Europea – aggiunge Gardini – per la prima volta viene individuato un ecosistema imprenditoriale ad hoc per le nostre imprese e si invitano gli Stati membri a realizzare azioni concrete per accompagnarlo. All’interno della transizione digitale – riprende il presidente dell’Alleanza – il data governance act ha introdotto le cooperative di dati, che potrebbero costituire una grande opportunità per il sistema imprenditoriale cooperativo mentre sulla normativa in fase di definizione sui lavoratori delle piattaforme digitali  sollecitiamo il Parlamento Europeo a difendere in sede di trilogo il riferimento al modello cooperativo che può costituire un primo segnale per la definizione di una cultura imprenditoriale mutualistica applicata al settore digitale”. 

    Particolarmente apprezzato l’impegno di tutte le famiglie politiche italiane a tutela della specificità del credito cooperativo con l’adozione di un emendamento che riconosce in materia di supervisione le caratteristiche delle BCC e dei gruppi bancari cooperativi ai quali sono affiliate. Indispensabile ora difendere questo risultato nel negoziato con il Consiglio e garantire supporto politico anche durante le fasi di implementazione successive demandate alle Autorità bancarie europee.

    Altrettanto importante, inoltre, il riconoscimento all’interno della European care strategy del ruolo strategico svolto dalle imprese cooperative nell’assistenza sociosanitaria durante la pandemia e l’indicazione di un maggiore coinvolgimento nella definizione delle misure nazionali.

    In un quadro in cui emergono valutazione sostanzialmente positive non mancano però elementi di preoccupazione.

    Sulla transizione verde continua Gardini – le cooperative italiane ed europee sono da anni impegnate con risultati significativi nell’affrontare le conseguenze del cambiamento climatico e costituiscono in tal senso, come riconosciuto anche dalla Commissione Europea, un modello virtuoso.

    Esprimiamo tuttavia una profonda preoccupazione per l’approccio della Commissione Europea che sottende a molte delle iniziative legislative scaturite dal New Green Deal: dalla carenza di basi scientifiche alla grave sottovalutazione delle conseguenze in termini di produttività e approvvigionamento alimentare, dalla asserita esistenza di soluzioni alternative in realtà al momento non disponibili all’impossibilità di applicare le stesse restrizioni alle produzioni degli Stati terzi. Tutti elementi che rischiano di compromettere seriamente il futuro del comparto agroalimentare.

    Da ultimo – conclude il presidente dell’Alleanza – la proposta di regolamento sugli imballaggi, pur perseguendo ancora una volta obiettivi condivisibili, individua strumenti che non sembrano rispondere a principi di proporzionalità e riduzione dei costi per le imprese, andando paradossalmente a penalizzare Paesi virtuosi come l’Italia che hanno raggiunto eccellenti risultati in termini di ricerca e sviluppo della filiera del riciclaggio”.


  • Il 1° luglio 2023 la Giornata internazionale delle cooperative

    Sabato 1° luglio 2023, il movimento cooperativo celebrerà la giornata internazionale delle cooperative 2023.

    Sabato 1° luglio 2023, il movimento cooperativo celebrerà la Giornata internazionale delle cooperative 2023. Slogan dell’evento è Cooperative per lo sviluppo sostenibile.

    Per onorare l’occasione, l’Alleanza cooperativa internazionale (ICA) ha organizzato la conferenza “Cooperative per lo sviluppo sostenibile”, che si terrà proprio presso il Municipio di Donostia-San Sebastián (Spagna), per dimostrare come il lavoro cooperativo, ispirato ai valori e ai principi cooperativi, abbia nel suo DNA la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). La conferenza sarà trasmessa online in spagnolo, inglese e basco.

    Saranno discusse le diverse tematiche relative ai 17 SDG, attraverso sei tavole rotonde in cui i rappresentanti di vari Paesi e organizzazioni discuteranno il rapporto tra il movimento cooperativo e ciascuno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

    Nel settembre 2023, la comunità internazionale sarà giunta a metà dell’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e cercherà di capire come realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Si tratta quindi di un momento chiave per dimostrare il contributo delle cooperative al raggiungimento degli SDG.

    Essendo una delle reti imprenditoriali più antiche e più grandi del mondo, il movimento cooperativo è stato il primo gruppo di imprese in tutto il mondo ad approvare gli SDG e a essere riconosciuto come partner nel raggiungimento di tali obiettivi.

    In quanto veicoli naturali di partnership collaborativa e di prosperità per tutti, le cooperative contribuiscono alla sostenibilità economica, sociale e ambientale in tutte le regioni e in tutti i settori economici. È intrinseco in esse salvaguardare le relazioni con la comunità, valorizzare le risorse locali, sostenere la responsabilità sociale e adottare pratiche commerciali sostenibili e a lungo termine.

    A proposito della Giornata internazionale delle cooperative

    Celebrata in tutto il mondo da oltre un secolo e proclamata ufficialmente dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione del centenario dell’ACI nel 1995, la Giornata Internazionale delle Cooperative ricorre ogni anno il primo sabato di luglio.

    Dal 1995, l’ACI e le Nazioni Unite, attraverso il Comitato per la Promozione e l’Avanzamento delle Cooperative (COPAC), hanno stabilito insieme il tema per la celebrazione del #CoopsDay.

    L’obiettivo del #CoopsDay è quello di aumentare la consapevolezza delle cooperative. L’evento sottolinea come il movimento cooperativo contribuisce a risolvere i principali problemi affrontati dalle Nazioni Unite e a rafforzare ed estendere i partenariati tra il movimento cooperativo internazionale e altri attori.

    Il tema di quest’anno è “Cooperative: partner per uno sviluppo sostenibile accelerato“. Si tratterà della 29ª edizione della Giornata internazionale delle cooperative riconosciuta dalle Nazioni Unite e della 101ª Giornata internazionale delle cooperative.

    Attraverso il #CoopsDay, i responsabili politici locali, nazionali e internazionali, le organizzazioni della società civile e il pubblico in generale possono conoscere il contributo delle cooperative a un futuro giusto e sostenibile per tutti.


  • Cooperative: Ascensore sociale per donne e giovani.

    Le Cooperative, per la loro capacità di includere e ridurre le diseguaglianze, possono rappresentare un’ascensore sociale per le donne e per i giovani.

    Le Cooperative, per la loro capacità di includere e ridurre le diseguaglianze, possono rappresentare un’ascensore sociale per le donne e per i giovani.

    Al Panel ” Cooperative e innovazione tra genere e generazioni” al Festival dell’Economia di Trento, si è discusso di come la cooperazione può essere uno strumento capace di aumentare l’occupazione, ridurre le diseguaglianze, includere e funzionare da ascensore sociale.

    I giovani si stanno avvicinando alla cooperazione, seppur con una percentuale in calo rispetto agli anni precedenti. Le cooperative attive con maggioranza di soci under 35 si attestano infatti al 4,9%, il valore più basso degli ultimi anni. Tuttavia, sono state costituite 351 nuove cooperative, dimostrando che l’interesse nel settore è ancora vivo.

    «La forma d’impresa cooperativa- ha dichiarato Dennis Maseri, Presidente dei giovani imprenditori Confcooperative– in questo momento storico è, a mio parere, una delle più coerenti rispetto alle problematiche della nostra società, alle problematiche che ci portano al cambiamento climatico, alla sostenibilità ambientale e alle crescenti disuguaglianze. Noi abbiamo una situazione giovanile in grande crisi, perché sono lasciati soli ad affrontare questi cambiamenti. La forma d’impresa cooperativa offre un’enorme soluzione a queste problematiche perché quando si entra in una cooperativa, si entra in una comunità, che ti sostiene, ti permette di formarti e ti permette di esprimere tutte le tue potenzialità e i tuoi talenti, in maniera diretta, pratica e concreta».

    La cooperazione in Italia è un fenomeno che coinvolge sempre di più le donne, soprattutto al Sud dove le economie sono più fragili e le cooperative rappresentano un’opportunità di ascensore sociale. Secondo i dati, la Sicilia è la regione con il maggior numero di cooperative a maggioranza femminile, seguita dal Lazio.

    «L’imprenditoria femminile- ha sottolineato Anna Manca, presidente Commissione Dirigenti Cooperatrici Confcooprative – sta crescendo soprattutto al Sud e anche in settori meno tradizionali. Questa è una scelta che va in direzione della valorizzazione dei tanti talenti, va come scelta di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ma va soprattutto in linea con quella inclusività che l’agenda 2030 ci suggerisce e che il movimento cooperativo interpreta fin dalla sua nascita portando appunto innovazione nei territori a favore della coesione».


  • Gardini Confcooperative

    Il contributo delle cooperative a democrazia e coesione sociale

    Le cooperative un’economia nel segno della Costituzione. Ne scrive su Avvenire Maurizio Gadini, Presidente di Confcoooperative.

    «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

    È l’articolo 3 della nostra Costituzione. Era il 1946 quando i nostri padri costituenti individuavano nella rimozione delle diseguaglianze l’azione necessaria per consentire lo sviluppo della persona per una crescita e uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Il messaggio non ha perso attualità, anzi, purtroppo, acquista sempre più attualità alla luce delle diseguaglianze che vanno accentuandosi dopo le crisi degli ultimi 15 anni: quella finanziaria del 2008-2009; il Covid e la lockdown economy nel 2020-2021, la tempesta mondiale dei prezzi su materie prime ed energia resa ancora più violenta dal conflitto nel cuore dell’Europa.

    Sul lavoro buono e dignitoso, sull’inclusione sociale, sulla riduzione delle diseguaglianze accenderemo un faro alla nostra prossima assemblea nazionale che terremo a Roma il 15 giugno. Un momento di confronto con il Governo sui temi di maggiore attualità.

    «La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità ». È l’articolo 45 della Costituzione. Le cooperative sono in prima linea dal welfare all’energia, dal credito all’agroalimentare, dal lavoro ai servizi, dall’abitazione alla distribuzione al consumo e dal dettaglio, dalla cultura allo sport.

    C’è un paese da ricucire come abbiamo detto ad Assisi, in occasione dell’incontro con il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi. Avevamo perso confidenza con gli effetti dell’inflazione, anzi, una buona parte della popolazione, chi è nato dopo il 1985, non ha memoria di una crescita dei prezzi sostenuta, anche a due cifre, come è accaduto fra il 1973 e il 1984, mentre ha vissuto come se l’inflazione non fosse un problema o, addirittura, non esistesse. Il 2022 ha invece costretto tutti, famiglie e imprese, a misurarsi con una maggiore volatilità dei prezzi, soprattutto quelli dell’energia, e a mettere in atto comportamenti di contenimento dei consumi, riduzione dei costi e difesa del potere d’acquisto.

    In realtà diverse componenti della popolazione italiana si sono scoperte disarmate di fronte al fenomeno inflattivo, la cui diffusione è stata primariamente causata da fattori esterni come la guerra in Ucraina. Proprio per la natura in prevalenza esogena dell’inflazione, il senso di insicurezza delle famiglie e quello di incertezza delle imprese sono stati solo in parte attutiti dalle ingenti risorse introdotte dal Governo per ridurre il “caro bollette”. Anche perché il vero nodo della questione consiste nel livello di “persistenza” dell’inflazione, ma non è solo un problema di inflazione.

    Abbiamo un Paese dove si è inceppato da troppo tempo il meccanismo di redistribuzione della ricchezza. Un gender gap che non cala, un’evasione scolastica che cresce, troppi giovani e donne esclusi da formazione e lavoro. Siamo preoccupati perché i dati del Pil indicano che cresciamo più delle previsioni, ma è una matrice di sviluppo che lascia sul terreno tante povertà. Non solo economica, ma sociale, educativa, energetica, formativa, abitativa. Un mix che mina la coesione sociale e la democrazia di un paese. È su questo terreno che ci sentiamo chiamati a proporre un modello di sviluppo alternativo che offra delle risposte.


  • FonCoop: stanziati 7,5 mln per sostenere la transizione digitale e ambientale delle cooperative

    L’Avviso 54 è uno strumento innovativo e versatile che mira ad affrontare le grandi transizioni digitali e ambientali nel solco della sostenibilità. Lo stanziamento di 7,5 milioni di euro è suddiviso in due distinte linee di finanziamento.

    Fon.Coop, il fondo di assistenza formativa delle cooperative, ha reso pubblico il suo primo Avviso del 2023. L’avviso, denominato Avviso 54 Aziendale, offre una sintesi delle politiche di finanziamento proposte in questi anni a sostegno delle strategie di sviluppo della competitività delle imprese e di valorizzazione delle competenze dei lavoratori.

    L’Avviso 54 Aziendale si fa in due

    L’Avviso 54 Aziendale è uno strumento innovativo e versatile che mira ad affrontare le grandi transizioni digitali e ambientali nel solco della sostenibilità. Lo stanziamento di 7,5 milioni di euro è suddiviso in due distinte linee di finanziamento. La prima linea, di 4 milioni, è destinata ai piani formativi dedicati al fabbisogno aziendale, suddivisi su base regionale. La seconda linea, di 3,5 milioni, è destinata alle imprese che aderiscono al Fondo che hanno partecipato all’Avviso Fondo Competenze ma sono escluse dall’Avviso 53/2023 dedicato al Fondo nuove competenze per esaurimento risorse. 

    Il Presidente Gizzi: “Avviata la partnership con Anpal sull’Avviso Fondo Nuove Competenze

    Il Presidente di Fon.Coop, Giuseppe Gizzi, ha evidenziato che L’Avviso 54 rappresenta una risposta alle esigenze delle cooperative impegnate nelle attuali transizioni ambientali e digitali. Inoltre “Lo scorso novembre– ha sottolineato il presidente Gizzi– abbiamo avviato la partnership con Anpal sull’Avviso Fondo Nuove Competenze (seconda edizione) per rispondere alle esigenze di tante nostre imprese cooperative impegnate ad affrontare le attuali transizioni ambientali e digitali. In totale sono oltre 280 le nostre aderenti che hanno fatto domanda ad Anpal: la linea dedicata del ‘nostro’ 54 ha l’ambizione di accogliere tutte le esigenze.

    La vicepresidente di Fon.Coop, Valentina Verduni, ha sottolineato l’innovatività dell’Avviso 54, in grado di rielaborare ed ampliare le tematiche come il green e il digital, per rispondere ai bisogni formativi delle cooperative in coerenza con la propria esperienza. “Il Fondo ha costantemente indirizzato il fabbisogno formativo delle imprese verso le grandi sfide prima fra tutte l’Agenda 2030 e i più recenti obiettivi del PNRR in chiave di competitività condivisa e partecipata. È infatti richiesto – spiega Verduni – come elemento comune in tutti i Piani formativi, la costruzione di percorsi di upskilling finalizzati a rafforzare le competenze chiave della sostenibilità. Le imprese, poi, potranno indirizzare le attività formative sul sostegno alla transizione green, alla trasformazione digitale, alla trasformazione organizzativa e gestionale”.

    Il solido impianto dell’Avviso, ha evidenziato la vicepresidente Verduni, consente alle cooperative di incidere su driver fondamentali della propria attività imprenditoriale, indipendentemente dal settore di riferimento.  Le imprese avranno l’opportunità di indirizzare le attività formative sul sostegno alla transizione green, alla trasformazione digitale, alla trasformazione organizzativa e gestionale. Sono anche proposti percorsi che promuovono il welfare aziendale, l’equo ricambio generazionale, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e le pari opportunità con la valorizzazione del lavoro femminile di qualità.



  • L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 18 aprile 2023, ha approvato una risoluzione che invita gli stati membri a promuovere ed attuare strategie, politiche e programmi per il sostegno e il potenziamento dell’economia sociale e solidale sia sul piano normativo, attraverso la definizione di quadri giuridici specifici, della previsione di regimi fiscali di favore e corsie preferenziali negli appalti pubblici, facilitando, inoltre, l’accesso delle organizzazioni dell’economia sociale e solidale ai servizi finanziari e ai finanziamenti; sia su quello culturale inserendo l’economia sociale nei programmi di istruzione e nei progetti di ricerca e sviluppo.

    Cosa si intende con Economia Sociale?

    L’economia sociale è un modello di business basato sui valori cooperativi, solidali e partecipativi. Sostiene la partecipazione attiva delle persone nelle attività economiche, la proprietà collettiva, la distribuzione equa del reddito e della ricchezza. In altre parole, mette al centro il benessere delle persone e delle comunità e non il profitto a tutti i costi.

    Rappresenta un’alternativa alla cosiddetta “economia dell’io”, che mette al primo posto gli interessi individuali e la massimizzazione dei profitti e non tiene in considerazione l’impatto delle attività economiche sulle persone, sulle comunità e sull’ambiente, portando spesso a disuguaglianze e danni ambientali.

    Le cooperative: pilastri dell’economia sociale.

    Le cooperative che, da sempre, mettono al primo posto le persone e le comunità in cui operano, possono essere considerate un modello di business sostenibile e resiliente, che crea lavoro, vantaggi economici e sociali per tutti i membri. Per tale ragione, nella risoluzione dell’ONU c’è un esplicito riconoscimento della necessità di sostenere le cooperative e le loro attività, riconoscendo alle imprese mutualistiche, nelle loro varie forme, la capacità di promuovere la massima partecipazione possibile allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali.

    Gardini: Economia sociale e solidale una valida alternativa all’economia dell’io

    Il Presidente Gardini ha sottolineato l’importanza della risoluzione dell’ONU, sull’economia sociale e solidale, come una tappa storica nel confronto tra due modi di intendere il ruolo che l’economia deve avere nella società.

    In una dichiarazione su Avvenire, il Presidente di Confcooperative, ha sostenuto che “l’economia del noi” è uno degli elementi costituitivi del movimento cooperativo e che, senza di esso, le cooperative non sarebbero ciò che sono oggi: imprese che auto-organizzano la risposta a dei bisogni, mettendo insieme debolezze e generando utilità a favore di chi ne ha bisogno.

    Gardini ha ricordato l’impegno che l’Onu sta dimostrando nei confronti di questa giusta causa. Infatti, a partire dal 2015 le Nazioni Unite hanno assunto un ruolo via via più attivo nel sostenere politiche di sviluppo socialmente ed economicamente sostenibili. È proprio di quell’anno la risoluzione che contiene l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nel 2016 è stata la volta della risoluzione sulla New Urban Agenda, che contiene l’impegno a sostenere le micro, piccole e medie imprese e le cooperative in ogni parte del mondo e lungo tutta la catena del valore, in particolare le imprese e le aziende dell’economia sociale e solidale. Nel 2021, con la risoluzione 76/135 intitolata “Le cooperative nello sviluppo sociale”, l’Onu ha dichiarato la necessità di sostenere le cooperative e le loro attività, riconoscendo alle imprese mutualistiche, nelle varie forme che assumono, la capacità di promuovere la massima partecipazione possibile allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali.

    Inoltre, Gardini ha evidenziato come la risoluzione dell’ONU rappresenti una conferma che senza un’economia sociale non può esserci sviluppo sostenibile. Il Presidente ha rilevato che c’è tanta strada da fare, rafforzando il ruolo delle cooperative, che sono in prima linea nella promozione di un’economia equa e giusta per tutti.


  • Da Montpellier, la pesca ribadisce contrarietà al piano d’azione UE

    Da Montpellier, in Francia, dove si è svolta la riunione del MEDAC (Consiglio consultivo per il Mediterraneo), il mondo della pesca europeo ribadisce la propria netta contrarietà rispetto al piano d’azione lanciato dal Commissario Virginijus Sinkevičius e sul quale continua il dibattito in tutta Europa.

    Dibattito aperto nel settore ittico europeo in merito al piano proposto dalla Commissione Europea. Al centro della questione il divieto della pesca a strascico in alcune aree designate, come in quelle di NATURA 2000 e in quelle di nuova istituzione. Le misure indicate mirano a migliorare la sostenibilità e la resilienza dei settori della pesca e dell’acquacoltura nell’Unione Europea, ma l’industria collegata teme i risvolti negativi di queste restrizioni che potrebbero avere un impatto significativo sulla loro sussistenza.

    Da Montpellier, in Francia, dove si è tenuta la riunione del MEDAC (Consiglio consultivo per il Mediterraneo), il mondo della pesca europeo ribadisce la propria netta contrarietà rispetto al piano d’azione lanciato dal Commissario Virginijus Sinkevičius e sul quale continua il dibattito in tutta Europa.

     Ai lavori del MEDAC, che si sono svolti presso la sede della Regione dell’Occitania, hanno preso parte rappresentanti della Commissione europea (DGMARE e DGAMBIENTE), che hanno ribadito l’intendimento dell’Unione di proibire la pesca a strascico nelle varie aree di NATURA 2000 nonché in quelle che dovranno essere di nuova istituzione. 

    Lo rende noto l’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura. “Nonostante gli sforzi della Commissione Ue – sottolinea l’Alleanza– per far apparire il piano come una proposta per rafforzare il dialogo ed il confronto con gli stakeholder, non ci sono al momento le condizioni perché ciò possa avvenire, almeno fino a quando Bruxelles non avrà emendato quanto scritto lo scorso mese. Dopo anni di attenta gestione della pesca prosegue la cooperazione secondo criteri e condizioni definiti in ambito europeo ed internazionale all’insegna della tutela degli stock e della biodiversità, è disarmante sapere che per l’Unione europea il cammino per la pesca sembra essere appena all’inizio”.

    Per questi nuovi obiettivi Bruxelles si ventila un possibile phasing-out di tutti gli strumenti di cattura mobili di fondo entro il 2030 dalle Aree Marine Protette corrispondenti a tutte le aree Natura 2000 (Direttiva Habitat) che però dovranno essere maggiormente estese ma non si sa quanto.

    Gli indirizzi forniti dalla Commissione europea con il pacchetto di misure, presentato lo scorso 21 febbraio con lo scopo di migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore della pesca e dell’acquacoltura dell’Ue, hanno fatto registrare da subito la forte opposizione del settore europeo della pesca.

    “Pensiamo che in Italia – sottolinea l’Alleanza – già circa il 68% delle aree sono precluse allo strascico, considerando anche i poligoni e le zone con strutture fisse, condotte e cavi; una superficie molto estesa già interdetta quindi alla pesca e perciò sottoposta a protezione. Senza considerare che è in vigore anche il divieto di pesca a strascico oltre i 1000 metri di profondità. Tali ulteriori limitazioni potrebbero mettere la parola fine – conclude la cooperazione- ad un sistema che oggi rappresenta circa il 50% del fatturato totale del settore ittico. Tutto questo senza contare il numero di imbarcazioni interessate e il conseguente indotto”.

    In Europa, le 7.000 imbarcazioni che usano il metodo a strascico rappresentano il 25% della produzione ittica dell’UE.


  • Confcooperative a fianco dell’Ucraina

    Dopo la donazione alla Croce Rossa, Confcooperative questa volta sostiene la cooperazione ucraina.

    Confcooperative ha donato 20.000 euro a Coop Ukraine, la confederazione delle cooperative ucraine attiva nel settore consumo.

    La donazione è stata effettuata per sostenere le attività della Charitable Foundation, l’ente costituito da Coop Ukraine per offrire aiuto e supporto alle cooperative che operano ancora sul territorio ucraino nonostante le atrocità e le gravi difficoltà generate dalla guerra.

    Come donare alla Charitable Foundation

    La Charitable Foundation ha introdotto una procedura rigorosa da seguire per tutte le donazioni e tracciare così il denaro ricevuto. Una commissione ad hoc, istituita dalla fondazione, valuta infatti ogni richiesta di aiuto e, in caso di esito favorevole, acconsente all’invio di piccole somme. Tutti i flussi di denaro in entrata e in uscita vengono accuratamente tracciati per garantire la trasparenza e l’efficacia del supporto fornito. 

    Numerosi paesi stanno sostenendo il lavoro di Coop Ukraine, tra cui Israele, USA, Inghilterra e l’Italia con Confcooperative, che ha già effettuato un intervento di solidarietà lo scorso anno con una donazione di 53.000 euro alla Croce Rossa Italiana.

    L’impegno di Confcooperative rappresenta un gesto di grande solidarietà e sostegno alle cooperative ucraine, che stanno cercando di ricostruire la propria vita e la propria attività. Un piccolo contributo che consentirà loro di continuare a fornire servizi essenziali a tutta la comunità.


  • Accordo tra Federazione Sanità e l'Ordine dei Medici

    Accordo tra cooperative sanitarie e medici e infermieri per salvare il SSN

    Le Federazioni dei medici ,degli infermieri e delle cooperative sanitarie e sociosanitarie rappresentate da Confcooperative Sanità hanno costituto un gruppo di lavoro congiunto per affrontare la carenza di professionisti sanitari in Italia.

    Il sistema sanitario è in crisi ormai da diversi anni. Una situazione preoccupante causata dalla carenza di personale sanitario specializzato, problemi di finanziamenti, accesso limitato alle cure e difficoltà a gestire l’aumento della domanda di servizi sanitari. 

    La pandemia da COVID-19 ha aggravato questi problemi e messo a dura prova i sistemi sanitari e il personale medico, già precari di per sé, creando carenze di attrezzature e di personale, causando ritardi e problemi di accesso alle cure in aree remote e una diminuzione della qualità delle prestazioni.

    Il gruppo di lavoro di medici, infermieri e coop sanitarie

    Le Federazioni dei medici (FNOMCeO), degli infermieri (FNOPI) e delle cooperative sanitarie e sociosanitarie rappresentate da Confcooperative Sanità hanno costituto un gruppo di lavoro congiunto per affrontare la carenza di professionisti sanitari in Italia. Una problematica che rischia di far saltare la riforma della sanità territoriale messa in campo con il PNRR e il decreto 77/2022 e crea seri problemi anche all’assistenza ospedaliera. 

    L’accordo, formalizzato ufficialmente a Roma, mira a sviluppare nuove strategie per affrontare il problema e a creare modelli di assistenza sanitaria innovativi e sostenibili che diano priorità all’accesso e alla qualità delle cure. Ciò include maggiore attenzione alle norme sul lavoro equo e la prevenzione contro metodi di assunzione fraudolenti e speculativi.

    A tal proposito Giuseppe Milanese, Presidente di Confcooperative Sanità, ha dichiarato: “Una netta presa di distanza da forme improprie di ingaggio del personale medico ed infermieristico nel SSN, la valorizzazione in chiave integrata del lavoro dei medici, degli infermieri e degli altri professionisti sanitari attraverso il modello cooperativo e una riflessione condivisa sul fronte della carenza di personale. Con l’alleanza siglata oggi su questi tre punti, intendiamo dare un contributo concreto in un momento di affanno, ma anche di profonda innovazione, del nostro sistema di welfare sociosanitario. Sono convinto che tre Organizzazioni come le nostre che decidono di lavorare insieme per proporre soluzioni concertate non può che essere una buona notizia per i professionisti che rappresentiamo, per il SSN e , soprattutto, per le persone che assistiamo”.

    Nuove leggi e investimenti in formazione

    Inoltre, l’Alleanza proporrà nuove regolamentazioni e iniziative per contribuire alla soluzione di questo problema, con un’attenzione alla continuità delle cure e all’importanza di approcci collaborativi e interdisciplinari. Durante l’incontro è emersa anche la necessità di sostenere la formazione e lo sviluppo professionale per garantire che l’Italia attiri e mantenga i migliori talenti.

    «L’accordo siglato oggi – afferma Filippo Anelli, presidente Fnomceo – si propone di far fronte alla carenza di professionisti, in ospedale e sul territorio, mediante la messa a punto di modelli organizzativi innovativi, flessibili, non lucrativi, sostenibili e sussidiari al sistema pubblico a beneficio dei cittadini. Modelli che rifuggano dalle distorsioni quali, ad esempio, le gare di appalto al massimo ribasso o i metodi che favoriscono pratiche speculative. Lo strumento è percorribile ma dobbiamo stabilire delle regole».

    La crisi attuale del settore sanitario sembrerebbe richiede l’attuazione di un approccio innovativo e collaborativo tra stato e organizzazioni no-profit, al fine di garantire una copertura sanitaria adeguata e che sia sostenibile per tutti.