Le Bcc: un modello di riferimento sul tema del microcredito.
A riportarlo è il rapporto sul microcredito italiano realizzato dalla società di consulenza C.Borgomeo&Co, in collaborazione con Confcooperative e Fondosviluppo. Le Banche di credito cooperativo rappresentano l’emblema di un istituto finanziario che lavora a stretto contatto con il territorio ed opera per lo sviluppo dello stesso.
Secondo l’indagine presentata nei giorni scorsi al Palazzo della Cooperazione, lo strumento del microcredito risulta essere sempre più diffuso nel nostro paese. In basei ai dati di C.Borgomeo&Co, nel 2013 è cresciuto sia il numero di prestiti (15mila, +13% rispetto al 2012), sia il loro valore totale (175 milioni di euro, + 18% rispetto al 2012 per un importo medio di 11 mila e 400 euro).
Merito anche dell’attività svolta dalle Bcc in questi anni, caratterizzata da tre principi guida: conoscenza del territorio, mutualità ed assistenza tecnica costante verso i cittadini e le imprese che necessitano di un prestito di piccola entità. Il perseguimento di questi valori li ha portati ad essere il il primo erogatore italiano di microprestiti anti-usura e il secondo per quelli destinati alle imprese.
Lo sviluppo del territorio a livello locale passa attraverso la proliferazione di piccole imprese, start up e professionisti che conoscono le esigenze della comunità locale e ne sanno interpretare i bisogni. Il sistema creditizio italiano, però, presenta numerose falle che lo collocano agli ultimi posti ai livelli europei e impedisce di fatto al nostro paese di avviare un percorso imprenditoriale realmente innovativo.
Diventa sempre più difficile per famiglie ed imprese ricevere un prestito da parte degli istituti bancari, considerate le incombenze burocratiche da espletare e la garanzie richieste.
Allo stesso modo lo Stato mette a disposizione della società troppe poche risorse per incentivare l’attività d’impresa e far ripartire così l’economia dal basso.
L’idea di Confcooperative, invece, è di puntare sul rafforzamento del capitale delle proprie associate in modo che possano essere maggiormente competitive sul mercato interno ed internazionale. Per raggiungere questo obiettivo la centrale di rappresentanza delle coop ha dato il via al programma “Operazione Primi Passi”, un progetto di microcredito a sostegno delle start up.
I finanziamenti sono destinati alle imprese che non possiedono più di dieci dipendenti, che hanno un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro e che hanno deciso di effettuare un aumento di capitale.
L’operazione di ri-capitalizzazione viene in sostanza finanziata da Fondosviluppo attraverso due tipi di intervento: un sostegno al capitale sociale pari al 100% dell’aumento del capitale deliberato, della durata di tre anni e con un importo massimo di 25.000 euro; oppure attraverso un prestito corrispondente al 100% dell’aumento del capitale, per la durata di tre anni e per un importo massimo di 25.000 euro, estendibile fino a 50.000 euro previa una garanzia fideiussoria da parte Confcooperfidi.