Alleanza delle cooperative nel corso dell’audizione davanti ai membri della Commissione Politiche Unione Europea, ha evidenziato le maggiori preoccupazioni in merito alla proposta di Regolamento Ue sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
In particolare preoccupano gli effetti che potrebbe avere sulla filiera dell’imballaggio e sui Paesi virtuosi come l’Italia che hanno già fatto grandi sforzi per migliorare la gestione dei rifiuti di imballaggio, per tale ragione Alleanza delle cooperative ritiene sia necessario correggere il tiro.
Obiettivi della proposta
L’obiettivo della proposta è quello di prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio, promuoverne il riuso e il riciclaggio e prevenire l’utilizzo di materiali difficili da riciclare promuovendo l’utilizzo di materiali più sostenibili e innovativi. La proposta,dunque, vuole essere un importante strumento per ridurre l’impatto ambientali degli imballaggi sull’ambiente e sulla salute pubblica e inoltre vuole farsi promotrice di un’economia sempre più circolare.
Nell’ambito degli impegni del Green Deal, la risoluzione sul Piano d’azione per l’economia circolare, approvata il 10 febbraio 2021, sollecita, tra l’altro, l’impegno della Commissione nel rafforzare i requisiti essenziali obbligatori per gli imballaggi, prendendo in considerazione misure di prevenzione, per ridurre i rifiuti di imballaggi ed orientare la progettazione in modo da promuovere il riutilizzo e la riciclabilità degli imballaggi, la riduzione della complessità dei materiali ed introdurre requisiti per il contenuto riciclato negli imballaggi di plastica.
Secondo la Commissione europea, le misure proposte dovrebbero ridurre entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra derivanti dagli imballaggi a 43 milioni di tonnellate rispetto a 66 milioni di tonnellate di emissioni che verrebbero liberate a legislazione invariata. Dalle nuove misure la Commissione si attende, altresì, creazione di nuova occupazione (in particolare, oltre 600mila posti di lavoro nelle attività legate al riutilizzo degli imballaggi), oltre a risparmi per imprese e consumatori stimabili in circa 100 euro l’anno pro capite
Collaborare per trovare e garantire un giusto equilibrio
E’ importante che lo Stato italiano, inclusi gli Stati membri, collabori per trovare una soluzione più equilibrata e proporzionata che promuova l’economia circolare, senza penalizzare eccessivamente le imprese, sarebbe corretto tenere in considerazione gli impatti sui diversi settori e sul mercato del lavoro e che si adoperi tempestivamente per garantire:
– una verifica a livello nazionale ed europeo dell’impatto del Regolamento, con particolare riferimento ai settori produttivi, distributivi, agroalimentare, della ristorazione e del mercato del lavoro e delle eventuali necessità di modifica;
– una revisione degli aspetti più problematici, tra cui l’eliminazione dei divieti, la modifica delle previsioni relative agli obblighi di riutilizzo, ecc;
– una revisione di alcune previsioni della direttiva SUP che, oltre a sovrapporsi alla nuovi disciplina, rischiano di penalizzare in maniera significativa alcune filiere, tra cui il settore agroalimentare e del settore lattiero caseario (ad esempio, nozione di tappo, riconoscimento chiaro della differenza tra il prodotto interamente in plastica e parzialmente in plastica; riconoscimento della possibilità di immissione sul mercato dei prodotti in plastica biodegradabili e compostabili, ecc);
– un immediato chiarimento interpretativo o, se necessario, una revisione del regolamento comunitario di esecuzione (UE) 2020/2151 del 17 dicembre 2020, che reca disposizioni relative alle specifiche di marcatura armonizzate per i prodotti di plastica monouso;
– definizione della possibilità di attivazione di strumenti di sostegno economico per le filiere maggiormente penalizzate dall’impatto della proposta.