Categoria: Terzo Settore

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    Gli enti del Terzo Settore avranno tempo fino al 28 febbraio per adeguarsi al nuovo obbligo di trasparenza che impone loro di pubblicare online tutti i contributi pubblici ricevuti nel 2018, qualora la cifra complessiva superi i 10.000 euro.

    Gli enti interessati

    L’adempimento riguarderà migliaia di organizzazioni non profit tra cui anche le cooperative sociali. I soggetti interessati dalla norma sono infatti associazioni, fondazioni, enti con la qualifica di onlus e le imprese. Queste ultime dovranno pubblicare le informazioni sulle entrate pubbliche nella nota integrativa del bilancio di esercizio e nella nota integrativa del bilancio consolidato, ove esistente, pena la restituzione delle somme ricevute.
    Secondo la circolare recentemente emessa dal Ministero del Lavoro tutte le cooperative sociali, in quanto considerate come società dal punto di vista civilistico, hanno gli stessi obblighi delle imprese quindi in caso di violazioni sulla trasparenza dovranno restituire quanto ricevuto.

    Le entrate pubbliche

    Quando la legge parla di contributo pubblico intende qualsiasi tipo di erogazione effettuata dalla Pubblica Amministrazione, sia essa una risorsa finanziaria o la concessione per l’utilizzo di beni mobili o strumentali per la realizzazione di attività statutarie.
    Nello specifico rientrano nella categoria di cui sopra sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e comunque vantaggi economici di qualunque genere, comprese le entrate derivanti dal 5 per mille.
    La somma di queste entrate deve essere superiore a 10.000 euro.

    Le informazioni da pubblicare

    Ciascun ente non profit dovrà indicare:

    • Denominazione e codice fiscale del soggetto ricevente;
    • Denominazione del soggetto erogante;
    • Somma incassata;
    • Data dell’erogazione;
    • Causale.

    I dati dovranno essere pubblicati sul sito web dell’ente; in assenza di un sito l’organizzazione potrà pubblicare il tutto sulla propria pagina Facebook o sul portale della rete associativa alla quale aderisce.
    Ricordiamo, infine, che il periodo di riferimento delle entrate pubbliche parte dal 1° gennaio 2018 e copre l’intero anno solare.


  • riforma del terzo settore

    Le Giornate di Bertinoro sono come sempre un’occasione per riflettere sullo stato di salute dell’economia civile. Quest’anno la riflessione è quasi un atto dovuto alla luce dell’approvazione della riforma del Terzo settore che va a rivoluzionare tutto l’ecosistema del non profit.

    I cambiamenti saranno profondi, non solo dal punto di vista normativo ma anche a livello culturale. L’intento della nuova normativa è, infatti, cambiare i connotati stessi del non profit, uscendo dal paradigma dell’impresa sociale come fornitrice di servizi per la PA, coinvolgendo al contrario gli enti del Terzo settore nella co-programmazione e nella co-progettazione delle politiche sociali. Nel nuovo apparato normativo, inoltre, vengono ampliate le aree di intervento del non profit, dando la possibilità ad un numero sempre maggiore di enti del terzo settore di generare degli utili.

    Ma come arriva il non profit a questa fase potenzialmente rivoluzionaria? La risposta ci viene fornita da due indagini presentate nel corso di questa edizione de Le Giornate di Bertinoro, svoltesi il 13 ed il 14 ottobre, una realizzata dall’Istat e l’altra da Swg.
    In attesa di conoscere i risultati del censimento sul non profit effettuato dalla stessa Istat che dovrebbero essere pubblicati entro la fine del 2017, l’istituto di statistica svela alcune tendenze relative al periodo 2011-2015.

    riforma del terzo settoreIn questa fase storica vengono rilevati tassi di mortalità e di natalità più alti rispetto al mondo delle imprese. Le realtà che hanno chiuso la propria attività (oltre 62mila) hanno delle caratteristiche ben definite: sono in genere imprese di piccola dimensione e poco strutturate che utilizzano forme di lavoro flessibili. Dall’altra parte, invece, ci sono molti enti non profit che sono addirittura riusciti ad aumentare i posti di lavoro (+4% nel periodo preso in considerazione dall’Istat) grazie ad un miglior radicamento sul territorio, a maggiori risorse umane ed economiche e ad un’offerta di servizi più ampia. È evidente, dunque, come le imprese sociali siano chiamate oggi a fare un salto di qualità dal punto di vista organizzativo, incentivando forme di aggregazione e di collaborazione che permettano loro di variare l’offerta e di aumentare le competenze interne.

    L’indagine di Swg, effettuata su un campione di mille persone, offre ulteriori spunti di riflessione. Il 56% degli intervistati ritiene innanzitutto che il Terzo settore svolga una funzione utile in Italia. L’aspetto, però, più interessante della ricerca riguarda le differenti opinioni sul ruolo del non profit tra nuove e vecchie generazioni. Mentre per queste ultime, infatti, il terzo settore non possiede le competenze adeguate per sostituire o integrare le tradizionali forme di economia, i giovani invece credono che sia possibile dare alle imprese sociali uno spazio importante nell’economia italiana, soprattutto nei settori del turismo sociale, della valorizzazione del patrimonio culturale, della formazione e dell’educazione. Nonostante, dunque, la maggior parte degli intervistati ritenga gli enti del Terzo settore ancora molto legati al comparto dell’assistenza sociale e sanitaria, c’è spazio per un allargamento degli orizzonti così come previsto, del resto, della recente riforma.
    Proprio, però, la conoscenza della riforma del Terzo settore è uno dei tasti dolenti della ricerca. Solo il 5% degli italiani, infatti, conosce le novità del nuovo testo e comprende a pieno quale impatto potrà avere per le imprese sociali.
    Occorrerà, dunque, effettuare un’operazione di comunicazione intensiva ed efficace su queste tematiche, sfruttando gli stimoli forniti sia dagli ultimi esecutivi che dalle stesse giovani generazioni che appaiono se non altro incuriosite dalla nuove forme di economia sociale e dal rinnovato ruolo che potrà avere il non profit.

     


  • le novità della legge sul dopo di noi

    Ha destato grande scalpore la pubblicazione di un’inchiesta del quotidiano La Stampa sulla legge sul Dopo di noi, ad un anno dalla sua approvazione. 

    Siamo gli unici genitori del mondo a sperare che i figli non ci sopravvivono“. Con queste parole si è raccontata Lucia Viggiano, una delle madri napoletane con una figlia disabile, protagonista dell’indagine di Andrea Malaguti.
    le novità della legge sul dopo di noiIl giornalista de La Stampa ha raccontato le tristi vicende personali di tante famiglie che vivono con angoscia il futuro dei propri figli e che non hanno visto alcun cambiamento positivo dopo il varo della legge sul Dopo di noi.
    Il provvedimento si basa sul principio dell’autodeterminazione di chi è affetto da disabilità, consentendo loro di scegliere il proprio progetto di vita dopo la morte dei genitori. Per permettere ai disabili di avere una vita dignitosa anche senza il sostegno familiare, la legge promuove programmi ed interventi innovativi in materia di residenzialità, la defiscalizzazione di polizze assicurative e la creazione da parte dei genitori di trust con vincoli di destinazione.

    L’anagrafe che non c’è 

    Le difficoltà, però, nell’attuazione del provvedimento sono molteplici. Come sottolineato dal presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, nella sua audizione in Senato nell’aprile del 2016, ci sono innanzitutto dei problemi nell’identificazione dei beneficiari della legge. Manca, infatti, in Italia un’anagrafe delle disabilità che consenta di comprendere quante e quali persone sono affette da queste patologie. Avere un registro di questo tipo è fondamentale per gestire al meglio le risorse erogate per l’attuazione del Dopo di noi (90 milioni per il 2016) e per avere una maggiore contezza dei diversi bisogni dei beneficiari.
    Secondo l’Istat, inoltre, con il passare degli anni potrebbero diventare sempre di più i disabili che perdono i genitori, arrivando entro dieci anni a quota 160mila. E con l’aumento dei disabili potrebbe anche crescere il numero dei cosiddetti desaperesidos, ovvero quelle persone (circa 40mila allo stato attuale) che rimangono senza alcun sostegno dopo la morte dei genitori.

    Chi conosce la legge sul Dopo di noi?

    La legge sul Dopo di noi è alle prese con una lunga fase di attuazione. Gli enti che dovrebbero indire i bandi sono le Regioni, ma, nonostante due terzi abbiano già ricevuto i fondi, ancora tutto tace. Un silenzio generalizzato, testimoniato anche dalla scarsa conoscenza da parte delle famiglie circa le opportunità offerte dal provvedimento. E pensare che la stessa legge prevedeva la realizzazione di campagne informative sulle novità del testo legislativo, ma anche in questo caso nessuno ha visto nulla.


  • bando-disabili-sport

    Inizia oggi e si concluderà domenica 14 maggio il Festival del Volontariato, organizzato dal Centro nazionale del volontariato e dalla Fondazione volontariato e partecipazione.

    L’evento, che come ogni anno si svolge a Lucca, è diventato ormai uno degli appuntamenti imperdibili per il mondo del non profit. Basti pensare che negli ultimi quattro anni l’iniziativa ha fatto registrare oltre 100mila presenze.
    bando-disabili-sportL’obiettivo del Festival di quest’anno, come ha dichiarato Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale del volontariato, è provare a ricostruire l’anima solidale ed accogliente dell’Italia in un periodo storico in cui prevalgono sentimenti di chiusura e diffidenza.
    Da Lucca nel prossimo fine settimana – ha dichiarato Patriarca – partirà il forte appello alla ricostruzione dell’anima solidale e accogliente dell’Italia. Quell’anima che le crisi che viviamo e le reazioni di chiusura e sfiducia stanno minando. Ma noi non ci arrendiamo alla sfiducia e alla paura e vogliamo ribadire che un Paese migliore esiste e cresce ogni giorno. Al Festival lo racconteremo. Voglio ringraziare le istituzioni e il volontariato lucchesi: senza di loro tutto questo non sarebbe possibile“.

    Tra i protagonisti dell’evento ci saranno anche il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, il capo della polizia Franco Gabrielli ed il sottosegretario al lavoro Luigi Bobba.
    Si parlerà di non profit e della riforma del Terzo Settore e si cercherà soprattutto di coinvolgere i giovani, sia quelli delle scuole superiori che i ragazzi che svolgono il servizio civile, nelle attività organizzate durante la tre giorni lucchese.
    Solo attraverso la presenza delle nuove generazioni sarà possibile, infatti, attivare la ricostruzione della cultura del dono e del volontariato.


  • ministro del lavoro giuliano poletti

    Il Consiglio dei Ministri ha dato oggi il via libera agli ultimi tre decreti attuativi della riforma del Terzo Settore. Lo ha annunciato questa mattina il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di una conferenza stampa

    Si completa così il quadro legislativo che andrà a cambiare in maniera profonda il mondo del non profit, rafforzando due istituti come il 5 per mille ed il servizio ministro del lavoro giuliano poletticivile e soprattutto incentivando la nascita di nuove imprese sociali.
    Nei mesi scorsi sono stati approvati i decreti sul Servizio civile Universale e sulla Fondazione Italia Sociale; oggi tocca agli ultimi tre decreti, quelli sull’impresa sociale, il 5 per mille ed il Codice del Terzo Settore.
    I tre testi passeranno adesso all’esame delle Commissioni parlamentari e della Conferenza Stato-Regioni, prima di tornare in Consiglio dei Ministri entro i prossimi 45 giorni per l’ok definitivo.

    Il Codice del Terzo Settore ricomprenderà in unico testo di 103 articoli tutte le norme sul non profit, effettuando così una grande operazione di razionalizzazione che interesseerà organizzazioni di volontariato, fondazioni, associazioni di promozione sociale, reti associative, società di mutuo soccorso e cooperative.
    Il nuovo Codice contiene le norme sui principi e sui campi di azione degli enti non profit, stabilisce le modalità di raccolta fondi e istituisce il Registro Unico del Terzo settore. Si dà inoltre la possibilità agli istituti bancari di emettere dei titoli che abbiano come finalità quella di aiutare il Terzo settore.
    Come ha sottolineato il Ministro Poletti, il Codice intende definire con chiarezza sia i diritti che gli obblighi degli enti non profit. Per questo motivo sono state inserite anche norme sul fisco e la contabilità di queste realtà con l’obiettivo di aumentare il loro livello di trasparenza.

    Il decreto sul 5 per mille, invece, oltre a definire i criteri per l’assegnazione delle risorse, accelera la procedura di riparto e stabilisce il divieto di utilizzare i fondi ricevuti per la promozione pubblicitaria.
    L’ultimo decreto è quello sull’impresa sociale. Il provvedimento definisce in maniera analitica questa forma d’impresa e introduce delle misure fiscali per incentivare la nascita di nuove imprese sociali.


  • servizio civile

    Nella giornata di ieri il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, ha presentato il decreto interministeriale che mette a disposizione 200 milioni di euro per le imprese sociali. 

    L’intervento completa il quadro delineato dal Governo con la riforma del Terzo settore il cui obiettivo principale è proprio quello di rafforzare l’istituto dell’impresa sociale, provando così a rompere il classico binomio profit/non profit.
    Per raggiungere questo obiettivo il Ministero del Lavoro ha destinato ad imprese e cooperative sociali il 60% delle risorse del Fondo Rotativo (Fri) per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca. A questi fondi vanno aggiunti ulteriori 23 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero dell’Economia.

    servizio civileIl provvedimento introduce finanziamenti a tasso agevolato per programmi di investimento, operativi in qualsiasi settore, che prevedono spese comprese tra 200mila e 10 milioni di euro. Il finanziamento fornito dal Ministero copre il 70% della spesa complessiva e presenta un tasso di interesse dello 0,50% con restituzione della somma in 15 anni; il restante 30% deve essere associato ad un finanziamento bancario a tasso di mercato.

    Nella scelta delle imprese beneficiarie si privilegerà quei progetti ad alto impatto sociale e ambientale, prestando particolare attenzione all’incremento occupazionale di categorie svantaggiate, l’inclusione sociale di soggetti vulnerabili e il raggiungimento di specifici obiettivi volti alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dei beni storico-culturali.
    I soggetti beneficiari sono le cooperative sociali e i consorzi di cooperative sociali, le imprese sociali e le società cooperative aventi qualifica di ONLUS.
    Il decreto interviene in un settore, quello dell’economia sociale, in continua espansione sia in Italia che in Europa. Secondo gli ultimi dati dell’Istat, nel nostro Paese ci sono 15 mila imprese e cooperative sociali che danno lavoro a 540mila persone e rappresentano il 10% del Pil italiano.


  • aleppo

    Dopo essere stata approvata alla Camera, arriverà domani in Senato la legge sui minori stranieri non accompagnati. Il provvedimento va a colmare un vuoto normativo dell’ordinamento italiano.

    Negli ultimi anni è aumentato a dismisura il numero di minori stranieri non accompagnati arrivati nella nostra Penisola. Il 2016, infatti, è stato l’anno record da questo punto di vista, con 25.772 aleppoarrivi a fronte dei 12.300 dell’anno precedente.
    Per alcuni di loro l’Italia è solo un paese di passaggio prima di ricongiungimento con i propri parenti nel Nord Europa; per altri, invece, come nel caso dei minori provenienti dall’Egitto, il nostro Paese rappresenta un punto di arrivo.
    L’Italia, al momento, non è in grado di gestire un flusso di questo tipo soprattutto a causa dell’assenza di un quadro normativo specifico. Migliaia di minori arrivati sul territorio italiano diventano improvvisamente irreperibili sfuggendo al sistema di accoglienza per via dei lunghi tempi di attesa prima del riconoscimento dello stato di rifugiato. Accade così che tanti minori finiscano subito a lavorare, spesso sottopagati, per saldare i debiti contratti per venire in Italia.

    È positivo, dunque, che lo Stato italiano abbia deciso di regolamentare la loro situazione sotto la pressione anche di associazioni umanitarie e organizzazioni internazionali come Save the Children, Amnesty International Unicef.
    La legge, che dovrebbe essere approvata in via definitiva nella giornata di giovedì, afferma il divieto assoluto di respingimento alla frontiera dei minori non accompagnati. Oltre a sancire un principio fondamentale per il rispetto dei diritti dei minori, il Ddl interviene su una serie di altri aspetti.
    Uno dei problemi più grandi del sistema di accoglienza italiano è la lentezza dei processi di identificazione. Il provvedimento accelererà le suddette procedure e le uniformerà su tutto il territorio nazionale. Una volta arrivati in Italia i minori saranno accolti in centri specifici per la loro identificazione (al momento questa attività viene svolta negli hotspot e attraverso procedure mediche invasive) alla presenza di un mediatore culturale; successivamente potranno iniziare un percorso di inclusione sociale attraverso i progetti della rete SPRAR.
    Verrà costituito, infine, un albo dei tutori volontari ed incentivato l’affido in famiglia, istituto ancora poco diffuso nel nostro Paese.



  • Eliminato! Il 2 per mille per gli enti non profit impegnati nella valorizzazione e promozione della cultura è stato cancellato dopo solo un anno di attività. 

    A riportarlo è il portale Vita secondo il quale è stata presentata un’interrogazione parlamentare in merito. Lo ha Franco Panizza, senatore del Partito Autonomista Trentino Tirolese. Vedremo quale sarà la risposta del Governo.
    Appare comunque quantomeno bizzarro, se non incomprensibile, che il 2 per mille sulla cultura sia durato solo un anno.
    Era stato inserito, infatti, nella Legge di Stabilità 2016. Ciascun contribuente poteva decidere di donare il 2 per mille del proprio Irpef ad un ente impegnato nella valorizzazione e nella promozione della cultura. Bastava scrivere nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale dell’ente beneficiario per completare la procedura.
    Il nuovo 2 per mille aveva riscosso anche un ottimo successo. Si sono accreditati, infatti, oltre 1.300 enti non profit, nella maggior parte dei casi si tratta di piccole associazioni che svolgono uno straordinario ruolo sociale sul territorio con risorse – il più delle volte – molto limitate.

    Fornire a questa realtà degli strumenti economici per operare al meglio significa assegnare alla cultura e all’associazionismo un ruolo centrale nello sviluppo economico e sociale del Paese. Creare il 2 per mille per le associazioni culturali era stato un piccolo passo verso l’affermazione di un modello di economia diverso.
    Un piccolo passo seguito, però, da una retromarcia repentina e dolorosa.
    A questo punto ci chiediamo quali siano le reali intenzioni di questo esecutivo che da una parte sembra volere dare maggiore spazio al sociale e alla cultura, come dimostrano la Legge sul Dopo di Noi, la riforma del Terzo settore e, appunto, il 2 per mille sulla cultura, e dall’altra si impegna a rinnegare le proprie scelte.
    Il dietrofront sul 2 per mille è, con ogni probabilità, l’emblema di una situazione ai limiti del paradossale.

     


  • sharing-economy-italia

    È stato pubblicato, oggi, in Gazzetta Ufficiale il decreto sul servizio civile universale. Sono diverse le novità introdotte dal nuovo istituto che, nell’intento dell’esecutivo, dovrebbe portare ad un ampliamento della platea dei giovani che effettuano attività di volontariato. 

    L’articolo 3 stabilisce gli ambiti di intervento del nuovo servizio civile:

    • assistenza
    • protezione civile
    • patrimonio ambientale e riqualificazione urbana
    • patrimonio storico, artistico e culturale
    • educazione e promozione culturale e allo sport
    • agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità
    • promozione della pace tra i popoli, della non violenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno della comunità degli italiani all’estero.

    Una delle novità del provvedimento riguarda la ripartizione delle competenze ed il tipo di programmazione. Dovrà essere effettuato un Piano sharing-economy-italiatriennale modulato ogni anno attraverso il quale saranno stabiliti gli obiettivi e gli indirizzi generale del servizio civile, individuando le aree di intervento a seconda delle necessità.
    Sarà compito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sentita le amministrazioni competenti e le Regioni, predisporre il suddetto Piano. Lo Stato, oltre a svolgere attività di programmazione, dovrà anche provvedere all’organizzazione e all’attuazione dei servizio civile, nonché a realizzare l’accreditamento degli enti e ad effettuare i relativi controlli.

    Gli articoli 7, 8 e 9 stabiliscono poi le funzioni degli altri soggetti del servizio civile, ovvero le Regioni e le Province autonome, gli enti di servizio civile e gli operatori volontari.
    L’articolo 10 istituisce la Consulta nazionale per il servizio civile universale che sarà composta da non più di 15 membri, di cui sette scelti tra gli enti iscritti all’Albo e tra le reti degli enti maggiormente rappresentativi degli ambiti di intervento del servizio civile; due saranno scelti dal coordinamento degli enti; quattro dalla Rappresentanza nazionale; uno designato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e uno dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
    La Consulta sarà un organo di consultazione, riferimento e confronto sulle questioni inerenti il servizio civile.

    Per quanto riguarda la realizzazione del servizio civile, c’è la possibilità di effettuarlo sia in Italia che all’estero. Il numero di volontari, specifica il decreto, non dipenderà dal numero di domande ricevute, ma dalla risorse assegnate annualmente al Fondo nazionale per il Servizio Civile.
    Possono partecipare tutti i giovani italiani e stranieri regolarmente soggiornanti in Italia di età compresa tra i 18 ed i 28 anni.
    L’articolo 16 conferma che il servizio civile non è assimilabile ad una forma di lavoro subordinata e non comporta la cancellazione e la sospensione dalle liste di collocamento.
    Per quanto riguarda, infine, la durata, quest’ultima può andare da minimo 8 mesi fino a massimo 12 mesi.


  • impresa-sociale

    Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo statuto della Fondazione Italia Sociale, il nuovo ente privato istituito con la riforma del Terzo settore che avrà il compito di finanziare progetti innovativi ad alto impatto sociale. 

    impresa-socialeLa Fondazione, come specifica l’articolo 10 della legge n.106 del 6 giugno 2016, avrà nel dettaglio lo scopo di “sostenere, mediante l’apporto di risorse finanziarie e di competenze gestionali, la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi da parte di enti del Terzo settore, caratterizzati dalla produzione di beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale e rivolti, in particolare, ai territori e ai soggetti maggiormente svantaggiati”.
    La stessa legge specifica che l’ente non sostituirà lo Stato nel sostegno agli enti non profit, ma al contrario svolgerà una funzione sussidiaria.
    In tanti hanno definito la Fondazione come l’ “Iri del sociale”, ovvero un ente che è stato per anni l’emblema dell’intervento dello Stato italiano nell’economia nazionale, prima di sprofondare sotto il peso dei debiti accumulati.

    L’intento del legislatore è, invece, di  aumentare gli investimenti privati nel sociale promuovendo la cultura del dono e dando la possibilità a quegli enti che hanno difficoltà nell’accesso al credito di reperire le risorse necessarie per portare avanti progetti dall’elevato impatto sociale.
    La dotazione iniziale della Fondazione Italia Sociale sarà di un milione di euro derivante da risorse pubbliche, come stabilito dalla Legge di Stabilità 2015. La maggior parte del patrimonio dell’ente sarà però rappresentato da donazioni di soggetti privati che hanno interesse nell’investire nel sociale e dai proventi derivati da campagne di crowdfunding.
    Il sistema di finanziamento, dunque, è di natura mista anche se viene applicato il principio di prevalenza dell’impiego di risorse provenienti da soggetti privati.



  • Lo scorso 23 febbraio, attraverso un’intesa Stato-Regioni, è stato deliberato un taglio da 260 milioni di euro alla spesa sociale. Nello specifico ci sarà una riduzione di 211 milioni di euro per il Fondo per le politiche sociali e di 50 milioni di euro per il Fondo per le non autosufficienze. 

    La notizia era stata confermata nei giorni scorsi dal sottosegretario al Welfare, Luigi Bobba, nel corso di un’interrogazione parlamentare chiesta dall’onorevole Donata Lenzi (PD), nel corso della quale Bobba aveva aggiungento che la decisione è stata presa dal Ministero delle Finanze in accordo con le Regioni, senza coinvolgere il Ministero del Lavoro.
    La scelta di effettuare questi tagli arriva dalla necessità di ridurre il debito, agendo, però, a discapito dei soggetti più deboli. Stupisce il fatto che questa decisione sia stata presa da un Governo che si era dimostrato vicino al mondo del sociale come dimostrano l’approvazione di provvedimenti come il Dopo di Noi e la riforma del Terzo settore.
    Tra l’altro tagliere la spesa sociale in un momento di grave crisi del welfare state rischia di indebolire i già precari legami sociali e di causare ulteriori tensioni politiche e non solo.

    Il Forum Nazionale Terzo settore ha commentato la notizia con parole dure, augurandosi una smentita da parte del Governo “Un atto gravissimo – peraltro deciso senza coinvolgere il  Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – che avrebbe pesanti conseguenze per i cittadini e le famiglie che si trovano in condizioni di forte disagio e che quindi hanno più bisogno del sostegno delle istituzioni. La spesa sociale italiana necessiterebbe di maggiori investimenti per rafforzare le misure di inclusione sociale delle persone svantaggiate, non certo di tagli che minacciano la realizzazione di servizi sociali di base e rappresentano inaccettabili passi indietro”.
    Anche la Fish (Federazione italiana superamento handicap) e la Fand (Federazione delle associazioni nazionali sulla disabilità) hanno espresso tutta la loro perplessità su quello che viene percepito come un enorme passo indietro sul fronte delle politiche sociali. Franco Bettoni, presidente della Fand, ha parlato di una scelta di una gravità inaudita oltre che autolesionista.
    La Fand, secondo Bettoni, chiederà al più presto un incontro con il presidente del Consiglio, mobilitando tutto il mondo della disabilità.


  • swg-cooperative

    Le deleghe in materia di politiche giovanili e di servizio civile nazionale e universale sono state affidate al Sottosegretario di Stato Luigi Bobba e mentre per quella per l’integrazione è stato conferita Sottosegretario di Stato Franca Biondelli.

    Lo comunica il Ministero del Lavoro che specifica come il Consiglio dei Ministri abbia deciso di conferire le deleghe al ministro Poletti, il quale ha successivamente ha affidato l’incarico ai sottosegretari Bobba e Biondelli.
    swg-cooperativeL’assenza di una delega politica per l’attuazione della riforma del Terzo settore aveva causato gravi inadempimenti nella macchina amministrativa legata al servizio civile. Da mesi, ad esempio, i volontari lamentano il mancato pagamento dei 433,80 euro mensili dovuti per l’attività svolta.
    La motivazione dell’inadempimento è da ricercare proprio nell’assenza delle delega in materia di servizio civile. Una volta effettuato questo passo arriveranno anche i rimborsi.
    Mercoledì scorso, infatti, il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale ha comunicato le date dei pagamenti: domani sarà il turno dei volontari che svolgono il servizio civile in Italia, l’8 marzo toccherà a chi si trova all’estero ed il 9 marzo, infine, saranno pagati i volontari che operano all’interno del programma Garanzia Giovani.

    La scelta del Consiglio dei Ministri di affidare le deleghe al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali significa dare continuità all’attività svolta da chi è speso per l’approvazione della riforma del Terzo settore e dei suoi decreti attuativi. La speranza, adesso, è che si possano velocizzare anche i tempi di pubblicazione degli altri decreti, dal momento da maggio ad oggi l’unico decreto che ha visto la luce è quello sul servizio civile universale.
    Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto con soddisfazione le ultime novità sul non profit, sottolineando l’importanza che può avere il volontariato tra le giovani generazioni: “Il volontariato riconduce – ha dichiarato Mattarella nel corso di un incontro organizzato dal Centro nazionale del volontariato – a parole e concetti importanti: gratuità, generosità, impegno. Testimoniare questi valori costitutivi della società è anche un modo per comunicarli ai più giovani e fare in modo che possano essere trasmessi anche a loro”.