Categoria: Terzo Settore

  • Giornate di Bertinoro 2023: presentato l’Atlante dell’Economia Sociale

    In occasione della 23esima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile è stato lanciato l’Atlante dell’Economia Sociale, un progetto di ricerca promosso da Unioncamere Emilia-Romagna ed AICCON.

    In occasione della 23esima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, tenutasi venerdì e sabato, è stato lanciato l’Atlante dell’Economia Sociale, un progetto di ricerca promosso da Unioncamere Emilia-Romagna ed AICCON.

    Che cos’è l’Atlante dell’Economia Sociale

    L’Atlante dell’Economia Sociale vuole essere un punto di informazione e conoscenza quali-quantitativo per osservare nel tempo il valore di un’economia indispensabile per le transizioni che stiamo attraversando.  Il progetto di ricerca, rilancia la collaborazione fra AICCON e uno dei suoi storici soci, Unioncamere Emilia-Romagna.

    Sabato è stata presentata una fotografia aggiornata del perimetro e dell’impatto economico-sociale dell’Economia Sociale con l’intento di offrire a ricercatori, imprese cooperative, Terzo Settore e pubblica amministrazione uno strumento utile per rafforzare le proprie strategie nella direzione del Social Economy Action Plan della Commissione Europea.

    Quanto vale l’Economia Sociale in Italia?

    Le Organizzazioni dell’Economia Sociale rappresentano l’8,8% su totale imprese ed il 9,5% degli addetti. Come evidenzia Guido Caselli, Direttore Centro Studi di Unioncamere Emilia Romagna:“450mila organizzazioni, più dell’industria manifatturiera, 1 milione e 900mila addetti, lo stesso numero di occupati dell’intera filiera metalmeccanica italiana. Sono sufficienti questi due numeri per raccontare la valenza economica dell’Economia Sociale, ne occorrono altri per misurarne la valenza sociale. Il progetto dell’Atlante ambisce a dare la giusta visibilità sia alla sfera economica che a quella sociale, consapevoli che l’esistenza dell’una è inscindibilmente legata alla presenza dell’altra”.

    Paolo Venturi, Direttore AICCON: “Sentivamo l’urgenza di perimetrare e dare evidenza degli aspetti economici e trasformativi dell’Economia Sociale. È’ un progetto strategico aperto ad altri partner nato per aumentare la consapevolezza ed il valore dell’Economia Sociale “dentro” le strategie per lo sviluppo sostenibile.”

    L’Atlante dell’Economia Sociale rappresenta un passo significativo verso una comprensione più approfondita e un riconoscimento adeguato dell’importanza di questo settore nella nostra società in rapida evoluzione.


  • La nuova edizione delle Giornate di Bertinoro.

    Il 13-14 ottobre tornano le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile

    Il programma e il tema della XXIII Edizione delle Giornate di Bertinoro, l’evento di riferimento sul mondo del Terzo Settore e delle Cooperative.

    Oltre la forma. Risignificare le organizzazioni per generare cambiamento” è il titolo della 23esima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, il tradizionale appuntamento di AICCON, Centro Studi dell’Università di Bologna, che si svolgerà il 13 e 14 ottobre 2023 a Bertinoro (FC).

    Le Giornate di Bertinoro 2023 si propongono di affrontare una sfida cruciale: risignificare le organizzazioni del Terzo Settore, spesso intrappolate in processi, procedure e modelli organizzativi che ne minano la vitalità e l’impatto sociale. Come evidenzia Stefano Granata, Presidente AICCON: “La XXIII edizione delle Giornate di Bertinoro come ogni anno rilancia una sfida che è quella di far riflettere e proporre soluzioni per l’innovazione dell’Economia Civile e Sociale. Quest’anno al centro ci sarà la “sostanza” delle organizzazioni ossia la necessità di recuperare quella diversità che rende questo mondo utile e trasformativo”.

    Il tema della XXIII Edizione delle Giornate di Bertinoro

    Le organizzazioni del Terzo Settore si trovano spesso a fronteggiare sfide complesse anche al loro interno, come la diminuzione del numero di volontari e l’attrattiva limitata per il lavoro nel settore della cooperazione sociale. Inoltre, la distribuzione delle risorse, come avviene con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), può lasciare queste organizzazioni con una parte residuale.

    È urgente ripensare la loro identità e struttura per per ottenere un riconoscimento adeguato del loro contributo non solo al sistema di protezione sociale ma al più ampio sistema di sviluppo del Paese. “Dopo il tempo della riforma è arrivato il momento di ri-sostanziare la finalità e l’essenza delle istituzioni del Terzo Settore, – sottolinea Paolo Venturi, Direttore AICCON – ri-sostanziare implica un ripensamento delle motivazioni intrinseche, dei modelli organizzativi, delle modalità di relazione con il territorio e soprattutto dei sistemi di valutazione di ciò che viene realizzato. Questo sarà l’obiettivo delle Giornate di Bertinoro che saranno come sempre una grande occasione di relazione, conversazione e incontro”.

    Il programma delle Giornate di Bertinoro 2023

    Oltre 40 relatori, 7 sessioni e 2 anteprime di presentazione dati a cura di Istat e Unioncamere. Di seguito vi riportiamo tutti i panel previsti durante questa edizione delle Giornate di Bertinoro.

    Risignificare le organizzazioni per generare cambiamento 

    L’edizione 2023 prenderà il via venerdì 13 ottobre con i saluti di Stefano Granata, Presidente AICCON e nella Sessione di Apertura (ore 10.00-12.00) introdotta e coordinata da Paolo Venturi, Direttore AICCON, interverranno Julie Battilana, Harvard Business School; Stefano Zamagni, Università di Bologna; Ezio Manzini, Politecnico di Milano ed Elena Granata, Politecnico di Milano.

    ANTEPRIMA. Presentazione dati sulle Istituzioni Non Profit di Istat

    Sarà presentata in anteprima una ricostruzione dell’evoluzione delle Istituzioni Non Profit nel corso dell’ultimo decennio e verranno condivisi un insieme di rilevazioni quantitative in merito al rapporto con la transizione digitale e le reti territoriali. Il coordinamento sarà a cura di Natalia Montinari, Università di Bologna, e vedrà la partecipazione di Massimo Lori, Responsabile del registro statistico delle istituzioni non profit Istat e Sabrina Stoppiello, Responsabile Censimento permanente delle istituzioni non profit Istat. I dati saranno discussi da Vanessa Pallucchi, Portavoce Forum Terzo Settore.

    Mutualizzare per trasformare istituzioni e paradigmi 

    La prima sessione pomeridiana sarà dedicata al mutualismo come metodo per affrontare le sfide collettive e creare nuove forme di collaborazione. Interverranno Leonard Mazzone, Università di Firenze; Federica Vittori, CheFare e Alessandro Maggioni, Presidente Confcooperative Habitat con l’introduzione ed il coordinamento di Flaviano Zandonai, Consorzio nazionale CGM.

    Il lavoro che cambia: nuovi desideri e una maggiore domanda di riconoscimento 

    In un’epoca in cui il significato del lavoro sta cambiando, questa sessione analizzerà come le organizzazioni dell’Economia Sociale possano adattarsi a queste nuove dinamiche e mantenere un senso di appartenenza e significato per i loro lavoratori. Sarà questo il tema al centro della seconda sessione pomeridiana (16.30-17.15) introdotta e coordinata da Andrea Baldazzini AICCON che vedrà la partecipazione di Rita Ghedini, Presidente Legacoop Bologna; Riccarda Zezza, CEO & Founder Lifeed e Luca Solari, Università Statale di Milano.

    La sfida educativa come premessa per lo sviluppo integrale delle comunità

    La giornata si concluderà con la terza sessione (17.30 – 18.45) dedicata all’esplorazione delle possibilità offerte dall’ambito educativo per la costruzione di alleanze territoriali plurali e intersettoriali. La sessione sarà introdotta e coordinata da Flaviano Zandonai, Consorzio nazionale CGM, vedrà la partecipazione di Raffaele Spadano, antropologo; Barbara Bonoli, FEM – future education Modena e Renato Quaglia, Direttore Generale Fondazione FOQUS.

    L’Economia Sociale in Italia: funzioni della cultura e strategie per politiche sperimentali  

    Le sfide politiche e le opportunità all’interno dell’Economia Sociale in Italia, con un focus sulla cultura come piattaforma di pre-innovazione per lo sviluppo territoriale. Ne parleremo con Anna Fasano, Presidente Banca Etica; Pierluigi Sacco, Università degli Studi Chieti-Pescara; Guido Caselli, Direttore Centro Studi di Unioncamere Emilia Romagna e Mara Airoldi, Direttore Government Outcomes Lab. La sessione sarà coordinata da Alessia Maccaferri, Il Sole 24 Ore.
    All’interno del panel sarà presentato il primo Atlante Italiano dell’Economia Sociale realizzato da Unioncamere in collaborazione con AICCON.

    Una nuova rappresentanza per l’Economia Sociale e il ruolo delle istituzioni  

    La sessione conclusiva della XXIII edizione si aprirà con il video “L’ambizione trasformativa come sostanza delle organizzazioni civili”, intervista a Miguel Benasayag, filosofo e psicanalista, a cura di Marco Dotti, giornalista.
    I lavori termineranno con la sessione conclusiva, introdotta e coordinata da Stefano Arduini, Vita Magazine; sono stati invitati: Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del Governo; Simone Gamberini, Presidente Legacoop; Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative; Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e un rappresentante di Federcasse.
    Al termine del panel Stefano Zamagni, Università di Bologna e Stefano Granata, Presidente di AICCON terranno l’intervento conclusivo della XXIII edizione.

    Tutte le informazioni relative agli speaker, al programma e agli eventi delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile sono disponibili sul sito ufficiale: www.legiornatedibertinoro.it.


  • Eleonora Vanni: prossimità, universalismo e inclusività valori su cui deve fondarsi il welfare e che devono tradursi in azioni concrete

    Eleonora Vanni interviene all’evento organizzato dal Forum Terzo Settore. Il welfare deve basarsi su alcuni valori fondamentali che devono trasformarsi in azione.

    Mercoledì 15 marzo si è tenuto presso la Sala Capitolare del Senato l’evento “Verso un nuovo sistema di welfare”, organizzato dal Forum Terzo Settore. All’evento ha partecipato anche Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociali e vicepresidente di Legacoop nazionale che ha dichiarato: “Il welfare che si sta costruendo deve basarsi su alcuni valori fondanti: la prossimità, l’universalismo, l’inclusività. Però non bastano le leggi e le dichiarazioni, il tema centrale è come questi valori diventano azioni, quali azioni sono in grado poi di renderli concreti“.

    Prendo ad esempio l’inclusività”, ha continuato Vanni: “C’è il tema della partecipazione, qualsiasi iniziativa per migliorare il welfare deve essere presa con il coinvolgimento diretto delle persone interessate, integrando le risorse a disposizione. E inclusività significa anche mettere a sistema tutti gli attori della filiera del welfare, per coprogrammare e coprogettare, mettendo da parte la logica secondo cui lo Stato può conoscere le esigenze dei cittadini e del tessuto sociale senza interpellarli“.

    Ad intervenire anche la portavoce del Forum per il Terzo settore, Vanessa Pallucchi,  “per realizzare un nuovo welfare che garantisca gli stessi diritti su ogni territorio, definire i Livelli essenziali delle prestazioni sociali è condizione necessaria, ma non sufficiente: occorre anche prevedere adeguati finanziamenti e mettere gli enti locali nella condizione di rendere i Leps esigibili in tutto il Paese. Ecco perché chiediamo che nei futuri provvedimenti, Governo e Parlamento si impegnino per un massiccio investimento nel sociale, rafforzando in particolare la rete socio-sanitaria e avvalendosi delle competenze e della visione del Terzo settore. Solo in questo modo si può invertire il processo di impoverimento del welfare cui stiamo assistendo da anni, anche a causa della pandemia, e contrastare il drammatico aumento di disuguaglianze e divari territoriali”.


  • cooperative-emilia-romagna

    I vantaggi della Responsabilità sociale d’impresa

    La responsabilità sociale d’impresa contribuisce alla creazione di un’azienda basata sul coinvolgimento delle persone e incoraggia e stimola la creatività.

    Se fai parte di una cooperativa avrai sentito parlare della responsabilità sociale d’impresa. Ma quali sono i vantaggi e le strategie adottate dalle cooperative per perseguire gli obiettivi sociali prefissati?

    La responsabilità sociale d’impresa consente alle cooperative di conseguire degli obiettivi sociali, di creare un’immagine positiva, di costruire una relazione di fiducia e di generare valore aggiunto per la comunità in cui operano. La responsabilità sociale d’impresa (RSI) è un approccio al lavoro che richiede un impegno costante e coerente nel tempo, e che coinvolge tutta l’organizzazione, contribuisce alla costruzione di un’azienda in cui c’è un forte coinvolgimento delle persone, si incoraggia la cooperazione e si stimola la creatività.  Aiuta a rafforzare le relazioni con la comunità e le istituzioni e a plasmare l’identità e la reputazione aziendale.

    In Italia negli ultimi anni molte aziende hanno capito che per avere successo non si deve solo guardare al profitto, ma devono anche impegnarsi in questioni di natura sociale, come la sicurezza ambientale e il miglioramento delle condizioni di lavoro interne. Argomenti che da sempre stanno a cuore alle cooperative.

    Il primo passo da compiere, per attuare una valida strategia della responsabilità sociale d’impresa, consiste nel definire una visione chiara e una missione che comprenda gli obiettivi sociali e ambientali dell’impresa, coinvolgendo i soci e i dipendenti nell’elaborazione delle strategie e delle politiche aziendali, in modo da assicurarsi che l’impresa sia allineata con i valori e gli obiettivi condivisi dalla comunità. Collaborare con le parti interessate (stakeholder), come i fornitori, i clienti, le organizzazioni non governative e le comunità locali, per comprendere le loro esigenze e le loro aspettative e per costruire relazioni basate sulla fiducia e sulla trasparenza. Monitorare e valutare costantemente gli impatti sociali e ambientali delle proprie attività, per identificare le aree in cui l’impresa può migliorare e per misurare i progressi raggiunti.  Comunicare con trasparenza e onestà le politiche e le azioni dell’impresa, in modo da coinvolgere e informare i propri stakeholder e da costruire un’immagine positiva dell’impresa. Integrare la sostenibilità ambientale e sociale nei processi decisionali dell’impresa, considerando gli impatti sociali, ambientali ed economici delle proprie attività e adottando pratiche commerciali etiche e sostenibili.

    Come può manifestarsi la responsabilità sociale d’impresa?

    Ci sono vari modi in cui le cooperative possono mettere in atto la responsabilità sociale d’impresa. Ad esempio, investendo in progetti e iniziative che contribuiscono al benessere della comunità, la promozione della cultura e dell’arte o la promozione di pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente. Possono promuovere la partecipazione e l’inclusione sociale, dando voce ai membri più vulnerabili della società e offrendo loro opportunità di formazione e di sviluppo. Inoltre, le cooperative possono anche impegnarsi in progetti di solidarietà internazionale, collaborando con organizzazioni non governative e contribuendo al progresso delle comunità in paesi in via di sviluppo.


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    Cosa dice il Rapporto Censis su welfare e sanità

    Il Rapporto Censis mostra come gli italiani siano sempre più attenti ai temi riguardanti il welfare, la sanità e in generale il terzo settore.

    Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere l’edizione 2021 del Rapporto Censis che ha rivelato una forte crescita delle spinte irrazionali, complottiste e anti-scientifiche della società italiana. 

    Ma l’indagine annuale dell’istituto di ricerca socio-economica ha riguardato anche questioni centrali per il mondo del terzo settore, in particolare il welfare e la sanità
    La pandemia ha costretto le istituzioni, gli ETS e i cittadini stessi a ripensare i modelli socio-assistenziali, progettando un sistema di welfare territorialmente (e non solo) sempre più vicino alla persona.

    La nuova sanità: tra prossimità e digitale

    Secondo il Rapporto Censis il 94,0% della popolazione ritiene indispensabile avere sul territorio strutture sanitarie di prossimità, con medici di medicina generale, specialisti e infermieri cui potersi rivolgere sempre. Per i cittadini interpellate da Censis, quindi, in futuro la sanità dovrà essere indipendente dai grandi ospedali, soprattutto per i problemi di piccola entità e la cura delle malattie croniche.

    I sistemi sanitari ospedalo-centrici si sono rivelati inadeguati a risolvere i problemi generati dalla pandemia e in generale a rispondere prontamente alle esigenze quotidiane delle persone. Ambulatori, Case della salute, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, infermieri di comunità, assistenza sanitaria a domicilio dovranno essere quindi il vero fulcro della nostra sanità. 

    A questi strumenti va aggiunta anche la telemedicina che con le sue innovazioni sempre più imponenti consentirà di migliorare anche l’assistenza domiciliare. 

    Un’Italia sempre più povera

    Ma la pandemia, oltre a svelare le falle del nostro sistema sanitario, ha fatto emergere anche tante questioni sociali che rischiano di avere un forte impatto sulla tenuta democratica dell’Italia. Come evidenziato dal rapporto Censis nel 2020 2 milioni di famiglie italiane vivono in povertà assoluta, con un aumento rilevante rispetto al 2010, quando erano 980.000: +104,8%. L’aumento è sostenuto soprattutto al Nord (+131,4%), rispetto alle aree del Centro (+67,6%) e del Sud (+93,8%).

    Il rischio è che le diseguaglianze possano crescere ancora di più. Durante il periodo più grave dell’emergenza Covid, infatti, milioni di studenti e lavoratori hanno dovuto ricorrere agli strumenti digitali per potere svolgere la propria attività scolastica, formativa e lavorativa. 
    E non tutti erano pronti all’appuntamento con la DAD e lo smart working: il 35,2% degli studenti degli ultimi anni delle superiori e dell’università dichiara, infatti, di aver avuto difficoltà nella formazione a distanza e l’11% degli occupati ha fatto fatica con le proprie attività lavorative in versione digitale. Per il 60,7% degli italiani, infine, in assenza di interventi adeguati, il digitale aumenterà le disuguaglianze tra le persone. 

    Un quadro quindi tutt’altro che rassicurante dal punto di vista delle pari opportunità e di quel principio di eguaglianza sostanziale, sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione, e che imporrebbe un intervento dello Stato per assicurare a tutti di poter sviluppare la propria personalità umana e partecipare alla vita politica, economica e sociale del Paese.

    La speranza della solidarietà

    Ci sono però anche degli elementi di speranza. La grave crisi sanitaria ed economica ha rafforzato, ad esempio, il senso di comunità e lo spirito di solidarietà dei cittadini. Secondo Censis un terzo degli italiani ha partecipato a iniziative di solidarietà legate all’emergenza sanitaria, aderendo alle raccolte di fondi per associazioni non profit, per la Protezione civile o a favore degli ospedali. Quasi un terzo di coloro che si sono attivati ha svolto in prima persona attività gratuita in associazioni di volontariato impegnate nella lotta al Covid. 

    L’Italia, dunque, si conferma un Paese dove la spinta solidaristica è molto forte. Una pulsione che può essere incanalata e valorizzata al meglio dalle cooperative e dagli enti del Terzo settore che operano ogni giorno secondo i principi dell’inclusione sociale, della mutualità e della solidarietà.

     


  • impresa-sociale

    Anche le imprese sociali acquisiranno la personalità giuridica automatica

    La massima numero 11 del Consiglio del Notariato di Milano stabilisce che anche le imprese sociali possono acquisire immediatamente la personalità giuridica.

    La massima numero 11 del Consiglio del Notariato di Milano stabilisce che anche gli enti appena costituiti che richiedono la qualifica di imprese sociali possono acquisire immediatamente la personalità giuridica.

    Imprese sociali: i requisiti per ottenere la personalità giuridica

    Il recente orientamento interpretativo dei notai milanesi riguarda soprattutto le associazioni e le fondazioni con qualifica di impresa sociale. 
    Per ottenere questo requisito è necessario innanzitutto che il notaio verifichi l’esistenza di tutti gli elementi caratterizzanti un’impresa sociale e poi inoltri l’iscrizione alla sezione speciale del Registro delle Imprese. Quest’ultimo, come abbiamo spiegato in un nostro articolo, provvederà a trasferire i dati delle associazioni e delle fondazioni al nuovo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore

    In sostanza l’iscrizione al RUNTS diventa condizione essenziale per acquisire la personalità giuridica, così come già avviene, ad esempio, per le società cooperative. 

    Cosa sono le imprese sociali

    Secondo il decreto legislativo 112/2017 si qualificano come imprese sociali gli enti privati, costituiti anche in forma societaria, che esercitano in via stabile e principale una o più attività d’impresa di interesse generale per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che favoriscono il più ampio coinvolgimento di lavoratori, utenti e di altri soggetti interessati. 

    Tra le attività previste dalla legge per le imprese sociali ci sono ad esempio: 

    • servizi sociali;
    • prestazioni sanitarie e socio-sanitarie;
    • educazione, istruzione e formazione professionale;
    • tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
    • ricerca scientifica di particolare interesse sociale;
    • attività commerciali, produttive, di concessione di marchi nell’ambito o a favore di filiere equo e solidale;
    • alloggio sociale;
    • microcredito;
    • agricoltura sociale;
    • riqualificazione di beni pubblici non utilizzati.

     

     

     

     


  • rigenerazione-urbana

    Cosa serve per iscriversi al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore

    Dallo SPID all’atto costitutivo: tutti i documenti e gli strumenti necessari per iscriversi al nuovo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.

    Dopo più di quattro anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo che lo disciplina (Dlgs n.117/2017), il 23 novembre sarà finalmente operativo il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. Il nuovo sistema informativo, che sarà pubblico ed esclusivamente digitale, riguarderà le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le organizzazioni non lucrative di utilità sociale meglio note come Onlus, tra le quali ci sono anche le fondazioni e alcune cooperative. 

    Gli enti coinvolti saranno così iscritti ad unico Registro che consentirà alle diverse organizzazioni di beneficiare delle nuove agevolazioni previste dalla Riforma del Terzo Settore e di partecipare alla ripartizione del 5 per mille per il mondo del volontariato.

    Una volta terminato il processo di trasferimento, tutti potranno accedere al RUNTS e consultare atti e informazioni degli Enti del terzo settore iscritti: questi ultimi dovranno aggiornare le informazioni, depositare i bilanci, le modifiche statutarie e gli altri documenti previsti dalla legge. Il dialogo tra gli enti e il RUNTS, inoltre, potrà avvenire solo per via telematica.

    I documenti necessari per l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore

    Ma cosa serve per essere iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore? Se siete un’organizzazione di volontariato o un’associazione di promozione sociale, dal 23 novembre saranno direttamente le anagrafi delle regioni a comunicare al RUNTS i vostri dati e in seguito il Registro si metterà in contatto con voi qualora dovesse essere necessario integrare la documentazione (il termine ultimo per l’integrazione dei documenti è già fissato oggi al 19 ottobre 2022).
    Per le Onlus invece il processo di trasmigrazione inizierà il 24 novembre e sarà l’Agenzia delle Entrate a trasmettere i dati degli enti al RUNTS. 

    Per quanto riguarda la documentazione sono necessari:

    • l’atto costitutivo,
    • lo statuto,
    • gli ultimi due bilanci ei relativi verbali di approvazione dell’assemblea dell’associazione o del Cda nel caso di una Fondazione
    • l’eventuale bilancio sociale
    • il documento di identità del legale rappresentante. 

    Come accennato in precedenza, però, le comunicazioni con il RUNTS saranno solamente per via telematica quindi le organizzazioni dovranno avere anche lo SPID e la PEC e il legale rappresentante dovrà dotarsi di firma digitale

    Dopo il 23 novembre, data di partenza della trasmigrazione dei dati, ci sarà un periodo di tempo di assestamento nel corso del quale sarà fondamentale l’aiuto dei professionisti e delle organizzazioni di rappresentanza. La strada tracciata però, che va verso la semplificazione, la trasparenza e la digitalizzazione dei sistemi informativi del Terzo Settore, è sicuramente da valutare in senso positivo. 


  • non-profit

    Il ruolo del Terzo Settore nel PNRR

    Tra co-programmazione, co-progettazione ed implementazione dei bandi il mondo del Terzo Settore sarà protagonista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

    Anche il Terzo Settore avrà un ruolo da protagonista nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). E non sarà una funzione di mero esecutore dei tantissimi progetti di inclusione sociale e rigenerazione urbana che verranno realizzati nei prossimi anni, ma parteciperà anche alle fasi di elaborazione dei bandi secondo una logica di co-programmazione e co-progettazione. 

    Le missioni del PNRR dedicate al Terzo Settore

    Già da qualche anno gli enti locali e le pubbliche amministrazioni hanno cambiato paradigma scegliendo di lavorare a stretto contatto con gli ETS, le associazioni e i privati nella scrittura (e non solo) dei progetti. Solo così, infatti, possono essere individuati al meglio gli obiettivi degli avvisi pubblici e far sì che questi ultimi possano avere una ricaduta effettiva sui territori. 

    Il PNRR rende la pluralità e il carattere misto del sistema di governance una parte centrale delle politiche pubbliche del futuro. Gli enti del Terzo settore dovranno dunque essere parte attiva sia nella fase di progettazione e che in quella di implementazione dei bandi.
    Ma quali sono, nello specifico, le missioni del PNRR che vedranno come protagonista il mondo delle cooperative e tutto il non profit? 

    Missione 5: Coesione e Inclusione

    Come sappiamo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si articola in sei missioni: 

    • Missione 1: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura
    • Missione 2: Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica
    • Missione 3: Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile
    • Missione 4: Istruzione e Ricerca
    • Missione 5: Coesione e Inclusione
    • Missione 6: Salute

    Il Terzo Settore può essere coinvolto a vario titolo in tutte le missioni del PNRR (c’è tutta la parte sugli asili nilo, ad esempio, che vedrà le cooperative in prima fila), ma quelle in cui viene previsto in maniera esplicita un suo intervento, anche in termini di co-programmazione e co-progettazione, sono la missione 5 e 6. 

    Per la Missione 5 sono previsti in tutto 22,4 miliardi, di cui 11,17 per la parte su “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore”. 
    Gli ETS, comprese le cooperative, dovranno dunque programmare e realizzare progetti per migliorare il livello di inclusione sociale del nostro Paese. La pandemia ha fatto emergere con forza tantissime forme di diseguaglianza come quella tra centro e periferia, tra uomo e donna, tra garantiti e non garantiti, oltre ad acuire il problema della povertà educativa nelle regioni del Mezzogiorno. 

    Urge allora un intervento dello Stato insieme alle forze migliori della società civile per sanare questo vulnus di natura economica e soprattutto sociale. Si può fare attraverso, ad esempio, la gestione di progetti di housing sociale e il potenziamento dei servizi per i bambini, le famiglie, i disabili, gli anziani, i migranti e tutte le persone che vivono ai margini della società. Ma anche riqualificando le nostre periferie, rendendole più vive e attrattive attraverso le attività quotidiane rigenerative degli enti del terzo settore. 

    Proprio la riqualificazione urbana sarà oggetto di alcuni dei primi bandi del PNRR come ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi: «Abbiamo già approvato – sottolinea Draghi – 159 progetti di rigenerazione urbana su cui investiamo 2,8 miliardi. Ben oltre il 40% è destinato a interventi nel Mezzogiorno. Per riqualificare l’edilizia residenziale pubblica, rendere i quartieri delle città più inclusivi e migliorare la qualità delle abitazioni, abbiamo ripartito 2 miliardi tra le Regioni, che adesso dovranno indire i bandi per i Comuni». 

    Missione 6: Salute

    Ma il mondo del terzo settore svolge un ruolo determinante anche nel campo della sanità. Lo abbiamo visto con forza durante la pandemia. 
    La salute non può reggersi solo sulle grandi strutture ospedaliere, ma deve al contrario decentrarsi avvicinandosi al paziente. In questo senso le cooperative socio-assistenziali, ad esempio, potranno essere un baluardo della sanità territoriale fornendo assistenza e prestazioni sanitarie agli anziani e ai cittadini dei piccoli comuni. 
    Nella missione 6 del PNRR è previsto nello specifico un investimento complessivo di 7 miliardi di euro per:

    • i Servizi sociali e le Case di Comunità (2 miliardi);
    • l’Assistenza domiciliare (4 miliardi);
    • gli Ospedali di Comunità (1 miliardo).

    Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dunque, si reggerà sulle capacità di spesa di Stato, Regioni e Comuni (come dichiarato ieri dal premier Draghi), ma anche sulla visione progettuale, la conoscenza del territorio e l’operatività del Terzo Settore.


  • 49esima settimana sociale dei cattolici

    Si è appena conclusa la 49sima Settimana Sociale dei Cattolici tenutasi a Taranto dal 21 al 24 ottobre. Una festa per migliaia di giovani arrivati da ogni parte d’Italia per sancire un nuovo patto generazionale, una nuova visione di società che mette al centro l’ecologia integrale invocata da Papa Francesco

    Per ecologia integrale si intende la transizione verso un nuovo modello di sviluppo ispirato a principi di sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Un mondo insomma che si prende cura delle sue risorse naturali e umane, puntando sulla qualità delle relazioni e sulla felicità della persona come fine ultimo. 

    Un manifesto programmatico per le diocesi e i governi nazionali e sovranazionali

    L’edizione numero 49 della Settimana Sociale dei Cattolici ha raccolto oltre 700 delegati provenienti dalle diocesi di tutta Italia, ma anche centinaia di vescovi e rappresentanti del mondo della politica e delle istituzioni. Tutte le sessioni sono state trasmesse in streaming sui canali ufficiali della Conferenza Episcopale Italiana con circa 50 mila visualizzazioni sulla pagina Facebook e 10 mila su YouTube; 125 mila i contatti sulla pagina Facebook delle Settimane Sociali e oltre 90 mila le visualizzazioni su Twitter.

    Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”. Questo il tema centrale dell’evento che ha permesso ai partecipanti di riflettere su quali dovranno essere le priorità dell’agenda politica dei prossimi anni e di presentare delle vere e proprie proposte programmatiche, rivolte alle diocesi e alle istituzioni nazionali e sovranazionali. Una serie di idee concrete elaborate dopo lo studio di oltre 270 buoni pratiche. Parliamo di imprese profit e non profit, ma anche amministrazioni locali che operano mettendo al centro ambiente, lavoro, futuro. Segno evidente che il pianeta che speriamo non solo è possibile, ma in parte è già realtà.

    https://www.facebook.com/Settimanesociali/posts/2831158600493673

    Verso diocesi “caporalato free”

    Il modello proposto parte dal basso, da quelle parrocchie che sono l’anima delle nostre comunità. «Se in ciascuna delle 25.610 parrocchie del nostro Paese – dice monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali – si costituisse almeno una comunità energetica che produce al livello massimo possibile 200 chilowatt avremmo dato il nostro contributo agli obiettivi di emissioni nette zero nel 2050 per 5,2 gigawatt di nuova produzione rinnovabile sui 7 che ci servono». 

    Comunità energetiche nelle parrocchie, dunque, per far sì che anche il mondo della Chiesa cattolica possa dare il proprio apporto alla riduzione delle emissioni di CO2 nelle città. Tra le proposte della Settimana Sociale c’è anche la transizione verso diocesi “carbon free” e l’acquisto nelle parrocchie di prodotti “caporalato free” da destinare ad esempio alle mense dei poveri. 

    Un Codice degli Appalti più “responsabile”

    Ma lo sguardo programmatico della Settimana sociale non si ferma al mondo delle diocesi, al contrario si estende verso quelle istituzioni che sono chiamate a dare una visione di futuro, ovvero i governi nazionali e l’Unione Europea. Una delle proposte più interessanti riguarda l’inserimento di parametri di responsabilità sociale tra i criteri reputazionali delle imprese nel Codice degli Appalti pubblici e la rimodulazione delle aliquote IVA per le imprese che producono rispettando criteri ambientali e sociali minimi.

    https://www.facebook.com/Settimanesociali/posts/2831246550484878

    Addio ai paradisi fiscali della diseguaglianza

    All’Unione Europea si chiede, invece, un ripensamento dei criteri del debito pubblico, escludendo ad esempio dal calcolo del deficit gli investimenti infrastrutturali e produttivi. Tra le proposte, infine, c’è la richiesta di una regolamentazione dei cosiddetti “paradisi fiscali” che producono diseguaglianza, dumping e sperequazione in tutta l’Unione. 

    Taranto è solo una delle tante tappe di questo viaggio. Un viaggio verso una nuova economia solidale, ecologica, umana.


  • le giornate di bertinoro a rimini

    «Parlare di sostenibilità integrale, significa che non possiamo disgiungere la questione ambientale da quella economica e sociale».

    Con queste parole Stefano Zamagni, professore dell’Università di Bologna, ha spiegato il significato del tema centrale della XXI edizione delle Giornate di Bertinoro: Generazioni. La sfida della Sostenibilità Integrale. La storica iniziativa promossa da AICCON e svoltasi quest’anno il 15 e il 16 ottobre in forma ibrida (sia online che in presenza al Palacongressi di Rimini), ha cercato come sempre di dettare l’agenda del mondo del Terzo settore, anche in vista delle sfide ambiziose del Next Generation EU che segnerà inevitabilmente un cambio di paradigma dei nostri modelli di sviluppo. 

     

    https://www.facebook.com/GiornatediBertinoro/videos/227109422744563/
    La presentazione della XXI edizione delle Giornate di Bertinoro del professor Zamagni

    Un mondo a tre zeri

    C’era grande attesa per questa edizione delle Giornate di Bertinoro, vuoi perché sancisce un parziale ritorno alla normalità anche per i grandi eventi che parlano di economia civile, vuoi per il parterre di ospiti di assoluto prestigio. Ad aprire i lavori, ad esempio, nella sessione mattutina di venerdì 15 ottobre, è stato il keynote del prof. Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006 e fondatore della Grameen Bank, dal titolo “Social Business e Sostenibilità Integrale”. 

    Yunus ha posto l’accento sul tema della diseguaglianza e della concentrazione della ricchezza. La pandemia non ha fatto altro che rendere più grave il problema del divario tra i (pochi) ricchi e i (tantissimi) poveri, costringendo le istituzioni ad interrogarsi su quali dovranno essere le soluzioni per migliorare il livello di inclusione sociale ed effettuare una redistribuzione delle risorse più equa, responsabile ed efficace. 

    La pandemia ci dà l’opportunità di ripensare l’intero sistema economico globale creando un mondo a tre zeri: ZERO emissioni di carbonio, per combattere il riscaldamento globale; ZERO concentrazione di ricchezza, per porre fine alla povertà; ZERO disoccupazione, risvegliando l’imprenditorialità in tutti noi. – Muhammad Yunus

    Il mondo a tre zeri, come lo ha definito Yunus, è sicuramente una prospettiva ideale verso la quale tutti noi dobbiamo tendere. Una sfida che soprattutto il mondo della cooperazione deve accettare con entusiasmo perché le cooperative hanno nel proprio DNA la costruzione di un mondo più giusto, dove la sostenibilità è veramente integrale. 

    L’annuncio di Orlando sul Registro Unico del Terzo Settore e non solo

    Uno degli appuntamenti immancabili delle Giornate di Bertinoro è l’indagine dell’Istat che fotografa lo stato del Non profit. Nella rilevazione presentata quest’anno a Rimini e riferita all’anno 2019 emerge una crescita complessiva di tutto il settore. Aumenta, infatti, il numero di istituzioni non profit operanti in Italia con una crescita del +0.9% rispetto al 2018 e un boom in regioni come il Molise (+4,7%), la Calabria (+3,2%), la provincia autonoma di Bolzano (+2,6%) e la Puglia (+2,6%). Cresce, inoltre, il numero di occupati (+1) e di istituzioni non profit beneficiarie del 5 per mille (61.858, con una crescita del 2,4% sull’anno precedente). 

    Tra gli ospiti presenti nella due giorni, infine, non sono mancati anche i rappresentati del Governo Draghi, con Enrico Giovannini (Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili), Elena Bonetti (Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia) e Andrea Orlando (Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali). Quest’ultimo ha dato alcuni importanti aggiornamenti sullo stato di attuazione della riforma del Terzo settore e sul tema della fiscalità delle imprese sociali. «Entro l’anno – ha dichiarato Orlando – sarà operativo il Registro unico del Terzo settore, mentre per l’invio del fascicolo fiscale sull’impresa sociale a Bruxelles, ormai ci siamo».

    Anche il mondo del non profit, come è emerso chiaramente nel corso delle Giornate di Bertinoro, sta vivendo delle sfide epocali. L’auspicio è che sia in grado di rispondere al meglio ai bisogni sempre più variegati e complessi della società, partendo da quella solidarietà e da quel desiderio di creare valore sano per i territori che ha sempre contraddistinto il Terzo settore.


  • non-profit

    Il bando per diventare Ambasciatore dell’Economia Civile

    Il Festival Nazionale dell’Economia Civile ha indetto il Premio Imprese per l’Economia Civile, destinato alle aziende che si sono distinte per l’approccio di sostenibilità ambientale e sociale.

    Il Festival Nazionale dell’Economia Civile ha indetto il Premio Imprese per l’Economia Civile, destinato alle aziende che si sono particolarmente distinte per l’approccio di sostenibilità ambientale e sociale applicato all’interno dei propri processi produttivi. 

    Le imprese vincitrici riceveranno il titolo di azienda Ambasciatrice dell’Economia Civile 2021 e potranno presentare le proprie pratiche virtuose nel corso del Festival Nazionale dell’Economia Civile che si terrà a Firenze dal 24 al 26 settembre 2021. Possono partecipare al bando le imprese provenienti da tutti i comparti produttivi fatta eccezione per i settori: petrolifero, azzardo, tabacco e aziende che non hanno strategie e comportamenti rispettosi delle persone e dell’ambiente.

    Ogni azienda dovrà fornire una descrizione del progetto, attività o gestione, che ha
    realizzato o sta realizzando e che reputa particolarmente significativa come esempio di economia civile (max 3 cartelle). Non sono ammessi progetti o attività non ancora realizzati. E’ consentito allegare fino a 5 file con immagini, approfondimenti tecnici, presentazioni Power Point, articoli stampa relativi alle attività realizzate. 

    Le domande di partecipazione dovranno essere presentate entro le ore 23,59 del 13 agosto 2021 compilando il modulo online e il Questionario di Autovalutazione .

    Oltre al premio per gli imprenditori quest’anno il festival propone anche dei bandi per le migliori startup, le migliori scuole e i migliori comuni sui temi della sostenibilità ambientale, della solidarietà e dell’innovazione sociale.

    Il Festival dell’Economia Civile 2021

    Il Festival Nazionale dell’Economia Civile, giunto ormai alla terza edizione, è diventato un interessante laboratorio di proposte per il futuro del Terzo settore grazie alla presenza di esponenti di spicco del mondo istituzionale, accademico, imprenditoriale e sociale.

    Il tema di quest’anno sarà  “Alla ricerca di senso. Persone, lavoro, relazioni”. L’intento dell’iniziativa è quello di rileggere, attraverso i dettami dell’Economia Civile, la pandemia che stiamo vivendo e la contestuale crisi di carattere economico e sociale. Non mancheranno poi le riflessioni sul PNRR italiano, in particolare sugli asset strategici che riguardano da vicino l’universo del Terzo settore: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. 


  • non-profit

    5 per mille: pubblicato l’elenco degli enti destinatari del contributo

    L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato l’elenco degli enti che nel 2020 hanno partecipato alla ripartizione delle risorse del 5 per mille. Primo posto per la fondazione AIRC.

    L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato l’elenco degli enti che nel 2020 hanno partecipato alla ripartizione delle risorse del 5 per mille, specificando il numero dei contribuenti che hanno scelto un determinato soggetto e l’importo totale erogabile. Scopriamo insieme chi sono i beneficiari del contributo e chi c’è in testa nella classifica degli enti a finalità sociale nel 2020.

    A chi è rivolto 5 per mille

    Secondo l’Agenzia delle Entrate il 5 per mille è destinato a sostegno delle seguenti finalità:

    1. sostegno degli enti del volontariato:
      • organizzazioni di volontariato di cui alla legge n. 266 del 1991
      • Onlus – Organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
      • cooperative sociali e i consorzi di cooperative sociali di cui alla legge n. 381 del 1991
      • organizzazioni non governative già riconosciute idonee ai sensi della legge n. 49 del 1987 alla data del 29 agosto 2014 e iscritte all’Anagrafe unica delle ONLUS su istanza delle stesse
      • enti ecclesiastici delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti accordi e intese, Onlus parziali.
      • associazioni di promozione sociale le cui finalità assistenziali sono riconosciute dal Ministero dell’Interno, Onlus parziali.
      • associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali.
      • associazioni e fondazioni di diritto privato
    2. finanziamento agli enti della ricerca scientifica e dell’università
    3. finanziamento agli enti della ricerca sanitaria
    4. sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza del contribuente
    5. sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi dal Coni a norma di legge che svolgono una rilevante attività di interesse sociale.
    6. Attività di tutela, promozione e valorizzazione beni culturali e paesaggistici  
    7. Enti gestori delle aree protette

    L’elenco degli enti che hanno ricevuto il 5 per mille

    È sempre interessante analizzare l’elenco dei soggetti che hanno partecipato all’erogazione delle risorse, soprattutto per testare il grado di popolarità dei vari enti e in generale lo stato di salute del mondo non profit. Come ha fatto notare, ad esempio, Nicola Bedogni (presidente di Assif) su Vita, nel 2020 sono state espresse circa 600mila preferenze in meno rispetto al 2019. In poche parole ci sono stati migliaia di contribuenti che l’anno scorso non hanno indicato il codice fiscale dell’ente al quale volevano destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito.

    Una “dimenticanza” (se così vogliamo chiamarla) che costa caro ad un mondo, quello del non profit, che fa grande affidamento sul 5 per mille per lo svolgimento delle proprie attività a finalità sociale. Come fa notare lo stesso Bedogni, nel 2020 c’è stata una generale crescita del settore della ricerca sanitaria, come era facile prevedere in tempo di pandemia. Il comparto della ricerca scientifica e sanitaria è stato ben rappresentato dalla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro che si trova al primo posto della graduatoria con oltre 1 milione e 500 mila contribuenti che hanno scelto di destinare alla lotta contro il cancro il proprio 5 per mille. In crescita anche la Lega del Filo d’Oro e il Pascale, l’istituto dei tumori di Napoli. 

    Di seguito trovate l’elenco degli enti più scelti dai contribuenti.