Un nome condiviso e condivisibile. Difficile porre qualche appunto alla candidatura di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica.
Persino Forza Italia sembra non discutere il candidato in sè, ma il metodo scelto dal premier Matteo Renzi.
Perchè Mattarella è un uomo delle istituzioni, che per l’Italia ha fatto tanto. Rigorosamente in silenzio, perchè un singolo fatto conta più di mille chiacchiere.
Vale per la legge elettorale che proprio da lui prende il nome (“Mattarellum”, per l’appunto), o per l’abolizione del servizio di leva obbligatorio. Tutti provvedimenti ascrivibili a lui, senza dover per forza ricordare il suo volto o le sue parole.
Dicevamo dei fatti, ma anche i valori sono al centro della sua attività pubblica. La lotta contro la mafia prima di ogni altra cosa, una mafia che lo ha ferito, ma rafforzato.
Il 6 gennaio 1980 segnerà per sempre la sua vita: il fratello Piersanti viene ucciso dalla criminalità organizzata, morirà tra le braccia di Sergio prima di arrivare in ospedale.
Questo tragico evento gli farà comprendere che è arrivato il momento di entrare sulla scena pubblica e cambiare dall’interno quelle istituzioni che lui ha sempre rispettato e veicolato.
La vera passione di Mattarella è, infatti, il diritto costituzionale, vocazione che lo porterà nel 2011 a diventare giudice della Corte Costituzionale.
Le istituzioni e la Costituzione, dunque, come stelle polari della sua attività politica, tanto da porle al di sopra di qualsiasi incarico ufficiale. Ne abbiamo la prova nel 1990, quando decide di dimettersi da Ministro dell’Istruzione in seguito all’approvazione della Legge Mammì.
Un provvedimento rimasto alla storia come un “regalo” a Berlusconi e alle sue televisioni private e che di fatto gli spianerà la strada verso Palazzo Chigi.
Un carattere schivo ed un modus operandi rigoroso. L’identikit perfetto dell’uomo che ama il diritto e che nasce per esaltarne il suo valore più genuino.
La sua anima cattolica contraddistinguerà tutta la sua carriera politica. Esponente della Dc prima e poi del Partito Popolare, diviene in seguito uno dei fondatori dell’Ulivo.
Parlamentare dal 1983 al 2008, ricopre più volte la carica di Ministro: dalla Difesa all’Istruzione fino ad arrivare ai Rapporti con il Parlamento.
Mattarella ha sempre interpretato il proprio ruolo con grande dignità e valore. L’unico aspetto negativo della sua candidatura riguarderebbe il suo scarso profilo internazionale. Non è un Prodi o un D’Alema, dicono in molti.
Difficile dar loro torto. Senza dubbio, però, Mattarella porterebbe quell’equilibrio e quell’amore verso le istituzioni di cui l’Italia ha bisogno in questo momento.