Nessuna sorpresa nelle elezioni greche. Come nel gennaio 2015 vince Syriza con il 35,5% dei voti seguita dai conservatori di Nuova Democrazia (28,1%); rischiano di fallire, invece, l’accesso al Parlamento i fuoriusciti da Syriza (Unità Popolare), che con il 99% delle sezioni scrutinati sono sotto la soglia del 3%.
A Tsipras vanno 145 seggi, ma per raggiungere la maggioranza di 151 seggi dovrà ancora una volta andare al Governo con la destra di Anel che ha ottenuto dieci seggi.
Lo scenario proposto da queste consultazioni è, dunque, pressoché il medesimo di quello visto a gennaio, con Syriza e Nuova Democrazia che si sono confermati sulle stesse percentuali di 8 mesi fa e l’esecutivo che vedrà una coalizione formata dagli stessi partiti.
A cambiare, invece, è l’affluenza alle urne scesa al 54,8% dopo il 63,6% delle ultimi elezioni; la partecipazione elettorale di queste consultazioni rappresenta il secondo dato più basso della storia greca dopo il 53%del 1946.
Un altro dato inequivocabile è la lenta ascesa dei neonazisti di Alba Dorata, passati dal 6,28% di gennaio al 6,99% attuale.
Alba Dorata è così il terzo partito greco con 19 seggi ottenuti (uno in più rispetto a gennaio).
La posizione dei neonazisti esce rafforzata soprattutto all’interno di due categorie di elettori, ovvero giovani e disoccupati.
Secondo il quotidiano Kathimerini, infatti, il partito di Nikolaòs Michaloliàkos è stata la forza politica più votata tra i disoccupati con una percentuale del 16,6%. Nonostante la vittoria, dunque, i greci diffidano ancora di Tsipras, soprattutto chi, dopo mesi di governo di Syriza, si trova ancora senza lavoro e con un accordo con i creditori ritenuto penalizzante per il popolo ellenico.
Di qui la scelta di molti disoccupati di dirottare il proprio voto verso Alba Dorata, ritenuta l’unica vera opposizione alle politiche di austerity imposte da Bruxelles.
Il pericolo, dunque, di una crescita sempre più forte dei neonazisti è concreto. L’emergenza rifugiati, che ha interessato anche vaste aree della Grecia, rischia di aumentare i sentimenti intolleranti e razzisti di un popolo in grave difficoltà e ancora lontano dall’uscire dalla crisi.
La vittoria di Tsipras ha sicuramente un valore simbolico importante, soprattutto dopo la spaccatura interna seguita all’accordo stipulato con i creditori. La maggioranza, però, continua ad essere risicata ed un eventuale fallimento potrebbe portare a scenari preoccupanti per la Grecia e l’Europa intera.
I partiti populisti, euroscettici e neonazisti sono in costante crescita in tutto il Vecchio Continente e non è escluso possano aumentare ulteriormente i propri consensi sfruttando l’emergenza rifugiati ed il fallimento di alcune politiche europee.
Ecco perché la conferma di Alba Dorata è un fenomeno da non sottovalutare, sia ad Atene che a Bruxelles.