“Noi Italia. 100 statistiche per capire il paese in cui viviamo!” è un’indagine effettuata dall’Istat che ci offre una serie di spunti di riflessione per analizzare la situazione economica italiana, soprattutto in chiave comparata.
Dopo aver esaminato i dati sulle imprese e sul loro grado di innovazione, prendiamo in considerazione alcune elaborazioni macroeconomiche e relative al mercato del lavoro.
Ci sono alcuni indicatori che segnano il passo nel confronto con le altre realtà europee. Uno di questi è il Pil pro capite, misurato a parità di potere d’acquisto, che risulta essere al di sotto della media continentale del -2,2%.
Sono pochi i paesi che presentano livelli inferiori all’Italia, uno di questi è la Spagna.
La disponibilità economica dei cittadini italiani è, dunque, comparativamente inferiore alla media europea.
Lo dimostrano anche i dati sulle condizioni economiche delle famiglie.
Secondo quanto riportato dall’Istat, nel 2012 il 62% dei nuclei familiari italiani possiede un reddito annuo inferiore a 29.426 euro, ovvero circa 2.452 euro al mese. Confrontando le varie regioni, la più “povera” è la Sicilia, con un reddito medio annuo più basso del 29% rispetto alla media nazionale.
La scarse risorse a disposizione degli italiani dovrebbero condizionare il livello dei consumi. In realtà nel 2013 l’incidenza dei consumi sul Pil si mantiene sulle medie europee (79,9%), anche se in calo rispetto agli anni precedenti.
Ne risentono, invece, gli investimenti: la loro incidenza sul Prodotto Interno Lordo è del 18%, al di sotto della media europea (19,3%).
Ma i dati più preoccupanti li troviamo ancora una volta se volgiamo lo sguardo al mercato del lavoro, dove l’Italia si trova agli ultimi posti nelle graduatorie continentali.
Il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra i 20 ed i 64 anni è circa del 60%, una quota tra le più basse d’Europa e superiore solo a quella di Grecia, Croazia e Spagna.
Stupisce, soprattutto, il tasso di mancata partecipazione al mercato del lavoro. Nel 2013 il 21,7% degli italiani non cerca neppure lavoro, quando la media europea è del 14,1%.
Su questo dato incide sicuramente la sfiducia imperante nella popolazione italiana, ma ha le sue responsabilità anche il sistema di collocamento, dimostratosi in questi anni totalmente fallimentare.
Le ultime rilevazioni fornite dall’Istat ci consegnano un aumento della percentuale degli italiani che cerca lavoro, ma bisognerà ancora far molto nel settore delle politiche attive.
Analizzando, infine, il tasso di disoccupazione, esso si attestava nel 2013 al 12,2%, 1,5% in più rispetto al 2012.
Sappiamo benissimo come nel 2014 questa cifra sia ulteriormente salita, toccando picchi storici. Fa, dunque, ancora più male il confronto con gli altri paesi europei, dove la meda è del 10,8% e realtà come quella tedesca ed austriaca fanno segnare un tasso di disoccupazione addirittura inferiore al 6%.