• Passato in ombra tra le pieghe dei decreti attuativi del Jobs Act, nella giornata di venerdì il Governo ha presentato anche il Ddl concorrenza.
    A differenza di altre misure dell’esecutivo, non è stato un provvedimento particolarmente reclamizzato.
    Il perchè è presto detto. Se escludiamo alcune novità nel settore assicurativo ed in quello notarile, il decreto legge sulla concorrenza presenta pochi sostanziali elementi innovativi e tanti rinvii a data da destinarsi.
    Anche questa volta, come spesso accade in materia di liberalizzazioni, le pressioni esercitate dalle lobbies ed in generale dalle categorie professionali hanno avuto la meglio.
    L’ultima effettiva operazione riformatrice sul tema risale al decreto Bersani, dunque quasi 10 anni addietro.
    Ma analizziamo alcuni punti critici del ddl.

    17112014Il settore più discusso è quello farmaceutico. Non è avvenuta, ad esempio, l’auspicata liberalizzazione dei cosiddetti farmaci di fascia C, ovvero quelli destinati a curare patologie di lieve entità.
    Le parafarmacie non potranno vendere questo tipo di prodotti, che saranno commercializzati esclusivamente dalle farmacie. Su questo punto è stato forte il veto dei professionisti del settore e delle case farmaceutiche, così come è stato decisivo l’intervento del ministro della Sanità Lorenzin, la quale ha stoppato l’intervento adducendo che una simile liberalizzazione avrebbe comportato un abuso di farmaci tra i cittadini.
    Restano, comunque, dei dati emblematici che invitano tutti ad una seria riflessione. Come riportato, infatti, dal quotidiano La Stampa sono circa 79mila i farmacisti italiani, in assoluto il numero più alto d’Europa.
    Un’incentivazione della concorrenza in questo ambito sarebbe stata, dunque, quantomai auspicabile, anche alla luce delle richieste dell’Anti-trust e dell’Unione Europea in materia di libera concorrenza.

    Sono state rinviate anche le riforme sulle autorità portuali, i servizi locali di trasporto ed i tassisti.
    Nessuna apertura ai privati, ma solo rinvii a date da destinarsi. L’impressione è che ci siano troppi interessi in ballo e che la presenza corposa di categorie professionali in Parlamento rischia di frenare in eterno provvedimenti di questo tipo.
    Qualche risultato è stato, invece, ottenuto nel settore notarile. Diminuiscono, infatti, gli atti per i quali è richiesta la notifica del notaio.
    Per le transazioni di immobili ad uso non abitativo e del valore inferiore ai 100mila euro basterà la certificazione di un avvocato.
    Vengono apportate, infine, delle modifiche nel settore assicurativo. In particolare, gli automobilisti potranno usufruire di sconti se decideranno di accettare determinate condizioni, come l’installazione dei rilevatori dei tassi alcolemici e della scatola nera, la stipula di clausole contro le frodi assicurative e la riparazione dell’auto in officine convenzionate con le assicurazioni.