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  • Il divario tra l’Italia e gli altri paesi europei in materia di digitale è ancora piuttosto ampio.
    La conferma viene dalla classifica Desi 2015 (Digital Economy and Society Index).
    Si tratta di un indice elaborato dalla Commissione europea che misura il grado di connettività degli stati membri.
    Prende in considerazione cinque variabili: connettività, capitale umano,  uso di internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.

    downloadIl nostro paese si trova al quartultimo posto in questa graduatoria, facendo registrare uno scarso sviluppo di ciascuna in queste cinque componenti.
    Fa specie soprattutto la penultima posizione occupata dall’Italia in relazione al livello di connettività (copertura, diffusione e costi della banda larga). Il Desi ci assegna un punteggio di 0,37 in una scala da 0 a 1.
    Ci troviamo ben al di sotto della media europea (0,55), segno che è davvero arrivato il momento di elaborare un piano per l’implementazione della banda larga.
    Da questo punto di vista le notizie sembrano essere incoraggianti. Oltre all’investimento previsto da Telecom nelle regioni del Sud, il Governo è intenzionato a presentare martedì in Consiglio dei Ministri il piano d’azione “Strategia italiana per la banda larga”.
    Si tratta di un programma di digitalizzazione nel quale verranno stabiliti i finanziamenti per la disposizione delle infrastrutture e gli eventuali fondi di garanzia per i privati.
    Sono già state previste delle misure di defiscalizzazione per chi vorrà investire nei territori più disagiati e non è escluso anche un decreto legge che possa disciplinare con più attenzione la materia.

    La speranza è che sia cambiata la sensibilità verso le nuove tecnologie. La classifica Desi mette l’Italia di fronte alle proprie responsabilità.
    Ci sono, infatti, altri indicatori che relegano il nostro paese nelle ultimi posizioni a livello continentale.
    Uno di questi misura la quota di Pmi che utilizzano l’e-commerce. L’Italia in questa speciale classifica si trova addirittura all’ultimo posto.
    Il fatturato delle piccole e medie imprese, derivato dalle vendite online, ammonta al 4,8% del totale contro l’8,8% della media europea.
    Vi è, infine, uno scarso utilizzo dei servizi pubblici digitali. Le pubbliche amministrazioni dispongono di strumenti digitali, quali moduli online, certificazioni elettroniche, ecc. ma sono poco utilizzate dagli utenti e poco implementate dalle stesse P.A.
    L’Agenda Digitale Europea ci impone di cambiare mentalità e di aumentare gli investimenti nel settore, se vogliamo essere realmente competitivi su scala continentale.



  • Doveva essere l’anno della rivoluzione digitale, rivoluzione evidentemente rinviata a data da destinarsi.
    Il 2014 dell’Italia delude sul piano dell’innovazione tecnologica. Certo, sono stati fatti dei passi avanti importanti sul piano della digitalizzazione della PA e della semplificazione di determinati settori della società.
    Ma non può e non deve bastare.

    banda largaLo dimostrano i dati Ookla sulla diffusione della banda larga. Una classifica che posiziona l’Italia agli ultimi posti tra i paesi europei, distante anni luce dalle vele spiegate con le quali viaggiano gli stati asiatici.
    Attraverso il Piano Nazionale Banda Ultralarga, l’Italia intende estendere la connettività a quelle zone che ne sono prive. Il 20 dicembre 2014 si è conclusa la consultazione pubblica, adesso gli operatori potranno mappare i territori e candidarsi per fornire loro la connettività.
    Il Piano è evidentemente ancora allo stato iniziale e l’Italia si trova nelle retrovie delle classifiche di settore.

    Secondo i dati ripresi da The Indipendent, i due paesi con una velocità di connessione maggiore sono Singapore con 104,42 Mps e Hong Kong 96,32 Mps.
    Tra i paesi europei l’Italia fa registrare il risultato peggiore (meno di 14 Mps) al pari di tutti i paesi balcanici. La Gran Bretagna, per fare un esempio, si attesta attorno ai 29,45 Mps ed è un dato valutato in maniera negativa dai media britannici. Meglio degli inglesi anche Francia, Svizzera, Svezia e soprattutto la Romania, con addirittura più di 50 Mps di velocità.
    Su ben altri livelli viaggiano gli Stati Uniti: Usa, Canada e Alaska fanno registrare una velocità media di 25 Mps su tutto il loro territorio. Se pensiamo alla grandezza degli Usa, paragonata a quella dell’Italia, diventa inevitabile riflettere sullo stato di arretratezza del nostro paese in materia di banda larga e di innovazione tecnologica.
    Perché se rivoluzione digitale deve essere, è bene velocizzare ritmi poiché il divario con gli altri paesi comincia ad essere importante.